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Autore: Crateide    09/12/2020    0 recensioni
| Storia partecipante all'event Maritombola 11 indetta da Lande di Fandom |
«Non permetterò che tu muoia»
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kogane Keith, Takashi Shirogane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Event: Maritombola 11.

Sito: Lande di Fandom.

Prompt: 31 - questa immagine.

 

 

 

 

 

L’attrito con l’atmosfera fa tremare il Leone Nero, che sembra quasi sul punto di disintegrarsi. Precipita, senza che tu possa fare niente, eppure il tuo pensiero corre subito a Keith, che ti segue in questa rapida caduta.

Le nuvole si dipanano e raggiungete il suolo in un istante. Urli, aggrappandoti ai comandi, senza però smettere di pensare a Keith precipitato poco più in là. Hai cercato di comunicare con lui, ma non hai mai ricevuto risposta e speri con tutte le tue forza che il motivo sia che il Leoni non riescano a comunicare fra loro. Il solo pensiero che possa essere successo qualcosa a Keith ti getta nello sconforto.

Quando la caduta si arresta, risollevi le palpebre e allenti la presa sui comandi. Davanti a te vedi montagne di ghiaccio emergere da un mare cristallino, punteggiato qua e là da scogli bassi e scuri.

Devo uscire da qui, pensi.

Il Leone Nero non risponde ai comandi, non riesci a farlo muovere.

Maledizione! imprechi fra te, non importa ora.

«Keith, mi senti?» chiami, ma continui a non ricevere alcuna risposta.

Aiutandoti con le braccia, riesci a uscire e a issarti sulla testa del Leone. Fa freddo, su quel pianeta la temperatura è molto bassa e ti ritrovi a rabbrividire.

Almeno l’aria è respirabile, pensi.

Aguzzi la vista e nella nebbiolina che aleggia intorno a te scorgi subito il Leone Rosso.

«Keith!» chiami e la tua voce si perde in un’eco, senza ricevere risposta. «Keith...»

Non ci pensi due volte e ti tuffi in quel mare ghiacciato, sentendo l’acqua ruggire nelle orecchie. Nuotare è difficile, senti i muscoli intorpidirsi e ti ritrovi a stringere i denti.

Il Leone Rosso è di fronte a te, ha la testa immersa nell’acqua e tu senti il cuore tremare nel petto. Riprendi a nuotare, ti immergi e il terrore ti assale appena noti Keith sul fondo, privo di conoscenza. Lo raggiungi, muovendoti con disperazione, ignorando il dolore a gambe e braccia. Lo afferri per la vita e lo riporti in superficie.

La riva non è lontana e nonostante la vista appannata e il freddo che si fa sempre più intenso, la raggiungi, annaspando in cerca d’aria.

«Keith...» sussurri con voce roca.

Il suo viso è pallido, quasi cianotico e con orrore ti accorgi che non sta respirando.

«Keith, coraggio.»

Gli pratichi un massaggio cardiaco e quasi non ti rendi conto di aver posato le labbra sulle sue per due, tre, quattro volte. A un tratto, Keith tossisce, sputando l’acqua. Lo giri su un fianco per aiutarlo e ti ritrovi a sospirare di sollievo, posando la fronte su un suo braccio.

«Shiro...» ti chiama piano, cercando di guardarti. Ha gli occhi gonfi e arrossati.

«Sono qui, andrà bene. Ci sono io con te», gli dici.

Keith annuisce, non sei certo che abbia compreso. Ti guardi intorno, nella speranza di trovare un riparo. Siete precipitati su un pianeta inospitale e l’unica speranza è che Pidge e gli altri vi trovino prima che scenda la notte e la temperatura cali ancora.

«Shiro, grazie...»

Torni a guardare Keith, che ti sta sorridendo. Guardi quelle labbra che hai sfiorato con le tue, realizzando inconsciamente un qualcosa che avevi solo osato sperare, sognare. Ricambi il sorriso, addolcendo lo sguardo.

«Avresti fatto lo stesso per me, Keith», rispondi, «adesso però dobbiamo cercare un riparo. Puoi alzarti?»

Keith scuote il capo.

«Non importa», dici e ti passi un suo braccio intorno al collo e lo sollevi, aiutandolo a stare dritto. Un lamento gli sfugge dalle labbra e aspetti che gli passi. Ti guardi intorno ancora una volta, verso le pareti rocciose ricoperte di ghiaccio che si innalzano poco lontano da quella spiaggia sassosa.

«Guarda, una grotta!» dici e inizi a camminare, cercando di trascinarti dietro Keith, che geme a ogni passo.

Nonostante il freddo, raggiungete il riparo che siete entrambi sudati. Keith si abbandona contro la parete e tu lo osservi con aria tormentata, chiedendoti cosa potresti fare per alleviare le sue sofferenze.

«Shiro, i Leoni saranno al sicuro?» ti chiede.

«In questo momento mi interessa solo della tua, di sicurezza», gli rispondi senza pensare.

Keith ti guarda e tu arrossisci. Nonostante gli occhi arrossati, i capelli bagnati e le escoriazioni, lo trovi bellissimo.

«Shiro...» inizia lui, per poi interrompersi e abbassare le palpebre, sfinito.

Ti siedi accanto a lui e lo stringi a te, nella speranza che il freddo non lo uccida e che il calore del tuo corpo basti per mantenerlo in vita. Gli baci una tempia, a lungo e con disperazione, stringendolo ancora più forte.

«Non permetterò che tu muoia», sussurri, «la squadra ha bisogno di te... io ho bisogno di te. Non potrei vivere senza i tuoi sorrisi, che sono rari e per questo ancora più preziosi.» Una lacrima ti attraversa la guancia, sparendo al di là dello zigomo. «Ti amo, Keith», dici in un soffio, mentre lo sciabordio placido delle onde riempie il silenzio della grotta.

 

 

 

 

   
 
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