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Autore: Kim WinterNight    27/11/2020    2 recensioni
Un uomo di cinquantotto anni con i capelli acconciati in intricati dreadlocks grigi staziona su una panchina. [...]
Un uomo di cinquantun anni gli siede accanto, ha la pelle chiara, i capelli scuri e lisci gli ricadono sul viso stravolto. [...]
Sono due uomini apparentemente diversi, ma che in comune hanno qualcosa di molto importante: compiono gli anni lo stesso giorno.

[Scritta per il compleanno di Puffy&Myles ♥]
- Partecipa alla challenge "Just stop for a minute and smile" organizzata da Soul_Shine sul forum di EFP.
- Partecipa alla challenge "Things you said" organizzata da Juriaka sul forum di EFP.
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Things we said when we were drunk
 
 
 
 
 
 
 
27 novembre 2020
 
 
Un uomo di cinquantotto anni con i capelli acconciati in intricati dreadlocks grigi staziona su una panchina. È seduto e si abbandona contro la spalliera in ferro battuto, le palpebre socchiuse e la testa che ciondola da una parte all’altra. In mano stringe una bottiglia di vodka e ogni tanto ne prende un sorso, sbrodolandosi perché non sa più controllare il tremore delle sue mani.
Un uomo di cinquantun anni gli siede accanto, ha la pelle chiara, i capelli scuri e lisci gli ricadono sul viso stravolto e gli occhi azzurri e liquidi faticano a rimanere aperti; anche lui stringe tra le mani una bottiglia, ma di whisky scadente, e sulle labbra sottili aleggia un sorrisetto che non riesce proprio ad abbandonarle.
Sono due uomini apparentemente diversi, ma che in comune hanno qualcosa di molto importante: compiono gli anni lo stesso giorno.
Il primo è Mike Bordin, celeberrimo batterista dei Faith No More, un tipo tranquillo di San Francisco che in verità dovrebbe trovarsi con la sua famiglia e che non si ubriacava in quel modo da un bel po’.
Il secondo è Myles Kennedy, talentuoso cantante degli Alter Bridge che ormai è diventato anche il vocalist del progetto solista di Slash, e anche lui dovrebbe essere in compagnia di sua moglie durante una giornata così importante.
Eppure sono insieme, a bere superalcolici diversi e per ragioni diverse.
«Cazzo» biascica il batterista, mandando giù un altro bruciante sorso di vodka alla fragola – in realtà neanche gli piace più di tanto, ma si accontenta.
«Cazzo» ripete il cantante, scandendo a fatica le lettere e assumendo un tono interrogativo – non è certo che quella parola abbia un senso logico.
«Comunque… io, cazzo, odio essere messo da parte. I fottuti batteristi non hanno mai un fottuto ruolo nelle schifose band» farfuglia Mike, conosciuto da tutti quanti come Puffy, anche se in quel momento quel soprannome gli fa storcere il naso.
«Davvero?»
«Sicuro. Io non ho mai deciso un cazzo nel mio gruppo.»
Myles ridacchia, come se l’altro avesse fatto una battuta estremamente divertente. «Non hai mai deciso un cazzo…» ripete ancora una volta, mentre la sua ilarità cresce ancora di più.
«Che cazzo ridi?» Poi anche Puffy lo segue a ruota. «Ah, i cazzi si possono anche decidere?» si domanda, assumendo un’espressione perplessa.
«Non chiederlo a me, amico!»
Nessuno dei due sa che ore siano, non sembrano accorgersi che è notte fonda e che attorno a loro c’è solo desolazione e umidità, fatta eccezione per qualche auto che ogni tanto sfila di fronte alla loro misera panchina.
Puffy fissa intensamente il collo della bottiglia, per poi porgere l’oggetto a Myles. «Vuoi? Fa schifo» biascica.
L’altro scruta con occhi vuoti il proprio liquore, poi annuisce. «Sì, tanto il mio fa più schifo.»
Si scambiano le bottiglie e riprendono a bere in silenzio, finché Myles non comincia a canticchiare un motivetto sbilenco; ci rinuncia quando si rende conto che la gola gli brucia troppo.
«Sì, cantami una ninna nanna…» lo implora stancamente Puffy.
«Col cazzo.»
«Sai cantare anche con l’uccello? Patton sarà invidiosissimo quando glielo dirò!» Il batterista scoppia a ridacchiare e sghignazzare totalmente a caso, buttando giù un sorso di whisky – a malapena si accorge della differenza di sapore rispetto alla vodka che stava bevendo fino a poco prima.
«Non lo so se ci riesco… posso provarci…» Detto questo, Myles si mette faticosamente in piedi e comincia ad armeggiare maldestramente con la zip dei suoi pantaloni.
«Oh, cosa fai? Smettila, ci stanno guardando tutti!» esclama Puffy indignato.
«Ma se non c’è un cane» sibila l’altro, per poi ricadere sulla panchina senza riuscire nel suo intento.
«Un cane io prima l’ho visto» obietta il batterista.
