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Autore: Heart    25/11/2020    1 recensioni
Naraku si è ritirato dopo che la sfera si è spezzata in due. Una parte ce l'ha lui e l'altra Kagome.
Nel silenzio, una nuova presenza appare. Una giovane arrivata da molto lontano per distruggere una volta per sempre la Shikon no Tama.
Ma qual è la sua vera missione? Misteri e segreti si susseguiranno con l'andare del tempo, sentimenti sconosciuti usciranno allo scoperto e attrazioni fatali provocheranno quasi la morte.
Il mondo del sovrannaturale apre le sue porte.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Salve.
Non so da quanto manco da EFP, ma non ho mai abbandonato le mie storie e voi lettori. Ogni tanto rileggo le mie fiction e ogni volta ne rimango stupita da ciò che esce. Qualche giorno fa ho riletto questa, mi era venuta la voglia di farmi quattro risate e poi ci sono rimasta male. Si, perché non è conclusa. Così mi sono messa d’impegno ed eccomi qua, so che tanti mi hanno abbandonato, ma continuerò comunque.
Non è stato facile continuare, avendo mille capitoli iniziati a mai finiti, così mi sono messa tranquilla a pensare come potevano svolgersi le situazioni, avendo tanta carne a bruciare. In verità non so come continuerà, ma lo vedremo insieme.
Spero solo che vi piaccia.
 
 
 
XXVI
“Limbo”
 
 
 
Tre luci abbaglianti illuminavano il cielo tetro, le spade dei demoni brillavano di una luce mai vista, che non si spense neppure quando le rinfoderarono. All’interno del palazzo regnava il silenzio assoluto, ogni suo abitante si era isolato per meditare o canalizzare le energie che presto sarebbero state utili.
-Inuyasha, meglio avere un piano e non uscire allo sbaraglio. Siamo tutti preoccupati per la miko, ma non credi che facendo così, sia rischioso? –Domandò il generale. Guardando di sbieco.
Il figlio non gli rispose reprimendo la rabbia dentro di sé.
-Avete un piano? –Chiese Miroku fissando Dafne, che era rimasta in silenzio, sicuramente in quel momento nemmeno si trovava in quella dimensione anche se il suo corpo sì. Avendo numerosi poteri, essendo…
Già, essendo cosa?
Ebbe come impressione che gli mancasse un tassello fondamentale ma più cercava di ricordare più il mal di testa lo tartassava.
Perché aveva la sensazione che ci fosse qualcosa che non riusciva a ricordare?
Fissò nuovamente la ragazza ma questa volta con sospetto che avesse fatto qualcosa? Già, ma che cosa?
Forse era solo impressione.
Eppure…
-Monaco,- disse all’improvviso il generale, portando Miroku a sobbalzare- ti devo affidare un compito. –
-Ahhh…si…-
 
