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Autore: Asmodeus    14/12/2020    6 recensioni
[What if?| Canon Divergence | Triwizard Tournament!AU - 1898 | accenni Grindeldore]
Istituto Durmstrang, 1898: una nuova edizione del Torneo Tremaghi è iniziata!
Albus Silente è stato scelto come Campione di Hogwarts, ed è pronto a dimostrare a tutto il mondo magico le sue già straordinarie capacità vincendo la Coppa Tremaghi. Ma il Torneo è più di un semplice pavoneggiarsi, e anche uno studente brillante come lui avrà le sue difficoltà...
• Prima Prova | The Fear Within: Mentre si addentrava nella piccola stanza l’oggetto cominciò a tremare, sempre più forte. Sentì la serratura della porta chiudersi, e in quel momento l’armadio si spalancò.
• Seconda Prova | Long-lasting Happiness: Sembrava fossero passate ore di attesa quando finalmente li sentì.
Era impossibile udire i loro movimenti o distinguere le loro sagome nere in mezzo a quell’oscurità pressoché totale, eppure sapeva che stavano arrivando.

• Terza Prova | The Need to Trust:«Ti fidi troppo di lui», continuò lei. [...] «Arriverà» la interruppe asciutto. «Gellert rispetterà il piano. È l’unico modo che abbiamo per farcela, lo sa anche lui».
~ Questa raccolta partecipa al Contest “Torneo Tremaghi” indetto da Artnifa sul forum di EFP, dove si è classificata terza.
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Disclaimer: i personaggi di questa fanfiction e tutto ciò che fa parte del loro universo sono di proprietà di J.K. Rowling.


TORNEO TREMAGHI - ALBUS

1- The Fear Within


Ridicolo.
Tutto questo era davvero ridicolo.
Percorse deciso il lungo corridoio del castello di Durmstrang, verso la pesante porta che lo separava dalla prima prova del Torneo.
Banale.
Invece che valutare la loro padronanza con gli incantesimi o le loro capacità di ragionamento, i giudici del Tremaghi avevano optato per quella sfida semplicissima e banale, che qualunque studente un minimo capace avrebbe potuto superare con agilità.
Noioso.
Aveva sperato di dimostrare fin da subito ai suoi sfidanti la grandiosità della sua scuola, ed emozionare i suoi compagni con i suoi magnifici e potenti incantesimi, e invece…
Tutta quella strada, tutto quell’entusiasmo… per un Molliccio.

Arrivato alla porta si sistemò meglio una ciocca dei lunghi capelli ramati, recuperando al contempo il sorriso più determinato che aveva per mascherare la noia.
Conosceva già la forma del suo Molliccio: la professoressa Merrythought lo aveva presentato alla classe due anni prima. La creatura aveva assunto la forma di suo fratello Aberforth, che lo richiamava all’ordine e cercava di farlo sentire in colpa per il suo voler viaggiare per il mondo invece che rimanere con la famiglia a Godric’s Hollow. Ma dopo un semplice colpo di bacchetta, il Molliccio si era tramutato in un agnellino che inciampava ad ogni passo.
Un agnellino…Che banalità!
Indossò il sorriso finto sulle labbra, girò la maniglia ed entrò.

Davanti a lui, una piccola stanza polverosa e buia ospitava un singolo armadio fatiscente, situato non troppo distante dalla porta.
Non poteva vedere il pubblico: evidentemente, degli incantesimi di camuffamento stavano ingannando i suoi sensi, mascherando il reale aspetto della stanza per metterlo alla prova.
Là dentro, ora, c’erano solo lui e il Molliccio.
Mentre si addentrava nella piccola stanza l’oggetto cominciò a tremare, sempre più forte. Sentì la serratura della porta chiudersi, e in quel momento l’armadio si spalancò.
Una mano affusolata emerse dal buio, seguita da un corpo alto e aggraziato: lunghi capelli ramati cadevano delicati su una divisa di Hogwarts in ottime condizioni, e due occhi azzurri e scintillanti lo fissarono al di sopra di un sorriso annoiato.
Era confuso: dov’era Aberforth con la sua vita banale e ripetitiva? Perché il Molliccio si era trasformato in lui?

L’Albus Molliccio avanzò verso di lui, la copia esatta della sua bacchetta che dondolava annoiata tra quelle lunghe dita.
«Albus, non c’è nessun altro!», pronunciarono quelle labbra così identiche alle sue, e rabbrividì nell’udire quella che doveva essere la sua stessa voce.
Davvero gli altri lo sentivano parlare in quel modo? Con tutta quella noia in ogni singola sillaba?
«Albus, sono tutti così… noiosi. Banali. Ridicoli!», sentenziò il Molliccio; poi agitò la bacchetta e trasmutò l’armadio in un piccolo carillon.
Non riusciva a capire a quale paura fosse legata quella sua copia di sé, e le azioni del suo doppio continuavano a confonderlo.
L’Albus Molliccio trasformò il carillon in un coniglio, poi in una tazzina, il tutto mentre girava intorno a lui sempre più annoiato e deluso.
Ma perché fa così?
«Albus, noi siamo unici», sputò il suo doppio.
Fu come un pugno allo stomaco: stava finalmente capendo.
Tutto quel pavoneggiarsi, quel sottolineare come nessuno fosse al suo livello…
Realizzò tutto, mentre tre parole affioravano nella sua mente.
Il suo gemello crudele, rapido, le vocalizzò per lui: «Albus, noi siamo soli».
Il suo cuore saltò un battito, e per un singolo istante lui sembrò credergli sul serio.

