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Autore: ItsClaire_    11/12/2020    0 recensioni
Miyuki Kaminaze sa di voler essere un Hero ma sa anche che diventarlo, per lei, non sarà così semplice.
Figlia di uno dei villain più crudeli di Tokyo, decide di mettere un punto agli abusi del padre che, da quando il suo quirk ha iniziato a manifestarsi l'ha spinta a combattere clandestinamente per riuscire a padroneggiarlo sin da subito - anche a costo della vita, e di fuggire il più lontano possibile per poter diventare tutto l'opposto di ciò che lui aveva pianificato: un hero.
I fatti narrati nella storia sono puramente inventati anche se alcuni sono stati presi come spunto dall'anime!
Genere: Azione, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lemon, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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L'inizio della fine.


"Interrompiamo la programmazione della sera per informarvi di un evento appena verificatosi a pochi chilometri dalla città di Tokyo." fu la frase che in ogni canale televisivo riecheggiò nelle case a dieci minuti di distanza da un enorme boato proveniente dall'esterno.

"Ve l'avevo detto di aver sentito qualcosa!"
"Secondo voi cosa è successo?"

"Volete fare silenzio?!"  si ammutolirono.

"Dalle informazioni che ci stanno arrivando in tempo reale sembra che a causare l'enorme boato di qualche minuto fa, sia stata una tremenda esplosione avvenuta in un edificio non registrato nascosto tra le montagne. Le troupe televisive giunte sul posto ci informano che al momento ciò che si riesce a vedere è solo un grandissimo cumulo di polvere seguito da silenzio."

"Hajime riesci a dirci di più su ciò che sta succedendo lì?" chiese la giornalista all'inviato in collegamento dalla zona dell'esplosione.

"Sì Asame, eccomi." alla destra della giornalista puntò un riquadro in cui apparve un giornalista dai capelli corti, in giacca grigia e camicia bianca che teneva premuto l'indice sull'orecchio destro così da riuscire a sentire meglio la collega a causa del trambusto attorno a lui causato dagli altri inviati.

"Al momento qui sembra tutto molto tranquillo" continuò dando un occhiata in giro "non sappiamo ancora cosa sia successo nello specifico, purtroppo quando siamo arrivati ciò che si presentava davanti a noi era solo un'enorme cortina di nebbia data dall'esplosione. Ciò che è certo è che a causarla dev'essere stato qualcosa o qualcuno di molto forte. Non si vedeva un'esplosione del genere dai tempi d'oro di All Might." proseguì.

"Chi potrebbe essere così forte?"

"Vuoi tenere la bocca chiusa Deku?!"

"Aspetta, a quanto pare sono appena arrivati gli Hero!" annunciò forse troppo veemente l'inviato "Sì! Quello è Endeavor, e ci sono anche All Might-"

"All Might-" il ragazzo venne zittito da una mano che gli si schiantò contro la bocca.

"- Mt Lady, Cementos e c'è anche Ereaser Head!"

"Sembra che stiano arrivando proprio tutti" asserì la giornalista.

"E' proprio così Asame, continuano ad arrivare Pro Heroes, a quanto pare la situazione è più grave di quanto sembri. Purtroppo però non possiamo avvicinarci di più, gli Heroes stanno formando una barriera di protezione-" indicò dietro di sé con l'indice e il cameraman fece lo zoom inquadrando alcuni Pro Heroes di spalle in posizione difensiva "-a quanto pare saranno All Might, l'eroe numero uno ed Endeavor, il numero due, ad addentrarsi" continuò mentre il cameraman riportava il focus su di lui.

Passarono altri dieci minuti dalle ultime parole dell'inviato e nel frattempo, sul campo era arrivata anche la polizia, probabilmente chiamata da uno dei Pro Heroes. A casa, nessuno era purtroppo riuscito a capire cosa effettivamente stesse succedendo lì fuori e dei Pro Heroes, non ce n'era stato nemmeno uno a proferire parola sull'accaduto.

Da ciò che si poteva vedere tramite la televisione, nei volti degli Heroes tradiva una leggera punta di preoccupazione. Che cos'era successo tra quelle montagne? Cosa aveva scatenato quell'enorme boato? Sarà stata l'esplosione di una cisterna? No, una cosa del genere non avrebbe mobilitato così tanti Heroes. Non sarebbe servito l'aiuto dell'Hero numero uno, sarebbero bastati i vigilanti. Sicuramente non c'era nemmeno nessuno da salvare. Ma allora perché erano tutti lì? Persino Ereaser Head. Doveva essere successo per forza qualcosa di pericoloso.