L’alba stava per sorgere. Durante la notte Sesshomaru non aveva chiuso occhio, come ogni battaglia cercava di avvantaggiarsi sul nemico, anche se non sapeva chi fosse realmente. La storia di Dafne sembrava strana, come se gli mancassero tasselli importanti per comprenderla. La ragazza era rimasta ferma nella sua postazione senza muovere un muscolo, all’inizio credeva di estorcere delle informazione, ma poi si era stancato di aspettarla e si era incamminato senza sapere dove andare, si era fermato davanti ad una porta, la piccola Rin dormiva pacifica nel suo letto, l’accarezzò allungo. Il suo comportamento era cambiato, non era più gelido e distaccato, adesso vi erano piccole sfumature diverse.
Quella bambina lo aveva trasformato.
La lasciò e svelto si recò dalla stanza e si trovò di fronte suo padre. Il generale era voltato di spalle osservava fuori da una vetrata. Si voltò a guardarlo era teso e nervoso.
Sesshomaru comprese che era giunto lì per delle spiegazioni.
-Che cosa cercano quegli stolti? –Chiese Sesshomaru spezzando il silenzio.
-E’ una lunga storia- Affermò Dafne, in piedi davanti ad una finestra, dando le spalle a tutti i presenti radunati nella grande sala.
-Iniziate allora- esortò Miroku.
Tutti gli occhi erano rivolti a lei, c’era tensione la ragazza lo percepiva. Comprese che era arrivato il momento di parlare. Si voltò e guardò ognuno dei presenti negli occhi. –Quello che sto per narrarvi, sarò un racconto in vero simile. Per tanto … ritengo opportuno che ve lo mostri. - Ognuno dei presenti si guardò negli occhi, espressioni interrogative che divennero di stupore, quando la stanza si oscurò è una grande lingua di fuoco apparve dinanzi a loro.
All’improvviso la stanza si oscurò, spegnendo ogni altro lume acceso all’infuori di quel fuoco. Il vento iniziò a vorticare fino a che si fermò ad una sfera luminosa, la quale delle immagini apparvero per magia. Nessuno disse nulla, Miroku con una voce sorpresa disse che quella si trattava di una proiezione astrale, che pochi la sapevano manovrarla e usarla, ma in quanto lei era quella che era non si poteva stupire delle sue facoltà, anche se c’era qualcosa che non gli tornava.
Il silenziò calò e la proiezione diete vita a una pellicola, come se fosse in un vecchio cinema. Ogni fotografia riprendeva vita, raccontava. L’emozioni erano forti, come se li vivessero in prima persona. Le ferite erano vere, le morti atroci. Le torture e il male era profondo come un buco nero. Ritornarono al loro mondo scombussolati e per attimi interi non parlarono.
-Come l’avete sconfitto? –Chiese Toshi pallido.
-Non l’abbiamo mai sconfitto. - Disse - Mia madre lo incanalò in se per imprigionarlo in un luogo sacro. A nessuno è concesso varcare quella dimensione. Nemmeno a lei. – Dafne era rimasta in silenzio. I suoi occhi erano nascosti dalla lunga frangia che la coprivano. Il silenzio era padrone, ma non per questo dovevano dubitare delle loro forze. Il nemico era potente, ma loro l’ho erano di più.
 
- Difenderemo questo mondo, infine sono e sarò il suo guardiano. –Rilevò Toga, sentendosi importante e fiero di quel compito arduo, eterno.
-Guardiano? –Urlò la signora madre. –E’ questo il motivo che eri sempre strano? Che non volevi più…sei fuggito come un codardo! –Lo schiaffeggiò adirata.
-Le mie colpe sono innumerevoli, ho solo fatto il mio dovere. Ho abbandonato questo mondo, ma ho sempre vegliato su di voi. Siete la mia famiglia, il mio sangue. Un guardiano deve sacrificare qualcosa, per mantenere la pace. – Si difese il generale, fissando i figli.
-Le tue parole ti fanno onore Grande cavaliere. –Dal nulla apparvero tante piccole lucciole, e come se fosse stata chiamata, lei apparve.
-Madre. –Disse Dafne e un momento dopo si trovò inchinata al suo cospetto.
-Il nucleo si sta destabilizzando, è un nostro dovere ripristinarlo. Lui è tornato più forte che mai, ma sta volta non saremo soli. Ogni dimensione ha il suo guardiano. Voi siete stati prescelti e come tali sarete chiamati a combattere. –La donna indossava un lungo abito di seta, ornato di fiori. Era bellissima. Incantevole avrebbe detto suo marito. Ma in quel momento era solo un generale che avrebbe condotto una guerra contro l’oscurità, la sua.
-Sarò con voi generale. Il mio compito è quello di proteggervi, e non mi tirerò indietro. –Le sue vesti si trasformarono, la guerra poteva riiniziare.
-Fai attenzione bambina mia, il male è anche il tuo regno. – E con quelle parole svanii.
-Non ci sto capendo più nulla. – Borbottò Toshi sconfitto, abbandonandosi al suolo.
-Benvenuto. –Rise nervoso Miroku. La faccenda era più intricata di quanto immaginasse.
 
