Event:
Maritombola 11.
Sito:
Lande
di Fandom.
Prompt:
78 - La situazione tra X e Y è particolarmente complicata.
È ancora più
complicato spiegare tutto a Z.
Note:
primissima Drarry della mia vita che sforno, siate tanto clementi.
Nella
speranza che possa strapparvi un sorriso, vi auguro una buona lettura!
«Non
lo so, Draco. La situazione è particolarmente
complicata», disse Harry, con la
schiena contro la parete e la mano che sfiorava quella di Draco. In
quell’angolo
sperduto di Diagon Alley nessuno li avrebbe visti.
«I
miei genitori non la prenderanno bene.»
Harry
sorrise.
«Nemmeno
io l’ho presa bene», disse.
Draco
si unì alla sua risata bassa, indirizzandogli uno sguardo
divertito.
«Sei
forse pentito? Perché non lo sembravi affatto dopo la prima
volta che siamo
stati insieme», chiese.
Suo
malgrado, Harry arrossì e nascose l’imbarazzo
dietro a un colpetto di tosse.
«Il
fatto», riprese dopo un po’,
«è che non so come la prenderà Ron.
Voglio dire,
stavo con sua sorella...»
«Paura,
Potter?» lo canzonò Draco.
Harry
sollevò un sopracciglio.
«Ti
piacerebbe», rispose.
«Bene,
allora. Perché Weasley sta per arrivare.»
«Cosa?»
Draco
sollevò gli occhi al cielo.
«So
che sarà difficile, imbarazzante e che probabilmente
volerà qualche Maledizione
Senza Perdono, ma prima affronti il problema, meglio sarà
per tutti», disse.
Harry
sentì le orecchie fischiare. Non era pronto per parlare con
Ron, per dirgli che
aveva lasciato sua sorella perché aveva capito di amare un
uomo, di amare
Draco. Era certo che il suo migliore amico non l’avrebbe
presa bene, che
avrebbe di certo dato di matto.
Draco
sospirò all’improvviso, lasciandogli la mano e
richiamandolo dai propri
pensieri.
«Il
mio passato non si cancella, vero?» disse con amarezza,
«ciò che ha fatto la
mia famiglia, ciò che ero diventato io ed ero pronto a
fare...»
Harry
lo prese per le spalle, costringendolo a guardarlo.
«Non
ricominciare, sai cosa ne penso», lo interruppe,
«eri un ragazzino immischiato
in un qualcosa di molto più grande di te. Tuo padre ti ha
deluso e tu hai visto
crollare ogni tua certezza. Volevano che diventassi come loro, ma non
è
accaduto. Per fortuna, non è accaduto.»
«Harry...»
«Quella
volta, quando i Ghermidori mi hanno portato a casa tua... mi avevi
riconosciuto, vero? Eppure non hai detto nulla. A me è
bastato per capire che
tu non eri affatto un Mangiamorte, un assassino senza
scrupoli.»
Draco
distolse lo sguardo. Lo faceva sempre quando si sentiva in imbarazzo.
«Forse
sono io quello che non riesce a perdonarsi»,
sussurrò.
Harry
gli sollevò il braccio sinistro, scostò la manica
e gli baciò il punto in cui
prima troneggiava il Marchio Nero.
Draco
gli sfiorò una guancia con la mano libera, lo
afferrò per la nuca e premette le
labbra contro le sue. Harry chiuse gli occhi e ogni preoccupazione
scivolò via,
cancellati da baci sempre più avidi.
«Non.
Ci. Credo. Ditemi che è uno scherzo, uno scherzo di pessimo
gusto!»
Al
suono di quella voce, Harry si staccò immediatamente e si
volse. Ron li stava
osservando con un’espressione fra l’inorridito e lo
sconcertato, a occhi
strabuzzati.
«Ron...»
«Tu!»
esplose l’altro, puntando l’indice contro Draco,
«era questo che intendevi con
la lettera che mi hai inviato?»
Harry
aggrottò la fronte, per poi sbiancare appena notò
il sorrisetto compiaciuto
sulle labbra del compagno.
«Cosa
hai scritto, Draco?» chiese.
«Solo
che, se fosse arrivato in tempo, avrebbe assistito a un duello molto
interessante fra me e te», rispose l’altro,
allargando ancor di più il proprio
sorriso.
«Draco,
accidenti!» Harry imprecò sotto voce, per poi
tornare a rivolgersi al migliore
amico, «Ron, mantieni la calma, volevo solo darti delle
spiegazioni.»
«Spiegazioni?
Oh, me le hai date eccome, delle spiegazioni! Ciò che ho
visto poco fa è stato
molto eloquente!» urlò Ron.
«Sarebbe
meglio parlarne da un’altra parte, che ne dite?»
suggerì Harry, ma non riuscì a
finire la frase, che per poco uno Schiantesimo non lo colpì.
Draco
e Ron iniziarono a duellare, il primo divertito, il secondo indignato.
«Bah,
fate come accidenti vi pare!» urlò Harry e
incrociò le braccia sul petto,
sperando che, una volta sfogati, i due fossero disposti a parlare,
anziché
lanciarsi addosso ogni maleficio possibile e inimmaginabile.