"Dove stanno andando?" domandò poi Hajime più a sé stesso che alla giornalista nello studio televisivo.

"Cosa succede Hajime?" chiese prontamente lei.

"All Might, Ereaser Head ed Endeavor sono sfrecciati via verso la città! Dev'essere successo sicuramente qualcosa. Forse qualcuno sta scappando!" concluse mentre il cameraman girava l'inquadratura verso i tre Pro Heroes che si allontanavano - l'unica cosa che si riuscì a vedere fu solo una flebile luce rossa, sicuramente la figura di Endeavor che si allontanava.

"Non credo riusciremo a raggiungerli, sono fuggiti senza che nessuno se ne accorgesse" asserì un po' deluso mentre si avviava verso il furgoncino.

"Hajime tienici informati il più possibile. Chiudiamo il collegamento per ora, una volta giunti sul posto ci aggiorneremo" disse ferma lei prima di annuire e far chiudere il collegamento. 

"Signori-" asserì poi guardando dritto davanti a lei come se volesse sfondare lo schermo "i Pro Heroes riusciranno a sistemare anche questa faccenda. Rimanete sintonizzati con noi per sapere cosa sta succedendo ma, mantenete la calma. Sono sicura che anche questa volta il bene trionferà." partì la pubblicità.

La mano che con veemenza aveva chiuso la bocca ad uno dei ragazzi lasciò la presa per poi posarsi sotto il mento del proprietario che continuava a fissare lo schermo come se stesse guardando oltre.

"Dove saranno andati secondo voi?" chiese una voce femminile preoccupata.

"Sicuramente staranno rincorrendo qualcuno. Forse chi ha causato quell'esplosione è riuscito a fuggire e ora sta venendo verso la città per distruggere qualche altro palazzo!" asserì uno di loro alzandosi dal divano come un balzo. "Vorrei andare lì a prenderlo a calci!"

"Nessuno andrà da nessuna parte!" rispose fermo un altro di loro. "Il professore Aizawa non ci ha raccomandato altro:-" si schiarì la voce "se becco qualcuno di voi fuori da questo appartamento dopo l'ora di cena farò in modo che non se lo dimentichi per il resto della vita." concluse.

"Iida ha ragione" disse un altro con voce molto calma "nonostante anche io muoia dalla voglia di sapere cosa stia succedendo, non possiamo fare niente noi. Non abbiamo ancora la licenza e se dovessimo commettere un altro errore potremmo dimenticarci di diventare degli Hero un giorno."

"Ma tuo padre è lì Todoroki!" ribattè il ragazzo indicando con entrambe le mani lo schermo.

"E noi purtroppo siamo qui, Kirishima." concluse alzandosi dal divano e avviandosi verso la cucina.

"Già..." disse sottovoce il ragazzo a cui avevano tappato la bocca prima e che, come Kirishima, avrebbe tanto voluto sapere cosa stava succedendo. Perché All Might era lì? Perché anche il professore Aizawa si era precipitato? Cosa stava succedendo tra quelle montagne e quei boschi e, soprattutto, perché Bakugou non aveva proferito parola? Spostò il suo sguardo verso il compagno seduto accanto a lui in silenzio che con sguardo vitreo perforava lo schermo.

"K...Kacchan?" chiese tremante. L'altro, per tutta risposta, lo fulminò con lo sguardo.

"Riprendiamo con la cronaca, apritemi il collegamento con l'inviato. Hajime ci sei?" domandò nuovamente la giornalista.

"Sì ci sono!" rispose prontamente lui "Purtroppo ancora non siamo riusciti a raggiungere All Might, non sappiamo in che direzione siano andati e non riusciamo a vedere nemmeno le fiamme di Endeavor. Tuttavia c'è però un risvolto interessante-"

"Dicci tutto" incalzò la giornalista.

Hajime annuì "pare che nel luogo dell'esplosione non ci fosse più nessuno. A quanto pare quando siamo arrivati era già troppo tardi ma con la cortina di fumo non siamo riusciti a rendercene conto subito, sono stati gli altri Pro Hero sulla scena ad informare gli altri giornalisti. Tuttavia però qualcuno doveva essere rimasto nascosto e pare sia proprio quel qualcuno a star scappando da All Might e gli altri."

