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Autore: VoidAlpha    27/11/2020    0 recensioni
«Fingendo che sia passato e vada tutto bene, da quel giorno sono trascorsi cinque anni... Ancora adesso il mio desiderio non è cambiato: voglio incontrarti solo una volta, solo un'altra volta »
--PREQUEL DI ABOUT YOU da leggere prima della storia vera e propria--
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storia presente anche su wattpad
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo cuore bugiardo è caduto 
E tu sei scoppiato a ridere
Proprio come me hai mentito,
E mentre ti spezzavi, sei scoppiato di nuovo a ridere



 
Non era una gran bella giornata, il cielo era nuvoloso e mio fratello ed io ci trovavamo nel parcheggio sotterraneo del supermercato ad aspettare che l'ascensore si liberasse.

«che palle» sospirai appoggiando i gomiti sul carrello e la faccia sulle mani «Jun, era proprio necessaria la mia presenza?»

«fai venire anche Haruka, almeno non sta in casa a guardare anime tutto il giorno» citò con l'indice alzato verso l'alto «così ha detto la mamma, nemmeno io volevo venire a comprare ciò che manca, eppure mi ha raggirato ed eccomi qui»

Mentre parlavamo tra di noi, altre persone si avvicinarono all'ascensore, tra cui alcuni miei conoscenti con cui preferivo non aver nulla a che fare.

«Haruka-chan»

Ed ecco che qualcuno faceva il mio nome, non potevo essere semplicemente ignorata? 
Mi voltai verso la ragazza che aveva fatto il mio nome e questa continuò a parlare

«Takahiro vorrebbe parlarti...» disse indicando il ragazzo qualche passo più distante con lo sguardo rivolto nella nostra direzione

Hase Takahiro, quello che una volta era il mio migliore amico, erano anni che non ci scambiavamo parola a causa di un mio errore, sapere che lui voleva dirmi qualcosa mi rendeva veramente nervosa.

«hey...» salutai avvicinandomi a lui «volevi dirmi qualcosa?»

«sì, vedi... volevo dirti che tempo fa tu mi piacevi, tutto qui»

Era un fottuto scherzo? Quale diavolo era il senso di dirmi una cosa del genere dopo tutto quel tempo?

«ehm... Okay?» risposi piuttosto confusa, ciò che mi aveva detto non mi era affatto nuovo ma, per qualche strano motivo mi sentivo uno schifo dopo aver ascoltato quelle parole uscire nuovamente dalla sua bocca...
 
«Haruka e che cazzo! Alzati dal letto o farai tardi!» la voce di mio fratello che mi dava il buongiorno con la sua solita finezza mi svegliò da quello strano sogno.

Presi in mano il cellulare e guardai la data :
10 aprile 2019.
 
«sei incorreggibile» continuò Jun tirandomi via le coperte, per poi buttarmi letteralmente giù dal letto «vuoi fare tardi il primo giorno di scuola?»

«sta' zitto, parli così solo perché tu non devi più andarci» brontolai alzandomi dal pavimento per andare in bagno a prepararmi «il ché è alquanto ingiusto»

«dici sempre la stessa cosa» si lamentò «io ho finito gli studi l'anno scorso, perciò non rompere»

Lo ignorai, non avevo voglia di continuare quella "discussione", in quel momento la mia preoccupazione era la scuola: non avevo affatto voglia di andarci, soprattutto perché molto probabilmente non sarei più stata in classe con i miei amici e avrei dovuto imparare a conoscere dei nuovi compagni. Odiavo particolarmente quell'aspetto del sistema scolastico, ma non ci potevo far nulla. 
Indossai la classica uniforme che i produttori degli anime copiano pari pari nei lavori di animazione ambientati in una scuola, pettinai i capelli e infine presi lo zaino lasciato a marcire per settimane in un angolo della mia camera.

«io vado!» annunciai dopo essermi infilata le scarpe

«ciao!»

Chiusi la porta d'entrata dietro di me, misi le cuffiette nelle orecchie ed alzai la mascherina che fino a quel momento avevo tenuto abbassata sotto al mento; ero una persona riservata che odiava interagire con gli altri, perciò indossavo la mascherina e le cuffiette ogni volta che uscivo di casa per evitare che gli altri provassero ad interagire con me e solitamente la cosa funzionava.
Mentre camminavo diretta alla stazione del treno, scelsi una delle mie playlist preferite e subito partì Flashback, di Akiakane, amavo alla follia quella canzone soprattutto perché mi dava come l'idea che il testo mi rappresentasse.
Più tardi, quando finalmente arrivai a scuola, mi avvicinai alla bacheca su cui erano esposte le classi; feci scorrere il dito sui nomi delle varie classi seconde in cerca del mio, essendo il mio cognome Sato, ero solita iniziare a guardare i nomi scritti sul fondo dell'elenco, in modo da perdere meno tempo.

«trovato» dissi tra me e me una volta individuato il mio cognome per poi far scorrere il dito verso l'alto nella speranza che pure i miei amici, Hayashi Aki e Matsuda Kou, fossero nella stessa classe.
Sfortuna volle che il nome di Kou non si trovasse in elenco, ma quantomeno quello di Aki sì. Mi era andata relativamente bene in fin dei conti, se non fosse stato per il nome su cui mi cadde l'occhio giusto un secondo dopo: Hase Takahiro. 
Era uno scherzo? Lui nella mia stessa classe? Ma se l'anno precedente non frequentava nemmeno quella scuola... 
Era impossibile, doveva assolutamente trattarsi di qualcuno con lo stesso nome. 
Riposi le scarpe nell'armadietto e poi mi diressi in classe.

