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Autore: The world of Kassie    03/12/2020    0 recensioni
Kassandra Black è costretta a passare l’estate dalla famiglia Tonks, la cosa che più la rende felice è la vicinanza con casa Weasley. Sopporterebbe volentieri zia Andromeda pur di passare del tempo con i suoi migliori amici, i gemelli Weasley. Eppure qualcosa potrebbe rovinare i suoi piani. Fred e George potrebbero aver progettato qualcosa che potrebbe causare la fine della loro amicizia con la primogenita di casa Black. I loro progetti per espandere gli affari ad Hogwarts potrebbero rivoltarglisi contro. Si sa del resto che, quando si tratta di cotte ed amore, tutto è lecito. Anche usare un pizzico di magia.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Weasley, Fred Weasley, George Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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   He is not my boyfriend




     Kassandra se ne stava fuori in giardino, seduta sopra un plaid a quadrettoni rossi e bianchi, contemplando il cielo; ogni costellazione le ricordava, nel bene e nel male, un suo parente. Ancora non aveva capito l’usanza della sua famiglia di dare i nomi delle stelle ai propri figli. Lei era scampata a questo fato, ritrovandosi, comunque, ad avere un nome al quanto importante e paradossalmente dopo aver letto il mito di Cassandra, sarebbe stata più contenta di chiamarsi Cassiopea. Pensieri sul suo nome a parte, fissava ogni puntino luminoso, cominciando da suo padre, Sirius, passando poi a sua zia Bellatrix rinchiusa ad Azkaban, a suo cugino Draco, con cui condivideva la Casa di appartenenza ad Hogwarts, a sua zia Andromeda che si stava prendendo cura di lei per quell’estate, dato che suo padre era in missione per ordine di Silente. 

Doveva ammetterlo, quel preside non le piaceva, non le sarebbe mai piaciuto. Aveva una strana sensazione nei suoi confronti. O forse, semplicemente, odiava quando l’unico genitore che le era rimasto correva ogni volta il preside chiamava senza dire se e quando sarebbe tornato.

Sospirò, si prese le ginocchia la petto, cercando di riordinare le idee, anche se, per quanto ci provasse, i suoi pensieri erano sempre e solo concentrati su di un’unica persona. La stessa a cui pensava e ripensava da, praticamente, sempre.

“Che succede?”

Kassandra fece un salto per lo spavento, portandosi una mano al petto e voltandosi con uno sguardo minaccioso, ritrovandosi sua cugina che se la rideva.

“Scusa”

“Dora!” affermò “Non è difficile non farmi venire un’infarto, sai” sorrise

“Allora, che cosa frulla in quella testolina malvagia?” domandò sedendosi accanto alla bruna

“Se ti dicessi nulla?”

“Non ti crederei” rispose mentre cambiava il look dei suoi capelli che, da lunghi e rossi fiammanti, diventarono corti e rosa

“Non devi cambiare i capelli per farmi parlare”

“Uh, vuoi che mi cambi anche il naso?” 

Così dicendo, la ragazza fece una smorfia ed i lineamenti del suo viso cambiarono.

“Intendo” scosse la testa la cugina “Che sei una delle poche persone con cui posso parlare senza farmi troppi problemi”

“Eppure mi sembra che da quando sei arrivata qui, parli poco” disse Nymphadora “Siamo tutti preoccupati”

“Posso chiederti una cosa? Ma devi essere il più sincera possibile”

“Come sempre. Sai che non so mentire”

“Come hai fatto a capirlo?” si voltò a guardarla “Intendo, come hai fatto a capire che provavi qualcosa per Remus”

“Oh”

“Non sei obbligata a rispondere” disse per poi rivolgere il suo sguardo nuovamente al cielo

“Fred o George?”

“George” sospirò “Si nota così tanto?”

“Più che altro ce lo aspettavamo”

“Oh, quindi tu e chi sa quanti parlate di chi mi piace o meno. Wow” aggiunse sarcastica

“Kassie, non parliamo sempre di te. E’ solo che nell’ultimo periodo abbiamo notato quanto tu ed i gemelli siate sempre appiccicati, più del solito” iniziò la cugina “So che siete amici inseparabili da quando avete undici anni, e forse era inevitabile che, con il tempo le cose cambiassero. Anche tuo padre se ne è accorto, ed una sera, mentre tornavamo da una missione per l’Ordine, mi ha chiesto se per caso sapessi come mai passavi sempre più tempo con i gemelli rispetto a qualsiasi altra persona. O se sapevo perché eri più silenziosa del solito”

“Mh”

“Comunque” anche Nymphadora alzò lo sguardo “E’ successo e basta. Non saprei dirti come o quando. So solo che cercavo in tutti i modi di passare più tempo possibile con lui, di entrare nella stanza quando c’era lui anche solo per salutarlo o sentire il suo profumo. Le ho provate tutte sai. Però, non mi vuole”

“E’ un pazzo a non volere una come te al suo fianco”

“O forse ha ragione”

“Dora!” esclamò voltandosi “Non permettere mai a nessun uomo di negarti di essere felice. E se è lui a renderti felice, non lasciare che le sue paure possano rovinare qualcosa di bellissimo”

La cugina diede una spallata all’altra, ma finì per far cadere entrambe.

“Ops”

Le due scoppiarono a ridere, rimanendo così, a guardare le stelle, ognuna persa nei propri pensieri.

“Kassie?”

“Si?”

“Lo sai, per un momento, da quando sei arrivata qui, ho pensato che uno dei due fosse il tuo fidanzato. Insomma, sapevo che eravate anche andati al ballo del Ceppo assieme. Anche se non ricordo quale dei due mi avevi detto. Per me sono uguali” cercò di sdrammatizzare “Solo che poi non mi hai più detto nulla e non ti vedevo mai da sola con uno dei due quindi”

“George. Ci sono andata con lui, e no. Lui non è il mio fidanzato”

E dire quella frase, le fece provare una strana sensazione all’altezza del cuore.