"Adesso si spiega perché Ereaser Head è andato insieme a loro. Bene!" annuì lei "Tienici aggiornati Hajime, noi chiudiamo momentaneamente il collegamento."

- Un'ora prima dell'esplosione -

"Miyuki" una voce roca chiamò da dietro la porta della sua stanza rompendo il silenzio tombale e facendo sobbalzare la ragazza "tuo padre vuole vederti." concluse allontanandosi. Lei rimase immobile sul letto con la coda dell'occhio fissa verso la porta. 

Non voleva andare.

Rimase in silenzio ad ascoltare i passi dell'uomo che l'aveva chiamata e non si mosse finché non fu sicura che si fosse allontanato adeguatamente. Una volta certa, riportò lo sguardo sulle sue mani e rimase di nuovo in quella posizione catatonica.

Dopo un'altra manciata di minuti, qualcun altro bussò, questa volta con più forza della precedente, di nuovo alla sua porta. "Miyuki, a tuo padre non piace attendere." asserì di nuovo la stessa voce roca di prima, questa volta con una punta di fermezza in più rispetto a prima.

"Lo so benissimo" bisbigliò spostando le coperte che le coprivano le gambe e alzandosi dal letto svogliatamente "Dì a mio padre che sto arrivando" rispose poi.

"Che sia una cosa veloce" disse lui allontanandosi nuovamente.

"Sarò più veloce della luce" ribatté infilandosi le scarpe. Una volta allacciate entrambe, tirò le maniche della felpa fino a coprirsi i polsi e aprì la porta della sua stanza rimanendo abbagliata dalle luci bianche che illuminavano l'intero corridoio.

Strinse le braccia e si strofinò le mani a causa del troppo freddo e a testa bassa percorse l'enorme corridoio privo di finestre e colmo di ritratti di suo padre, un uomo con uno sguardo tanto perforante da passarti da parte a parte.

Tirò su il cappuccio. Odiava l'idea di sentirsi osservata nonostante sapesse che quei quadri non potevano davvero seguirla con lo sguardo.

Dopo un'interminabile manciata di minuti, finalmente arrivò davanti l'enorme porta che conduceva alla sala del padre. Una stanza enorme, priva di finestre e con arazzi raffiguranti il simbolo di "Obscurium" colui che un giorno avrebbe ucciso All Might. L'oscurità che avrebbe spento la luce eterna dell'eroe numero uno.

"Sai che odio aspettare" furono le prime parole che uscirono dalla sua bocca. Miyuki alzò lo sguardo. La stanza era quasi completamente al buio, c'erano solo due candele accanto alla seduta del padre che gli illuminavano lievemente la figura.

"Lo so" rispose guardando nella direzione in cui pensava ci fossero i suoi occhi. Era l'unica a non avere paura di farlo nonostante i suoi ritratti la facessero sentire a disagio.

L'uomo cominciò a tamburellare con le dita sui braccioli della sua enorme sedia. "Kinzo mi ha riferito che oggi durante l'allenamento hai quasi ucciso il tuo avversario." le comunicò. Miyuki rimase in silenzio.

"Mi ha anche riferito che hai anche incassato dei colpi, non è così?" Miyuki rimase immobile "Non era niente male come avversario" rispose poi. L'uomo alzò il braccio destro e cominciò a strofinarsi il mento.

"Togliti i vestiti." disse.

Miyuki strinse i denti "Ti ho detto che odio aspettare. Togliti i vestiti Miyuki" tuonò. La ragazza strinse i pugni e continuando a sostenere il suo sguardo iniziò a spogliarsi dei vestiti che stava indossando. Non appena anche l'ultimo capo d'abbigliamento, non contando l'intimo, fu per terra, Obscurium accese tutte le luci della stanza facendo sì che il corpo della figlia fosse ben visibile.

Miyuki rimase immobile, lì a due passi dall'entrata della sala, con gli occhi che bruciavano a causa dello sbalzo d'illuminazione e così rimase anche mentre l'uomo prendeva un enorme specchio che teneva accanto alla sua seduta e glielo posizionò davanti. Lei continuò a mantenere lo sguardo dritto, non vedeva lo specchio, stava cercando di guardare oltre.