In qualche modo, però, il suo cervello accorse in suo aiuto: rivide sé stesso al suo primo giorno di scuola, che avvicinava un suo coetaneo piagato dalle cicatrici del vaiolo di drago. Poi vide sua sorella sofferente, e quel testone di Aberforth e le sue capre: e allora capì.
Conosceva tante altre persone uniche – per vari motivi, non solo piacevoli – ma nessuna di loro era sola.
Sentì il cuore riempirsi di calore, e alzò sicuro la bacchetta.
«Riddikulus!» tuonò contro il suo sosia, incanalando la sua furia verso quell’essere che aveva osato rivelargli quella possibilità.
Il Molliccio venne investito in pieno dall’incantesimo, cadendo a terra e rialzandosi con indosso gli strambi abiti della professoressa Merrythought.
Non era abituato a ridere di sé stesso, ma vedersi indossare sgargianti abiti femminili lo divertì di gusto: una risata cristallina tintinnò per la piccola stanzetta, e subito dopo gli incantesimi di camuffamento svanirono rivelando la presenza di una festante folla di spettatori in preda alle risate. Di fronte a tutte quelle risate il Molliccio cominciò a gonfiarsi qua e là, mentre pezzi del suo corpo cominciavano ad esplodere dissolvendosi in sbuffi di vapore e scintille.
Era una punizione più che sufficiente. Sventolò la bacchetta, ritrasformando la tazzina in armadio e permettendo al Molliccio di tornare a nascondervisi dentro.
«Albus! Albus! Albus!», lo acclamò festante la folla, mentre un sorriso autentico affiorava sulle sue labbra: anche stavolta aveva vinto.

[790 w.]

Note dell'Autore
Ben trovati a tutti!
Dopo un po' di tempo ho deciso di ritornare a scrivere in questo fandom, che è un po' la mia casa, e quale occasione migliore per farlo se non questo splendido contest indetto da Artnifa?
L'idea è semplice eppure straordinariamente bella: si tratta di un "What if?" in cui un personaggio a nostra scelta si ritrova ad essere un Campione durante uno straordinario Torneo Tremaghi, gareggiando contro gli altri Campioni Tremaghi per ottenere la Coppa Tremaghi.
Per quel che mi riguarda, ho scelto come mio Campione un giovane Albus Silente, iscritto al suo settimo ed ultimo anno ad Hogwarts e già famoso nel Mondo Magico. La raccolta è ambientata tra il 1898 e il 1899, prima delle tragedie famigliari che hanno colpito il giovane Silente e prima della sua conoscenza con Gellert Grindelwald - e proprio per questo, il "mio" Silente sarà ben diverso da quello che siamo abituati a conoscere. Come località per il Torneo ho optato per l'Istituto Durmstrang, per avere piena libertà d'azione con le prove e per poter togliere ad un Campione straordinario come Albus Silente il vantaggio di giocare in casa - e chissà che non riesca anche a inserire da qualche parte un primo contatto con i Doni della Morte, vedremo.
Come nel vero torneo, durante questo contest Albus dovrà affrontare tre differenti prove, e ad ognuna di esse spetterà un capitolo di questa raccolta.
Come avete potuto leggere, la prima prova ha riguardato l'affrontare un Molliccio: non potendo per ovvie ragioni utilizzare il Molliccio "ufficiale" di Silente (ovvero il cadavere di sua sorella Ariana, ancora in vita nel 1898), ho dovuto "inventarlo" andando ad analizzare la psiche di un giovane mago estremamente dotato e ambizioso. Due possibilità mi sono affiorate nella mente, e non sapendo quale scegliere, ho deciso di inserirle entrambe - per raffigurare anche una crescita del personaggio e dunque un cambiamento delle sue paure più grandi. La prima, ovvero la possibilità di dover passare il resto della vita nel proprio villaggio natale insieme alla propria famiglia, senza poter esprimere appieno le proprie incredibili capacità, immagino sia in realtà una paura comune un po' per tutte le persone straordinariamente dotate e ambiziose come era il giovane Silente. La seconda è un po' più sottile, ma a mio parere ricalca appieno il Silente pre-Grindelwald: un ragazzo straordinariamente amato e apprezzato da tutti, ma che non trova nessuno al suo stesso livello (mentale, magico, idealistico) - in una parola, una persona che teme di restare per sempre sola e incompresa appieno dagli altri.
Spero che questa mia analisi vi sia sembrata plausibile, ma se volete lasciarmi i vostri pareri in merito sono ben lieto di sentire quali Mollicci avreste affibiato voi al giovane Silente!
Ah, un'ultima nota: la professoressa Merrythought citata nella storia è Galatea Merrythought (in italiano tradotta orribilmente come "Gaiamens"), titolare della cattedra di Difesa contro le Arti Oscure dal 1895 al 1945 e dunque prima docente e poi collega di Silente. Si tratta di una delle poche docenti del passato di cui conosciamo il nome con precisione, per questo ho scelto di citarla nella storia e riportarla in qualche modo un po' alla luce.

A questo punto, che altro dire?
Vi saranno delle eliminazioni tra una prova e l'altra, e io spero vivamente di arrivare alla finale; in ogni caso, ho intenzione di continuare comunque questa raccolta, visto che l'idea mi piace parecchio! (E chissà che non sfoci in qualcosa di più esteso e articolato!)
Per il resto, incrocio le dita e auguro un in bocca al lupo a tutti i partecipanti! 🤞
Spero che questa storia vi sia piaciuta, e spero di ritrovarvi anche nei prossimi capitoli!
A presto!
   
 
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