Myles manda giù un lungo sorso di vodka e sorride con aria sognante. «Buona, sa di banana!»
«Banana? Davvero? Non l’avrei mai detto!»
Myles ridacchia. «Dove l’hai visto il cane?»
«Da qualche parte… credo…»
«Stronzate» replica il cantante.
Puffy solleva il viso e rivolge gli occhi torbidi al cielo, assumendo un’aria innocente e quasi bambinesca. «Guarda, le stelle cadenti!» esclama tutto eccitato.
Myles si appoggia con il capo contro la spalla dell’altro e tenta di seguire la traiettoria del suo sguardo. «Davvero? E dove sono?»
«Lassù, non le vedi?»
L’altro aggrotta la fronte. «Forse… e ora che fanno? Ci vengono addosso?»
«No, scemo, possiamo raccoglierle e farle diventare lucciole…»
Myles ride. «Le lucciole non esistono, sono come gli unicorni.»
«Macché… dai, esprimi un desiderio! Ma non dirlo ad alta voce, altrimenti non si avvera e sono cazzi» consiglia saggiamente Puffy, cercando di pensare a qualcosa da poter desiderare a sua volta.
Il cantante si raddrizza sulla panchina e assume un’aria seria. «Vediamo un po’… cosa desidero? Che Slash smetta di dettare legge nel suo gruppo e che gli Alter Bridge non siano più solo il gruppo di Mark…» Scuote la testa e si copre il viso con le mani. «Questi cazzo di chitarristi ottusi, è tutta colpa loro!»
«Ecco, adesso i tuoi desideri non si avvereranno» decreta il batterista, lasciandosi sfuggire un lungo sospiro.
«E perché?» chiede Myles stranito, le palpebre pesanti e il capo che torna nuovamente sulla spalla dell’altro.
«Perché li hai detti ad alta voce…»
«Ah.» Il cantante ridacchia. «Ops. Beh, chi se ne frega! Tanto non ci credo… e poi le stelle cadenti io non le ho viste.»
«Io sì…» farfuglia Puffy, la nuca appoggiata al ferro gelido della panchina. «Ne vedo tantissime… luminose… che belle… sembrano le luci di un concerto, mi sembra quasi di vedere i miei amici che suonano lassù… e se li raggiungessimo?»
«Io non ho voglia di alzarmi…»
Il batterista sbuffa. «Neanche io. Che si arrangino. Stavolta non mi fregano, non mi useranno per fare soldi!» esclama, rianimandosi per un istante, giusto il tempo necessario a svuotare del tutto la bottiglia – non sa neanche se abbia bevuto whisky o vodka – e lasciarla cadere a terra.
«Esatto, bravo! Così si dice! Fatti rispettare, cazzo!» biascica Myles, prendendo a ridacchiare. «Anche Slash… e Tremonti… che si fottano pure loro.»
«Già… ma tu com’è che ti chiami?»
«Myles, credo…»
«Ah. Io ho un dubbio.»
Il cantante chiude gli occhi e per un attimo pare sprofondato in un sonno profondo; poi l’altro gli dà di gomito e lo fa riscuotere.
«Mi chiamo Mike o Puffy?» domanda il batterista, confuso e spaesato.
«Come faccio a saperlo? Neanche ti conosco…»
«E adesso come faccio?» piagnucola Puffy, improvvisamente disperato e sull’orlo di una crisi di pianto.
Myles, spinto da un moto di compassione, gli regala un abbraccio maldestro e sorride beato. «Ci penseranno le stelle cadenti… basta che esprimi il desiderio di ricordarti il tuo nome.»
L’altro tenta di rifletterci un po’ su, poi annuisce convinto e ricambia la stretta del cantante. «Sei un genio, non ci avevo pensato!»
Passano alcuni istanti in cui i due stanno in silenzio, Puffy intento a ricercare con gli occhi una fonte luminosa nel cielo completamente buio e Myles che gli sonnecchia sulla spalla.
Poi il batterista si riscuote e pare illuminarsi. «Ci sono!»
Myles si raddrizza sulla panchina. «Anch’io! Dove andiamo?»
«Ma no, che hai capito? So come mi chiamo» replica accondiscendente Puffy.
Myles pare deluso e piega il capo di lato. «Ah. E come?»
«Sia Mike che Puffy.»
«Quindi… Mike Puffy?»
«Mmh… Puffy Mike, penso sia meglio.»
Myles sorride felice e si lascia sfuggire uno sbadiglio, tornando ad appoggiare il capo contro la spalla del batterista. «Va bene… adesso dormiamo?»
«Sì…»
E, avvolti dalla notte umida e oscura, i due uomini si lasciano cullare dalle forti e avvolgenti braccia di Morfeo.
Poco importa che sono buttati su una squallida panchina, ubriachi marci e incapaci di rendersene conto. Non importa che si siano confidati frustrazioni che non avevano mai detto a nessuno. Poco importa che domani non ricorderanno più una sola parola.
In fondo, a modo loro, hanno trovato una maniera alternativa per festeggiare il loro compleanno.
Puffy ha compiuto cinquantotto anni, ma in quel momento si sente come un bambino che immagina stelle cadenti capaci di realizzare desideri.
Myles ha compiuto cinquantun anni, ma in quel momento gli sembra di essere tornato all’infanzia, quando gli bastava una risata e un abbraccio per essere felice.
Sono due uomini diversi che hanno in comune soltanto una cosa: sono entrambi nati il 27 novembre.
 
