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Autore: Sia_    13/12/2020    15 recensioni
“Lo sai com’è casa durante le feste” spiega, appoggiandosi allo stipite della porta, mentre Fred fa scivolare via la camicia che ha addosso e scopre la valanga di lentiggini che gli ricopre le spalle, “Troppo piena di gente” insinua, guardando il fratello sparire dentro l’armadio.
“Rumorosa.” Aggiunge questo, non appena il viso sbuca dal colletto di una maglietta grigia.
“E fastidiosamente caotica.” conclude Charlie, affacciandosi alla stanza di Fred con un paio di birre in mano e un largo sorriso, “Detto come l’abbiamo detto, non sembra poi essere così diversa dal solito.”
“No, in effetti no.” gli dà ragione il gemello, incrociando le braccia al petto, “Sempre che tu non ti decida a scrivere qualcosa a qualcuno.”
“Tonks sarebbe il tipo da rendere la Tana ancora più caotica di quanto già non lo sia.” annuisce Bill, rubando una delle due bottiglie dalla mano del fratello di mezzo, “Dovresti invitarla a Natale.”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Weasley, Charlie Weasley, Fred Weasley | Coppie: Bill/Fleur, Charlie/Ninfadora, Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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A un mucchio di persone, perché mi hanno reso quello che sono e dato quello che amo.

Maqry, che ama Charlie e Ninfadora molto più di me.

inzaghina, che è di una dolcezza incredibile. 

VigilanzaCostanza, che è entrata nella mia vita e l'ha colorata. 

Rosmary, perché a lei devo davvero tutto.

Grazie

Dovresti scriverle

 

Dicembre, 1999 

[Scrivile, scemo, è colpa del vino]

All’uscita dell’ultimo cliente, George si lascia cadere a peso morto sul bancone del negozio, “Mai più” implora con voce ovattata.

“Mai più, fino a domani.” lo corregge il gemello, rimettendosi a posto la manica della camicia all’altezza del gomito, “Ancora un piccolo sforzo, poi potremmo prenderci un periodo di pausa.” 

“Ricordami, fratello, quando esattamente abbiamo pensato fosse un'idea meravigliosa tenere aperto un’ora in più in periodo di feste?” il viso di George spunta da sotto un braccio, “Perché in questo preciso istante, dopo che l’ho vissuta quell’ora, penso che sia stupida.”

“Quando mai abbiamo preso delle buone decisioni, è la vera domanda.” Fred dipinge il tono di voce d'ironia, mentre con un gesto della bacchetta chiude a chiave la porta del negozio e ferma il trenino. “Il tuo silenzio dice tante cose.” 

“Il mio silenzio dice che sono stanco” ribatte l’altro, alzandosi finalmente dal bancone per recuperare la mantella lanciata su una sedia a metà giornata. 

“Chissà se sarai stanco anche quando arriverai a casa di Angelina.” Lo provoca, incrociando le braccia al petto.

George scuote il capo divertito, “Sicuro di non aver bisogno di una mano per finire di chiudere? Ho ancora qualche minuto prima di dover andare” gli dice alla fine, controllando l’ora sull’orologio che ha al polso. 

“Vai, non ti preoccupare.” Fred gli dà le spalle e percepisce alla perfezione il suono del fratello che si smaterializza e alza un po’ di polvere dagli scaffali più alti. Si lascia scappare un sorriso stanco, avviandosi verso le scale a passi pesanti: è stata solo un’ora in più, ma sembra abbia lavorato per due settimane senza pause. Si trascina verso l’appartamento, spegnendo le luci del negozio con un incantesimo non vocale. 

Si accascia al divano, nascondendo il viso sotto il braccio, “Basta” sussurra al vuoto, mentre la schiena si adatta bruscamente alla superficie comoda a cui è appoggiata, “Basta.” Funzionerebbe anche quella preghiera, in effetti potrebbe starsene in quella posizione tutta la notte per raccogliere le forze con cui trascinarsi in negozio la mattina dopo, ma funzionerebbe solo in un universo in cui non ha altri sei fratelli: come risposta al suo lamento, il camino si accende in una folata di fuoco e dei passi vengono a riempire il salotto. 