«Haru-chan! » la voce squillante della mia amica si propagò per tutta l'aula quando vi entrai «anche quest'anno siamo in classe assieme!»

«già... »

«ho scoperto che Kou sta nella classe affianco, credo che più fortunate di così non potevamo essere!»

Annuii, già, eravamo proprio state fortunate... 
Il mio sguardo vagava per la classe ed esaminava i volti dei nostri compagni.

«oh... Haru-Chan, sull'elenco c'era pure Hase» mi fece notare, come se io non l'avessi letto «cosa hai intenzione di fare?»

«non so cosa tu intenda con questa domanda, ma stai pur certa che per conto mio lui non esiste più, è solo un mero ricordo e non ho alcuna intenzione di riavvicinarmi a lui.»

«se lo dici tu... Allora non ti interesserà sapere che sta guardando in questa direzione...» mi mise alla prova

«nemmeno un po'» risposi appoggiando lo zaino su un banco in ultima fila, non mi interessava se puntava lo sguardo nella mia direzione, non importava se mi considerava ancora. L'unica cosa che m' importava era mantenere la promessa fatta a me stessa.

 
—————————————————
 

Come al solito, durante la pausa pranzo, Aki ed io ci trovavamo sulla terrazza della scuola. Era un luogo tranquillo, dove pochi studenti si recavano a pranzare, già quando frequentavamo le medie avevamo scoperto quel "segreto" e per noi era diventato quasi un rito consumare i nostri bento lì. L'anno precedente a noi si era unito pure Kou, neppure lui sopportava i luoghi affollati come la classe o i corridoi e aveva raggiunto il tetto in cerca di calma, fu così che la nostra amicizia cominciò.

«che fine ha fatto? Haru-Chan, gli hai mandato un messaggio?» mi domandò Aki affamata riferendosi al nostro amico

«certo che gliel'ho mandato, ha pure visualizzato quello stronzo» commentai con disprezzo, odiavo quelle persone che visualizzavano e non rispondevano «direi di non aspettarlo ulteriormente»

Aki non se lo fece ripetere due volte, aprì il suo bento ed iniziò ad abbuffarsi, io davvero non mi capacitavo di come tutto quel cibo preparatole dalla madre potesse starle nello stomaco, era qualcosa di cui non avevo ancora trovato risposta dopo anni e anni di amicizia. Mentre lei mangiava, per qualche strano motivo nella mia mente ritornò vivido il sogno di quella notte.

«Takahiro» mormorai ad un certo punto stringendo le bacchette  «questa notte ho fatto un sogno in cui c'era pure lui... Mi diceva che una volta gli piacevo. Non che mi importi di ciò, però per qualche strano motivo mi ha fatto sentire una merda...»

«i sogni sono manifestazioni dei desideri dell'inconscio, amica mia»

«ma chi diavolo vuole sentirsi dire delle cose simili! Insomma! Già le so, non ho bisogno di un sogno per capirlo!»

« comunque, come nel tuo sogno, l'hai incontrato ancora. Hai avuto una specie di sogno premonitore»

«ma chi diavolo voleva rivederlo!  Avrei preferito assistere al suo funerale piuttosto!»

«non sei brava a mentire, la tua canzone preferita recita testuali parole» si schiarì la voce e poi continuò «mostrami, mostrami, ti prego mostrami, qualcosa che possa creare un riflesso, voglio riavvolgere quei lontani ricordi di te che sorridi ed io che mi spezzo»

«è solo una canzone!»

«allora perché sei così agitata? Lo eri anche quando sei entrata in classe. Hai pure tenuto la mascherina tutto il giorno per evitare che ti riconoscesse ma, mi duole dirtelo, ti ha riconosciuta lo stesso. Ammettilo che ti importa ancora di lui»

«vuoi crepare? Conosco un'infinità di torture dolorosissime per uccidere qualcuno» le ricordai volgendole uno dei miei ‘sguardi assassini’ migliori

«scusa! Ma è troppo divertente vederti così in difficoltà a causa sua!» continuò a scherzare

«ho proprio un'amica di merda» commentai incrociando le braccia e spostando lo sguardo altrove

«di chi state parlando?» s'intromise il ritardatario «non ditemi che mi sono perso qualcosa di importante»

«non ti sei perso un bel nulla» gli risposi con acidità, ormai ero arrabbiata, scherzare o provare a farmi ragionare era inutile

Al termine delle lezioni, dopo aver indossato le scarpe, mi avviai verso l'uscita della scuola da sola; ero arrabbiata con Aki per la discussione che era avvenuta sul tetto della scuola, non volevo parlarle per il resto della giornata, non volevo parlare proprio con nessuno. 
Infilai le cuffiette nelle orecchie ed iniziai a far scorrere i vari brani della mia playlist sullo schermo del cellulare.

«Ruka-chan?»

Era la voce di Takahiro. Aveva pronunciato quel soprannome con una tale leggerezza... Come poteva dopo quello che era successo...? 
Deglutii, avevo due possibilità: fare finta di non aver sentito o scappare a gambe levate.
Optai per la seconda, iniziai a correre, forse sarei pure riuscita a prendere il treno dell'ora prima di quello che prendo solitamente, così facendo avrei pure evitato di incontrare Takahiro pure su di esso.
   
 
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