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Autore: Andromeda 5    14/12/2020    0 recensioni
Madeline di Tule è diventata da poco una dipendente dell'Abstergo e pensa di collaborare alla scrittura di un videogioco, ma non sa che le stanno carpendo le informazioni per cercare l'ennesima mela dell'Eden. Tuffatevi assieme a lei e i suoi due antenati, Aua e Albiorix, in questa avventura tra il mondo di oggi e l'impero romano di Nerone.
Nota: ogni capitolo ha una parte in comune, la storia del presente, ma si può scegliere se seguire la storia di Aua o quella di Albiorix
Genere: Avventura, Mistero, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: Gender Bender, Incompiuta
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-Buon giorno signorina Madeline Di Tule.Bene,il manufatto(il ciondolo con il nodo gordiano) che hai portato è compatibile al 50% con due DNA. Quale pensi che abbia le informazioni che cerchiamo per il nuovo videogioco sull'impero di Nerone?-
Sul grande schermo del computer dell'Abstergo comparvero due immagini che diventarono pian piano sempre più nitide:una era un uomo molto atletico,con i capelli ricci e la barba corvini e due occhi azzurri e penetranti; l'altra era una donna bionda e un po' paffutella,con due grandi occhi verdi e i capelli lunghi,dorati e raccolti. Era difficile scegliere tra i due volti.
-Posso vedere prima il tutorial?-chiesi.
-Avvio sequenza tutorial.-rispose la voce metallica del computer e,dopo aver caricato,indossai il casco per la realtà aumentata ed entrai nell'animus.

Villaggio Reto in un punto non specifico dell'attuale Svizzera,49d.c.
Era una bellissima giornata primaverile e Albiorix era pronto per andare a caccia di cinghiali. Stava uscendo di casa quando due piccole braccia gli circondarono la pancia e lui disse,sentendo delle risatine dietro di lui: -Aua,non è divertente.-
-Mi porti a caccia con te?-disse Aua staccandosi
-No e poi no,-rispose Albiorix girandosi-lo sai che i romani possono catturarti. Perché non giochi con le altre bambine della tua età a intrecciare ghirlande di fiori?-
-Hai detto la stessa cosa anche ieri e poi hai ceduto.Ci ho provato a raccogliere fiori,-rispose Aua-ma ormai ho sei anni e trovo stupido fare quei giochi.-
-Non voglio che tu corra pericoli.-disse Albiorix abbassandosi ed accarezzando Aua.
-Lo so che fai così perché più che cugini siamo come fratelli,-insistette Aua-ma non devi preoccuparti...me la cavo con arco e frecce.Ah,prima che me ne dimentichi,papà mi ha detto di darti questo.-e detto ciò,gli porse una scatolina di legno con incise delle rune.
-Cos'è?-disse Albionix aprendo il piccolo forziere.
-Papà ha detto che è un'arma(penso che si chiami lama celata) e che è appartenuta alla nostra famiglia da tempo.Lo zio gliel'ha data prima di essere ucciso insieme ad altri dei nostri per mano dei romani , ma era in pessime condizioni ed è riuscito a ripararlo del tutto solo ieri. Anch'io ne ho uno sai?Papà mi ha dato il suo,ma al posto del coltello c'è un piccolo arco;ha detto,se non ho capito male, che si chiama lama fantasma.-
Albiorix indossò il bracciale e vide spuntare la lama dalle nocche quando sistemò il polso.
-Mio padre non mi disse mai niente di tutto ciò.-disse Albiorix esterefatto.
-Che ne dici di andare a caccia e vedere se funzionano?-chiese Aua.
Albiorix la guardò:quando suo zio lo adottò quando rimase solo dopo l'incendio del villaggio, Albiorix aveva 11 anni mentre Aua era ancora una neonata.Da allora si era sempre preso cura di lei e la proteggeva,o almeno ci provava,da ogni pericolo e si comportava esattamente come un fratello maggiore,anche se a volte poteva sembrare iperprotettivo. Molti dicevano che Albiorix e Aua erano destinati a vivere insieme come una coppia,ma erano solo voci;in realtà,i due si promisero di stare sempre uniti e di prendersi cura reciprocamente,ma niente di più.