“Chiunque sia arrivato, assolutamente no” dichiara, “Non ho intenzione di ascoltare una sola parola o di fare qualsiasi cosa.” 

“Conosco un mucchio di persone che pagherebbero oro colato per vedere questa scena.” sorride Bill, girandosi verso Charlie che alza gli occhi al cielo divertito, “Fred Weasley che non ha energie, mamma non riuscirebbe a crederci nemmeno se fosse qui.” 

“Molto divertente.” il gemello decide finalmente di guardare i fratelli che gli hanno invaso casa, “Chiamate chi volete, non ho intenzione di muovermi.” 

“Dobbiamo decisamente informare la McGranitt per prima.” Charlie si mette a contare con le dita delle mani, “Poi scriviamo a mamma e a Hermione.” 

Ah, le tre donne della mia vita.” il viso di Fred si colora di una smorfia malandrina e il ragazzo si accorge troppo tardi che Bill gli ha tirato il cuscino appoggiato alla poltrona, “Che ho fatto?” si lamenta, stringendo l’arma con cui è appena stato colpito. 

“Difendevo l’onore di Ginny, ti avrebbe sicuramente picchiato se fosse stata qui.” gli fa notare, avvicinandosi a passi larghi e costringendo Fred a sedersi un po’ più dritto sul divano per fargli spazio, “Sono quattro le donne della tua vita.” 

“Conti Angelina come donna della tua vita?” si informa Charlie, “Sarebbero cinque in quel caso.” 

Fred si lascia scappare un profondo sospiro disperato, “Che cosa volete?” 

“Ci stavamo annoiando alla Tana, così abbiamo pensato di fare un salto dai nostri gemelli preferiti, ma immagino che George avesse già qualcosa in programma” confessa Bill, sprofondando nello schienale.

“Anche io avevo un programma, decompormi su questo divano per tutta la notte.” Li maledice con gli occhi, sbottonandosi il primo bottone della camicia per poi allentare la cravatta. 

Charlie si mette a ridere, “Certo, comprensibile… Hai della birra?” chiede, aprendo l’anta del frigo, “Se mamma guardasse qua dentro, vi costringerebbe a tornare a vivere a casa: è una desolazione.” 

“È una desolazione perché è due sere che venite a cenare da noi” sbotta il gemello, sciogliendo definitivamente il nodo della cravatta, “Come se non foste ospiti alla Tana per le prossime settimane.” si alza dal divano per andare in camera a cambiarsi e Bill lo segue divertito. 

“Lo sai com’è casa durante le feste” spiega, appoggiandosi allo stipite della porta, mentre Fred fa scivolare via la camicia che ha addosso e scopre la valanga di lentiggini che gli ricopre le spalle, “Troppo piena di gente” insinua, guardando il fratello sparire dentro l’armadio.

“Rumorosa.” Aggiunge questo, non appena il viso sbuca dal colletto di una maglietta grigia. 

“E fastidiosamente caotica.” conclude Charlie, affacciandosi alla stanza di Fred con un paio di birre in mano e un largo sorriso, “Detto come l’abbiamo detto, non sembra poi essere così diversa dal solito.” 

No, in effetti no.” gli dà ragione il gemello, incrociando le braccia al petto, “Sempre che tu non ti decida a scrivere qualcosa a qualcuno.”

“Tonks sarebbe il tipo da rendere la Tana ancora più caotica di quanto già non lo sia.” annuisce Bill, rubando una delle due bottiglie dalla mano del fratello di mezzo, “Dovresti invitarla a Natale.” 

“Dovresti invitarla a Natale.” lo imita Charlie scuotendo il capo, “Non è mica così facile, credete che non ci abbia già provato?” confessa, arrossendo un po’ sulle guance, “Saranno almeno due sere che cerco di mettere giù qualcosa, ma non funziona niente.” 

Oh, ha provato a scriverle.” Fred sbatte gli occhi velocemente, insinuandosi tra i due per raggiungere la cucina e recuperare una terza birra. “Cosa c’è di difficile nel dire ad una ragazza di passare il Natale a casa tua con tutta la tua famiglia?” 

“Hai esattamente centrato il punto.” 

