07/12/2020
8 recensioniTorneo Tremaghi - prima prova
Malattia
(Hermione Granger)
Malattia
(Hermione Granger)
Hermione Granger inspira profondamente quando il preside Silente la invita a farsi avanti. L’enorme camera è stata allestita per l’occasione: la prima prova del Torneo Tremaghi.
Inspiegabilmente il suo nome è stato inserito nel Calice di Fuoco, nessuno sa come ci sia finito o chi l’abbia messo, eppure eccola lì a percorre l’ampia navata per raggiungere il grosso armadio nero posizionato in fondo. Mentre si muove, simile a un'automa, avverte gli occhi dei presenti puntati su di lei: Harry e Ron la sostengono, così come l’intera Casa Grifondoro.
D’altronde lei è Hermione Granger, nulla può spaventarla, forse…
C’è anche Draco Malfoy tra il pubblico, i suoi occhi di ghiaccio la seguono con quel classico scintillio sfottente, un ghigno gli increspa le labbra, non aspetta altro che la sua disfatta, si sa.
Che sia stato lui a mettere il proprio nome nel Calice?
No, improbabile, non avrebbe mai potuto eludere il potente incantesimo del preside.
In ogni caso adesso non serve a niente pensarci, ora l’unica cosa che conta è affrontare le sue paure.
La giovane studentessa si posiziona di fronte al mobile, la bacchetta stretta nella mano destra, il cuore impazzito, l’attenzione altissima. Il molliccio nell’armadio potrebbe assumere qualsiasi forma spaventosa, invece appare una donna di mezza età.
Hermione è disorientata, nella sala cala il silenzio. In lontananza si ode la voce impertinente di Draco:
«È una babbana, guardate. La Granger ha paura di una babbana».
Qualcuno ridacchia.
Non è una babbana qualsiasi: è sua madre!
Tuttavia c’è qualcosa che non va in lei, qualcosa di sbagliato.
È sofferente, il viso solitamente paffuto e roseo è adesso scarno, sciupato; il corpo sempre in forma ora scheletrico. Allunga le mani verso sua figlia – mani che somigliano a quelle di un vecchio – e le si rivolge con un filo di voce:
«Sono malata, sto morendo e neanche la tua magia potrà salvarmi. A che serve essere una maga se non puoi salvare le persone a te care?».
Hermione si accorge di star piangendo.
È vero: se non può aiutare e proteggere chi ama a che cosa serve la sua magia?
«Hai fallito figlia. Hai fallito».
Il viso della donna comincia ad assumere le sembianze di un teschio, la pelle si dirada e le ossa spuntano come chiodi.
Hermione chiude gli occhi bisbigliando tra sé e sé che si tratta solo di un molliccio, nulla più.
Solo uno stupido molliccio.
Risolleva le palpebre con uno scatto e punta la bacchetta contro l’essere che non è sua mamma:
«Riddikulus!».
La donna si riduce a un insulso ragnetto che fugge veloce nell’armadio, le cui ante si richiudono con un tonfo.
Dopo un attimo di smarrimento generale gli studenti all’interno della camera applaudono e urlano frasi di ammirazione. Ron e Harry sono già accorsi ad abbracciare la loro amica. Draco Malfoy si sta defilando, ricorda tanto il ragno di pocanzi.
Hermione Granger sorride: la prima prova è stata superata.
Inspiegabilmente il suo nome è stato inserito nel Calice di Fuoco, nessuno sa come ci sia finito o chi l’abbia messo, eppure eccola lì a percorre l’ampia navata per raggiungere il grosso armadio nero posizionato in fondo. Mentre si muove, simile a un'automa, avverte gli occhi dei presenti puntati su di lei: Harry e Ron la sostengono, così come l’intera Casa Grifondoro.
D’altronde lei è Hermione Granger, nulla può spaventarla, forse…
C’è anche Draco Malfoy tra il pubblico, i suoi occhi di ghiaccio la seguono con quel classico scintillio sfottente, un ghigno gli increspa le labbra, non aspetta altro che la sua disfatta, si sa.
Che sia stato lui a mettere il proprio nome nel Calice?
No, improbabile, non avrebbe mai potuto eludere il potente incantesimo del preside.
In ogni caso adesso non serve a niente pensarci, ora l’unica cosa che conta è affrontare le sue paure.
La giovane studentessa si posiziona di fronte al mobile, la bacchetta stretta nella mano destra, il cuore impazzito, l’attenzione altissima. Il molliccio nell’armadio potrebbe assumere qualsiasi forma spaventosa, invece appare una donna di mezza età.
Hermione è disorientata, nella sala cala il silenzio. In lontananza si ode la voce impertinente di Draco:
«È una babbana, guardate. La Granger ha paura di una babbana».
Qualcuno ridacchia.
Non è una babbana qualsiasi: è sua madre!
Tuttavia c’è qualcosa che non va in lei, qualcosa di sbagliato.
È sofferente, il viso solitamente paffuto e roseo è adesso scarno, sciupato; il corpo sempre in forma ora scheletrico. Allunga le mani verso sua figlia – mani che somigliano a quelle di un vecchio – e le si rivolge con un filo di voce:
«Sono malata, sto morendo e neanche la tua magia potrà salvarmi. A che serve essere una maga se non puoi salvare le persone a te care?».
Hermione si accorge di star piangendo.
È vero: se non può aiutare e proteggere chi ama a che cosa serve la sua magia?
«Hai fallito figlia. Hai fallito».
Il viso della donna comincia ad assumere le sembianze di un teschio, la pelle si dirada e le ossa spuntano come chiodi.
Hermione chiude gli occhi bisbigliando tra sé e sé che si tratta solo di un molliccio, nulla più.
Solo uno stupido molliccio.
Risolleva le palpebre con uno scatto e punta la bacchetta contro l’essere che non è sua mamma:
«Riddikulus!».
La donna si riduce a un insulso ragnetto che fugge veloce nell’armadio, le cui ante si richiudono con un tonfo.
Dopo un attimo di smarrimento generale gli studenti all’interno della camera applaudono e urlano frasi di ammirazione. Ron e Harry sono già accorsi ad abbracciare la loro amica. Draco Malfoy si sta defilando, ricorda tanto il ragno di pocanzi.
Hermione Granger sorride: la prima prova è stata superata.
NdA
Questo piccolo racconto è ovviamente un What-if. Il nomer di Hermione è finito nel Calice di Fuoco al posto di quello di Harry.
Ho immaginato che la paura più grande della ragazza possa essere quella di non riuscire ad aiutare le persone che ama, in questo caso la mamma affetta da una malattia mortale, e perciò rendersi conto che anche la magia ha dei limiti.
Spero vi sia piaciuta,
Nina^^