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Autore: Valery Kuroo    26/11/2020    0 recensioni
Un patto da sigillare, una rabbia da domare, dei sentimenti da riconquistare.
Porteranno un gruppo di anime ad incontrarsi.
Lui, misterioso e solitario simile ad un'ombra.
Lei, emotiva e distrutta, che vorrebbe tacere la sua sete di vendetta.
E dei Killer dai volti ignoti, che vivono per uccidere.
Il destino li farà incontrare e si ritroveranno a dover progettare per ribaltare una società che priva la LIBERTÀ.
C'è solo una regola nel gruppo:
"Non amare e non provare pietà."
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Threesome
Capitoli:
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-POV Valérie
 
< Ma chi si crede di essere?!> sbottò Just mentre entrava nell'aula assieme a Valéry.
Erano a scuola e Just, come si fosse intuito, non era per niente di buon umore.
Si era svegliato con la luna storta e lo si poteva notare da come si fosse conciato: capelli raccolti in un disordinato chignon, un maglione colore sabbia di due taglie più grandi e dei pantaloni neri.
Sul viso, per nascondere la stanchezza e non far notare le imperfezioni, gli occhiali da vista dalla montatura dorata.

< Guarda che non ti ha detto nulla> rispose Valéry al flusso dei pensieri di Just.
Lui si bloccò come se avesse improvvisamente una pistola puntata su di sé.
Lentamente si girò verso la sua migliore amica e la corresse < Lui mi ha squadrato dall'alto verso il basso, ti sembra un comportamento giusto?!>
< Just, quello che voglio dirti è che è inutile pensarci ancora. Sono passati due giorni e probabilmente lui si sarà pure dimenticato di te.>
La risposta di Valéry fece solo peggiorare la situazione. 
< Innanzitutto nessuno può dimenticare il mio bel faccino. E secondo punto, lui è un grandissimo maleducato.> quando Just sfoggiava il suo essere "checca offesa" era inutile ribattere, ed appunto, dopo quella frase Valéry rispose con un solo sospiro e prese i libri dallo zaino.

Erano seduti e stavano per seguire la lezione di storia, che avevano in comune, nonostante lei facesse l'artistico e lui lo scientifico sperimentale.
I ragazzi seguirono la lezione senza troppi problemi.
Valéry giocherellò con la manica della propria maglia nera a collo alto, accompagnata da dei lunghi pantaloni larghi viola a scacchi e delle zeppe alte 10 cm.
Era decisamente distratta, strano per lei, amante della storia non avrebbe perso nemmeno un minuto della lezione.
Eppure quel momento aveva la testa che viaggiava oltre le mura della scuola, verso quella serata.

Aveva parlato ancora con quel ragazzo dai capelli mezzi verdi fluo, lui le aveva anche proposto di ballare, ma lei aveva rifiutato. Non  sapeva ballare e non avrebbe di certo fatto pessime figure.
Il ragazzino sembrò non rattristarsi, anzi, rimase lì a chiacchierare con lei, e così passarono tutta la serata, anche dopo l'intoppo del suo fratello maggiore e aver calmato l'ira esagerata di Just.
- Chissà che scuola frequenta...-
Prese la penna che aveva vicino al foglio degli appunti e si mise a disegnare il suo volto, un piccolo scarabocchio tutto tratteggiato e sfumato.
- Visto il tipo di abbigliamento che portava potrebbe fare anche lui l'artistico, ma l'abito non fa il monaco. Quindi potrebbe frequentare anche un classico o uno scientifico.
Insomma in questa zona ci sono davvero tanti licei...
Dannata me! Perché non gli hai chiesto che scuola frequentasse? Insomma, per pura curiosità, no?
Non per forza per chissà che cosa
-
Sospirò per forse la decima volta, e Just la rimproverò richiamando anche la sua attenzione con un dito ficcato nel fianco.
Lei sussultò e si riprese dai propri pensieri, quel punto le faceva incredibilmente solletico e per miracolo non urlò dalla sorpresa.
Guardò malissimo Just e con un gesto muto gli chiese cosa diamine volesse, lui sussurrò nascondendo la bocca con la mano per non farsi vedere dal prof.