***

“Georgie, ho un’idea”

“No, Freddie, per l’ennesima volta, non mi trasfigurerai in un insetto solo per farmi entrare in camera di Kassie e sentire se parla di noi con Tonks”

“Non di noi, di te!” precisò il gemello allegro

“Quante volte te lo devo dire? Siamo solo amici, lo sai meglio di me dato che tu sei il suo migliore amico e non fate altro che bisbigliare i vostri segreti in continuazione”

“Ma smettila” fece un gesto con la mano “Sappiamo entrambi che quello che fa con me, NON è lo stesso che fa con te”

“Che intendi?”

“Davvero, Georgie? Davvero?” scosse la testa “Ed io che credevo fosse Percy quello tonto della famiglia”

“Vuoi arrivare al punto”

“Nessuno dei due ha mai detto all’altro che vi piacete”

“E fino a questo punto c’ero anche io” alzò gli occhi al cielo il gemello

“Fammi finire” disse andando a sedersi nel letto con il fratello “Quando andiamo ad Hogsmeade, chi è che la nostra Kassie tiene per mano?”

“Non sempre”

“Segui il mio ragionamento, per favore” sbuffò “Con chi si siede sempre nonostante siamo in Case diverse?”

“Con entrambi, genio del male”

“Eppure mi sembra di ricordare che ogni anno preferisce il sedile vicino al tuo quando saliamo nell’Hogwarts Express, o meglio fa alzare chiunque sia seduto vicino a te pur di starti appiccicata, o hai dimenticato quando ha trasfigurato Ron in un corvo e lo ha messo in gabbia, con un non molto contento, Leo”

“E’ stata fantastica” 

“Si, molto” scoppiarono a ridere entrambi ricordando la scena del piccolo gufo che urlava di paura, senza dimenticare quanto Ron se la facesse sotto ogni volta che Kassandra era nei paraggi

“Quello che intendo dire, è che non puoi continuare a piangerti addosso quando è palese che tra di voi ci sia qualcosa. O vogliamo dimenticare il Ballo del Ceppo?” sorrise malizioso

“Ti prego non tirare fuori quel discorso”

“Andiamo, vi siete baciati e poi è svanito tutto? Solo perché hai sentito che diceva che non sei il suo ragazzo? Georgie, tecnicamente non sei il suo fidanzato, non fino a quando non glielo chiedi almeno. Anche se vi siete baciati come poteva sapere che tu volevi che fosse la tua ragazza se non glielo chiedi”

“Mh”

“E poi non è neanche detto che parlasse di te. Ad Hogwarts girava voce che tra lei e Bletchley ci fosse qualcosa, e quelle stesse voci, ci scommetto due galeoni, le ha messe fuori proprio Bletchley”

“Si, le ho sentite molto bene. Sentivo perfettamente ogni singola descrizione di cosa facevano assieme. Ogni volta Bletchley e Montague non si risparmiavano di ricordarmi che Kassandra era sempre con loro quando erano in sala comune dei Serpeverde”

“Si, ricordo ancora quando hai lanciato quel bolide contro Montague, un colpo da maestro, perfino Oliver era rimasto colpito dalla tua furia”

Risero ancora ricordando la faccia del capitano Serpeverde mentre veniva portato in infermeria, era stato impagabile vederlo cadere dalla scopa. 

“In tutto questo mare di ricordi riaffiorati alla nostra memoria, non hai ancora voluto ascoltare il mio piano”

“Non ho altra scelta” scosse la testa il gemello

“Ti ricordi, vero, che stiamo preparando il filtro d’amore ma non abbiamo ancora avuto l’occasione di provare i suoi effetti”

“No!” esclamò con forza

“Come no?”

“Non proveremo il filtro d’amore su di lei. Non voglio che mi dica che gli piaccio solo perché è sotto l’effetto di uno stupido filtro d’amore che, non sappiamo ancora se funziona o se ha effetti collaterali”

“Puoi lasciarmi finire prima di diventare un sosia di Percy e andare fuori di zucca magari mandando un gufo al ministero denunciando i nostri esperimenti?”

“D’accordo, finisci” sospirò

“Nessuno deve bere la pozione, se questo ti tranquillizza” alzò gli occhi al cielo “Pensavo solo che, siccome lei è una delle poche persone a riconoscerci, non so ancora come faccia ma lo scoprirò,  anche se sono convinto sia a causa dei sentimenti per te, pensavo che se io mi mettessi delle gocce di filtro e sentisse, per esempio il tuo profumo e mi scambiasse per te”

“Significherebbe che ho una possibilità” continuò il gemello

“No, zuccone, significherebbe che ti ama e finalmente tutto questo dramma finirà con voi due che state assieme ed io riavrò il mio gemello concentrato sul nostro futuro e la mia migliore amica pronta a salvarmi il fondoschiena ogni volta che un nostro scherzo va a scontrarsi con un serpeverde”

***

    Quella mattina Kassandra si era svegliata di buon ora, anche a causa di sua cugina che, come al solito, riusciva sempre ad inciampare ovunque prima di uscire di casa. Per quanto le volesse bene, doveva ammettere che era una vera pasticciona.

“Dove stai andando?” chiese sua zia Andromeda che, come ogni mattina, riusciva a svegliarsi con il cattivo umore attaccato al collo

“Dai Weasley” rispose Kassandra mentre si infilava le scarpe

“No, prima devi aiutare me e tuo zio”

“Ma-”

“Kassandra, ho promesso a tuo padre di prendermi cura di te, ma non per questo tu devi adagiarti. Ognuno qui fa qualcosa” la rimbeccò la zia

“D’accordo” sbuffò “Posso lasciare Hades fuori intanto?”

“Si, poi ti aspettiamo nel retro”

Kassandra andò in camera, svegliò il suo kneazle che stava ancora beatamente dormendo, poi corse verso il baule, prese pergamena e penna ed iniziò a scrivere.

“Hades, hai voglia di andare dai Weasley?”

“Meow” si stiracchiò

“Mi raccomando, solo a Fred o George. Nessun altro”

“Meow”

Il piccolo animale, dal pelo bianco e grigio, prese in bocca la pergamena e poi seguì la bruna giù per le scale, fino alla porta dove, una volta aperta, corse verso il prato.

