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Autore: sweetnight87    12/12/2020    3 recensioni
Killian aveva sempre desiderato una famiglia, ma mai avrebbe immaginato che il suo più grande desiderio venisse esaudito.
La sua esperienza da padre aveva avuto inizio con Henry. Ovviamente non voleva prendere il posto di Neal, ma era stato vicino al ragazzo e tra i due si era creato un legame profondo e sincero.
Poi era arrivata Hope e poco dopo Leila
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Hope Jones, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Se anni a dietro avessero detto a Emma che sarebbe diventata moglie e di nuovo madre, sarebbe prima scoppiata in una fragorosa risata, poi  avrebbe lasciato cadere il discorso e cercato di nascondere il dolore che in tutti quegli anni  l’aveva accompagnata. Era cresciuta sola, non aveva mai avuto il calore di una famiglia. Appena nata era stata abbandonata e aveva  lasciato a sua volta Henry appena nato.

Il destino per lei aveva avuto dei piani ben precisi. Ciò di cui era stata privata le sarebbe stato restituito, ma lei questo a quei tempi non poteva ancora saperlo.

Aveva ritrovato Henry, il suo bambino.

O meglio lui aveva ritrovato la sua mamma e l’aveva portata anche dalla sua famiglia.

Quella famiglia che Emma aveva sempre cercato, anche solo per chiedere loro il perché non l’avevano tenuta.

Il destino toglie, il destino restituisce.

Emma può testimoniarlo. Ha dovuto aspettare, adesso però è felice.

Ha i suoi genitori e un fratello, i suoi figli e un marito.

Hope la loro primogenita ha già compiuto dieci anni. Incredibile come passi in fretta il tempo.

 

Un anno dopo ecco che le parole di Killian a Neal diventano reali.

“Tranquillo Neal, ti prometto che avrai anche un nipotino tra qualche anno”

Uniche note da fare alla previsione di Killian, la velocità con cui un nuovo membro della famiglia stava per arrivare e il sesso del nascituro, era un’altra piccola principessina, per la gioia di nonno David. Nove mesi dopo ecco fare il suo ingresso in famiglia a Leila Swan Jones.

I coniugi Jones o meglio Killian aveva sempre desiderato una famiglia, ma mai avrebbe immaginato che il suo più grande desiderio venisse esaudito.

La sua esperienza da padre aveva avuto inizio  con Henry. Ovviamente non voleva prendere il posto di Neal, ma era stato vicino al ragazzo e tra i due si era creato un legame profondo e sincero.

Poi era arrivata Hope e poco dopo Leila. Era così felice che quasi non credeva di meritarla tutta quella felicità, nonostante fosse sinceramente cambiato grazie all’amore per la sua  Emma.

Aveva cambiato anche lei, era riuscito a fare emergere sempre più il lato materno della sua bellissima moglie e avevano deciso che dopo Leila, quando la piccola fosse cresciuta un po’ avrebbero ingrandito ancora una volta la famiglia.

Emma anche in quella circostanza era rimasta incinta prima del previsto

“Killian, ci sta sfuggendo di mano questa cosa di allargare la famiglia!”

Suo marito l’aveva guardata negli occhi e aveva sorriso, anche Emma l’aveva fatto e ciò aveva confermato a Killian che un altro bimbo fosse in arrivo.

Alla prima visita di controllo avevano fatto una scoperta sensazionale, avrebbero avuto dei gemelli.

La gioia e la  paura si erano impossessati ben presto però di loro... 

“Love, non sarà così diverso da quando a un anno di distanza da Hope è arrivata la piccola terrorista di Leila”

Emma sapeva che in fondo suo marito non aveva tutti i torti, così dopo lo shock iniziale tutto era tornato sereno. I preparativi per la stanza delle gemelle erano stati avviati nonostante ancora alla nascita mancassero cinque mesi.

Una notte però qualcosa frantuma la gioia di tutta la famiglia.

Emma con la magia si teletrasporta in ospedale. Nel cuore della notte si era svegliata tra dolori lancinanti e in una pozza di sangue.

Nonostante tutti i tentativi fatti da Whale, le piccole non ce la fanno.

Il dolore per quella perdita segna profondamente tutta la famiglia.

