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Autore: Favols    22/08/2009    6 recensioni
Sono la sposa della luce
e l'amante delle tenebre.
Sono falsità e mistero.
Rancore e odio.
Sono chi realmente, non saprai mai conoscere.
+++Dopo la morte di sua madre, Kagome partecipa ad una seduta spiritica che, capovolgerà del tutto la sua vita. La ragazza infatti, comincia a soffrire di "attacchi di panico", e durante il primo di una lunga serie, risveglia uno spettro, dandogli perfino un corpo umano.+++
*Liberamente ispirata alla canzone "Under The Rose" Degli H.I.M*
Genere: Romantico, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Under the Rose
-Yami to Seijaku-
Oscurità e silenzio
闇 と静寂

Dedico questa fanfiction a Kirarachan,
che come me , ama questo gruppo.

<3 




Dopo la notizia della malattia, in famiglia non parlava più nessuno, né tanto meno lei .
Sua madre si rinchiuse nel silenzio di chi non accetta di stare per morire, suo padre, incapace di gestire la situazione si concentrò del tutto sul lavoro, trascurandole. Lei e sua sorella invece, non si rivolgevano parola per paura di dirsi qualcosa di sbagliato. In quel caso, avere paura era più che lecito.
Le sue giornate trascorrevano vuote, fra ospedale e casa. Sempre più silenziose, quasi da far paura. Fu così che Kagome cominciò a cambiare, sulle palpebre apparve del trucco nero ad indurirle lo sguardo. Tinse tutti i suoi vestiti di nero. – Sono adatti a questa situazione – Si giustificò quando suo padre ebbe a che ridire.
La goccia che fece traboccare il vaso furono gli anfibi, lei non ci trovava niente di male, ma suo padre li detestava. Detestava il  rumore che facevano ad ogni suo passo , per l’esagerata pesantezza .
Fu così che per quel futile motivo, abbandonò il tetto di casa .
Non le fu difficile trovare una sistemazione alternativa, nonostante il suo silenzio, era riuscita a mantenere le amicizie più intime, conosciute come Kagesaki Sango e Hirose Kagura .
La svolta definitiva della sua vita, arrivò il giorno della morte di sua madre. Non versò una sola lacrima.
Suo padre cominciò ad odiarla seriamente.

Primo capitolo:
Risveglio.


"Sono la sposa della luce
e l'amante delle tenebre.
Sono falsità e mistero.
Rancore e odio.
Sono chi realmente, non saprai mai conoscere."



Sbattè la porta dietro di se, noncurante del rumore sordo provocato. Il suo ingresso attirò l'attenzione dei presenti, di una donna in particolare che, a giudicare dall'espressione contrariata, non era felice di vederla. Non ci badò, e si mise a sedere sull'ultima sedia rimasta libera, intorno al tavolo rotondo.
Compresa lei, erano in cinque, tutti superavano i vent'anni d'età, meno lei e Koga, vicini alla maggiore età.
La stanza era buia. Le persiane erano state accostate appositamente per evitare al sole di filtrare. La luce era poco adatta ad una seduta spiritica.
Era molto scettica a riguardo, non era stata una sua idea parteciparvi, ma l'invito del suo migliore amico, le aveva fatto gola . Era incuriosita dal comportamento assurdo di quelle persone, così tanto disperate da doversi attaccare a degli spiriti per tirare avanti.
Era patetico. Insomma il miglior ingrediente per il libro che stava scrivendo .
-Mi era sembrato di essermi espressa chiaramente, non voglio elementi nuovi per il "contatto"- La donna del cattivo sguardo parlò. Nella sua voce vi era un tono amaro, parecchio irritato. Da ogni suo gesto traspariva la sua natura snob, aveva il classico modo di fare di chi ha avuto, facilmente, tutto nella vita. A renderla meno aggressiva però, erano le mani, che giocando fra loro, dimostravano il suo forte nervosismo.
Si chiamava Kaho Yukiko, vedova di un ricco uomo d'affari, tragicamente deceduto dopo aver avuto un rapporto carnale con Sachiko, la svampita cameriera di casa. Sua moglie cercava spasmodicamente di contattare suo marito, sperando di avere spiegazioni .Ciò era ancora più patetico.
Nessuno dei presenti si preoccupò della lamentela, erano troppo ansiosi di cominciare.
Essendo l'ospite, Kagome dovette essere la prima a poggiare le mani sul piccolo cristallo trasparente, al centro del tavolo. Sapeva che quella, era una seduta singolare, diversa dalle altre.
Bastava unire le mani e poggiarle una sopra l'altra, per poi attendere.
Così fecero.
Rimasero in silenzio per molti minuti, tenendo gli occhi puntati sulla persona che stava difronte. Non successe niente, come del resto era accaduto tutte le volte precedenti.
Yukiko ritirò le mani, e disperatamente si avviò verso la finestra, per spalancare le persiane e permettere al sole di scaldare la stanza. Pianse.
-Se non ha funzionato è colpa di quella ragazzina!- Singhiozzò.
Gli altri partecipanti si alzarono uno ad uno, dando aria alla mano sudata di Kagome, che rimase fissa nella sua posizione. Pensò che era incredibile, era bastato un fallimento iniziale per far perdere la speranza a quella gente. Sapeva che non sarebbe mai successo niente, ma che diamine, buttare via la spugna così facilmente era da falliti.
Sentì crescere in lei un sentimento aspro, simile al sapore del metallo sulla lingua. Fastidioso e forte, sempre più difficile da sopportare. Assomigliava alla rabbia, ma una sfumatura d'angoscia la faceva sentire diversa. La paura  era il secondo sentimento che stava provando.
Provò ad abbandonare il cristallo, ma non ebbe risultati, il suo corpo non voleva obbedire. Avvertì degli strani formicolii su tutto il corpo, mentre i brividi la raggelavano.
Quando le mancò il respiro, sentì il timore palpitare sempre più forte, trascinandola violentemente nel panico. Sentì il suo corpo morire, e sputarla fuori . Era come se non appartenesse più a sé stessa.
Le voci dei presenti, preoccupati dal suo comportamento, persero volume lentamente, fino a scomparire del tutto. Era sorda.
Il buio la inghiottì completamente, sentì il bisogno di rannicchiarsi, di nascondersi, tornando in posizione fetale. Ma le braccia e le gambe, non le aveva più, non le sentiva più.