    Hades trotterellava allegramente mentre attraversava la distanza che separava la casa della famiglia Tonks da quella della famiglia Weasley. Peccato solo che si fece distrarre da alcuni gnomi che venivano, letteralmente, lanciati in aria.

“E quel gatto da dove salta fuori?

“Per Merlino, Ron!” esclamò Fred “Non è un gatto, quello”

“Hades, vieni qui” lo chiamò George

“Si che è un gatto!”

“No, è il kneazle di Kassie” lo rimbeccò il fratello “Freddie, ha un messaggio” 

I due gemelli si spostarono e, fitti, fitti, si misero a leggere la pergamena, mentre Ron cercava di guardare da sopra le loro spalle. 

“Mamma non ti ha insegnato a farti i fatti tuoi?” commentò Fred

“Ma-”

“Coraggio, Ron, dobbiamo finire altrimenti mamma ci farà la solita ramanzina” si rimise al lavoro il gemello mentre metteva in tasca la pergamena 

“Georgie, non è ancora tutto perso, non sappiamo quanto dura l’effetto” sussurrò l’altro “E poi guardiamo il lato positivo: non mi sono cresciuti peli o braccia in più sul collo”

    Dopo aver de-gnomizzato il giardino, i gemelli corsero su in camera e si chiusero dentro continuando i loro esperimenti di cui nessuno in famiglia era a conoscenza.

“Alle volte vorrei davvero sapere che cosa gli passa per la testa”

“Non preoccuparti per loro Ron, noi siamo superiori. Ora che sei prefetto imparerai che cosa è davvero importante” disse Percy che era in visita alla Tana per quel week end

“Ehm, si”

“Fred e George non sanno che cosa significa dedicarsi anima e corpo in qualcosa che possa portarli ad un futuro raggiante. Due come loro non potranno mai entrare al Ministero della Magia”

“Percy, non credo ci abbiano mai pensato” intervenne Ginny

“E che cosa mai potrebbero fare? Mai pensato di entrare al Ministero, questa è bella”

“Percy, possono fare qualsiasi cosa vogliano. Non sono come pensi” rincalzò la sorella

Mentre i due continuavano a batti beccare, qualcuno bussò alla porta di casa.

“Aspettavate qualcuno?” domandò subito Molly con un cesto di panni sporchi in mano “Sapete che dovete avvertire se arrivano ospiti. Oddio qui è tutto un disastro”

“Mamma, calmati” andò verso di lei Ginny “Vado a vedere chi è”

La piccola di casa Weasley andò verso la porta e non si meravigliò di trovarsi davanti Kassandra Black.

“Ciao Ginny”

“Kassie, entra pure. Ah, ti avviso, mamma è in ansia. I gemelli non ci avevano detto che saresti arrivata”

“Oh, ehm, strano. Avevo scritto loro che sarei venuta in ritardo a causa di mia zia”

“Kassandra, cara, entra pure” Molly fece la sua comparsa dietro le spalle della figlia

“Salve signora Weasley” sorrise “Mia zia Andromeda mi ha detto di dirle, testuali parole “Se Kassandra le da noia la rimandi subito qui, è imbarazzante la quantità di tempo che passa a casa vostra senza dare una mano” quindi chiedo già scusa per la mia presenza”

“Oh, devi dire ad Andromeda che deve stare più tranquilla. Non dai nessun fastidio, anzi, con te per casa almeno so che Fred e George non combinano guai”

“Ehm si” si schiarì la voce ricordando di tutte quelle volte che aveva dovuto sistemare i disastri dei due amici “A proposito, ehm, dove sono? Avevo detto loro che sarei passata”

“In camera” rispose Ron

“Accompagna Kassandra, Ron. Non fare il maleducato su”

“Ma sa la strada a memoria” sbuffò il ragazzo

“Ron!” esclamò Molly “Fai come ti ho detto”

“E va bene” sospirò “Vieni Kassie”

I due salirono le scale in silenzio, poi, poco prima di arrivare davanti la porta della camera dei gemelli, uno di loro uscì.

“Ron, Kassie sa benissimo la strada senza che tu gliela spieghi”

“Ma io-”

“Coraggio, entra”  Fred la prese per il polso e la trascinò dentro 

“Ma che succede? Come mai questi modi? E perché nessuno sapeva del mio arrivo?” iniziò a domandare “E dove diavolo è George?”

“Dobbiamo parlare” disse serio l’amico

“Okay” disse, al quanto sconcertata

“Siediti”

Lei obbedì sedendosi sul letto di George, o almeno credeva fosse quello del ragazzo; da quando era entrata nella stanza aveva una strana sensazione. Come se tutto quello che la circondasse avesse lo stesso profumo di George, certo era nella sua camera, quindi doveva essere una cosa del tutto normale. Eppure quel profumo, quelle sensazioni che provava, erano troppo forti, troppo intense.

Sentiva la testa girarle.

Fred, intanto, si era seduto di fianco a lei; Kassandra non se ne era accorta, presa com’era da quel profumo e, notandolo un po' troppo vicino per i suoi gusti si spostò.

“Che, ehm, che succede?” balbettò guardandosi intorno

“Kassandra, siamo amici da anni”

“Si” cercò di sorridere lei “Mi devo preoccupare se inizi un discorso così”

“Vedi, durante gli anni, beh, come dire, le cose possono cambiare. Soprattutto tra un uomo ed una donna” continuò il rosso 

“Un momento-” cercò di bloccarlo, ma invano

“Ascolta” Fred le prese la mano e la guardò ditta negli occhi

Kassandra sentiva una strana sensazione salirle dallo stomaco; non era possibile, non stava succedendo davvero.

Non era Fred che voleva.

Non era Fred che avrebbe dovuto dire quelle cose.

Eppure, una piccola parte di lei, non riusciva ad alzarsi, ad andarsene a causa di George.

George, che non era fisicamente lì, ma che lei sentiva vicino come se ci fosse lui, e non Fred davanti a lei.

Che le stava succedendo?