< Dobbiamo scoprire qualcosa di più, riguardo i due fratelli.>
< Hai ragion- Aspetta, ma perché? Teoricamente non ti dovrebbe interessare nulla del rosso, no? Non avevi detto che era una rogna e così via?>>
Just alzò gli occhi verso il cielo e fece un muto “mhhh”.
< Non capiresti!>

< Voi due! Mi sembrate molto presi nella vostra conversazione, allora perché non ci raccontate questo gossip?> li interruppe il professore richiamandoli.
< Eh prof! Stavo parlando del fatto che lei ha davvero una terribile maglia a quadrati, insomma che razza di abbinamento è giallo fluo con verde militare?>
Rispose Just facendo ridere l'intera classe, ed infuriare maggiormente il professore.
< E poi, sa, è davvero fortunato, la mia best qui al mio fianco la stava difendendo. Quindi, ahimè, ha dei gusti terribili come i suoi.> aggiunse il biondo infine.
Lei sapeva bene che Just aveva un grande conto in sospeso con quel professore, lui detestava gli omofobi.
Ebbene il professore di storia lo era, e al terzo anno fece una sceneggiata davanti a tutta la classe, denigrando ed offendendo il tipo di abbigliamento che Just portava.
Dopo averlo chiamato “checca di merda” fu guerra aperta tra Just e quel prof.
In tutto ciò difendeva anche lei, non la metteva mai in mezzo e fingeva che andasse sempre a difendere il prof per non farla mettere nei casini.
Ma non era così: lei odiava quel professore e voleva difendere il suo migliore amico, ma non aveva il coraggio di farlo. Su questo lato ammirava molto il biondo che aveva le palle di affrontare tutto e di dire la propria, senza timore.

Come previsto, il professore lo mandò in presidenza, e Just ci andò senza problemi.
Fece l’occhialino a Valéry e sparì dalla classe.
Lei si sentì davvero molto in colpa, per l'ennesima volta non l'aveva difeso.

Aspettò con ansia la fine della lezione per correre da Just e chiedergli com’era andata, come stava.
Sperava con tutta sé stessa che lui non avrebbe rischiato un espulsione per colpa sua.
Avrebbe rischiato di perdere l’anno, e non voleva.

Quando la campanella suonò, scattò letteralmente fuori dall’aula ed iniziò a cercarlo nei lunghi corridoi della scuola. Corse senza mai fermarsi. Anche quando andava a scontrarsi con alcuni studenti nemmeno si fermava per chiedere scusa.
Doveva cercare Just e sapere, punto.
-Sono una stupida! Diamine, se verrà sospeso, perderà l’anno! E per colpa mia non potrà andare al college!-

Improvvisamente spuntò da una delle aule un ragazzo e lei, non riuscendo a frenare in tempo, andò a sbatterci per poi caderci appresso.
Il ragazzo imprecò lamentandosi della botta sul sedere ricevuta durante la caduta, e guardò storto Valéry.
< Ma sei impazzita?! Ti sembra normale correre così per i corridoi?!>
Valéry lo guardo e stava per chiedergli scusa, un po’ scossa dallo scontro e dalla caduta che le aveva provocato dei leggeri graffi sulle ginocchia. Le facevano un po’ male, ma non aveva la testa per sentirli.

Una terza voce li interruppe, quella di un ragazzo.
< Ehi Rob, potevi anche schivarla. La colpa è anche tua.>
Valéry aveva lo sguardo abbassato, vide solo delle scarpe nere con dei pantaloni da tuta grigi. Le gambe del ragazzo si inginocchiarono verso di lei.
Lui le porse una mano.
< Tutto bene?>>
Lei finalmente alzò il viso e rimase sorpresa: era Duncan, il ragazzo della discoteca!
Non poteva crederci, lui frequentava la sua stessa scuola?
Lui notò che la ragazza era rimasta imbambolata a fissarlo, e si guardò come per capire dove fosse il problema.
< Per caso ho una macchia di ketchup sulla maglia?>>
< Eh? No no! Scusami, è che non pensavo fossi anche tu qui…>
Lei si riprese dall’incanto, per fortuna, doveva evitare di fare figure di merda, già quella giornata stava per diventare un inferno.
< Oh, meno male!> il ragazzo fece una piccola risata, imbarazzato, per poi prenderle la mano ed alzarsi.
< Ti aiuto ad alzarti, spero tu stia bene. E si, faccio lo scientifico sperimentale, sono al terzo anno>
Valéry si alzò e si aggiustò i vestiti, passandoci la mano e gli sorrise.
< Io faccio l’artistico, sto ormai al quinto anno.>
< Cosa?! Sei più grande di me?!> Duncan sembrò essere molto sorpreso della cosa, e lei giurò su se stessa di aver visto le sue guance arrossire un po’.
< Eh, si…> lei non sapeva bene come rispondere, non capiva nemmeno perché della sua reazione.

