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Autore: MissGolightly    16/12/2020    2 recensioni
Qualche anno dopo la fine della guerra Hermione si ritrova di nuovo a Hogwarts, questa volta come insegnante.
Dovrà fare i conti con un mistero che aleggia tra le mura del castello, ma soprattutto dovrà collaborare con l'ultima persona che avrebbe voluto avere come collega: Draco Malfoy.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo Dodici
 
 
Hermione aveva riflettuto parecchio dopo la sua conversazione con Ginny.
Era sempre stata una persona molto orgogliosa - forse per cercare di difendersi da chi le diceva di essere inferiore - e non aveva mai permesso a nessuno di ferire il suo orgoglio, tanto meno di calpestarlo.
Non credeva lo avrebbe mai permesso nemmeno a Draco Malfoy. Anzi, lui era proprio l'ultimo della lista a cui avrebbe mai pensato di permettere una cosa simile.
Per quanto cosciente dei suoi errori, non avrebbe mai creduto di poterci passare sopra e di accantonare il proprio orgoglio per lui.
E invece si era sbagliata.
Si era sbagliata così tanto che ora se ne stava in piedi davanti alla porta della camera di Draco, cercando il coraggio di bussare.
Non aveva nemmeno idea di cosa dirgli.
Non aveva intenzione di scusarsi - credeva che, nonostante avesse sbagliato ad avere dei pregiudizi verso Tyler solo perché era un Serpeverde, avesse tutte le ragioni di avere qualche dubbio sulle azioni di quella casa - e in realtà non voleva nemmeno che si scusasse Draco. Non ne avrebbe avuto motivo, in fondo le aveva semplicemente fatto capire che il suo comportamento lo aveva deluso, ma non aveva fatto niente di sbagliato.
Quindi, se non era lì per delle scuse, in realtà non aveva idea del perché si trovasse lì.
Sentiva solo il bisogno di parlare di nuovo con Draco, di recuperare il loro rapporto - ammesso che fosse possibile - e di buttarsi quella storia alle spalle.
Sospirò e sollevò il pugno, pronta a bussare. Quando lo avrebbe visto, sicuramente le sarebbe venuto in mente cosa dire.
Ma non ebbe il tempo di far scontrare le nocche con la superficie di legno. Prima che potesse avvicinare la mano, Draco aveva già aperto la porta e la fissava sorpreso.
"Stai uscendo?" chiese Hermione con un filo di voce.
Erano le prima parole che gli rivolgeva da settimane.
Draco la guardò per qualche secondo, cercando di nascondere la sua felicità nel vederla di fronte a lui.
Aveva sentito la sua mancanza. Nonostante fosse ancora arrabbiato con lei, nonostante volesse disperatamente inveirle contro.
Gli era mancata così tanto che rivederla di fronte a sé sembrava quasi aver cancellato ogni traccia del loro litigio.
"In realtà, stavo venendo da te" ammise Draco.
La mancanza era stata tale da convincerlo ad andare da lei e cercare di chiarire qualsiasi cosa non andasse tra loro. Anche se era convinto di avere ragione, anche se era convinto che lei si fosse comportata male.
Non gli importava più chi avesse ragione e chi torto. Voleva solo chiarire.
Hermione sorrise, felice di non essere l'unica ad aver ceduto alla mancanza dell'altro.
"Posso entrare?" chiese timidamente.
Draco si spostò di lato per farla passare e poi richiuse la porta.
Il silenzio attorno a loro era assordante. Nessuno dei due aveva idea di cosa dire, pur sapendo che avrebbero dovuto dire qualcosa.
Alla fine la prima a parlare fu Hermione.
"Lo credevo anch'io, sai? Credevo anch'io di essere migliore" disse riferendosi all’ultima cosa che Draco le aveva detto quando avevano litigato.
Draco rimase in silenzio, sapeva che aveva altro da dire.
"Vorrei poter dire di essere una Grifondoro perfetta, senza pregiudizi e sempre pronta a vedere la verità senza che il passato possa offuscare il mio giudizio. Ma non sono così. Il passato mi ha segnata troppo e temo che una parte di me, per quanto me ne vergogni, proverà sempre del risentimento verso i Serpeverde. E quel risentimento mi farà essere prevenuta."