 
 
                                                                                         °°°°
 
 
 
Inuyasha era teso, nervoso, un cumulo di espressioni contrastanti. La sua idea era quella di saltare direttamente verso quella via e riprendersi la sua Kagome, da una parte. Ma come aveva detto suo padre era meglio avere un piano solido per attaccare quegli esseri, sapeva che cosa significava lottare contro di loro e non era una passeggiata come l’aveva definita Sesshomaru. Il generale si avvicinò al figlio minore, gli pose la sua grande mano sulla spalla, ma non ottenne ciò che sperava, ma solo indifferenza. Turbato da quel comportamento lo lasciò andare e si diresse verso la sua sposa che dopotutto gli era mancata come l’aria. Molti misteri giravano su di lei, sospirò e si diresse verso le sue stanze.
L’alba avrebbe segnato l’inizio di una guerra antica e non aveva nessuna idea come si sarebbe svolta. Forze maggiori sarebbe arrivati per aiutarli, chissà come sarebbe andata a finire realmente.
 
 
La nebbia si stava diradando. Il sole non sarebbe spuntato in quel nuovo giorno, il tanto atteso momento finalmente era giunto. All’orizzonte una immensa flotta di creature oscure si stavano spingendo verso la valle. Il verde della natura oscurata e prosciugata da quelle anime senza sentimenti. Erano creature senza faccia, possedevano solo due occhi rossi. Camminavo a passo lento ma costanti. Erano a centinaia, anzi a migliaia. Il corno proclamava l’inizio della battaglia.
Alla testa dell’esercito alleato, torreggiava Sesshomaru, affiancato dal padre e dal fratello minore. Gli altri esponenti erano stati suddivisi per dare maggior rilievo ai punti deboli, come aveva visto l’occhio critico di Miroku. Quest’ultimo stava in sella a Kirara e Sango, controllando il piano aereo. Le forze alleate ancora non si erano rivelate, ma il suo lato spirituale sapeva che erano nelle vicinanze, avvertiva delle forze molto potenti nei paraggi. Dafne era scomparsa nella notte, i suoi occhi erano due perle nere.
Il grido di guerra da parte del generale diede inizio allo scontro. La massa uniforme del nemico si allargava sopra i demoni. L’astuzia studiata li stava vedendo vincitori, ma le belve sembravano controllate a pannello, è senza preavviso cambiarono modo di attaccare, serrando colpi a sorpresa. Uno, due, decine di demoni cadevano a terra senza poter muoversi, seguita da urla di dolori. Una strana sostanza verdastra li stava contaminando, non lasciandoli via di uscita.
Miroku e la sterminatrice li guardavano con gli occhi intrisi di paura, che cosa era quella sostanza? E perché i demoni morivano essendo imbattibili?
E poi perché erano dalla terza fila in avanti, non dai generali di guerra? Che fosse una strategia per azzerare l’esercito?
-Cercano di stroncare l’esercito. –Disse Touga combattendo con dieci mostri, che lo stavano mettendo in difficoltà.
-inutile mezzo demone! Assorbono l’energia! –Esclamò Sesshomaru, dando un colpo con la sua spada a quei vermi e sferrando uno sguardo truce al fratello.
-Sono un demone completo! –Ribatte Inuyasha urlando, con aggressività –Sesshomaru sei il solito.
Inuyasha sferrò numerosi attacchi con i suoi artigli, fendeva e squarciava i corpi d’ombra dei mostri ma in ogni fendente si sentiva più debole mentre loro si fortificavano. La collera prese il sopravvento, sbottò –mi sono stufato!  Andiamo con l’artiglieria pesante! –
Sfoderò Tessaiga, la lama iniziò a vibrare.
-Cicatrice del vento! - Urlò.
Un potente vortice di energia attraversò il campo di battaglia investendo molto mostri che si disfecero nel vento.
Soddisfatto, Inuyasha poggiò la grossa lama sulla sua spalla – ci voleva un poco di pulizia! –
-Stupido! Hai incrementato la loro ricrescita! –Lo rimproverò il fratello maggiore – e come facevo a capirlo! –
 