Più guardava il ragazzo davanti a lei, più nella sua testa si insinuava il dubbio che quello fosse George. Quei capelli rossi indomabili, gli occhi verdi così intensi da nascondere un mondo, quel sorriso disarmante, i lineamenti che si stavano facendo sempre più adulti. Il ragazzo davanti a lei era perfetto ai suoi occhi.

Scosse la testa.

Doveva concentrarsi.

Quello che aveva davanti era Fred. 

Ne era sicura.

Quegli occhi non erano gli stessi che le facevano sentire le farfalle allo stomaco. Quel sorriso non era lo stesso che le faceva perdere un battito ogni volta che era rivolta a lei.

Allora perché sentiva il profumo di George così prorompente in suo fratello?

La testa le faceva sempre più male.

“Quello che è successo al ballo, è stato importante, ma le voci su te e Bletchley hanno, come dire, rovinato un pochino l’atmosfera ecco”

“Lui non è il mio fidanzato. Non più almeno”

“Ne ero sicuro, ma avevo bisogno della tua conferma per continuare a-”

“Fred, ti prego” tolse la mano della sua 

“Sono George, non sono Fred”

“No” cercò di sembrare sicura di sé “Fred, ti prego, so riconoscervi” 

“Come preferisci” tagliò corto il rosso “Comunque sia, stavo cercando le parole giuste per dirti una cosa importante”

“Qualsiasi cosa tu abbia in mente, devi sapere una cosa prima”

“Dimmi” sospirò

“I-io non provo quelle cose”

“Quali cose?” chiese confuso

“Lo sai quali cose” incalzò lei “Ti voglio bene, sei il mio migliore amico ma finisce lì. Sei il fratello che non ho mai avuto ma-”

“Oh” capì il ragazzo che, subito dopo sorrise “No, non hai capito”

“Non mi stavi per dire che ti piaccio?” domandò confusa

“No” scoppiò a ridere lui “Senza offesa zuccotta, ma non sei il mio tipo”

“Per fortuna” tirò un sospiro di sollievo anche lei “Per la barba di Merlino, mi stava per venire un mal di stomaco assurdo”

“Scusami, non volevo confonderti le idee così tanto. O forse si e volevo solo vedere una tua reazione”

“Oh, smettila con questi giochini insulti, Freddie, non adesso che ho questo mal di testa allucinante”

“Mal di testa? A causa mia e della piccola confusione che ho creato?” 

“Non sei tu. Beh, non solo almeno” ammise 

“Cioè?” chiese curioso

“E’ questa stanza” sbuffò “Che cavolo, ma George ha rovesciato una bocchetta di profumo? Perfino tu hai il suo stesso odore e ho quasi trovato difficile dire che tu eri tu e non lui ad un certo punto” iniziò “Come diavolo è possibile? Ecco perché ho mal di testa, sto cercando di concentrarmi per non confondermi se mai dovesse entrare da quella cavolo di porta!”

“Quindi non sei sicura su chi sia io?” domandò con un mega sorriso stampato in faccia

“Freddie, ti prego, avrai anche il suo profumo ma so riconoscere te e George anche ad occhi chiusi e con la testa che mi esplode a causa di tutto questa confusione”

“Ne sei davvero sicura?” la provocò

“Ci puoi scommettere due galeoni!” 

“D’accordo”

“C-come?” balbettò non capendo

“George a breve sarà qui. Ora tu ti benderai e vediamo se riuscirai a riconoscerci”

“A-adesso?” 

Il panico si insinuò nelle ossa di Kassandra; non poteva scappare, non adesso, eppure sapeva che era sbagliato.

C’era qualcosa di sbagliato in tutta quella situazione.

In quella stanza.

Addirittura, in Fred.

Perché stava facendo di tutto per confonderla?

“Non avrai paura?”

“Chiama George!” esclamò decisa mentre prendeva la bacchetta e dal nulla fece apparire una fascia nera 

“Puoi entrare” urlò Fred

“Ciao Kassie” sorrise George

“Iniziamo così prima la facciamo finita, prima posso andare a prendere qualcosa per questo mal di testa. Soprattutto voi due tornerete quelli di sempre e la smetterete con questi giochini mentali per capire come faccio a sapere chi è chi di voi” sbuffò mentre si metteva la benda “E non barate!” li avvertì per poi alzarsi e coprirsi definitivamente gli occhi

I due gemelli si scambiarono uno sguardo complice; il primo a partire su Fred che, constatando quanto l’effetto del filtro non fosse ancora finito, si avvicinò alla ragazza.

Kassandra era immobile, sembrava un pezzo di ghiaccio.

Lui le cinse la vita e si avvicinò pericolosamente, in un gesto automatico lei gli mise le mani dietro la nuca. Sentiva il profumo di George, ma allo stesso tempo una parte di lei le stava urlando, con tutta la voce che aveva, che quello era Fred. Che per qualche strana ragione odorava come il gemello, ma non era lui. Non emanava la stessa dolcezza nei gesti che aveva George. Gli toccò il viso, percorse la linea del mento, le spalle.

Fred era così vicino che, aveva seriamente paura che quel suo piano gli si ritorcesse contro, ritrovandosi Kassandra che lo baciava davanti a sul fratello che, ne era sicuro, era teso come una corda di violino.

“No!” lo bloccò lei mettendo una mano sul petto “Fred, non provarci. So che sei tu!”

Il ragazzo si scostò subito, tirò un sospiro di sollievo e si voltò verso il gemello con i pollici in alto in segno di vittoria.

“Il prossimo, su” disse lei “So di averci azzeccato, ma so che fino alla fine non me la farete passare liscia”

George prese un respiro profondo e si avvicinò; come il gemello gli cinse i fianchi, una cosa che aveva già fatto altre volte, una delle quali lo aveva portato a baciarla nei cortili della scuola mentre fuori nevicava. Come in precedenza, Kassandra mise le mani sulle spalle di lui, alzandosi in punta di piedi. George si avvicinò lentamente, non sapendo bene che cosa fare, come comportarsi. Kassandra, dal canto suo, sapeva che quello era George, non solo dal suo odore, ma anche, e soprattutto, perché avrebbe riconosciuto quel ragazzo tra mille, anche se qualcuno avesse preso la pozione Polisucco avrebbe riconosciuto l’originale sempre e comunque. Gli accarezzò il viso ed, automaticamente, il ragazzo si lasciò cullare da quel tocco rilassandosi.