La stanza destinata alle bambine viene chiusa a chiave per non essere mai più riaperta.

Da quel giorno sono passati otto anni.

Un giorno mentre Hope e Leila sono momentaneamente sole a casa, la più piccola da sempre incuriosita dalla porta chiusa accanto alla sua stanza, si sottrae al controllo della sorella e  di soppiatto  si dirige verso quella porta che tanto ha sempre destato il suo interesse e con un gesto della mano ecco che la porta magicamente si apre.

Pochi raggi di sole filtrano dalla finestra.

La bimba  si addentra alla ricerca di un’interruttore e quando finalmente la luce artificiale illumina la stanza la piccola resta senza parole. Si guarda attorno confusa, le pareti hanno tante pennellate diverse di rosa, una culla è rovesciata per terra, l’altra per metà ancora smontata.

Proprio quando sta per prendere in mano un peluches la voce piuttosto arrabbiata della sua mamma la fa sobbalzare.

“Leila Eva Swan Jones! Come hai fatto a entrare qui dentro? Chi ti ha dato il permesso?”

“Mammina, ma di chi è questa stanza? Perché la porta è sempre stata chiusa?”

“Leila Eva Swan Jones, esci immediatamente da questa stanza e vai in camera tua! Sei in punizione!”

Emma si era sentita immediatamente in colpa per quanto successo con la piccola, ma il dolore di quella perdita era ancora troppo forte per poterne anche solo parlare.

Killian una volta rientrato a casa nota subito che qualcosa non va’. Ad accoglierlo c’è solo Hope.

di Emma e Leila nessuna traccia. Le sue donne di solito quando rientra a casa gli vanno incontro, accolgono il suo rientro con abbracci e baci, questa volta però qualcosa non torna.

Decide che deve indagare, il suo sesto senso di pirata lo porta nella stanza di Leila per prima.

Quando dopo aver bussato la sua principessa non risponde entra e la trova raggomitolata sul letto, le lacrime scendono silenziose.

“Piccolina di papà che succede? Chi devo appendere all’albero maestro della Jolly?”

Ma  niente scalfisce la tristezza sul volto della sua bambina.

“Leila, non fare preoccupare il tuo papà, dimmi ti prego cosa ti succede”

La piccolina tira su con il naso, si volta verso il suo papà ma ancora non proferisce parola.

Killian inizia a preoccuparsi sempre più. Perché Emma non è con lei? Perché non sta confortando la loro bambina?

“Amore di papà, ma dov’è mamma? Perché non è qui con te a consolarti?”

“Mi... Mi... Mi ha fatto piangere mamma!”

Leila scoppia a piangere ancora più forte, Killian a quel punto si gratta confuso dietro l’orecchio, è molto confuso. Vuole e deve capirne di più, non gli resta altro da fare che cercare Emma.

“Leila, ascoltami adesso ci pensa il tuo papà!”

La piccola tira sù con il naso e annuisce, ma è visibilmente ancora tanto triste.

-Emma, Emma! Cos’è successo?- 

Non riesce a smettere di pensare a cosa possa essere successo, poi la luce che filtra da sotto la porta, la porta di quella stanza.

 

Improvvisamente tutto gli è chiaro. Leila la curiosona di casa deve aver scoperto il segreto di quella stanza quando ancora Emma non era pronta a parlarne nonostante il tempo trascorso da quella dolorosa vicenda.

D’altronde era stato il motivo per cui non avevano più ingrandito la famiglia. Superare quell’immenso dolore era stato pressoché impossibile, la prova era la reazione seppur non voluta di Emma quando la piccola Leila incuriosita da quella porta perennemente chiusa l’aveva aperta.

Vedere Emma seduta a terra, spalle al muro, rannicchiata in un abbraccio che conteneva tutto il dolore di quella perdita con in mano gli orsetti che avevano scelto per le loro bambine era devastante.

Non l’aveva nemmeno sentito entrare. Al tocco di Killian sul braccio era sobbalzata.

“Ho fatto una cosa bruttissima!” 

Erano state le sue uniche parole, senza nemmeno guardare in faccia suo marito. 