-Monaco! –Urlò Touga richiamando Miroku che volava in alto, ricevendo la sua attenzione –esorcizza questi mostri! dovrebbe tenerli a bada i tuoi fuda! –Urlò, mentre estraeva Songa che vibrò. –Ci vuole energia spirituale per questi mostri, dove diavolo è finita Dafne, quando serve non c’è mai! –La rimproverò. Si aggiustò la coda che volava in aria, anche se vento non ce n’era. Solo allora si accorse di questo dettaglio, non riuscii a finire la frase che un’onda di energia potentissima giunse all’improvviso. I tre demoni si spostarono in tempo per vedere una cicatrice di fuoco blu divampare nel terreno e uccidendo i mostri.
-Kasai no Ken! –
Dal nulla apparve una nuova Dafne avvolta dalle fiamme blu oltremare.
I tre demoni la guardarono tanto d’occhio, anche Sesshomaru la fissava con uno sguardo nuovo, come se fosse ipnotizzato da quella figura evanescente. Il suo potere era reale, la ragazza stava mostrando il suo reale potenziale, senza via di fuga. Sulla spalla poneva la sua magnifica arma avvolta dal fuoco, esso non la feriva, la rendeva una guerriera combattiva e meritevole del suo rango.
-Non c’è bisogno di lamentarti di me, Touga. Sono onnipresente. –Disse lei con un salto e avvicinandosi al guardiano. Il generale divenne rosso per quella figuraccia, stupendo i figli che si chiesero dove fosse il contegno e l’orgoglio del padre.
-Perdonatemi. –Disse lui abbassando la testa.
-Smettila con questi preamboli. – Lo rimproverò la ragazza, chiudendo gli occhi pieni di potere.
-Fhe sempre a dare ordini, dobbiamo recuperare Kagome, te lo sei dimenticata? –Disse Inuyasha, stanco delle sue parole.
-No.. –Affermò guardandolo di sottocchio per poi passare tra lui e Touga. I tre demoni la video alzare la spada per poi abbassarla come un flash verso il terreno. –Mekai no Kokoro! –Tale parole scosse il terreno e da esso si creò una lunga crepa che divise il terreno in quell’istante le tre spade si illuminarono e indicarono la via da seguire. –Adesso possiamo andare a recuperare la sacerdotessa. –Disse piatta, per poi camminare verso l’ignoto.
-Dafne! Aspetta! –Disse Touga ma non ebbe risposta. La ragazza era in possesso di una mistica presenza ed era decisa.
-Non ti preoccupare, andrà tutto bene. –Lo consolò. Gli sorrise e li incitò a camminare.
I tre si guardarono e poi procedettero, -gli altri? –Chiese Inuyasha, non voleva abbandonare gli amici, -non ti preoccupare, Inu-chan il mio esercito li sta aiutando, sono in mano sicure. –Dichiarò calma. Senza far trapelare lo scontro che avveniva dentro di se.
Più scendevano e più l’oscurità aumentava. Quel luogo era avvolto da una strana aura che non veniva distinta realmente. Captavano sensazioni contrastanti, come se ci fosse una barriera che li proteggeva da quella malsana aria. L’oscurità era fitta, ma loro ci vedevano e distinguevano la via da seguire.
La ragazza procedeva senza parlare, è questo fu notato dai due demoni maggiori.
In quanto i suoi capelli ondeggiavano e si vedevano riflessi dal blu oltremare al blu scuro della notte. Era come se il suo potere fosse squilibrato.
Purtroppo un vento impetuoso li scosse, i tre si aggrapparono alle rocce per non cadere e continuare la loro marcia, ma Dafne non aveva smesso un attimo di procedere, senza che avesse bisogno di tenersi.
-Dafne! –Sesshomaru superò il padre e la girò con forza, rivelando uno spettacolo surreale. I tre si fermano di soppiatto e anche la quarta.
-Che cosa sei? –Domando Inuyasha non credendo a quello che stava vedendo. Era sicuro che fosse normale quello sguardo?
La ragazza non parlò, ma fissò in più giovane con occhi tristi e lontani. Lei era questo. La sua natura era fatta di oscurità.
-Stiamo per arrivare. – Disse piatta, togliendosi quella mano dalla spalla.
-Sei un mostro anche tu. –Dichiarò il demone.
-E’ questa la mia natura, essendo quella che sono…-si fermò, per poi proseguire.
Touga era silenzioso, aveva una idea chi fosse realmente la ragazza e quando giunse a conclusione, si stupì di tale ignoranza. L’aveva avuta sempre a portata di mano e non se ne era accorto. Adesso tutto aveva un senso.
Alla fine la scalinata terminò e si trovarono di fronte un portone imponente e scheggiato. Le rifiniture erano dorate e con il tocco di Dafne si illuminò.
-Tra luce e oscurità esiste solo un nucleo. –Pronunciò in una lingua antica, da essa spuntò un colosso con l’armatura che si parò dietro a Dafne.
-Che cosa significa questo? –Disse Inuyasha non capendo che cosa stesse accadendo.
-Ci stai mettendo nuovamente alla prova, donna! –Urlò Sesshomaru. Sguainò Tenseiga e si lanciò all’attacco, ma il gigante lo fermò con la mano.
-Che cosa significa Dafne! –Disse più calmo possibile Touga. Fissò la ragazza che adesso aveva due occhi profondi, come due buchi neri e indietreggiò.
-Lo stai facendo per noi. Giusto?  Stai assorbendo tutta questa energia negativa per non influenzare le nostre bestie, non è vero? –Touga era serio e fissava la regina degli inferi, come aveva potuto pensare che lei non ci tenesse a loro? Tutto ciò che aveva fatto era per aiutarli e proteggerli. Adesso capiva tutte le sue mosse, era una persona dall’animo puro, prigioniera dalle sue catene ed aveva solo un nome: oscurità. I loro sguardi si scontrarono e appena quelli di lei si abbassarono, tutto si realizzò. Gli occhi di Dafne si modificarono e divennero Blu –mi congratulo con te guardiano, hai capito il mio compito. Ma non credere che finisca qui. L’oscurità che alleggerisce in questa parte non è nulla al confronto a quella che troverete lì dentro, aggrappatevi alla vostra speranza e luce, essa vi aiuterà a trovare la dritta via. – E con questo sparì, lasciandoli alla presa del gigante.
-Fhe! Sempre di poche parole enigmatiche. Che cosa dovremo fare allora? –Chiese Inuyasha pronto ad attaccarlo.
Touga rise a quella battuta. –Bel modo per vedere i risultati Dafne. –Detto questo, soprattutto rivolto ai figli, s’incamminò verso il gigante e sfoderò Songa. Cominciò a pensare alla sua Izayoi e poi ai suoi figli e quando il flusso del suo potere si condensò si fece avvolgere per poi sparire davanti agli occhi dei suoi figli.
-E adesso? –Chiese Inuyasha.
-Tks! –Sesshomaru ringhiò, che cosa significava quella frase. Che cosa gli poteva dare speranza e la luce?
 
