L’aria fredda di Mosca ti investe in pieno volto. Hai atteso questo evento per tutta la tua vita da pattinatore, ed ora che sei ad un passo dal viverlo, la paura prende il sopravvento. Inizi a chiederti se è giusto che tu sia lì, se è giusto che voi siate li.

La domanda che ti passa per la testa è sempre la stessa “Sarò all’altezza della loro aspettativa? Sarò all’altezza della sua?”.

Ti sei convinto che sia stato uno sbaglio trascinarlo fin lì, ma l’ansia di separarti da lui era grande. Hai rischiato di sprofondarci dentro, di non trovare una via di fuga. Ma lui ti ha tirato fuori, ti ha raccolto come si fa con un bambino al quale hanno appena insegnato a camminare e ti ha fatto rinascere.

Il calore delle sue mani, delle sue parole, della sua danza.

Vuoi godere del privilegio di averlo solo per te. Di vedere il volto del Victor che nessuno conosce, di sapere quelle piccole di cose di lui che gli altri ignorano.

Lo sai dentro di te che è sbagliato non vederlo su quella pista, lo sai meglio di tutti.

Ti stringi in quella felpa che per te in quegli anni è stato un macigno da portare da solo. La grande bandiera del Giappone che tu hai rappresentato nel mondo. Quel paese che hai abbandonato per allenarti a Detroit, perché dovevi crescere e per farlo la tua città, e la sua piccola pista di pattinaggio, iniziavano ad esserti strette.

«È un po’ che sei qui fuori. È freddo. Perché non rientri?»

Sei talmente assorto nei tuoi pensieri che non senti aprirsi la finestra e non senti i suoi passi raggiungerti. Ti accorgi della sua presenza quando ti avvolge il corpo con le sue braccia e vi copre entrambi con una coperta. La sua mano ti abbandona un secondo e senti quel suono che hai imparato a memoria e che ti rappresenta. Ti rilassi sotto il suo abbraccio e poggi la tua testa sul suo petto.

«Ascoltala. Questo sei tu Yūri.»

Ti culli al suono delle sue parole e alla melodia che fuoriesce dalla cuffietta. Ti fai coccolare, ti fai abbracciare. Lasci andare via l’ansia e la paura di non essere abbastanza e fai spazio a quella piccola oasi di pace che ha creato intorno a voi. Non pensi più alla gara, non pensi più a Yuri, non pensi più all’odio di chi sarà lì a guardarti e sperare di vederti cadere di nuovo. Ci sei tu, ci siete voi.

Tu lo hai scelto. Lui ti ha accolto. E questo ti basta per sapere quale sarà il tuo posto d’ora in avanti.

«Ora che ci penso… Tra poco sarà Natale Yūri. Sarà il nostro primo Natale insieme…»

Lo guardi e sorridi. Il vostro primo Natale in due.

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NdA: breve flashfic nata così, il prompt di ispirazione è "FREDDO" e l'immagine di loro due così mi è risultata tenera e dolce. Yuuri è un ragazzo pieno di dubbi e Victor lo sa bene. <3 

Grazie a chi passerà di qui! :) Buona lettura