"Guardati." le ordinò. Miyuki non lo fece. "Ho detto guardati!" tuonò nuovamente prendendole il volto con la mano destra e obbligandola a guardare il suo riflesso. Odiava il suo corpo perché non era più il suo. Era il corpo che lui aveva scelto di farle avere. 

Sin da quando il suo quirk aveva cominciato a venir fuori suo padre, eterno rivale di All Might, aveva fatto in modo che lei, un giorno, sarebbe diventata così potente da poterlo distruggere. Così, aveva cominciato a farla combattere clandestinamente con persone molto più forti di lei e chi si rifiutava di combattere contro una bambina, veniva fatto fuori. A volte, era stesso lui a combattere contro di lei e di certo, non si risparmiava.

Il corpo di Miyuki negli anni era diventato, come lo chiamava suo padre, un "santuario di formazione" ma lei lo vedeva per quello che era davvero: uno scempio. Era ricoperta di cicatrici in tutto il corpo, ma quelle che la disgustavano di più erano quelle inferte da lui: la prima, inferta dal fuoco che le aveva ustionato parte della pancia, il seno destro e parte della spalla, la seconda, inferta dal fulmine,  l'entrata era sotto la gabbia toracica e si irradiava in quasi tutta la pancia mentre l'uscita le attraversava il centro delle scapole, la terza, inferta dal ghiaccio le aveva squarciato la parte superiore del braccio sinistro e l'ultima, inferta dal vento, le aveva aperto, come fossero delle lame, quasi tutto il lato destro della coscia destra. Il resto del corpo invece era sempre ricoperto da lividi e altre cicatrici minori che le erano state provocate dai continui combattimenti che doveva affrontare e che, ultimamente, le servivano solo come da allenamento. Le uniche parti che né lui né gli altri avevano mai avuto il permesso di colpire, per suo ordine, erano le mani, i piedi e il viso a partire dal collo: le uniche zone che Miyuki non poteva coprire senza che qualcuno cominciasse a fare domande.

Questo era il suo corpo da ormai undici anni.

"Non ho lavorato per undici anni alla tua formazione per fare in modo che un essere inutile possa andare in giro a vantarsi di aver sconfitto la figlia di Obscurium!" strinse la mano attorno alla sua mandibola.

"Anni e anni di formazione, guarda il tuo corpo, è il simbolo di una persona invincibile!" le urlò nell'orecchio "Io non accetterò un'altra volta che tu ti faccia muovere dalla pietà e permetta a chiunque altro di sconfiggerti hai capito?!" continuò.

Miyuki rimase in silenzio ma dentro di lei cominciava a ribollirle il sangue. L'uomo girò dietro di lei e le prese i capelli con la mano destra per poi tirarle la testa all'indietro "Tu sei nata con il solo scopo di sconfiggere All Might. Non ho unito il mio quirk ad una persona in grado di usare il fulmine per far sì che mia figlia si faccia battere da qualcuno che muove la terra!" le posò la mano sinistra sulla spalla sinistra "Tu sei nata con lo scopo di distruggere All Might" ripeté stringendogliela "non ti lascerò fallire per colpa dei tuoi stupidi sentimenti" proseguì abbassando la voce mentre la punta delle sue dita cominciavano a diventare sempre più calde.

Lo stava facendo di nuovo e questa volta non durante un combattimento: la stava marchiando ancora. Miyuki rimase immobile, la rabbia dentro di lei continuava a crescere. Lei non era un suo burattino, lo aveva lasciato agire indisturbato per anni. Gli aveva fatto distruggere il suo corpo, aveva ucciso sua madre quando lei aveva provato a fermarlo, l'aveva annullata completamente chiudendola dentro una stanza buia senza mai farle avere contatti con il mondo esterno. No, lei con ci stava più.

Mentre le dita Obscurium continuavano a diventare sempre più calde e lui continuava a parlare di onore e di ciò che lei avrebbe dovuto fare, le sue orecchie cominciarono a fischiare, fino a rendere il suono completamente ovattato. Sentiva che ciò che le ribolliva dentro non era sangue, era il suo quirk.

Dalla punta dei piedi cominciò a risalire fino alla punta dei capelli un fremito, Miyuki sentì qualcosa di nuovo attraversarla completamente: non erano i quattro elementi che controllava singolarmente, era come se si stessero fondendo insieme. Sentì il fuoco ardere ed esplodere insieme al fulmine e il ghiaccio vorticare insieme all'aria.