“Love, non è nulla di così irreparabile. Parla con Leila. Parla con le ragazze, loro capiranno”

Emma finalmente aveva deciso di guardare suo marito negli occhi.

“Sono stata una pessima mamma!”

“Love,  non dirlo nemmeno per scherzo”

Killian le solleva il viso e la guarda, di nuovo occhi negli occhi.

“Emma, è un dolore che non abbiamo mai veramente superato. Sempre ammesso che lo si superi mai veramente. Non abbiamo mai più parlato d’ingrandire la famiglia. Non abbiamo cambiato nulla in questa stanza. Abbiamo chiuso tutto il nostro dolore qui dentro e io credo che dovremmo lasciare andare via questo dolore, le gemelle saranno sempre qui con noi” Dice indicando il cuore

Emma, sapeva che suo marito, il suo saggio pirata aveva ragione e nonostante  non amasse  mostrarsi debole, quel giorno pianse a lungo tra le sue braccia.

Leila quella sera aveva deciso di non scendere a cena. Emma che conosceva bene la sua bambina non vedendola al solito orario in cucina per preparare con lei come tutte le sere, capì che la piccola era ancora molto scossa per quanto accaduto, doveva quindi fare il primo passo, chiedere scusa e sperare che la bimba potesse capire almeno in parte le sue motivazioni per quella reazione.

Dopo aver bussato a lungo, ma senza aver ricevuto risposta allora decise di entrare.

“Leila, parliamo un attimo?”

Ma la piccola resta in silenzio, ogni tanto tira sù con il nasino. Emma a quel suono si sente ancora più in colpa nei confronti della sua bambina.

Vuole rispettare il dolore della sua piccola principessa, ma le deve delle scuse, così si siede ai piedi del suo lettino e inizia a parlarle.

“Leila, la mamma ti deve delle scuse, non voleva sgridarti ma vedi quella stanza ha una storia particolare. Quella sarebbe dovuta essere la stanza delle tue sorelline, tu saresti stata la loro sorella maggiore, ma loro non sono qui con noi, la mamma è stata male e loro adesso non sono qui con noi.”

Leila aveva ascoltato tutto continuando a tirare sù con il naso. Poi quando Emma stava per andarsene, la piccola l’aveva fermata per la mano e si era lanciata tra le sue braccia. Emma immediatamente la stringe forte a sè “ perdonami principessa di mamma, non volevo reagire in quel modo”

“Scusa mamma, non avrei dovuto aprire quella porta senza il tuo permesso, ma io sono curiosa come babbo”

“Ehi, ehi! Che cosa centro io adesso?” 

Killian era stato in corridoio ad ascoltare, aveva sentito ogni singola parola di Emma.

“Babbo, l’hai detto tu che io sono curiosa come te!”

I tre erano scoppiati a ridere.

Leila aveva ragione, lei era una mini Killian.

“Vai a chiamare tua sorella per la cena, noi arriviamo subito!”

La piccola saltellando come se non fosse successo nulla era corsa da Hope a raccontarle tutto.

“Emma, amore non uccidermi per quanto sto per dirti, ma ho avuto un’idea!”

“Ecco, questo preambolo mi preoccupa!”

Killian aveva alzato gli occhi al cielo, poi si era finto offeso.

“Mammaaaaaaaaaa, Babboooooooooo! Abbiamo fameeeeeeeeeeeee!”

Richiamati ai loro doveri genitoriali l’argomento che Killian voleva affrontare con Emma era stato messo da parte.

Era trascorso qualche giorno quando improvvisamente era stata Emma a tornare a quel qualcosa di  non detto di cui Killian le voleva parlare.

“Sbaglio o volevi dirmi qualcosa giorni fa!”

“Love, lascia perdere, era un’idea assurda...”

Emma l’aveva guardato dritto negli occhi. Il suo sguardo era quello di chi non ammetteva ma, voleva sapere di cosa si trattasse anche se poteva essere assurdo.

“No, Emma davvero! Era qualcosa per cui non siamo pronti.”

Le parole di Killian, avevano lasciato un attimo perplessa Emma, ma pochi istanti dopo aveva capito, non ne era certa ma sentiva in cuor suo che la supposizione poteva essere esatta.

“Riguarda la stanza delle gemelle?”