 
Il tempo sembrava che non passasse mai. I due fratelli avevano sfoderato le loro tecniche più forti contro il guardiano, ma egli non dava l’accesso al nuovo livello. Stanchi di quella dura lotta senza risultati, il secondo si abbandonò al suolo polveroso e fissò il fratello che era diventato nervoso. Nel pensare che il padre c’era riuscito subito a capire il tranello. Inuyasha cercò di pensare, di darsi il giusto tempo …di solito erano i suoi amici a fare questi pensieri, lui ci interessava solo combattere. All’improvviso come un fulmine al ciel sereno, una idea lo colpii. La sua luce era forse i suoi amici? Amici che non l’avevano abbandonato nel momento del bisogno, che si erano fatti in quattro per lui, ma soprattutto lo avevo accettato per quello che era realmente. Un mezzo demone, perché questo era, anche se adesso demone completo. Ma la sua anima era fatta così. Metà umana e metà demone, per unire i due ponti del mondo. E al centro stava l’amore tra i suoi genitori e poi per quella umana che lo aveva rivoluzionato. Kagome.
Una luce chiara lo avvolse e sorrise, aveva trovato la sua luce. Guardò il fratello e procedette –è più vicina di quanto immagini, Sesshomaru. Chi ti sta più al cuore? –Affermò, lasciando il maggiore alle sue domande esistenziali. Inuyasha doveva ringraziare i suoi genitori e amici per averci diffuso quel calore, che il fratello non aveva mai ricevuto…solo da poco.
 