I suoi occhi cominciarono a lacrimare per il dolore delle fiamme sulla sua spalla ma più sentiva dolore più il suo quirk prendeva piede dentro di lei finché, quando Obscurium fu in procinto di aumentare la potenza del fuoco, Miyuki alzò il braccio sinistro e, prima che lui potesse accorgersene, gli premette la mano sulla faccia e fece esplodere fuoco e fulmine.

Obscurium venne scaraventato contro la parete e quando riuscì a rimettersi in piedi ciò che gli si presentò di fronte fu qualcosa che da un lato lo spaventò ma dall'altro lo rese molto fiero. Miyuki era di fronte a lui, il suo corpo non aveva più il colorito candido di sempre, nonostante le cicatrici, stava vibrando di rosso e giallo mentre i suoi occhi erano diventati completamente bianchi.

"Guardati Miyuki, sei diventata esattamente come volevo. Adesso potrai sconfiggere All M-" prima che potesse finire la frase, Miyuki gli si lanciò addosso e lo colpì allo stomaco con gancio destro con cui scaricò un'esplosione di ghiaccio che tagliò la pelle di Obscurium.

"Io non diventerò mai come te" disse lei con una voce che non sembrava la sua prima di afferrarlo per la giacca con la mano sinistra e scagliarlo contro la porta. Obscurium non ebbe nemmeno il tempo di rimettersi in piedi che Miyuki gli era di nuovo addosso. Gli tirò un calcio con la gamba sinistra dandosi velocità con un esplosione di fuoco fatta partire dal piede e una volta schiantatosi contro la parete opposta, lo riprese con entrambe le mani e lo scaraventò per terra.

"Io..." l'uomo rimase immobile sotto la presa della figlia. Non aveva mai visto una cosa del genere. Durante gli allenamenti non aveva mai mostrato una forza e un quirk così disumano. Da dove veniva tutto quel potere, come faceva a controllarlo? Rimase lì, con la testa piena di sangue e la ferita sul fianco che continuava a sanguinare quasi meravigliato dalla forza che la figlia aveva dentro di sé. Sarebbe diventata uno dei villain più forti e avrebbe cancellato dalla faccia della terra All Might, ne era sicuro.

"Io, voglio diventare un Hero!" urlò lei con tutta la forza che aveva in corpo. Obscurium sgranò gli occhi. Non aveva capito niente. Lei non gli stava dimostrando il suo potere, lei voleva ucciderlo. Purtroppo però, lui aveva perso troppo tempo nel vantarsi di ciò che era riuscito a creare per capire le reali intenzioni di Miyuki e ormai, non gli restava altro che subirne le conseguenze. 

Miyuki sentì come un ruggito dentro di lei, il suo quirk stava per esplodere. Non aveva mai provato una sensazione del genere e pensò che da lì a poco sarebbe morta. L'unica cosa a darle la forza di continuare fu il fatto che, se sarebbe morta, avrebbe portato con se suo padre. Strinse quindi i pugni ancora di più e lasciò che il suo potere prendesse il sopravvento. In una manciata di secondi una scarica elettrica cominciò a premerle sullo stomaco, era come se qualcosa volesse perforarle la pelle. Le sue cicatrici cominciarono ad illuminarsi, tutte e quattro contemporaneamente. 

Miyuki lasciò che il suo corpo perdesse il controllo e subito dopo, ci fu un'esplosione.

Quando Miyuki riaprì gli occhi, le orecchie continuavano a fischiarle. Pensò di essere morta e per un secondo ci credette anche. Tuttavia però era viva e si trovava a qualche metro di distanza da un enorme cratere.

Rimase immobile, stesa sul prato per un paio di minuti. Sentiva la testa scoppiarle e la sua vista era annebbiata. Cos'era successo? L'ultima cosa che ricordava era suo padre che le stringeva la spalla.

Una fitta proprio su quella spalla le fece fare una smorfia di dolore. Cercò di mettersi seduta ma le sue braccia sembravano non avere muscoli. Era completamente paralizzata dal dolore. Poi, qualcosa le si accese nel cervello.

Se lei era ancora viva allora doveva esserlo anche suo padre. Improvvisamente l'istinto di sopravvivenza prese il sopravvento sul dolore e con la pochissima forza che le rimaneva in corpo si mise in piedi. Fu come essere perforata da mille spade.