“Avanti, Charlie, hai fatto molto peggio durante gli anni ad Hogwarts.” lo incalza Bill divertito, “È solo una lettera.” 

“Non so quanto possa valere il tuo parere, vedo come ti impappini quando Fleur, tua moglie, si gira per sussurrarti qualcosa all’orecchio: scommetto che se dovessi invitare lei alla Tana avresti i miei stessi problemi.” 

“Mi stai sfidando?” chiede, alzando un sopracciglio. 

“Scrivo a Tonks solo se tu scrivi alla tua adorata mogliettina.” conferma Charlie, “E siccome lei è già a casa nostra, ti costringo a dirle la cosa più imbarazzante, intima e romantica che ti possa venire in mente.”

Fred si mette a ridere, appoggiandosi al frigo, “Questo sì che è divertente, posso finalmente accettare che voi mi abbiate disturbato.” si intromette, portando la bottiglia di vetro alle labbra per berne un sorso, “Allora Bill, le scriverai?” 

“Le scriverò.” afferma divertito, “Però tu dovrai scrivere ad Hermione.” 

Hermione?” 

Questa volta è Charlie che ride, “La terza e adorata donna della tua vita, credevi che nessuno l’avesse notato? Ogni volta che tornavi a casa quest’estate, vi mettevate a giocare al gatto e al topo.” 

“Tu eri il topo, per la cronaca” chiarisce Bill, inclinando la bottiglia di birra verso il gemello, “Giurerei di averti visto persino arrossire una volta.” 

Fred si ritrae appena, stringendo le labbra, “Mi aveva consigliato… Voglio dire, lei che, lei che mi suggerisce uno scherzo e… Lasciamo perdere.” taglia corto, mentre il ricordo delle labbra di Hermione che si appoggiano sull’angolo della bocca non l’aiutano a calmarsi, “Che cosa devo scriverle?”

“Anche lei è già alla Tana, è arrivata con Ginny qualche giorno fa per le vacanze natalizie.” nota Charlie, inclinando il capo, “Suppongo che sarebbe troppo perfido farti scrivere i tuoi sentimenti su carta e in ogni caso, qualsiasi cosa tu le voglia scrivere sarebbe in grado di sorprenderla, visto che non scrivi mai a nessuno.” 

Bill manda giù in un solo sorso il resto della birra, “Dove tieni l’inchiostro?”

“Credo che serviranno anche altre bottiglie, Fred” esorta Charlie ridendo, muovendo la bibita che ha tra le mani.

“Abbiamo la scorta di entrambi in magazzino, tranquilli.” 

 

 

[Se basta uno sguardo e ritorni bambino]

Charlie picchietta le dita sul tavolo della cucina di Fred e George, ancora indeciso su cosa aggiungere in chiusura. Bill è in una simile situazione, la terza bottiglia di birra è appoggiata alle labbra e fissa la pergamena – la quinta pergamena che tenta di scriverle, per Merlino! 

“Sono ad un passo dal rinunciarci” dichiara il più piccolo tra i due, alzandosi dalla sedia in un moto di ansia, “Sembro un bambino di tre anni, non posso mandarle quella roba.”

“Tu sei un bambino di tre anni, Charlie.” lo incoraggia Bill, appoggiando la bevanda al tavolo e firmando la sua lettera, “Considerata Tonks poi, credo che tu abbia trovato lo stile adatto.” 

Si mettono a ridere entrambi, scrollando il capo: come diavolo sono finiti ubriachi a casa dei gemelli a scrivere lettere d’amore? Il punto è che non sanno mai come arrivano a fare certe cose e ogni tanto è bello tentare di tornare a quando avevano appena diciotto anni di media.

“Dov’è Fred?” chiede a quel punto Bill, alzandosi anche lui dal tavolo.

Charlie indica con un gesto della mano il divano in salotto, “È collassato mezz’ora fa, dopo aver scritto la sua lettera in trenta secondi e averci preso in giro per la nostra lentezza.” 

“Chissà se ci ha scritto almeno qualcosa” domanda a sé stesso il fratello maggiore, incrociando le braccia al petto, “Dove l’ha messa?” chiede poi a Charlie, sorridendo maliziosamente. 

“La stringe al petto, ci avevo già pensato.” 

