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Autore: EcateC    18/12/2020    2 recensioni
Dopo un anno dagli ultimi fatti, Rey vive isolata a Tatooine, abbandonata a se stessa e logorata da una grave forma di depressione. Gli sforzi di contattare lo spirito del defunto Ben Solo, morto per darle la vita, sono risultati vani e hanno condotto Rey a rinnegare la Forza, a chiudersi totalmente in se stessa.
Solo di notte, nei suoi sogni, Rey riesce a vedere Ben e a raggiungere la pace... Perché?
(Storia scritta il 18/12/2019 subito dopo aver visto episodio IX. La ritengo davvero molto triste, se volete rallegrarvi non ve la consiglio).
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Rey
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Rey correva per il bosco, correva più veloce che poteva.

I suoi piedi si muovevano velocissimi, saettavano, saltavano e quasi non toccavano il suolo. Le sue braccia sferzavano il vento e le davano uno slancio straordinario, ma del tutto insufficiente.

Lui ormai era dietro di lei, a pochi metri di distanza.

Lo sentiva alle sue spalle, sempre più vicino, le sue falcate ghepardine la stavano raggiungendo.

Rey accelerò il passo ma era consapevole il suo corpo non avrebbe retto quella velocità intensa ancora a lungo. Si sentiva spossata, il cuore le batteva troppo veloce e i polmoni erano sotto stress per il fiatone.

Doveva cambiare strategia o lui l’avrebbe acciuffata in pochi istanti.

Con uno sforzo, Rey saltò contro il tronco di un albero vicino e si diede la spinta per virare bruscamente a sinistra. Atterrò pesantemente con entrambi i piedi e continuò a correre a più non posso, finché non scorse in lontananza un ramo basso, sottile ma abbastanza robusto da reggere il suo peso, ma non certo quello di un uomo grosso il doppio di lei… Sorrise, ma come fece per saltare in alto, due mani forti le afferrarono la vita e la gettarono preponetemene al suolo. Rey urlò, scalciò e cercò di liberarsi ma lui era troppo forte e troppo grosso, l’aveva atterrata.

-Ti ho preso- lo sentì dire, soddisfatto, mentre le bloccava le mani sopra la testa -Non mi scappi più, adesso-

Rey non si diede per vinta, e con la Forza sradicò un intero albero per gettarglielo addosso, solo che l’albero rimase in bilico in aria, bloccato dal potere del suo avversario.

-Avevamo detto niente Forza- le ricordò lui, continuando a trattenerla.

-Lasciami andare!- si dimenò lei, indignata.

-Perché non vuoi mai perdere?- la sua voce era una carezza.

-Non ho perso!- si arrabbiò Rey, facendolo sorridere -Mi lasci andare!?-

-No- le rispose Ben, per poi stamparle un bacio sulle labbra -Non ci penso nemmeno-

Ma poco prima che Rey gli rispondesse, un ramo grosso e appuntito cadde in picchiata verso di lui. Rey gridò con tutto il fiato che aveva in corpo e il suo grido disperato continuò, sfidò i confini dello spazio e del tempo, finché non lei non si trovò con i piedi sul pianeta Exegol, buio e tempestoso.

C’era un burrone nebbioso e senza fondo che si stagliava proprio di fronte a lei. Rey sollevò un piede, ma una voce profonda la fermò.

-Rey, cosa stai facendo?- esclamò Kylo Ren, addolorato -Ti prego, no, non farlo. Ti supplico-

Rey guardò in basso, nelle tenebre dell’abisso. Sarebbe stato facile gettarsi giù in quel burrone, solo un salto e tutto sarebbe finito.

-Rey? Rey, ti prego-

Era come se lui fosse di fronte a lei. Rey lo guardava, poteva vedere il suo viso contorto dal dolore. Perché era così disperato? Perché piangeva e la supplicava in quel modo? Kylo Ren non aveva forse bramato la sua morte fino a ieri? Non aveva combattuto strenuamente contro di lei fin quasi a morire?

