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Autore: Isil    29/11/2020    3 recensioni
"Questa storia partecipa al contest “Voglia di tè (II edizione)” indetto da elli2998 e Inchiostro_nel_Sangue sul forum di EFP"
Layla è una ragazza che si ritrova di fronte ad una scelta che le cambierà la vita.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sono appena seduta su questo divano, a sorseggiare il mio té nero al mango. Il suo profumo dolciastro mi rilassa e mi aiuta a pensare… 

Era questo lo scopo, pensare. La realtà è che mi sono rintanata in questo posto sperduto per prendere una decisione che cambierà la mia vita. Qualunque essa sia, non ne uscirò allo stesso modo. 

Ma l'unico vero pensiero che ho in testa è lui. 

Lui, che sta per andarsene lontano, che ha deciso di dare una svolta alla sua vita, non rendendosi conto che ne ha già cambiata una: la mia. 

Se sei anni fa, quando l'ho conosciuto, mi avessero detto che le cose sarebbero andate così, gli avrei risposto che erano pazzi… 

Com'è bello guardare il fuoco che brucia in questo piccolo camino. È elettrico, sono sempre stata inadatta ad accendere qualsiasi tipo di fiamma.

Osservarlo mi riporta indietro a vecchi ricordi. 

Quella volta che andai da lui con il mio vestito preferito, quello verde acqua. Ha sempre detto che mi stava bene. 

La verità è che dopo di allora non sono più riuscita ad indossarlo. Quando lo vedo dentro l'armadio mi fa male, ma non riesco comunque a separarmene. 

Mi ricorda il bacio che gli diedi, mi fa sentire le sue labbra sulle mie. La sensazione che provai fu così intensa che me la sento ancora scorrere dentro. 

Lui non mi rifiutò. 

Feci l'amore, quella sera. Gli dissi che mi ero innamorata. 

Non dimenticherò mai quello che mi disse: "Cosa vuoi che ti risponda? Tra due mesi mi trasferirò a Glasgow. Non posso permettermi distrazioni sentimentali.

Da quel momento avrei voluto odiarlo con tutta me stessa. In tutta sincerità non ci sono riuscita allora e non ci riesco neanche adesso. 

I due mesi sono quasi finiti, da quella sera non l'ho più voluto vedere. 

Lui non ha fatto altrettanto, mi è venuto a cercare in tutti i modi che aveva. 

Solo che io non ce la faccio a vederlo di nuovo, non riuscirei a mentirgli, guardandolo negli occhi. A dirgli di fare buon viaggio, di scrivermi.

Ho deciso di venire in questo posto, immerso nel nulla, per non rischiare di incontrarlo. Solo una persona sa che mi trovo qui e che non dovrà dirlo a nessuno. Neanche a lui.

Soprattutto a lui. 

Il mio tè si è raffreddato e il suo sapore è cambiato. Lo stomaco si sta rivoltando, decido di alzarmi e andarlo a scaldare di nuovo, sperando di riuscire a berlo.

So che qualche giorno fa, prima che io partissi, mi ha vista da lontano e ha chiesto perché mi vesta con abiti che nascondano le mie belle forme. Non credevo che avrebbe mai usato questa espressione con me, invece lo ha fatto.

In tanti mi hanno fatto questa domanda, ma la verità è che non sono affari loro. 

Ho ripreso la mia tazza e torno a riflettere sul quel divano, così grande e vuoto.

Il fuoco nel camino continua bruciare, è così rilassante guardare quelle fiamme che si muovono come se stessero ballando.

Sorseggio la bevanda calda e profumata che mi scalda anche dentro. Istintivamente porto una mano sulla mia pancia. Sembra sempre uguale, ma a guardarla bene si nota subito che è diversa.

La prima volta che guardai il test, con tutte le linee segnate, pensai che non era possibile. Non poteva essere vero. Aspettai qualche ora e ne feci un altro, ingenuamente sperai che il risultato potesse essere diverso, ma non fu così… 

Non dimenticherò il momento in cui entrai in quella stanza, così fredda e sterile. 

La dottoressa mi fece vedere il monitor indicando un minuscolo fagiolino: "Signorina, lei aspetta un bambino.

Aveva un sorriso dipinto sulle sue labbra, ma cambiò subito espressione quando vide i miei occhi riempirsi di lacrime. 

Non era felicità la mia, ma piuttosto paura. Capì che avevo i giorni contati e dovevo trovare una soluzione. Il più in fretta possibile.

Quella donna si mostrò comprensiva, forse era abituata a vedere altre ragazze, donne, nella mia stessa situazione: "Signorina, potrà tornare tra un mese per la prossima ecografia, ma se non volesse tenerlo, dovrà farmelo sapere per tempo. Se dovesse avere bisogno di qualcosa, anche semplicemente di parlare per un consiglio, non strettamente medico, sa dove trovarmi." Mi posò la mano sulla spalla, come per confortarmi. Quella credo che sia stata la prima volta che ho capito cosa fosse davvero la solidarietà femminile. 

So che non è giusto non avergliene parlato, ma è meglio così… 

In fondo saremmo solo una "distrazione" per lui… 

Perché inizio a vedere tutto appannato? 

Mi stropiccio gli occhi e li sento umidi, l'istinto mi fa stringere le ginocchia al petto e nascondere il volto nella piega che si crea. Inizio a tremare come una bambina. 

Toc-toc 

Vorrei che tutto sparisse… 

Toc-toc 

Che il tempo si fermasse… 

Dlin-dlon, dlin-dlon 

Potrei rimanere così per sempre… 

Toc-toc, toc-toc 

Ma qualcuno sta bussando? Cerco di sentire senza muovermi. 

"Layla, apri questa porta ti prego" 

Non può essere… Starò sognando… 

Bam-bam

No, è reale… 

Mi avvicino alla porta in silenzio, senza fare rumore. 

"Layla, so che sei qui… Apri per favore, dobbiamo parlare." 

Non poteva essere lui, come faceva a sapere che ero qui? 

Cosa è venuto a fare? 

"Vattene, Marco!" 

Non voglio vederlo. Non adesso. 

Non in questo stato… 

"Ti prego Layla… Jean me l'ha detto…" 

Traditrice… Mi aveva giurato che non gli avrebbe detto nulla... 

Perché mi ha fatto questo? 

Le lacrime non volevano saperne di fermarsi.

Arrivata a questo punto non ho altra scelta… 

Apro la porta e me lo ritrovo davanti, l'unica cosa che riesco a fare è abbassare gli occhi. Non riesco a guardarlo.

"Perché non mi hai detto nulla? Vuoi fare sempre tutto da sola… Sei la solita testarda." 

"Hai detto tu che non volevi seccature. Non preoccuparti, non ho intenzione di tenerlo." 

Sento le sue braccia avvolgermi, con delicatezza, ma saldamente.

"Sono un vero idiota."

Dopo tanto tempo ogni singolo pezzo di me sta tornando al suo posto, non riesco a smettere di piangere, ma le lacrime adesso sono come un peso enorme che sta uscendo da dentro di me e mi fanno stare meglio. Inizio a sentirmi più leggera e più sicura. 

Alzo lo sguardo che incontra i suoi occhi. 

Mi guarda con un sorriso sulle labbra. 

"Ora andrà tutto bene, Layla".

 

  
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