Nel frattempo dietro al portone una guerra si stava scatenando. Forze maggiori stavano dando rilievo alle loro autorità. Dafne lottava contro il suo esercito affiancata dalla sua famiglia. Ogni colpo era letale, ma per i nemici era inutile, li paravano e fronteggiava con più potere.
-Mi deludi. Credevo che il tuo potere fosse invincibile, invece non sei niente, forse uguale al mio. –Disse l’ombra, mentre stringeva la mano per scaturire una sfera oscura.
-Sai solo parlare? –Obbiettò Dafne sfoderando Mekai. I due si fronteggiarono alla velocità della luce, i loro rombi si avvertivano in lontananza, ma nessuno osava disturbarli, poi perché non c’era il tempo. L’esercito era suddiviso in più parti, ognuno di loro con il loro capitano.
-Da questo passo non potremo far nulla! Ci serve più energia! –Urlò Eddy, frustrato. Mentre fronteggiava le ombre.
-Ci vuole tenacia e luce per sconfiggerli. –Contraccambiò Luna. Mentre esorcizzava quelle ombre carnivore.
 
Lo scontro sembrava ricoperto dall’oscurità più profonda, nessuno sapeva l’esito, neppure le alte sfere. Tutti combattevano per il proprio futuro ma soprattutto per la speranza di un mondo migliore. All’improvviso un’onda scarlatta fu abbattuta contro qualcuno, il suo grido fu avvertito a chilometri, e una risata grassa fu equo a distanza.
 
 
 
 
 
 
 
Inuyasha camminava in quella infinita strada bianca. Tutto era ricoperto di quel colore immacolato, non sapeva dove fosse diretto, ma una strana forza lo spingeva in quella direzione; Tessaiga non si era mai ritrasformata e si teneva in guardia come il suo padrone, fino a che un ombra lo sovrastò in altezza, si mise in difesa, ma si trattava solo del suo vecchio.
-Inuyasha come vedo sei riuscito a superare la prova, però mi rammarica che tuo fratello non ti abbia seguito. –Disse. Il suo giovane figlio era cresciuto, forse discriminato, ma era forte e aveva le compagnie giuste.  Ne era fiero.
-Di là sta avvenendo una dura lotta. Sento le grida e il potere…penso che Dafne si trovi lì. –
I due annuirono e procederono in quella direzione senza fiatare, era tesa la loro aria. Chissà che cosa ci sarebbe stato in quella parte, forse sono distruzione?  Quando sopraggiunsero rimasero senza fiato. La loro amica Dafne era al suolo, svenuta.
Come era possibile che una forza come lei, fosse in quella situazione?
Il generale uccise un’ombra, il figlio era rimasto di sasso.
-Inuyasha dobbiamo anche noi dare una mano. –Disse il generale, prendendo Songa tra le mani e iniziando ad attaccare. Inuyasha preso alla sprovvista seguii il padre, ma capii subito che i suoi poteri erano inferiori a quelli di tutti. C’era qualcosa che lo bloccava. Si sentiva un peso morto. Quei pensieri oscuri fece avvicinare una sfera che lo prese in pieno e lo ricoprii del suo liquido scuro. Cercò in tutte le maniere di liberarsi o di fare qualcosa, ma pian piano le forze lo abbandonarono.
-Dannazione Inuyasha! –Gridò il generale. Lo voleva aiutare ma non ci fu tempo. Mille attacchi sopraggiunsero da tutte le parti, sembrava spacciato, ma un’aura conosciuta si parò al suo fianco.
-Giusto in tempo Sesshomaru. Credevo in minor tempo, ma sei qua, comunque. –Si complimentò il padre, ma il figlio non fece una piega. Si guardò in giro e trovò desolazione per poi fissare la figura della ragazza al suolo. Che stratagemma subdolo.
-L’avevi definita una potenza della natura, invece erano solo parole. –Disse rivolgendosi a Dafne. Però il generale ci credeva in quella ragazza, sicuramente c’era qualcosa sotto.
 