Ad interromperli ci fu Just che stava camminando verso di loro, con un passo veloce ed un espressione rabbuiata.
-Pessime notizie.-
 < Il preside mi ha dato un ultimatum. O recupero tutte le materie entro fine mese, o ci sarà la mia bocciatura assicurata a fine anno.>
Valéry lo guardò sgranando gli occhi di colpo, ed un tuffo al cuore la fece barcollare un po’.
Prima la caduta, poi la sorpresa del ragazzo, poi quella notizia. Era troppo per lei ed il suo fisico debole.
< Cos’è successo?> domandò Duncan ignaro di tutto.
< OH, ci sei anche te.> disse fintamente sorpreso Just, per poi aggiungere < Ho risposto male al mio professore di storia e quindi mi ha sbattuto in presidenza. Il preside mi ha, appunto, dato questa ultima possibilità, ed ora mi ritrovo in un casino assurdo. Lo stronzo sa che da solo non riuscirò a recuperare tutte le materie in un mese.>
< Come mai hai molte materie sotto?>
< Professori omofobia o materie con cui ho qualche difficoltà. Sono dislessico e materie come letteratura e lingue straniere mi mettono in seria difficoltà.>

Valéry, che per evitare di cadere si era appoggiata al muro lì vicino, esplose in un forte pianto.
Il forte senso di colpa che provava nei confronti del suo migliore amico, i pensieri continui e negativi che la sua mente le lasciava sfruttando le sue debolezze ed insicurezze, la fecero crollare.
Già era destinata ad avere un crollo di nervi, ma non pensava sarebbe accaduto davanti a tutti loro.
Just si allarmò e si avvicinò alla sua migliore amica, per poi abbracciarla ed accarezzarle la testa.
Cullandola un po’ per calmarla.
< Ehi…non è colpa tua. Lo sai che il prof mi avrebbe comunque sbattuto fuori indipendentemente da cosa fosse accaduto. La colpa non è tua, potevo benissimo starmene in silenzio e non istigarlo. Quindi è stata una mia scelta ritrovarmi in presidenza.>

< Uffa, che palle le fregnette… Duncan vogliamo andare?> disse Rob scocciato di quella situazione.
Just continuò ad avere Valéry stretta tra le braccia e squadrò malissimo Rob, attirando la sua attenzione.
era davvero molto arrabbiato.
Duncan che si ritrovò di mezzo a quella guerra che stava per scatenare, si mise in mezzo calmando i due animi.
< Rob, ti raggiungo più tardi. Voglio un attimo finire qui, ok?>
< Cosa? Non dirmi che ora stai dalla loro parte!>

< Stronzo. Ma hai qualche problema con noi per caso?> si espose Just spostando Duncan, e gentilmente appoggiò Valéry ancora scossa verso Duncan.
Valéry che al momento era molto confusa ed ancora stava cercando di smettere di piangere, maledicendosi nel mentre per quella assurda reazione che aveva avuto, si sentì un braccio stringerla attorno alle spalle.
Un profumo dolce che ricordava la lavanda l’avvolse, donandole un senso di sicurezza e pace.
Duncan la stava abbracciando, ma al momento non voleva reagire e scansarsi. Aveva bisogno di sentire un po’ di calore.
< D..di a Just di non litigare… No..non voglio che venga richiamato…> disse con un filo di voce la ragazza.
Duncan la sentì e la strinse più forte, doveva farsi venire un idea e mandare via Rob da lì.

< Si. Ho un problema con le checche di merda come te che contaminano la nostra scuola.>
Sputò a terra Rob in segno di sfida usando un tono dispregiativo.
< Ah, contaminiamo la scuola…noi? E voi che vi divertite tanto a sfottere gli altri, solo perché vi annoiate… è vero, anche io se avessi una vita misera come la vostra morirei di noia. Siete spregevoli.>
< Cosa hai detto?!> Rob si avvicinò di colpo verso Just, mettendo il suo viso a pochi centimetri dal suo, per intimorirlo.
Just fece un sorrisetto, sapendo bene che l’arma migliore contro di loro non era una lotta, ma bensì un bacio.

E così scattò in avanti dandogli un bacio, per l’esattezza se lo limonò anche.
Rob per lo stupore aveva aperto la bocca ed era rimasto paralizzato.

Duncan e Valéry rimasero sorpresi, tutti i ragazzi che erano attorno a loro mutarono e si girarono verso di loro.
Chi sorpreso, chi disgustato e chi invece tifava per Just in silenzio.

È vero, la lotta migliore contro il bullismo è sorprenderli, farli rimanere stupiti di colpo, farli rimanere senza parole e dimostrarsi, così, migliori.
Senza dover usare la violenza. Certo aveva distrutto la privacy di Rob con quel bacio, e lo aveva anche sconvolto.
Ma peggio di così non poteva andare.

< Vedi, la bocca di un ragazzo è la stessa di una ragazza. Rompimi di nuovo le palle e sarà la volta buona che ti sbatto nel magazzino. Gli uomini sanno godere anche da dietro.>
Just lo spiazzò del tutto con quella frase, e si voltò fiero di quello che aveva fatto, prese Valéry per le spalle e si rivolse a Duncan.
< Vuoi venire a parlare con noi in un luogo più calmo?>
Duncan, che era ancora rimasto sorpreso dall’accaduto, annuì e guardò Rob per un momento.
< Ti avevo avvisato amico.>
Lo lasciò solo lì in mezzo al corridoio pieno di ragazzi che avevano iniziato a parlare e ridere tra di loro, aveva il viso in fiamme ed era sconvolto.