Killian aveva annuito in silenzio.

“Pensi che dovremmo provare ad andare avanti! Hai ragione, ma io non me la sento di rimanere di nuovo incinta. Vivrei con la paura che accada di nuovo quello che abbiamo passato e mi sembrerebbe di rimpiazzare le nostre piccoline”

“Emma, Emma amore. Prendi fiato... Io ho un’altra idea in mente.”

Tutto avrebbe immaginato meno quello che stava per rivelarle suo marito.

“Ho fatto delle ricerche con quell’aggeggio infernale che chiamate computer e grazie a Belle ho trovato la casa famiglia in cui sei stata portata quando ti hanno trovato sul ciglio della strada e lì ci sono due bambine che sono rimaste orfane a causa di un’incidente stradale”

Emma non gli diede nemmeno il tempo, aveva capito. In un attimo un bacio passionale prende il posto delle parole.

Hope e Leila che in quel momento si trovano a passare dal salotto reagiscono in modo diverso a quel bacio

“Bleah!” La piccola mostra la sua avversione a quel bacio

“Che schifo! Io non voglio un fidanzato!”

Killian soddisfatto da quelle affermazioni sorride di gusto, ma poco dopo cambia completamente espressione all’affermazione di Hope “ come siete romanticiiiiiiii! Non vedo l’ora di avere un fidanzato pure io”

Per poco Killian non rischia l’infarto, ovviamente Emma non può non ridere di quella reazione.

Povere bimbe e poveri futuri pretendenti delle loro bambine. Non vorrebbe essere nei panni di quei poveri fidanzati.

 

 

Dopo cena prima della classica serata film in famiglia del venerdì sera, Emma decide di parlare con le bambine.

“Hope, Leila, la mamma e  il papà non vi hanno mai parlato delle vostre sorelline perché non era facile, per questo la loro stanza è sempre stata chiusa”

Le bimbe ascoltano in silenzio fino a quando Henry, il loro fratellone adorato non fa il suo ingresso in casa.

Era stato Killian a chiamarlo per presenziare alla riunione di famiglia.

Emma stringe la mano di Killian nella sua, è grata a suo marito. Killian ricambia la stretta e le da’ un veloce bacio a fior di labbra.

“Henry, Henry, tu sapevi delle sorelline?”

Il loro fratellone guarda la loro mamma, Emma annuisce e solo a quel punto risponde alle piccole di casa.

“Si bimbe, lo sapevo.”

Le piccole si sentono un po’ tristi a quella rivelazione, a nessuno dei presenti sfugge il loro visetto che si è rattristato.

“Principesse di papà, eravate piccole, solo per questo non ve l’abbiamo detto. Adesso che siete più grandi ne stiamo parlando anche con voi e abbiamo da chiedervi una cosa”

“Una cosa?”

“Che cosa?” 

Hope e Leila improvvisamente super curiose avevano già dimenticato il motivo per cui fino a qualche attimo prima erano tristi.

“Allora la riunione di famiglia ha uno scopo, siete curiose immagino quindi arrivo subito al punto. Mamma e papà vorrebbero che la stanza delle vostre sorelline non rimanga più vuota. Vorreste delle sorelline?”

Henry sbigottito da quella rivelazione riesce solo a ripetere come un pappagallo “sorelline?”

Killian annuisce, “la scatola magica di Belle ha fatto una delle sue magie”

“Killian, quella che tu chiami scatola magica è sempre un computer eh!”

Henry si diverte un mondo a prendere in giro il suo patrigno

“Hai ragione ragazzo, hai ragione! Ma è un nome insignificante e poco adatto per quell’aggeggio”

Emma rideva divertita. Suo marito nonostante si dicesse uomo del futuro continua a faticare ad adattarsi a quel mondo sotto alcuni aspetti.

“Comunque se avete finito di prendere in giro questo affascinante pirata, vi spiego la mia idea.” Killian si fingeva offeso per quelle prese in giro, lo scopo era ottenere un bacio da Emma, ma lei fece finta di non capire invitandolo a riprendere il discorso.

“Siamo tutti orecchi, procedi pure Killian”

Emma ed Henry nonostante tentassero di essere seri continuavano a prendere un po’ in giro Killian.