Bill si mordicchia un labbro, “Dici che abbiamo perso il tocco? Eravamo dei fenomeni a recuperare le cose con cui lui e George si mettevano a dormire da piccoli.” 

“Possiamo provarci.” Charlie alza le spalle e prende il cuscino tra le mani, “Il lato positivo è che è ubriaco, quello negativo è che siamo ubriachi anche noi.” 

Bill si mette a ridere piano, “Nell’armadio ha ancora il suo peluche preferito, l’ho visto prima, usiamo quello.”

Quando Charlie torna divertito dalla camera, si avvicina a Fred con passo felpato, “Due secondi” sussurra, corrugando le sopracciglia, riuscendo velocemente a sfilare la lettera e a incastrare l’orsacchiotto tra le braccia, “Ed ecco qua, siamo ancora insuperabili.” si vanta, facendo ondeggiare la pergamena nell’aria.

Charlie la prende e la legge, “Non ci posso credere.” 

Bill unisce le mani con un tonfo, “È sempre un passo avanti a tutti, non c’è niente da fare.” ammette, tornando a guardare Fred che stringe sorridente l’orsacchiotto, “Charlie, sai se hanno qualcosa per fare foto qui? Credo di aver finalmente trovato che regalo di Natale fare ad Hermione.”

 

 

[Scrivile scemo, ci vuole coraggio]

“Dora, è da qualche giorno che sto cercando di raccogliere il coraggio di invitarti alla Tana per Natale.” Tonks tiene stretta la lettera nella mano, mentre scappa da Charlie che la sta inseguendo per il salotto. 

“Non serve mica che tu la legga ad alta voce!” le dice nuovamente, imbarazzato. 

Ninfadora scuote il capo, “Sta arrivando la mia parte preferita, zitto.” salta sul divano e appoggia la mano alla spalla del mago che ormai sembra essersi rassegnato e lancia gli occhi al cielo, “Penso che Tana sia casa, lo sai, ma con te sarebbe una casa un po’ più grande, tipo enorme perché tu sei… ”

“Questo no.” la ferma, stringendole le gambe e sollevandola per aria, “Mi hai messo in ridicolo abbastanza per adesso.” la fa girare per la stanza e lei si mette a ridere. 

“Mettimi giù, Charlie.” lo prega, “Giuro che la smetto, la smetto.” lo convince, chiudendo la lettera che ha in mano appena tocca terra. “Sono felice che tu mi abbia invitata” confessa alla fine, “E anche che tu mi abbia scritto una lettera, per quanto creda che tu fossi ubriaco.”

Oh, lo ero.” conferma annuendo, “E ringrazio il cielo di esserlo stato, è bello averti qui.” 

Tonks sorride, stringendo il maglione di Charlie tra le mani, “È bello essere qui.” 

 

 

[E pesano, uccidono, sti cazzo di ti amo]

“Credo che ton frère stia baciando Ninfadora in salotto.” Fleur entra nella loro camera al primo piano, tenendo una mano sopra alla pancia che è ancora abbastanza piatta, ma che mostra già i primi cenni di una piccola vita: per ora la nasconde sotto larghi maglioni, cercando di stare attenta a non dar troppo nell’occhio, sa che Bill non ha ancora trovato il coraggio per annunciarlo alla famiglia. 

Ah, sì?” Bill sorride, “Li hai visti?” 

“Sarebbe stato difficile non vederli, i capelli di Tonks continuano a cambiare couleur e mi hanno ipnotizzata.” Ammette la donna, finendo per addolcirsi anche lei: ogni volta che torna alla Tana c’è sempre qualcosa di magico e ogni angolo nasconde un sentimento d’amore. “Ho letto la lettera.” confessa poi, arrossendo sulle guance: per quanto ormai siano sposati da così tanto, per quanto abbiano affrontato un mondo insieme e stiano aspettando un figlio, Bill è in grado di provocarle ancora un effetto dirompente – la ama come se fosse l’unica cosa al mondo, rende ogni attimo degno di essere vissuto. 

“Prima che tu dica qualsiasi cosa: ero ubriaco.” 