"Nessuno è perfetto, Granger. E i Grifondoro lo sono meno di molti altri, anche se ti piace credere il contrario" rispose Draco.
Non aveva tutti i torti, Hermione doveva ammetterlo.
In fondo, nessuno aveva mai mostrato così tanta avversione verso un'altra casa quanto i Grifondoro nei confronti dei Serpeverde. Non che i Serpeverde fossero dei santi, ma i Grifondoro finivano per stigmatizzarli anche quando non era il caso.
"Non so se sarò mai in grado di essere diversa da quello che sono" ammise Hermione.
"Io sono riuscito a superare i miei pregiudizi sulle questioni di sangue" disse Draco stringendosi nelle spalle, come se l'aver raggiunto quell'obiettivo implicasse che ogni essere umano fosse in grado di fare altrettanto.
"E se io invece non fossi come te? Se non fossi in grado di superare i miei pregiudizi come tu hai superato i tuoi?" chiese Hermione.
Il tono era basso, la voce spezzata.
Aveva paura, si vedeva.
Temeva che una sua risposta sbagliata avrebbe compromesso del tutto il suo rapporto con Draco. E soprattutto temeva che Draco non sarebbe stato in grado di accettare i suoi difetti.
"Sarebbe una novità trovare qualcosa che non sei in grado di fare. In quel caso potrei rilasciare un'intervista esclusiva per la Gazzetta del Profeta e guadagnare un sacco di soldi con uno scoop del genere" disse Draco.
Hermione sbuffò. "Sono seria."
"Anch'io" replicò Draco, scostandosi dalla porta a cui era rimasto appoggiato fino a quel momento.
Raggiunse Hermione, qualche passo più in là, e le posò le mani sulle spalle stringendole delicatamente, cercando di tranquillizzarla.
Hermione chiuse gli occhi rilassandosi sotto le sue mani e sentendosi finalmente più tranquilla.
"Sono ancora arrabbiato, non lo nego. Sei una persona troppo intelligente per avere pregiudizi simili" disse Draco, ed Hermione non seppe se essere triste perché era ancora arrabbiato o felice che le avesse fatto un complimento.
"Sono arrabbiato, ma mi rendo anche conto che forse ho reagito in modo esagerato. Avrei dovuto provare a capirti" continuò lui.
Hermione scosse la testa, pronta a ribattere, ma Draco la fermò di nuovo dicendo: "E domani parlerò con Tyler. Non penso che sia stato lui, ma non lo posso escludere a priori solo perché è il nipote di Blaise."
"Se vuoi che gli parli io..."
"No, è giusto che me ne occupi io" la interruppe Draco.
Hermione annuì e non aggiunse altro.
Avrebbe voluto ringraziarlo per averle dato un'altra possibilità e per aver tenuto in considerazione la sua idea che Tyler potesse avere qualcosa a che fare con ciò che era successo, ma rimase in silenzio.
Fu Draco a parlare di nuovo per primo.
"Mi sei mancata in queste settimane" disse stringendola a sé.
Hermione sospirò. "Anche tu."
Rimase con la testa contro il suo petto, sentendosi finalmente a casa, mentre Draco la teneva stretta in un abbraccio.
Vaniglia.
Era il profumo dei capelli di Hermione che gli aveva improvvisamente invaso le narici quando l'aveva stretta a sé. Ma soprattutto era il profumo che da quel momento Draco avrebbe sempre associato alla pace e alla serenità, a tutto ciò che provava dopo che lui ed Hermione si erano chiariti.
 
 
L'orologio sulla parete indicava le 10:30 in punto, segno che la lezione con gli studenti dell'ultimo anno ormai era giunta al termine.
Draco spostò lo sguardo sui suoi studenti - Serpeverde e Tassorosso dell’ultimo anno - vedendoli riporre i propri libri e appunti.
Probabilmente si erano resi conto prima di lui della fine della lezione.
"Va bene, finiamo domani. Intanto date uno sguardo a quello che c'è scritto sul libro, almeno domani avrò l'illusione di parlare con qualcuno che capisce cosa dico."