Continuarono a combattere senza sosta, i loro attacchi erano equilibrati e precisi. Tuttavia i nemici non diminuivano, anzi aumentavano. Anche l’esercito sovrannaturale cominciarono ad avere problemi.
Intanto Inuyasha combatteva una dura lotta contro se stesso. Il demone che regnava dentro di se voleva uscire fuori. Non serviva a nulla la sua forma completa, lui era nato mezzo demone e lo sarebbe stato per sempre. Più lottava e più le energie lo abbandonavano. Ormai tutto era perduto, fino a che una voce lontana rimbombò nella sua testa.
Inuyasha. Inuyasha.
-Chi sei? –Domandò.
Inuyasha.
-Rispondi! –
Inuyasha me lo hai promesso.
-Smettila di chiamarmi! –Gridò arrabbiato.
La voce si spense e ritornò nel limbo. Ma un forte vento lo prese di sorpresa facendolo vorticare nell’aria.
Inuyasha, svegliati!
Stavolta la voce aveva un timbro familiare. Era di una donna. La sua figura sembrava più delineata …aveva un corpo sinuoso e morbido. Il kimono  era strano, colorato e corto. Capelli corvini e due occhi pieni d’amore per lui.
C’era sola una persona con queste fattezze ed era: Kagome.
-Kagome. Kagome! –Urlò con tutto il suo fiato. Tutto ritornò al mittente, la sfera oscura si dissolse e finalmente ritorno dagli altri.
-Kagome dove sei? –Urlò ancora per poi guardarsi in giro.
-Calmati figliolo. –Cercò di farlo stare quieto, ma era in ansia. La sua Kagome era in pericolo…lo aveva salvato nuovamente e lui non era riuscito a far nulla.
-Ridammi la mia Kagome! –La sua energia si propagò in tutta la zona, un vento impetuoso si sprigionò e gli fece alzare i capelli e la veste rosso fiammeggiante. Tessaiga s’illuminò e divenne ambi colori. Quel potere era l’amore per quella ragazza che arrivava da un altro mondo, una ragazza che lo amava per quello che era. –Kagome mandami una via! –con questo ordine, la spada indicò una strada ma a sorpresa di tutti, era proprio davanti a loro.
-La sacerdotessa si trova…-iniziò Touga per poi fermarsi.
-Kagome si trova dentro il suo corpo, ecco perché non posso fare sul serio. –Rivelò nervosa Dafne.
-Mi sembrava strano. –Aggiunse Touga.
-Però abbiamo un piano. Mi servite voi tre. Insieme alle vostre tre luci potete tenerlo prigioniero ed io posso attaccarlo, senza ferire Kagome. Però ci vuole molta precisione. Non possiamo rischiare di farlo esplodere. –Dichiarò guardandosi in giro, infatti la madre acconsentii.
-Non m’importa che fine faccia…voglio solo la mia Kagome. –Dichiarò Inuyasha pronto a sfoderare gli artigli.
-Dafne. Dalla tua voce si percepisce che tu sappia chi è realmente questa cosa. Mi sembri anche rassegnata. –La voce del generale si fece leva e fissò gli occhi color cobalto della donna che aveva al suo fianco.
-Si, Touga. Essa è definita in tanti modi, ma infine è solo l’oscurità. –
-Tutti questi giri di parole per questo? - S’intromise Sesshomaru.
-Ti sbagli principe. L’oscurità non è da sopravvalutare. Anche tu sei stato inghiottito da questo potere. Esso ha origini da noi. Debolezze, invidie, paure…è tutto un gruppo di sentimenti che lo alimenta. Sono nata per tenerlo a bada…-Disse la madre di Dafne. Essi avevano lo stesso sguardo, Touga non sapeva che dire, in tutti quegli anni non si era mai imbattuto in quelle storie. Qui c’era il segreto di tutto. Quelle due donne erano l’equilibro e i pilastri del sovrannaturale. Loro sopravvivevano grazie a loro.
-Non ce bisogno di capire, basti che ci aiutate a sigillarlo. –
-Riuscirà comunque a ritornare, questa battaglia sarà inutile. –S’innervosii il principe.
-Ma noi possediamo qualcosa che lui non ha. –
-Sarebbe? –
-L’amore. Un dono. Un potere che non ha fine. –
-Che cosa inutile…-Disse Sesshomaru.
-Non saresti neppure qui, Demone. Grazie all’amore hai incontrato quella bambina, hai trovato amici pronti a sostenerti…l’amore ti sceglie.  Adesso alzate le vostre spade cavalieri e aiutateci in questa sfida che vi vede protagonisti. –
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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