“Georgie” sorrise

“Prova superata!” esclamò Fred 

La ragazza si tolse la benda, le mani di George ancora ferme sui suoi fianchi.

“Wow, non lo avrei mai detto che ce l’avresti fatta” ammise Fred

“Ti ho detto che so riconoscervi anche ad occhi chiusi. Ora voglio i miei galeoni” sorrise staccandosi, di malavoglia, dall’amico

“Si, ehm, ecco. Non li avrai mai. Lo sai vero?” ammise George

“Per questa volta ve li abbuono, ma ricordatevi che non dovete mai dubitare delle mie capacità”

“Hai perfettamente ragione. Non dubiterò mai più del fatto che sai riconoscerci, anche se per un momento ho creduto che avresti sbagliato” continuò Fred

“È colpa di questo mal di testa. Anzi, ora vado da vostra madre, lei sicuramente saprà cosa fare”

Così dicendo la ragazza si avviò verso la porta per poi voltarsi verso i due amici. 

“Ti aspettiamo qui” disse Fred mentre lei scrollava le spalle ed usciva dalla stanza socchiudendo la porta

“Ci è mancato un pelo” borbottò George

“Mi sarei spostato, lo sai questo?”

“Certo che lo so. Senti Freddie, la prossima volta evita qualsiasi idea o piano abbia a che fare con pozioni o con qualcosa che vogliamo commerciare”

“D’accordo, gemello di Percy. Anche se forse, e sottolineo forse, potrei aver esagerato con quella pozione. Speriamo solo mamma le faccia passare il mal di testa e-”

“Quale posizione?”

Il sangue dei gemelli si raggelò nelle loro vene; entrambi si voltarono vedendo Kassandra dalla porta di camera loro.

“K-Kassie, credevamo che-”

“Ho lasciato qui la bacchetta” bloccò George che era bianco come un cencio 

“Hai già parlato con mamma per il mal di-”

“Che pozione?” ripeté seria, bloccando la domanda di Fred

“Stavamo parlando del fatto che mamma avrebbe preparato una pozione per farti guarire” cercò di salvarsi Fred ma con scarso successo

“Vi conviene spiegarmi quello che avete combinato con le buone” prese la bacchetta che era ancora sopra al letto “O giuro su Salazar che non rispondo delle mie azioni e trovo il modo per farvi sputare la verità”

“D’accordo” Fred si mise davanti al gemello “Metti via la bacchetta, usciamo, ci calmiamo a ti diciamo tutto”

“No, me lo dite ora!”

“Kassie, per favore” la pregò George

Kassandra obbedì, abbassò la bacchetta ma non si mosse di un solo millimetro da davanti la porta della camera.

“Non credo che questo sia il luogo adatto per parlare”

“Non mi importa” disse a denti stretti

“Kassie-”

“Fred, al momento me ne frego se vostra madre viene a sapere quello che fate qui. Voglio la verità su quello che avete fatto a me”

I due gemelli si guardarono e poi, sapendo di non avere altra scelta, decisero di dire alla loro amica tutta la verità.

“Vedi Kassie, dovevamo testare la nostra nuova invenzione, un filtro d’amore simile all’Amortentia, ma che fosse meno forte e pericolosa” iniziò Fred “Così prima che arrivassi da noi me ne sono messo qualche goccia sul collo e poi-”

“Poi mentre discutevamo, la fiala ci è scivolata dalle mani ed è finita un pò ovunque” concluse George

“Voi avete usato una pozione d’amore su di me?” urlò l’amica

“Tecnicamente non proprio su di te” cercò di sdrammatizzare Fred, con pessimi risultati 

“Si può sapere che cosa diamine vi passa per la testa? Posso capire le pasticche vomitose e le merendine canarine, ma un filtro d’amore?”

“Kassie, so che messa così può sembrare orribile ma-”

“Orribile, Fred? Orribile? È la più deplorevole tra le cose che potevate farmi. A che cosa vi serviva un filtro d’amore nei miei confronti? Per farmi dire se sono innamorata di uno di voi?” continuò fuori di sé

“Volevamo vedere se nonostante il filtro ci avresti riconosciuti” ed in parte era vero, ma così dicendo Fred peggiorò ancora di più la situazione 

“Capire se vi avessi riconosciuti o meno?” la rabbia si era ormai impossessata di Kassandra “Dopo il ballo del Ceppo credevo fosse chiaro a tutti che mi piacesse George. Non serviva uno stupido filtro d’amore per farmi dire che mi piace! E poi non centra un emerito nulla che provi qualcosa per uno dei due, affinché vi riconosca. Siete uguali esteriormente ma siete completamente diversi per mille aspetti. E se gli altri non riescono a vederlo è un loro problema! Per Salazar, non posso credere che siate giunti a tanto!”

“I-io ti piaccio?” balbettò George“ Ma credevo che tu-”

“Che io cosa? Hai davvero creduto alle voci sul ritorno tra di me e Bletchley  nonostante ci fossimo baciati?”

“Ti ho sentita mentre dicevi-”

“Che dicevo che cosa George? Che lui non è il mio fidanzato? Beh è vero, così come è vero che neanche tu lo sei!” esclamò 

“Kassie, ascolta-” cercò di parlare Fred

“No, ascoltate voi. Vi voglio bene, ma sono stanca” ammise “Posso passare sopra a tutti i vostri scherzi, le vostre cavolate, perfino sopra i vostri sabotaggi con Peeves ai danni di alcuni miei compagni di casa. Ma non potete davvero credere che non ci siano delle conseguenze se usate un filtro d’amore su di una vostra amica solo per capire se sono davvero innamorata di uno di voi o se vi riconosco ad occhi chiusi”

“Kassie-”

“No” bloccò George “Non ho voglia né di sentire le vostre scuse, né tanto meno di vedervi in questo momento. Sono delusa ed amareggiata dal vostro comportamento”

“Kassie, ti prego” cercò di fermarla Fred, avvicinandosi, ma vedendo lo sguardo di lei lasciò perdere

“Credevo tu fossi diverso” ammise guardando verso George “Forse per te quei baci, quegli sguardi non hanno significato nulla. Per me era un sogno che diventava realtà. Eri una delle poche cose belle che avevo sia ad Hogwarts che fuori”

George si sentì morire.