Gli studenti risero per la battuta - ignari che Draco fosse estremamente serio - e iniziarono a uscire dall'aula.
"Tyler, puoi fermarti qui un attimo? Avrei bisogno di parlarti" disse ancora Draco.
Tyler lo guardò perplesso e incuriosito, prima di dire a Gwendolyn che si sarebbero visti più tardi e raggiungere Draco.
"Tutto bene, prof?" chiese andandosi a sedere su un banco della prima fila.
Draco sospirò. Quella situazione era più difficile di quanto avrebbe immaginato.
"Dobbiamo parlare di Gwendolyn."
Tyler aggrottò la fronte. "Cioè?"
"Immagino tu sappia cos'è successo, cosa le è stato messo nel succo, giusto?"
"Un filtro d'amore, Gwen me l'ha detto. Ma non ha idea di chi potrebbe essere stato, dice che nessuno a parte me le è mai stato dietro in quel senso" disse Tyler.
"Questo ti porta in cima alla lista dei sospettati, Tyler" disse Draco con estrema difficoltà.
Conosceva Tyler da quando era un bambino, lo considerava quasi un fratello.
Non poteva credere di essere lì a dirgli che era sospettato di aver fatto del male alla sua fidanzata.
"Cosa?"
"Le cose tra voi vanno bene? Oppure c'è stato qualche problema?"
"Cosa mi stai chiedendo di preciso?" disse Tyler abbandonando il tono formale con cui si rivolgeva a Draco quando erano a scuola.
Ma in quel momento la scuola non c'entrava ed essere formali non sarebbe servito a niente.
"Avanzo un'ipotesi a cui non credo, ma che ho dovuto considerare. Mettiamo caso che le cose tra voi andassero male, che lei volesse lasciarti. A quel punto tu avresti avuto un movente per somministrarle un filtro d'amore."
"Mi credi capace di una cosa simile?"
"No" disse Draco scuotendo la testa. "Ma devo considerare ogni opzione."
Tyler sospirò.
Ovviamente non poteva essere felice del fatto che qualcuno sospettasse di lui, ma era un ragazzo maturo e capiva che in quella situazione non poteva essere tralasciato niente.
E poi lui più di tutti voleva sapere la verità su ciò che era successo a Gwendolyn. Non poteva incolpare Draco perché stava considerando tutte le possibilità.
"Non avrei avuto alcun motivo di dire un filtro d'amore a Gwen. Lei mi ama già anche troppo" disse Tyler sorridendo. Poi si sfilò dal collo una catenina in argento, che fino a quel momento aveva tenuto nascosta sotto la camicia. Nella catenina, al posto di un ciondolo, era stato messo un anello.
"Me lo ha regalato lei, il primo giorno di scuola" disse Tyler rigirandosi l'anello tra le dita. "Avevamo litigato durante l'estate, subito dopo il mio compleanno. Quando ci siamo rivisti alla stazione, lei mi ha detto di volermi parlare e io ero convinto che mi avrebbe mollato. Invece mi ha detto che voleva sposarmi e che non avrebbe aspettato che fossi io a chiederglielo. E poi mi ha dato questo anello."
"Non avevo idea che la relazione fosse così seria" disse Draco, cercando di nascondere una punta di invidia.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per tornare ad avere diciassette anni e pensare alle ragazze piuttosto che alla guerra imminente.
"Sono innamorato di lei da quando l'ho conosciuta e a quanto pare per lei è lo stesso. Volevamo dirlo alle nostre famiglie a Natale, ma con tutto quello che è successo abbiamo preferito aspettare. Non vogliamo che pensino che abbiamo deciso di sposarci solo perché abbiamo avuto paura che Gwen morisse o qualcosa del genere."
"Certo, capisco."
"E immagino capirai anche che non avrei avuto motivo di dare un filtro d'amore a una ragazza che mi ama già così tanto da volermi sposare" concluse Tyler.
Draco annuì. Doveva ammettere di essere sollevato.
Non avrebbe mai dubitato di lui, ma avere la certezza che era innocente lo rendeva decisamente più tranquillo.