Albiorix e Aua uscirono dalle mura del villaggio e si arrampicarono tra gli alberi in cerca di qualche cinghiale o cervo. Albiorix era molto abile ad arrampicarsi,ma lo stesso non si poteva dire di Aua:era più lenta,ma se la cavava;mentre Albiorix era più veloce e più agile. Aua,però,compensava la sua lentezza con la sua mira eccellente e il suo intuito nel cercare le tracce, inoltre era saggia e sapeva cosa fare. In altre parole,Albiorix era più bravo nell'attacco,mentre Aua era più riflessiva ed era più brava nella difesa e questo faceva di loro una squadra.
-Bene,c'è un cervo non lontano da qui.-disse Albiorix
-Lo vedo anch'io.-disse Aua.
-Io allora salto.-
-Sei pazzo? È meglio seguirlo.-
-Perché?-
-Meglio attaccare quando sono in gruppo.C'è più probabilità di prenderne almeno due o tre.-
Seguirono il cervo e,come previsto da Aua,trovarono un piccolo gruppo di cerve e cerbiatti che brucava tranquillamente in una radura.
-Per fortuna la stagione degli amori è finita.-sussurrò Aua.
-Già,-sussurròAlbiorix-Un cervo può essere letale se incontrato in quel periodo.-e detto ciò,saltò facendo scattare la lama celata e finì a cavalcioni sul cervo,che si accasciò a terra tra fiotti di sangue. Le cerve si dispersero in preda al panico,ma Aua riuscì a colpirne due e riuscì a prendere anche un cerbiatto.
-Bene,avremo da mangiare fino alla prossima luna piena.-disse Aua soddisfatta,poi vide un fruscio tra i cespugli.Guardò meglio ed esclamò-Attento Albiorix,dietro di te!-
Dai cespugli sbucò un gruppo di soldati romani. 
-Presto scappa.-urlò Albiorix.
Aua era paralizzata dalla paura e non riusciva a muoversi,poi sentì un suono familiare:l'urlo di un'aquila. Attraverso i suoi occhi,l'aquila le stava mostrando il percorso. Aua esitò,ma quando vide i soldati cercare di arrampicarsi,iniziò a scappare saltando di ramo in ramo guidata dall'aquila.
L'aquila portò Aua fino al villaggio,ma ormai era troppo tardi: il villaggio bruciava per la seconda volta,ma stavolta non si salvò nessuno...nessuno tranne Albiorix e Aua.
Stremata per lo sforzo,Aua scese dall'albero e corse verso uno dei nascondigli vicini che solo lei e Albiorix conoscevano,ma era troppo stanca e,come se non bastasse,i suoi inseguitori avevano sguizagliato i segugi,che la atterrarono facendole perdere conoscenza e permettendo ai suoi inseguitori di catturarla.
"Dove sono?"si chiese Aua. Era tutto buio. 
"Il tuo viaggio è appena cominciato."sussurrò una voce profonda e melodiosa.
"Chi sei?"
"Io sono quello che voi chiamte Belenus,ma in realtà mi chiamo Giove."
"Aua,dove sei?"urlò Albiorix.
"Sono qui."rispose Aua.
I due capirono indietreggiarono di qualche passo ritrovandosi schiena contro schiena.
"Bene,"disse Giove"ora che ci siete entrambi,dovete prestarmi orecchio. Voi siete gli unici che possono trovare la chiave per uno dei frutti dell'Eden. Dovete cercare la pelle del leone di Nemea,un manufatto che rende invincibile chiunque lo indossi. Se esso dovesse finire nelle mani sbagliate, sarebbe una catastrofe."
"Dove si trova?"chiese Albiorix.
"Questo non lo so."rispose Giove"So solo che andò perduto quando mio figlio Heracle morì. Ma so dov'è la chiave:è a Roma. La troverete una fonte di energia che vi permetterà di trovare la chiave.Trovata la chiave,essa vi guiderà verso il manufatto,la pelle del leone di Nemea,il quale vi porterà verso una delle Mele dell'Eden.Attenti,però,non fatevi tentare dalla mela."
Uno scossone svegliò entrambi. 
-Forza schiavi!-esclamò un uomo tarchiato con in mano una frusta-Scendete dal carro.Svelti!Svelti!-
Gli schiavi scesero e si misero in fila.Albiorix e Aua restarono vicini per tutto il tempo.
-Cosa ci succaderà?-chiese Aua preoccupata.
-Stammi vicina e andrà tutto bene.-rispose Albiorix-Non permetterò che ti facciano del male.-
Le cose,però,non andarono proprio così: Aua fu strappata con forza dalle braccia di Albiorix e finì a fare da schiava nella casa di Rufio Crispino,il capo della Guardia Pretoriana,mentre Albiorix diventò un gladiatore.
   
 
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