Non riusciva a muovere neanche un muscolo e lasciò che l’amica voltasse loro le spalle correndo giù per le scale. Riuscirono anche a sentire la porta di casa sbattere. 

“Mi sa che questa volta l’abbiamo combinata grossa” ammise Fred

George non fiatò, era come congelato in uno stato catatonico da qui nessuno avrebbe potuto svegliarlo.

“Aveva gli occhi lucidi. Non l’ho mai vista così” continuò il gemello

“L’abbiamo persa, Freddie. Come abbiamo potuto essere così stupidi?” riuscì a formulare dopo un paio di minuti

“Voi due! Che cosa le avete fatto?” chiese Molly adirata quando i gemelli scesero per il pranzo “Farla andare via in lacrime. Povera cara, non riusciva neanche a respirare. Ginny ha dovuto accompagnarla a casa dato che avevo paura non riuscisse ad arrivarci da sola. Non ha voluto dire una sola parola sulla discussione che ho sentito. Dovreste vergognarvi! Tutti e due! Io e vostro padre vi abbiamo cresciuti molto meglio di così!”

***

     Nei giorni successivi a quell’episodio, Kassandra si era chiusa in quella che oramai poteva considerare la sua camera. Usciva solo quando zia Andromeda le chiedeva una mano in casa. Evitava di parlare di qualsiasi argomento, cadendo in un vortice di silenzio e tristezza dalla quale nulla e nessuno sembrava poterla ridestare. Vani erano stati tutti gli sforzi da parte di Nymphadora, l’unica con cui, di solito, Kassandra si fidava e sfogava. Per non parlare dei vari tentativi da parte dei gemelli di poter parlare con lei. O anche solo vederla.

“Ragazzi, qualsiasi cosa sia successa tra di voi credo sia meglio che aspettiate ancora un po’” disse Andromeda

“La prego Signora Tonks, dobbiamo parlare con lei” insistette George

“Sa benissimo che saremmo qui anche domani” continuò Fred

“È forse una minaccia, ragazzo?”

“Direi che è un dato di fatto” sorrise sperando di entrare nelle grazie di quella donna 

“Sentite, siete anche simpatici ed ammetto che mia nipote ha un’aria diversa quando è con voi, ma se neanche la mia Nymphadora riesce ad entrare in camera di Kassandra, non credo possiate riuscirci voi. Mi dispiace”

“Allora ci vedremo anche domani, Signora Tonks” disse Fred

“Staremo a vedere”

“Che intende?” domandò George

“Sirius dovrebbe tornare a momenti, se la situazione non cambia immagino che torneranno a Grimmauld Place prima del dovuto”

I due gemelli si scambiarono un’occhiata preoccupata; se la loro amica fosse tornata a Londra non sarebbero riusciti a vederla fino al loro ritorno ad Hogwarts. Anche se Londra non era distante, erano sicuri che avrebbe fatto di tutto pur di non vederli.

“Lo sai che se parte non avremmo più occasione di vederla”

“Potremmo usare la polvere volante”

“Farebbe un’incantesimo per bruciarci vivi appena mettiamo il piede dentro il suo camino” precisò Fred

“Ci sarà pure qualcosa che possiamo fare”

“Per la prima volta, e sappi che mi costa molto dirlo, dovremmo aspettare che sia lei a fare qualcosa. Voglio dire, l’ultima volta che abbiamo provato a fare qualcosa nei suoi confronti non è finita benissimo”

“Tecnicamente l’idea è stata tua”

“Oh, andiamo Georgie, chi era che continuava a piagnucolare perché credeva fosse impossibile che lei provasse qualcosa per lui nonostante vari baci e molte altre cose che non staremo qui a discutere”

“Ma comunque non ero d’accordo”

“Non mi hai fermato” lo rimboccò il gemello

George alzò gli occhi al cielo, seguendo il gemello che camminava davanti a lui. Il tragitto fino a casa non era mai stato più pesante; i due gemelli, a testa bassa, continuavano a percorrere la strada pensando ad un modo per riavere la loro amica indietro.

      Intanto, in una piccola camera buia, dato che le imposte erano chiuse, Kassandra accarezzava Hades, acciambellato accanto a lei, sospirando e cercando in tutti i modi di non pensare a quelle due testoline rosse che, nonostante tutto, le mancavano da morire.

Qualcuno bussò alla porta.

“Dora, non ho voglia di parlare”

“Non sono tua cugina”

“Papà?” 

“Posso entrare?” chiese Sirius che aveva già la testa dentro la camera

“Sei già dentro” cercò di scherzare la bruna, mettendosi poi a sedere sul letto 

“Tua zia mi ha detto che sei in questo stato da parecchi giorni” ammise sedendosi di fianco la figlia

“Non è contenta che rimango qui anziché andarmene in giro a disturbare le altre famiglie?”

“Crede che in questo tuo stato catatonico, la cosa migliore per te sia che ti riporti a casa, a Grimmauld Place”

“È così?” chiese con un nodo alla gola

“Lo vuoi davvero?” 

Kassandra non rispose, si limitò ad abbassare lo sguardo torturandosi le mani.

“Immagino che prima dovrò fare fuori i gemelli, poi potremmo partire”

Kassandra sorrise.

“Poi finiresti ad Azkaban, con zia Bellatrix. Sarei costretta a vivere con zia Andromeda e non credo che nessuna delle due sia entusiasta della cosa”

Sirius mise un braccio attorno alla figlia e la attirò a sé abbracciandola; erano poche le volte in cui i due dimostravano affetto reciproco, ma in alcuni momenti un abbraccio serviva più di mille parole. Almeno funzionava così tra loro.