Stranamente non sentiva nemmeno il desiderio di correre da Hermione e rimarcare il fatto che avesse ragione lui a non dubitare di Tyler, che Hermione si fosse sbagliata.
Si sentiva solo sollevato e non vedeva l'ora di arrivare al vero colpevole.
 
 
Quando entrò in Sala Comune, Hermione era raggomitolata su una poltrona. Era avvolta in una coperta con i colori della sua casa, un libro aperto in bilico sul bracciolo della poltrona, e la testa ciondolante su un lato.
Si era addormentata leggendo, le capitava spesso.
Nei giorni passati aveva dormito poco - a Draco aveva detto di essere rimasta sveglia a pensare al caso di Gwendolyn, ma entrambi sapevano che era il loro litigio a non farla dormire - e così finiva per addormentarsi in ogni attimo di relax, ovunque si trovasse. Anche in Sala Comune durante un'ora buca.
Draco le si avvicinò lentamente, prese il libro e piegò un angolo della pagina per tenere il segno prima di chiuderlo e appoggiarlo sul pavimento.
Non aveva intenzione di svegliarla, quindi si limitò a sedersi di fronte a lei e a osservarla per un po'.
Era bella in una maniera totalmente diversa da chiunque altra. Non tanto per l'aspetto fisico - anche se la considerava bellissima anche da quel punto di vista - ma per tutto il resto.
Draco era innamorato del suo modo di parlare, della passione con cui spiegava le cose in cui credeva, della sua intelligenza. Amava il suo modo di fare, anche quando era insopportabile.
E forse era quello che la rendeva diversa dalle altre. La amava più per i suoi difetti che per i suoi pregi.
Amava il suo costante bisogno di avere ragione, il suo orgoglio che spesso le impediva di vedere le cose con chiarezza, la sua arroganza quando sapeva di essere migliore di qualcun altro.
Draco avrebbe odiato quelle cose in chiunque altro, ma non in lei.
E questo lo spaventava a morte, ma lo faceva anche sentire vivo come non mai.
Non seppe di preciso quanto era rimasto a fissarla quando lei si svegliò. L'unica cosa di cui si rese conto era di quanto volesse vederla svegliarsi accanto a lui ogni giorno.
"Da quanto sei qui?" chiese Hermione, la voce roca e leggermente impastata dal sonno, mentre si raddrizzava sulla poltrona.
"Onestamente non lo so" rispose sinceramente Draco.
"Mi guardavi dormire, è inquietante."
"Non è inquietante, è romantico!"
"No, Malfoy. È inquietante."
"Lo è anche il fatto che praticamente stiamo insieme e ci chiamiamo ancora per cognome. Eppure non ti sei mai lamentata" le fece notare Draco.
In effetti, erano state rare le volte in cui si erano chiamati per nome. Nonostante la loro relazione ormai fosse molto di più che una finta per salvare Draco, le loro abitudini non erano cambiate.
"Quello non è inquietante."
"Se lo dici tu..." disse Draco stringendosi nelle spalle. "Parlando di altro, ho avuto modo di chiacchierare con Tyler."
"E...?" chiese Hermione curiosa.
Draco le raccontò tutto ciò che Tyler gli aveva detto, facendo attenzione a non tralasciare nemmeno un dettaglio.
Le raccontò dell'anello, della loro decisione di sposarsi, del perché Tyler non poteva aver fatto una cosa simile.
Ma soprattutto le parlò del suo sguardo.
Lo sguardo di Tyler mentre parlava di Gwendolyn era amore puro. E quel tipo di amore non può farti fare un gesto simile.
Hermione lo ascoltò con attenzione e poi disse: "Quindi Tyler e Gwendolyn vogliono sposarsi?"
"È l'unica cosa che ti è rimasta in testa?" disse Draco lievemente divertito dalla reazione della ragazza.
"È che sono così giovani!"
"Hanno diciassette anni, la maggior parte dei maghi si sposa dopo i M.A.G.O."
"Lo so, ma non riesco a fare a meno di pensare che alla loro età noi avevamo be altri problemi."
Draco aveva pensato la stessa cosa giusto poco prima, quando aveva parlato con Tyler.