 
 
 
 
 
😊 ♥ 😊
 
[Prompt per la challenge di Soul: 36: “Smettila, ci stanno guardando tutti!” / 37: “Esprimi un desiderio! Ma non dirlo ad alta voce, altrimenti non si avvera!”]
 
[Prompt per la challenge di Juriaka: 17: Things you said when you were drunk / Le cose che hai detto quando eri ubriaco]
 
 
TANTISSIMI AUGURI AI MIEI ADORATISSIMI PUFFY&MYLES *________*
Dal momento che anche l’anno scorso nella mia raccolta “Multi-Feelings” ho unito i compleanni di questi due pandori in un’unica storiella – Today is our birthday – ho ben pensato (?) di farlo ancora, perché onestamente questi due insieme mi piacciono come una sorta di brotp sbilenca e improbabile, ma troppo divertente XD
Se poi aggiungiamo il fattore ubriachezza, proprio ciao a tutti AAAAAAAHHHHHHH!!!! *_________*
Immaginare Puffy ubriaco è qualcosa di epico, ma anche Myles è veramente oro in queste condizioni… e insieme sono una coppia esplosiva di nonsense e fluff a palate, awwwwww che cuccioli :333
Okay, cerco di calmarmi e lascio giusto qualche notina per chi non conoscesse bene i personaggi ^^
Come detto anche nel testo, Mike Bordin (detto Puffy) è il batterista dei Faith No More, mentre Myles Kennedy è il cantante degli Alter Bridge e del progetto solista di Slash!
Non so se effettivamente Myles e Puffy abbiano mai pensato le cose che ho scritto sui loro compagni di band, ma mi piaceva farli un pochino sfogare :P
Mark Tremonti, che ho nominato, è il chitarrista degli Alter Bridge, mentre Mike Patton – anche lui nominato durante la storia – è il cantante dei Faith No More.
Mi pare di non avere altro da aggiungere, tutti i vaneggi che avete trovato sono di mia invenzione, quindi sapete con chi prendervela XDD
Grazie infinite a Soul e Juri per le loro challenge stupende: care, senza i vostri prompt non avrei assolutamente saputo dove sbattere la testa, credetemi ;)
E grazie infinite anche a chi leggerà e deciderà di lasciare un commento, alla prossima e ancora buon compleanno a questi due campioni (???) di Puffy&Myles ♥
  
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