“Allora, nella casa famiglia in cui Emma è stata portata quando era appena nata hanno portato due sorelline, una di due anni e una di sei mesi che sono rimaste orfane a seguito di un’incidente automobilistico dei genitori. Ho pensato che potremmo adottarle.”

Gli occhi di Emma erano lucidi, Hope e Leila saltavano per il salotto e Henry annuiva, era anche lui emozionato all’idea di dare una famiglia alle due bimbe sfortunate.

 

Quella sera prendere sonno era stato difficile per tutti. L’emozione regnava sovrana nei cuori di tutti. Prima Hope e poco dopo Leila avevano raggiunto nel lettone mamma e papà.

Emma e Killian nel metterle a letto avevano faticato più del solito, un po’ lo sospettavano che l’eccitazione portata da quella notizia avrebbe creato un po’ di scompiglio nella routine serale.

“Mamma quando andiamo dalle nostre sorelline? Quando le portiamo a casa?” Leila era già impaziente, Hope lasciava parlare la sorella, era la piccola quella più determinata, quella senza freni inibitori.

Ma si leggeva chiaramente negli occhi di entrambe la gioia per le new entry in famiglia.

“Piccole, dobbiamo prima sbrigare una serie di pratiche burocratiche, poi le andremo a prendere le vostre sorelline.”

Killian sorrideva di tutta quell’impazienza delle sue bambine, ma in fondo anche lui non vedeva l’ora di portare a casa le piccole.

“ E non si può non fare tutte queste cose noiose? Non possiamo già andarle a prendere?”

Leila aveva insistito, non voleva proprio aspettare.

Stava per intervenire, ma Hope interviene “ se papà ha detto che dobbiamo aspettare, dobbiamo aspettare da brave. Papà non mente mai”

Leila per tutta risposta fa la linguaccia alla sua giudiziosa sorella maggiore ma viene presto rimproverata da Emma.

“Signorina, non si fanno le linguacce, lo sai.”

“Scusa mammina!” Leila era una piccola furbetta, sapeva sempre fare ammenda e rigirare a suo piacimento i suoi genitori. Era tutta Killian in questo.

 

Non c’era giorno in cui le piccole non chiedessero se fosse il momento di andare a prendere le sorelline.

Emma e Killian pazientemente le aggiornavano su come tutto si sarebbe svolto passo dopo passo, ma ciò non bastava a trattenere la loro impazienza.

Emma ormai è una bravissima mamma. Se solo chiude gli occhi e ripensa al passato le sembra impossibile tutto ciò che ha adesso. L’enorme cambiamento che ha avuto la sua vita. È riuscita a vincere anche la battaglia con i pannolini, quella che più aveva temuto quando aveva scoperto di aspettare Hope.

Certo adesso avrebbe ricominciato con pappe e pannolini, ma era pronta a quella sfida. Ormai era una campionessa. Nonostante il tempo passato in stand by avrebbe potuto battere Killian ad occhi chiusi e l’avrebbe sfidato ancora una volta.

Emma e Killian si erano raccomandati con le bimbe di mantenere il segreto, avrebbero fatto una super sorpresa alla famiglia.

Intanto in attesa del primo step: la fase della burocrazia, la famiglia aveva iniziato a sistemare la cameretta.

Emma voleva rivoluzionare ogni cosa, comprare mobili nuovi e conservare quelli acquistati ma mai usati dalle gemelle, ma Killian l’aveva convinta a lasciarli. Doveva essere un modo per andare avanti ma ricordare le gemelle.

Emma aveva ragionato sulla faccenda e aveva dovuto concordare con Killian.

Nessuno avrebbe mai preso il posto o dimenticato le gemelle. Solo dopo quel momento delicato i lavori alla stanza erano ripresi. 

Le pareti erano state nuovamente pitturate, i colori erano rimasti gli stessi scelti inizialmente: per le pareti laterali: glicine, per quelle frontali: lilla.

Ogni cosa che era stata a prendere polvere aveva ripreso vita. 

La stanza aveva ritrovato il suo antico splendore.

L’attesa era sembrata interminabile alle piccole Hope e Leila. 