"Ti capita mai di pensare a cosa sarebbe successo se avessimo avuto un'adolescenza normale?" chiese Hermione qualche attimo dopo.
"A volte. Ma poi mi rendo conto che preferisco pensare al presente" ammise Draco.
Hermione aggrottò la fronte. "Perché?"
Anche lei era una persona razionale, ma ogni tanto era bello perdersi nelle fantasie di un mondo in cui Voldemort non era mai esistito e loro non avevano dovuto trovarsi faccia a faccia con la morte quando erano solo ragazzini.
"Perché finisco sempre a pensare che senza la guerra probabilmente tu saresti finita con Weasley e io non mi sarei mai reso conto di quanto sei bella. Preferisco il presente che stiamo vivendo."
Hermione arrossì per il complimento e si voltò verso il camino, non riuscendo a reggere lo sguardo di Draco.
"Già, probabilmente avrei finito per sposare Ron subito dopo la scuola e solo dopo qualche anno mi sarei resa conto di aver sposato qualcuno che non era altro che un amico" disse senza guardarlo.
"E io probabilmente avrei finito per sposare qualche ragazzina antipatica e superficiale solo perché proveniente da una famiglia sufficientemente ricca da potersi mischiare con i Malfoy."
Hermione ridacchiò all'idea di Draco costretto ad avere a che fare con una di quelle ochette Purosangue che lei aveva tanto disprezzato durante gli anni a Hogwarts.
"Nonostante le perdite che abbiamo subito, nonostante ci abbiano costretti a crescere in fretta e a non goderci l'adolescenza, alla fine non ne siamo usciti tanto male" constatò Draco.
"In effetti non possiamo lamentarci" concordò lei.
La guerra le aveva portato via tanto. Amici, compagni di scuola, insegnanti, persone che considerava la sua famiglia...
Ma aveva anche contribuito a renderla ciò che era. E soprattutto aveva contribuito a rendere Draco l'uomo che era.
Li aveva migliorati al punto tale da riuscire a venirsi incontro, e di questo Hermione era profondamente grata.
 
 
Se le cose tra Hermione e Draco avevano iniziato ad andare per il verso giusto, non si poteva dire lo stesso delle indagini su Gwendolyn.
Sembravano essere a un punto morto, con una lista di nomi tra le mani ma senza riuscire a trovare il colpevole. Ogni nome su quella lista sembrava essere del tutto insospettabile, al punto che Hermione si era convinta a prendere in considerazione altri studenti e ad allargare il cerchio dei possibili sospettati.
La cosa non la rendeva di buon umore. Allargare quel cerchio significava doversi concentrare il doppio e fare anche il doppio della fatica.
Prendere in considerazione altri nomi voleva dire concentrarsi su persone più distanti da Gwendolyn, a primo impatto insospettabili proprio perché non facevano parte della sua cerchia ristretta di amici. Sarebbe stato molto più difficile.
Ogni volta che Hermione percorreva i corridoi o entrava in Sala Grande si ritrovava a scrutare con sospetto ogni singolo studente, domandandosi chi di loro avrebbe mai potuto fare una cosa simile.
Anche quel giorno, uscendo dall'aula di Difesa Contro le Arti Oscure e dirigendosi verso la Sala Grande per il pranzo, Hermione aveva iniziato a guardarsi intorno sospettosa, totalmente assorta nelle sue congetture da non accorgersi che Gwendolyn si era avvicinata a lei.
"Professoressa Granger?"
Solo sentendosi chiamare Hermione spostò lo sguardo e si accorse della ragazza accanto a lei.
"Gwendolyn! Posso fare qualcosa per te?"
"Le posso parlare un attimo? In privato, se è possibile."
Hermione annuì e tornando indietro la scortò fino all'aula di Difesa, ormai rimasta vuota.
Fece entrare Gwendolyn e poi si chiuse la porta alle spalle dicendo: "Qui non ci disturberà nessuno. Dimmi pure."
"Tyler mi ha detto di aver parlato con il professor Malfoy a proposito di quello che mi è successo" disse Gwendolyn con lo sguardo basso.
Era visibilmente a disagio ed Hermione provò un lieve senso di colpa. In fondo era stata lei a insistere così tanto su Tyler.