-Sciocchi gli umani, così deboli e così stolti, convinti di poter giocare con l'occulto-

Quella voce la cullò, alleviando la sensazione di soffocamento. Le lacrime fredde sulla pelle, furono il primo contatto che riuscì a percepire. La vista si rischiarò, dandole la possibilità di osservare nuovamente la stanza  della seduta .
Erano tutti pigiati contro il muro, sui visi sembrava esserci impresso il nero del terrore. Nessuno osava avvicinarla, aiutarla.
Si sentiva stanca, non aveva la forza di sollevarsi sulle proprie gambe, ancora tramanti. -A-aiuto- Implorò.
Nemmeno Koga sembrava volersi muovere, il suo migliore amico l'aveva abbandonata.  Le lacrime continuavano a cadere copiosamente, non riusciva a capire ciò che le stava succedendo. Si chiese se fosse realmente qualcosa di fisico, o solamente la sua mente che abbandonava il raziocinio. Stava impazzendo?
Concentrò lo sguardo sul gruppo di codardi, ma notò che ne mancava uno. Non ci aveva badato troppo a quell'uomo prima di cominciare, era un normale mezzo demone, un futile mezzo demone. La sua assenza però, fu lampante.
Con molta fatica si voltò, con l'intento di trovarlo.  E così fu, era dietro di lei. L'iridi ambrate erano scomparse, tingendosi di scarlatto. Una voce le si insediò nella testa.

-Mi hai liberato dal sigillo, dandomi perfino un corpo-

Comprese.
Kagome era l'unica ad averci creduto davvero, anche solo per un secondo.
Era riuscita ad ottenere un contatto.
Svenne...

L'odore nauseabondo tipico degli ospedali la svegliò. Una voce lontana chiamò il suo nome, rimbombando.
Aprì gli occhi, ma la luce giallastra la spinse a richiudere le palpebre, e a coprirsi il volto con la mano. Dopo svariati tentativi mise a fuoco ciò che le stava intorno. Un'infermiera dal bellissimo aspetto le 'carezzò i capelli, cercando di tranquillizzarla.
Ai lati del letto di ferro, vi erano Sango e Kagura, visibilmente preoccupate.
-Che diamine mi è successo? - Biascicò cercando di mettersi seduta.
Lesse il cartellino appeso al camice bianco della giovane donna, si chiamava Rin, il cognome non era citato, trovò che fosse una stranezza.
-Hai avuto un attacco di panico - Le rispose.



Note importanti:


- Su questa ff ho un paio di cose da dire.La prima è che il "disturbo" degli attacchi di panico è già stato utilizzato in un'altra FF intitolata "La mia cura" di Mikamey, in modo toralmente diverso da come lo userò io in questa. Volevo precisarlo in rispetto dell'autrice, che mi segue sempre, e che ringrazio per questo. Se ti senti offesa da questa FF sono anche disposta ad eliminarla, nonostante oltre a gli attacchi di panico, non ci sia niente di simile alla tua. Spero davvero di non averti offesa, e ancora di più, spero che tu abbia letto questa nota  ^^

- Sono consapevole che ho tantissime altre ff da concludere, difatti in principo aveva deciso di postare queste molto più avanti, ma siccome ora mi ritrovo ad avere MOLTO tempo libero che in futuro, non sono sicura di avere, ho deciso di postare ora. Spero che il primo capitolo, che ho deciso di unire al prologo, sia stato di vostro gradimento. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, dato che è diciamo "una prova" se non vi va comunque, mi basta che la leggiate  ^^

- Il pezzo di poesia in corsivo al centro della pagina, fa parte di una serie di poesie originali che ho scritto l'anno scorso, e che trovavo adatta per questa FF.

- Ho scelto "Under the rose" come titolo perchè la canzone che mi ha ispirata a scrivere questa Long, si chiama così, ed è degli H.I.M . Vi consiglio di ascoltarla, è veramente bellissima.

Beh, non ho più nulla da dire xD AL prossimo capitolo.



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