“L’avevo capito da sola.” Fleur si mette a ridere e gli si avvicina, incrociando le mani dietro al suo collo, “Ma non penso che per questo le tue parole perdano valore.” 

“Ti amo, mon petite fluer” le sussurra sulle labbra, stringendola con attenzione, “Ti amo così tanto.” 

 

Le onde che si infrangono sulla spiaggia sono te, i  raggi del sole sono te, il vento sulla pelle è te.

Sei tutto, sei ogni cosa. E ti amo come se fosse il primo giorno in cui ho iniziato ad amarti: non saprei cosa fare se non avessi te nella mia vita. 

p.s a proposito del bambino, lo diciamo a tutti una sera? Non ho davvero paura, se tu sei con me. 

p.p.s Ti amo.

 

 

[Scrivile scemo, tre parole in croce]

“Un topo?” Hermione si sforza di chiedere, ha aspettato due giorni per dargli la possibilità di spiegare, ma è chiaro a quel punto che Fred non abbia la minima intenzione di farle capire qualcosa, come al solito. 

Oh” esclama il gemello, per poi mettersi a ridere, “Me ne ero completamente dimenticato!” dichiara, prendendole la lettera dalla mano, “Ci hai messo un bel po’ per leggerla, nonostante sia una riga.” 

Sono il topo, è a malapena una frase.” Hermione alza le mani in aria, “Che cosa diavolo dovrebbe significare?” è esasperata, ma è difficile dimenticare quanto emozionata fosse il giorno che quel pezzo di pergamena le è finita sulla scrivania. 

“Ero ubriaco.” le confessa Fred, appoggiando la lettera al tavolo, “Quindi non dovrebbe voler dire niente, perché ero ubriaco.” 

“Oh.” questa volta ad esclamare qualcosa è Hermione, ma è più delusa che sorpresa. 

“Voglio dire, è una cosa stupida che aveva detto Bill e non sapevo cosa scriverti, ma poi ho pensato che sarebbe andato bene tutto, perché io non scrivo mai niente a nessuno.” 

“Che ti ha detto Bill?”

Fred la guarda per qualche secondo, poi prende l’iniziativa di toccarle una ciocca di capelli all’altezza della clavicola, “Che sono il topo e tu sei il gatto.” 

“Era ubriaco anche lui?” chiede, arrossendo appena sulla guance, quando le dita del gemello vanno a cercare la sua pelle e l’accarezzano sotto l’occhio. 

“Non in quel momento, no” le sussurra, “Anche se lo fosse stato, mi ha comunque aperto gli occhi in qualche modo.” 

“Sul fatto che io sia il gatto e tu il topo?” 

“Sul fatto che mi piaci, in un modo assolutamente incalcolabile.” 

Hermione sorride, il suo cuore comincia a vibrare, sta suonando una nuova melodia, “È una fortuna allora che tu mi piaccia nell’esatto incalcolabile modo” gli risponde alla fine, avvicinandosi di qualche passo prima e alzandosi sulle punte dei piedi poi per cercare le sue labbra. Il secondo bacio l’ha preteso lui.  

 

Scrivile scemo, un finale migliore

 


 

 

Confesso, sono un po' in ansia a lasciarla qui, ma allo stesso tempo ammetto che mi sono divertita un mondo a scrivere questa storia! Sarà a causa del fatto che ogni coppia è una coppia che amo, ma credo che sia anche perché è dedicata a un sacco di gente a cui voglio un mondo di bene: riempiono le miei giornate di dolcezza e gentilezza e non so nemmeno dire quanto io voglia bene a tutte loro. È un disperato tentativo di dirvi grazie, per tutto quello che avete fatto per me: le vostre storie mi hanno regalato momenti meravigliosi e tirato su il morale nei momenti peggiori. 

La storia partecipa anche all'iniziativa "Scrivimi" del gruppo Caffè e calderotti (seriamente, signori, è il momento di entrare in quel gruppo perché è sempre pieno di gioia) e il prompt me l'ha lasciato Maqry [sei ovunque su questa pagina]: Pinguini Tattici Nucleari - Scrivile Scemo. 

Concludo, ringrazio chi è arrivato fin qui a leggere questo piccolo regalo, spero sia piaciuto a tutti, 

Sia ❤

   
 
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