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Autore: Artnifa    26/11/2020    7 recensioni
Un ricordo gelido, un mostro avido di sangue, un fungo velenoso, una malattia incontrollabile.
«Questa storia partecipa alla sfida “Prompts, our Wires” indetta da Soul Dolmayan su EFP»
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Questa storia partecipa alla sfida “Prompts, our Wires” indetta da Soul Dolmayan su EFP»


Tonfo sordo
 

Sento un fuoco bruciare nel petto, una pressa attorno alla testa che si stringe lentamente premendo sulle tempie. Gli occhi bruciano dal pianto mentre li sento pulsare nelle orbite d’un tratto troppo strette per contenerli. 
Le mani mi sudano mentre muovo le dita lungo i fianchi, i muscoli delle gambe si tirano improvvisamente per poi rilassarsi e tremare, e i denti penetrano le labbra gonfie fino a farle sanguinare. 
Sto così per un tempo indefinito, mentre la mia mente lavora veloce per elaborare dati che non riesce a reggere, come un file troppo pesante per il computer, come un carico eccessivo sul dorso di un animale stanco. 
Deglutisco, ingoio la saliva come fosse cibo amaro mentre lotto contro me stessa per non crollare. Ma sembra impossibile. Sembra che tutto intorno a me stia andando a pezzi senza che nessuno se ne accorga. Sento bombe esplodere, vetri frantumarsi e tuoni rimbobare di quel suono pieno che riempie le orecchie e l'anima.  
Il cuore come cenere, la calma intorno. Un binomio che mi devasta, che mi squarcia la gola, lo stomaco e il fegato colmo di rabbia. 

Sono impotente, fragile ma già a pezzi. Impossibile da ricostruire senza di te. 
Mi hai lasciata sola, mi hai voltato le spalle. Hai sbattuto la porta trasfromandola in un muro tra me e te, come per mettere un punto alla nostra storia. 
Te ne sei andato  in punta di piedi per giorni, poi all’improvviso un tonfo sordo e non è rimasto che il tuo ricordo a spezzarmi le gambe. Un ricordo gelido che passa dalle mattonelle fredde del pavimento della cucina arrampicandosi sulla mia pelle come un mostro avido di sangue, un fungo velenoso, una malattia incontrollabile che arriva fino al cervello inflando le unghie nella carne bollente, e mandandomi in tilt.
Nella mia testa c’è tutto, eppure non c’è niente.
Solo, semplice, limpido, puro dolore.

La luce sembra irragiungibile, le voci diventano ovattate, le facce vuote, il mondo perde il senso che aveva un tempo. 
Prima di tutto questo, prima di litigare, prima di te. 



 

ANGOLO AUTRICE

Purtroppo è un periodo di scarsa ispirazione per me, e scrivere questo breve testo è stata un'impresa. Ma ammetto che è stato anche liberatorio, terapeutico in un certo senso, perchè sto vivendo un momento simile e in questo modo mi sono sfogata. 
Questi pensieri meccanici e malinconici sono ispirati alla canzone di Achille Lauro "16 Marzo" consigliata da un altro partecipante. Ammetto che inizialmente ero molto titubante perchè non amo questo genere di musica, ma ho scoperto un testo serio e sincero. 
Mi è piaciuto molto come prompt, spero di non deludere troppo le aspettative di 
Asmodeus.
Mi scuso anche per la brevità delle mie parole.
Grazie a tutti i lettori di questo pensiero, e grazie a Soul Dolmayan
 per questa bella idea, è stato un piacere partecipare. 






 

  
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