I tre ragazzi trovarono un po’ di tranquillità nel cortile dietro la scuola, Valéry finalmente poté sedersi per terra e fare un lungo respiro, l’aria fresca le diede un po’ di calma.
Duncan si mise appoggiato al muretto mentre Just si sedette vicino alla sua amica.
< Amico, non so come si comporterà Rob d’ora in poi con te, ma sono sicuro che ti starà lontano. Credo tu l’abbia appena sconvolto.>
< Era quello il mio intento: levarmelo dai piedi.> Just fece una piccola risata per sdrammatizzare la situazione e finalmente si rivolse a Valéry.
< Tesoro, stai un po’ meglio?>
< Si… scusami per quel crollo… era da un po’ che non mi accadeva più e…>
< Non hai bisogno di giustificarti, l’importante è che ora stai meglio.>

Duncan li guardò mentre cercava di elaborare un piano, aiutare Just così che avrebbe avuto modo di avvicinarsi ancora di più a Valéry. Insomma, due piccioni con una fava.
< Ho un’idea!> finalmente gli venne un’idea geniale, ed anche un modo per vedere più spesso Valéry.
< E sarebbe?> domandò Justin, sorpreso ed incredulo del fatto che Duncan avesse avuto un’idea, insomma, non lo vedeva di buon occhio.
Si, era molto geloso della sua migliore amica.
< Puoi farti fare le ripetizioni da mio fratello, è uno studente universitario del quinto anno in lettere e storia. Può aiutarti con le materie storiche e di letteratura, per quelle di lingue, anche. Se la cava benissimo.>
< Mi sembra un’idea buona…> disse Valéry non pensando ad un piccolo dettaglio.

< COSA?!> sbottò Just facendo rimanere i presenti confusi e sorpresi.
< Cioè?> domandò Valéry.
< Come cioè? Hai capito che stiamo parlando di far fare le ripetizioni da suo fratello? Nat. Quello rosso. Hai presente, si?>
Duncan e Valéry si guardarono per un momento, e poi guardarono il biondo.
< E che problema c’è?> ancora una volta Duncan era ignaro di tutto.
Qualcuno doveva aggiornarlo, perché davvero, non poteva continuare così.
Valéry si rivolse nuovamente verso Duncan e gli spiegò a grandi linee la vicenda.
< Hanno avuto dei piccolo scontri lui e tuo fratello.>

< Oh, ma tranquillo Just, lui è una persona molto shalla. Se deve aiutare qualcuno, lo fa senza problemi ed è molto serio e professionale quando si tratta dello studio> rispose tranquillamente.
Just cercò supporto nel viso della ragazza, voleva che lei fosse dalla sua parte che trovasse quell’idea pessima. E non geniale.
Ma lei sembrò essere del tutto contraria, gli fece un sorriso ed annuì.
< Allora non dovrebbe esserci nessun problema, no?>
< Oh mio dio, questa storia non finirà per niente bene.> si lamentò il biondo facendo un sospiro drammatico.
< Ah, ovviamente sono a pagamento, ma vi giuro che ne verrà la pena. In un mese avrai tutte le materie con la media dell’otto se non addirittura del nove.
Parola mia.> Duncan mise una mano sul cuore.

< Dai Just…vuoi lasciarmi sola al college… in mezzo a tutti quei ragazzi…indifesa.> Valéry usò la tattica della sorellina indifesa che chiedeva protezione al suo fratellone, usando una vocina dolce e quasi infantile.
< Mhhh…e va bene!> crollò infine Just, ed accettò la loro idea malsana.
Tanto, come aveva detto prima, non aveva nulla da perdere ormai.
< Domani che ne dite di venire a casa mia e concordarci con il fratellone per le ripetizioni? So che magari è presto, e ci siamo conosciuti giusto l’altro ieri..>
< Hai ragione.> interruppe Justin, dandogli corda.
< No, in realtà sei stato anche molto gentile e poi non abbiamo molto tempo. Già domani saranno 29 giorni di tempo, e Just sei davvero molto incasinato.> rimproverò il suo migliore amico.
Lui la guardò e le fece una smorfia.
Duncan allora mise da parte quei dubbi e fece un sorrisone.
< Ok! Allora alle 16:00 a casa mia? Poi vi lascio il mio numero così vi scrivo l’indirizzo.
Siete invitati anche per un pezzo di torta ed un caffè!>

Valéry arrossì un po’ ed accettò, avrebbe fatto di tutto per aiutare il suo migliore amico.
Just invece annuì mordendosi il labbro inferiore e distogliendo così lo sguardo.
 
 
 
 
 
 
   
 
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