“Tra due giorni sarà il compleanno di Harry” 

“Lo so”

“Possiamo aspettare il suo compleanno? Poi mi dirai se vuoi partire o meno”

“Andiamo Felpato, sai benissimo quale sarà la mia risposta” 

***

“Credi che sia già partita?”

“Georgie, domani è il compleanno di Harry. Sirius è il suo padrino, non lo lascerà da solo proprio in questa occasione”

Eppure nella voce di Fred c’era un tremito, nonostante cercasse con tutto se stesso di apparire sicuro di sé per il gemello, aveva una paura matta che Kassandra fosse andata il più lontano possibile da loro.

Non aveva mai e poi mai visto, in quegli anni, lo sguardo ferito che aveva la loro amica l’ultima volta che si erano visti. 

Doveva ammetterlo, era stato straziante per lui, e soprattutto per George, vederla allontanarsi con gli occhi lucidi.

Sapere poi che era colpa loro, li distruggeva.

“E se ci presentassimo a casa Black sotto mentite spoglie?”

“Credo che ci scoprirebbe subito, e sarebbe ancora peggio”

“Mh”

“Come ho già detto, caro Georgie, non possiamo fare molto. Non possiamo usare nessun tipo di incantesimo con lei o potremmo perderla per sempre”

“Sempre se non l’abbiamo già persa, Freddie”

I gemelli sospirarono, odiando quella situazione di stallo in cui non potevano fare nulla se non aspettare.

“Forse dovremmo chiedere consiglio a Ginny. Lei è una ragazza ed è abituata a noi ed a tutte le nostre malefatte”

“Ed è anche nostra sorella, tu non sei innamorato di lei come lo sei di Kassie, quindi non credo serva a molto”

Mentre i due gemelli continuavano a discutere sul da farsi, una strana luce argentea entrò dalla finestra aperta della loro camera; pochi istanti dopo, quella stessa luce prese la forma di un grosso serpente dalla testa che ricordava una bara.

“È il suo patronus!” esclamò subito George

“Chissà perché la cosa non mi sorprende” 

“Che vuoi dire?” 

“Una Black, finita nella Casa di Serpeverde, con alle spalle una famiglia dedita alle arti oscure, non poteva che non avere un serpente come patronus”

“Lei è diversa”

“Questo lo so! E sai quanto le voglia bene” precisò subito Fred notando lo sguardo del gemello “Ma è comunque inquietante”

“Credi che dovremmo seguirlo?” chiese George notando che il serpente era al quanto irrequieto in quella stanzetta

“Mi sa che non abbiamo molte altre scelte, no?”

Il serpente argenteo si fece largo tra i due ragazzi, sparendo dietro la porta chiusa della loro camera; senza pensarci un secondo in più i gemelli lo seguirono di corsa, rischiando di spaccarsi l’osso del collo lungo le scale. Molly venne presa dal panico, lanciando in aria i ferri con cui stava lavorando, quando l’animale le strisciò vicino per uscire dalla porta che si trovava in cucina e dava sul retro. 

“Scusaci mamma!” esclamarono in coro per poi uscire di casa

Seguirono il patronus fino al limitare del giardino, luogo in cui i due gemelli, assieme a Ron e Harry, si esercitavano nel gioco del Quidditch; ad attenderli, con le braccia conserte c’era la loro amica.

“Potevi mandare Hades. Mamma stava quasi per avere un infarto” se ne uscì Fred sperando di alleggerire l’atmosfera, ma fallendo miseramente 

“Non sarebbe potuto salire fino alla vostra finestra”

I tre si guardarono e nessuno aveva il coraggio di rompere quel silenzio.

Alla fine, però, fu George a romperlo.

“Kassie, ascolta, noi vorremmo chiederti scusa per quello che-”

“Un momento” lo bloccò “Prima che possiate dire qualsiasi cosa, voglio farvi sapere che non sono arrabbiata con voi”

“Davvero?” chiesero in coro

“Davvero” ripeté lei “Sono delusa dal vostro comportamento! Come vi è saltato in mente di usare un filtro d’amore su di me? Per farmi dire cosa poi?” 

Scosse la testa.

“Sono delusa da voi perché credevo che foste i miei migliori amici”

“Lo siamo” si affrettò a dire Fred

“No, siete esattamente come tutti gli altri. Solo perché faccio parte di una famiglia che non ha tutti i membri con la zucca apposto, non vuol dire che non possiate parlare con me o fidarvi di me. Sono delusa perché avete preferito un inganno che prendermi e parlarmi di qualsiasi cosa vi frullasse in quella testolina rossa”

I due gemelli abbassarono lo sguardo, colpevoli di aver ferito una delle poche persone a cui volevano davvero bene.

“Mio padre è tornato. Dopo il compleanno di Harry mi ha chiesto se ho intenzione di tornare a casa con lui”

“Che cosa hai risposto?” domandò con un nodo alla gola George

“Se siete davvero i miei migliori amici, sapete già la risposta” 

“Andiamo, Kassie, possiamo finirla qui? Ci dispiace, abbiamo sbagliato, questo lo sappiamo e lo abbiamo capito. Ma sappiamo tutti e tre che non puoi tenere il broncio in eterno. Non con me e tanto meno non con Georgie” iniziò Fred “Sappiamo quanto tu tieni a noi, e tu sai quanto ti vogliamo bene. Fai parte della nostra famiglia, nonostante tu sia in una qualche misura imparentata con i Malfoy e quella mangiamorte di tua zia Bellatrix sia ad Azkaban”

“Freddie, non credo che possa aiutare se parli dei suoi parenti. Gli stessi per i quali neanche lei ha molta simpatia”

“Quello che sto cercando di dire” alzò gli occhi al cielo “È che io e George siamo degli stupidi, e lo saremo per sempre. Così come tu sei la mia migliore amica e lo sarai per sempre. Questo dovrebbe bastarti per farti muovere quella zuccotta che ti ritrovi, venire ad abbracciarci e dirmi che si, ho sbagliato, ma che al compleanno di Harry ti siederai comunque vicino a me e George, con davanti Percy e renderai la vita impossibile a quel tontolone di mio fratello!”