Si aggrappò al primo albero che vide e si guardò indietro. Non c'era più niente. La sua casa, l'edificio in cui aveva vissuto fino a quel momento, era sparito. Al suo posto ormai c'era solo un enorme cratere. Era stata lei a fare esplodere tutto? No. Non era possibile. Che fine avevano fatto tutti gli altri? Li aveva uccisi? Suo padre dov'era? La stava cercando? Se l'avesse trovata l'avrebbe uccisa di sicuro. 

"Io voglio diventare un Hero!" risuonò nella sua testa facendole aumentare il dolore. Doveva scappare, non poteva rimanere lì. Poi qualcosa catturò la sua attenzione.

"Giornalisti?" pensò e si nascose. Non erano mai arrivati fin lì, allora l'esplosione l'aveva sentita chiunque. Il cuore di Miyuki cominciò a battere ancora più forte, sarebbero arrivati i Pro Hero e l'avrebbero uccisa pensando fosse un villain. Si paralizzò. Non poteva finire così, non dopo quello che aveva fatto.

Prima di riuscire a muovere un passo però, sulla sua testa una luce rosso fuoco illuminò la zona attorno a lei per poi fermarsi al centro del cratere: era Endeavor e insieme a lui c'era anche All Might. Li osservò per qualche minuto, poi, decise di fuggire. Non le avrebbero dato scampo.

A causa del dolore però la sua fuga non fu di certo come se l'era aspettata, fu più una zoppicata in cerca di salvezza. Continuò a zoppicare tra i boschi per chissà quanti minuti finché in lontananza non iniziò a vedere le luci della città.

"Bene..." pensò "qui in città non possono uccidermi, non davanti a tutti almeno". Continuò ad arrancare per le vie della città cercando di dare il meno nell'occhio possibile e, quando stremata non riuscì a reggersi più in piedi, s'infilò in un vicolo e si sedette accanto a dei secchi dell'immondizia. Aveva le gambe completamente distrutte e le braccia quasi non le sentiva più. Appoggiò la testa contro il muro e cominciò a fare dei respiri profondi cercando di calmarsi e di riprendere le forze tuttavia però, il suo cervello non collaborava.

Continuava a cercare di ricordare cosa fosse successo qualche momento prima. Come poteva aver distrutto casa sua, ne era davvero in grado? Si guardò le mani e per la prima volta vide delle bruciature sui suoi palmi.

"Cos'ho fatto?" bisbigliò con gli occhi che le si riempivano di lacrime. Pochi secondi dopo, sentì qualcuno urlare dall'altro lato del vicolo "Ma quello è All Might!"

Miyuki si alzò di scatto e a causa del dolore perse il fiato e l'equilibrio. Non poteva rimanere lì. Si rimise in piedi e si fece forza appoggiandosi al muro e strisciando verso la parte opposta da cui aveva sentito le voci. Continuò a camminare lungo il vicolo buio per qualche metro e pensò si sforzarsi ancora un'ultima volta per fare uno scatto lontano. "Forse riesco ancora ad usare il fuoco" disse fra sé e sé prima di arrivare alla fine. 

Fece un lungo respiro profondo e sicura di avere ancora un po' di quirk in circolazione saltò in avanti spingendo per attivare il quirk ma, non funzionò. Si era bloccato.

Miyuki cadde a terra, stremata. Il suo quirk non aveva funzionato eppure aveva sentito del fuoco all'altezza dei suoi piedi. Perché non era uscito?

"L'abbiamo trovata All Might" disse una voce con tono tranquillo. Miyuki si sentì morire. L'avevano presa. L'avevano vista nel bosco. Perché l'avevano lasciata scappare? Avevano visto cos'era stata in grado di fare eppure non l'avevano fermata subito. L'avevano illusa di avere una via di scampo e lei c'era cascata in pieno.

"Per fortuna abbiamo fatto in fretta, chissà dove sarebbe potuta arrivare" Miyuki trasalì, era la voce di Endeavor. Sapeva che era la sua, l'aveva sentita più volte in tv.

"Vi... vi prego-" disse alzando la testa con gli occhi che cominciavano a riempirsi di lacrime "non fatemi del male..." i tre uomini la guardarono confusi "Io... Io voglio essere un Hero!" urlò con le ultime forze che aveva in corpo prima di perdere i sensi.

   
 
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