Dopo numerose visite a Boston da parte di Emma e Killian per conoscere e instaurare un legame con le bambine e le visite fatte a casa Swan Jones dall’assistente sociale tutto era finalmente pronto per il grande arrivo.

Emma può finalmente iniziare a rilassarsi, era stato un periodo ricco di ansie e paure, non solo, anche stressante, fare entrare persone provenienti al di fuori del loro mondo comportava sempre un margine di rischio.

Il mondo normale non era pronto a Storybrooke. Per fortuna tutto era andato fin troppo bene.

Nessun intoppo aveva fatto capolino quei giorni in città, la curiosità degli abitanti quella però non era mancata, tutti proprio tutti  avevano fatto le proprie congetture e queste erano arrivate alle orecchie di Snow e David. I due incuriositi avevano chiesto spiegazioni sia a Killian che a Emma e si erano sentiti rispondere da entrambi allo stesso modo” a tempo debito, a tempo debito...”

Non soddisfatti avevano provato a saperne di più dalle loro nipotine, anche loro però avevano risposto allo stesso modo dei genitori, spiazzando completamente i nonni. Non erano riusciti in alcun modo a cavare un ragno dal buco, neanche promettendo giocattoli, su giocattoli.

 

A prendere le piccole era andata l’intera famiglia, Henry compreso.

Il maggiolino per l’occasione con la magia era stato trasformato in una capiente auto ed era strano per la famiglia essere a bordo del vecchio e fidato veicolo che aveva però sembianze nuove.

“Mamma, mamma, quindi oggi finalmente Alice ed Elionor vengono a casa con noi e potremo farle conoscere ai nonni?”

Leila era impaziente di dire a tutti delle sorelline e che adesso era sorella maggiore.

Emma sorrise e annui, “si, si! Verranno finalmente a casa con noi e potrai dire tutto ai tuoi amici e ai nonni”

Hope sorrideva in silenzio, era come Emma, molto introversa. Ma era anche lei entusiasta.

“Principessa, non sei contenta?” Killian incrociando lo sguardo della sua primogenita dallo specchietto retrovisore voleva assicurarsi che andasse tutto bene.

“Sono molto contenta, ma come spiegheremo loro della magia e di tutte le cose strane che succedono nella nostra città?”

“Hope, amore, ci penseremo io e mamma. Tranquilla! Il tuo compito da sorella maggiore sarà quello di giocare con loro e insegnargli le monellerie”

Emma aveva fulminato Killian con lo sguardo, non tanto per Hope, ma per Leila, la piccola era famosa per le sue monellerie.

“Quindi anch’io in quanto sorella maggiore dovrò insegnare loro le monellerie come andare da nonno David per ottenere quello che vogliono a cui voi dite no!” 

Emma diede una gomitata a Killian, come volevasi dimostrare la piccola di casa che a breve sarebbe stata la sorella maggiore aveva preso alla lettera il suggerimento del suo adorato papà.

 

Giunti alla casa famiglia le piccole aspettavano all’ingresso in compagnia dell’assistente sociale che aveva curato la pratica di adozione. Per un attimo Emma si rivide al loro posto, solo che lei non era mai stata fortunata come Alice ed Elionor. Lei non l’avevano mai voluta. Mai scelta.

A Killian era bastato un semplice sguardo per intutore i pensieri della sua adorata moglie e in silenzio le aveva preso la mano e l’aveva intrecciata nella sua.

Hope e Leila si erano avvicinate alla piccola Alice e le avevano dato il loro regalo: un peluches di un unicorno, la piccola aveva sorriso e stretto forte a sè il suo regalo

Emma e Killian invece si erano avvicinati per prendere dalle braccia della giovane assistente sociale la piccola Elionor.

Emma si era tirata indietro, aveva letto nello sguardo di Killian il desiderio di prenderla tra 

le braccia, stessa cosa aveva fatto Killian dopo essersi reso conto che anche Emma non vedeva l’ora di prendere la piccola.

“Prendila tu love!”

“No, no! Tranquillo! Prendila tu!”

Emma gli aveva sorriso rassicurandolo “non mancheranno certo le occasioni per cullarla e prenderla tra le braccia da questo momento in poi”

Killian le aveva dato un bacio a fior di labbra e poi aveva preso Elionor.