Kassandra non riuscì a non sorridere a quelle parole, ma non voleva cedere, così abbassò la testa sperando che i gemelli non vedessero che non era più arrabbiata con loro. Ovviamente a Fred non sfuggì il suo cambio di comportamento.

“E va bene, se non vieni tu, vengo io da te”

Il ragazzo si avvicinò a grandi passi, le prese le braccia e se le mise attorno alla vita per poi abbracciare la sua amica.

“Non essere dura con lui, l’idea è stata mia. Lui ha solo paura di quello che potrebbe succedere tra di voi. E credo anche abbia paura per me, non vuole far soffrire nessuno. Anche se questo vuol dire che deve rinunciare a te”

“Sei un’idiota Fred”

“Si, e tu sei la mia zuccotta. Ora su, fai pace anche con lui. Fate quello che avete fatto al ballo e poi tornate dentro. Oppure mamma ci darà per dispersi”

Kassandra strinse più forte il ragazzo e sorrise; lui si staccò da quell’abbraccio e ricambio il sorriso, per poi darle un buffetto tra i capelli.

“Ora io me ne vado, ma vorrei riavere il mio gemello sano e salvo, ed anche la mia migliore amica. Quindi, niente incantesimi tra di voi”

Mentre Fred si allontanava, George guardò la bruna che aveva ripreso la posizione iniziale, con le braccia conserte e lo guardava con uno sguardo per lui indecifrabile.

“Immagino che non possa usare la stessa tattica di mio fratello”

“Tu dovrai impegnarti di più, in effetti”

“Potrei iniziare con il dirti che non è vero”

“Che cosa non è vero?”

“Quel giorno, in camera, hai detto che forse per me i baci, gli sguardi, insomma tutto quello che c’è stato tra di noi non aveva importanza. Ti sbagli. Non è assolutamente vero. Per me tutto ciò che ha a che fare con te ha importanza, è solo che avevo paura”

“Paura? E di cosa, George? Lascia perdere la mia parentesi con Bletchley, o Higgs, sappiamo entrambi che stavo con loro solo perché non potevo stare con te! Non hanno mai significato nulla, l’unica persona di cui sono innamorata sei tu”

“Innamorata?” domandò sorpreso

“Oh, per Merlino, come se non fosse ovvio” alzò gli occhi al cielo “Non so se lo hai notato ma non mi sembra abbia mai aspettato Bletchley fuori dagli spogliatoi, dopo una partita di Quidditch”

“Neanche dopo gli allenamenti” precisò lui avvicinandosi

“Nè stavo con chi che sia ogni singolo minuto che avevo libero”

“Si, ricordo ancora quella volta che hai tirato uno schiaffo a Higgs perché si lamentava che dovevi stare accanto a lui, invece ti eri seduta di fianco a me durante l’ora di Difesa contro le Arti Oscure” 

“Senza contare quella volta che ti ho preso la mano, nonostante ufficialmente stessi con lui, solo perché mi ero spaventata a causa di Hagrid e quei suoi Thestral”

“Ho rischiato una maledizione quella volta” sorrise dato che ora si trovava davanti a lei

“Se non lo avessi capito, sarei potuta uscire con tutti i ragazzi di Hogwarts, ma sarei sempre stata tua, George Weasley”

George le cinse i fianchi, lei si alzò sulle punte dei piedi, data la differenza di altezza, e mise le mani dietro la nuca di lui.

“Sono contento che rimarrai qui” si avvicinò e la baciò 

Non era il loro primo bacio, sapeva già che cosa si provava a baciare la persona che si ama, ma quella volta fu diverso. 

Era come se per la prima volta i due si fossero trovati, capiti, scoperti. 

Come se fosse quello il vero inizio della loro storia.

Come se fosse quello il bacio del vero amore.

“Lo sai, anche io sono innamorato di te. Vorrei che fosse chiaro”

“Lo spero bene, altrimenti la mia vendetta calerà su di te come la McGonagall quando combinate qualcosa di male”

George si chinò a baciarla ancora, ed ancora.

Quasi nessuno dei due volesse più staccarsi dall’altro.

“Quindi posso finalmente chiedertelo?” era quasi un sussurro

“Che cosa?”

“Vuoi essere la mia ragazza? Anche se io sono uno sfigato, un Grifondoro e gioco a quello stupido Quidditch?” sorrise ricordando quando lei lo prendeva in giro quando erano ad Hogwarts

“Posso solo dire che sei il mio sfigato, sei il mio unico Grifondoro, o almeno l’unico con cui farei certe cose, e soprattutto ammetto che tutto sommato quella divisa non ti sta poi così male, anzi-“

George la baciò con tutta la passione di cui era capace così che Kassandra non potesse concludere la frase.

“Mi sa che forse dovremmo rientrare, oppure a breve vedremo un cagnaccio nero che punta alla tua giugulare” scherzò Kassandra

“Ora che ho te, direi che tengo ancora di più alla mia vita” ammise dandole un’ultimo bacio per poi prenderla per mano ed, insieme, ritornare alla Tana

“Finalmente! Mi stavo chiedendo se avrei dovuto fare un incantesimo ai miei occhi per non vedere se facevate altro”

“Sei sempre rimasto qui nascosto, Freddie?” chiese Kassandra

“Dovevo assicurarmi che non vi faceste male a vicenda”

“Freddie, la prossima volta, vola a casa e non azzardarti mai più a spiarci”

“Uhuhuh Georgie, stai con Kassie da due minuti e già sei acido quanto lei”

I tre scoppiarono a ridere come matti mentre dalla finestra della cucina, due improbabili spettatori guardavano la scena.

“Che dici Molly, posso già chiamarti suocera?”

“Oh, Sirius, smettila” fece un gesto con il mestolo mentre con la mano libera si asciugò una lacrima e, contenta come non mai, si rimise ai fornelli

   
 
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