"Mi dispiace per il malinteso, Gwendolyn. Ma se vogliamo capire chi ti ha fatto del male non possiamo tralasciare niente" disse Hermione.
Gwendolyn annuì. "Lo so, capisco. Il fatto è proprio questo. Tyler mi ha detto che state considerando ogni opzione e io mi sono resa conto che non potete considerare ogni opzione se non sapete ogni cosa."
"Che vuoi dire?" chiese Hermione guardandola con la fronte aggrottata e lo sguardo confuso.
"Si tratta di Gregory Altman."
Hermione rimase in silenzio, ma attenta a cosa Gwendolyn avrebbe detto.
Conosceva Gregory. Era un Grifondoro dell'ultimo anno ed era il fidanzato di Tamara Thompson, il prefetto di Tassorosso e migliore amica di Gwendolyn. Era uno dei nomi che Hermione aveva scritto nella sua lista.
"Lo scorso anno, prima di stare con Tamara, ci aveva provato con me. Mi aveva chiesto di uscire ma io frequentavo Tyler già da qualche settimana, così ho rifiutato l'invito e qualche tempo dopo Gregory ha iniziato a frequentare Tamara. Credevo che la storia fosse chiusa, ma a settembre mi ha chiesto di vederci perché doveva parlarmi di una cosa importante." disse Gwendolyn.
"E vi siete visti?"
Gwendolyn annuì. "Sì, ci siamo incontrati sulla Torre di Astronomia. Lui mi ha detto che non era innamorato di Tamara e che stava con lei solo perché io lo avevo rifiutato, poi mi ha chiesto se io fossi ancora innamorata di Tyler. Quando ho detto di sì, ha risposto che mi avrebbe fatto cambiare idea."
Hermione la fissò sconvolta.
Gregory sembrava un bravo ragazzo. Non avrebbe mai immaginato che fosse in grado di prendere in giro in quel modo una ragazza che davanti a tutti diceva di amare e soprattutto che si sarebbe abbassato a un gesto simile.
"Ne hai parlato con qualcuno di questa storia?"
Gwendolyn scosse la testa. "No. Non volevo che Tyler sapesse che qualcuno ci aveva provato con me, soprattutto in modo così insistente. E non sapevo come dirlo a Tamara senza farla stare male. Lei è la prima persona con cui ne parlo, professoressa."
Hermione assicurò a Gwendolyn che avrebbe tenuto d'occhio Gregory e le chiese di non parlare con nessuno di quella storia.
Tamara prima o poi avrebbe dovuto sapere con che razza di verme aveva a che fare, ma la priorità era capire se Gregory c'entrasse qualcosa con quella storia o no. E per capirlo era necessario che Gwendolyn non parlasse con nessun altro di quella faccenda.
Se Gregory fosse stato davvero colpevole e avesse scoperto che Gwendolyn aveva detto qualcosa e che era finito in cima alla lista dei sospettati, avrebbe sicuramente fatto qualcosa per coprire le sue tracce.
Hermione non poteva permetterlo.
 
 
Quando arrivò in Sala Grande, stavano tutti già mangiando a parte Draco.
Lui era semplicemente seduto al suo posto al tavolo degli insegnanti, il piatto davanti a sé era vuoto e fissava l'ingresso della Sala Grande con apprensione.
Quando vide Hermione entrare, il suo sguardo si rilassò improvvisamente. La presenza di Gwendolyn pochi passi più indietro però gli fece risuonare nella mente un campanello d'allarme.
"Dove eri finita? Va tutto bene?" le chiese sottovoce appena Hermione lo raggiunse.
Lei annuì sedendosi al suo posto, poi abbassò il tono in modo che solo Draco potesse sentirla e disse: "Ho delle novità. Gregory Altman è appena finito in cima alla lista dei sospettati."












Spazio autrice:
Buongiorno! 
Il mistero si sta facendo sempre più fitto e io sto iniziando a chiedermi se voi avete qualche idea su chi sia il colpevole. Se non è così avete tutto il tempo di pensarci perché verrà svelato solo alla fine. 
Ci vediamo domenica con il prossimo capitolo :) 
   
 
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