Intanto Henry, Hope, Leila e Alice stavano già facendo amicizia.

Emma osservava le nuove dinamiche e i nuovi legami che si stavano creando e non poteva che esserne felice. Uno sguardo verso l’alto, un pensiero alle sue piccole, loro sarebbero state sempre nel suo cuore, per sempre parte della famiglia.

Quel giorno sarebbe entrato nella storia, Emma ne era sicura.

Sulla strada del ritorno aveva mandato un messaggio ai membri della famiglia, una foto delle due new entry in casa Swan Jones.

Da Zelena, a  Snow e David, a Regina ognuno era rimasto sgomento, felice ma stupefatto.

Erano tutti perfettamente consapevoli di quale duro colpo fosse stato per Emma e Killian perdere le gemelle e per quanto facessero di tutto per mostrarsi sereni, per far vedere che avessero imparato a convivere con quel dolore la famiglia sapeva che non era del tutto vero, quindi scoprire che avevano intrapreso un percorso di adozione li rasserenava certo, ma allo stesso tempo erano stupefatti.

“Domani pranzo di famiglia. Per questa sera vi lasciamo tranquilli, sarete sicuramente stanchi, ma domani vogliamo conoscere le nostre nipotine”

Snow era emozionata e non vedeva l’ora di abbracciare le piccole. Il suo messaggio però non era passato inosservato. Era davvero Snow a scrivere? 

“Snow, sei sicura di stare bene? David per favore accertati che sia in sè”

Il messaggio di Zelena aveva suscitato le risate di tutto il gruppo famiglia.

“In effetti Zelena ha ragione, come mai non hai iniziato già i preparativi per una cena, anzi un ballo per presentare i nuovi membri della famiglia al regno? Anzi, come mai non sei già a casa di Emma ad attenderli?”

Regina aveva proseguito sulla strada intrapresa da Zelena.

“Siete tutti molto divertenti, davvero! Non sono mica così invadente!”

Snow aveva anche inviato una miriade di emoticons che facevano la linguaccia.

Emoticon su emoticon con la linguaccia erano arrivate nella chat di famiglia.

Emma rideva nel leggere i messaggi che si susseguivano

“D’accordo mamma, a domani! Piuttosto papà, domani ci alzeremo più tardi, non c’è bisogno che vieni a preparare i pancakes”

Altre risate avevano invaso la chat di famiglia.

 

Intanto finalmente sul vialetto di casa Emma si era accorta che Leila si era addormentata, la macchina le faceva sempre quell’effetto.

Henry prese in braccio la sorellina, Hope invece mano nelle mano con Alice una volta scese dalla macchina aveva in programma di fare un giro della casa.

Killian con in braccio Elionor aspettava Emma per entrare tutti e tre insieme in casa.

Da quel momento una nuova routine familiare aveva inizio.

Sfiniti ma felici, Emma e Killian erano a letto. Tutto era andato bene, fin troppo secondo Emma.

“Forse avevi ragione Killian, forse ero preoccupata inutilmente.”

Un leggero bacio sulle labbra dell’uomo che era riuscito a smantellare pezzo dopo pezzo la sua armatura.

“Modestamente, io ho sempre ragione!”

Un pizzicotto ben assestato da parte di Emma sull’avambraccio di Killian e la faccia da lacrime di coccodrillo per un pizzicotto che non l’aveva minimamente scalfito.

“Andiamo, vieni con me!”

Emma segue Killian, la porta della stanza di Alice ed Elionor si apre e non possono non sorridere nel vedere che Hope e Leila hanno raggiunto le sorelle.

Alice dorme abbracciata a Leila, Hope invece ha vicino a sè Elionor circondata dai cuscini come faceva Emma quando Hope voleva dormire con Leila.

Le bambine dormivano serene. Li attende una giornata lunga e intensa tra qualche ora, così anche Emma e Killian  tornano nel loro letto e come sempre si scambiano un bacio, si stringono in un caldo abbraccio per lasciarsi trasportare da Morfeo nel mondo dei sogni.

“Buona notte, love!”

“Buona notte, Killian”

 

Fine.

 

  
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