-Perché ti disperi in questo modo?- gli gridò Rey con gli occhi lucidi, in bilico sulle pendici del dirupo -Non era forse ciò che hai sempre voluto, Ren? Uccidermi?-

Costui sgranò gli occhi -Ucciderti!?- ripeté, incredulo -Secondo te io volevo ucciderti? Rey- la chiamò con dolcezza -Non c’è stato un istante, un solo istante, in cui io abbia desiderato farlo. Non lo hai ancora capito?-

Rey non rispose, ma almeno aveva sollevato lo sguardo dal burrone.

-Guarda dentro di me- la pregò lui -Scopri tu stessa ciò che io non riuscivo a dirti-

-È troppo tardi- replicò lei, iniziando a piangere silenziosamente -Tu sai quali sono le mie origini, conosci il mio cognome…- esclamò Rey, guardandolo disperatamente negli occhi, come a cercare un sostegno in lui -Ho il suo sangue nelle vene-

-Ma non significa niente!- le rispose il Leader Supremo -Tu sei buona, sei coraggiosa, sei leale! Non dare a quel mostro l’onore di credere di essere imparentato con te-

-Ma lo è!- sbottò Rey, disperata -Sono sua nipote, Ren!- 

-Ma resti comunque tu!- anche lui alzò la voce -La ragazza sensibile alla Forza che ha sfidato Snoke e che ha debellato le sue guardie insieme a me! La guerriera coraggiosa e forte, della quale…- il giovane si interruppe bruscamente, Rey lo guardò subito negli occhi -Ti prego, Rey, non lasciare che l’oscurità prevalga su di te, non lasciare che lui prevalga su di te! Se ti butti ora, Palpatine vincerà-

Rey trasse un profondo sospiro.

-Ma ho paura- si confidò con lui -Ho paura di me stessa, di passare al lato oscuro-

-Non passerai al lato oscuro-

-Come fai a dirlo?- 

-Perché ti conosco- le rispose lui, semplicemente -E poi io non avevo i timori che ora hai tu. Non c’era altro che odio e rancore in me. Rabbia, paura, tristezza… Credevo che il lato oscuro fosse la chiave per risolvere tutti i miei problemi, pensavo che fosse la mia ancora, la mia unica occasione di gioia. Ma non è stato così, sono solo precipitato in un dirupo ancora più profondo e ho annaspato nel buio per tutti questi anni, fino a che non sei arrivata tu- la guardò negli occhi, avvicinandosi cautamente -Rey, la tua luce ha dato conforto perfino a me. Non si spegnerà così facilmente-

La ragazza si commosse e gli accennò un sorriso. Lo guardò negli occhi, guardò dentro di lui, e ascoltò il suo cuore che batteva veloce. Era rassicurante e le infondeva un grande calore.

-Ben?-

-Dimmi- rispose subito. Malgrado avesse rinnegato il suo nome, si sentiva lusingato ogni volta che lei lo pronunciava. Era come ricevere una carezza.

-Perdonami-

-Di che cosa?- le chiese, incupito

-Per non averti salvato-

-Ma tu mi hai salvato- le sorrise, per la seconda volta -Io ti amo, Rey-

 

 

 

Rey si svegliò di soprassalto, col cuore che batteva dolorosamente e lo stomaco contratto in una morsa di agonia.

Non riusciva a respirare.

Si alzò a sedere sulla branda e iniziò a fare dei respiri comandati, uno dietro l’altro, uno dietro l’altro. Il fiato era rotto, come se avesse corso dei chilometri senza fermarsi.

Dunque, ora sognava perfino Kylo Ren.

Un respiro e poi un altro, un respiro e poi un altro. 

Rey si prese le ginocchia nodose e si cullò da sola, faceva così freddo di notte a Tatooine.

Un respiro dopo l’altro, un respiro e poi un altro. Lentamente, si riprese, andava meglio.

Rey si alzò a sedere e appoggiò le piante dei piedi per terra, sentendosi completamente indolenzita. Come al solito aveva dormito male, in posizioni falsate e col gelo del deserto a irrigidirle anima e corpo.

Cercò di massaggiarsi le spalle, di rilassare il corpo fragile, ma come si sfiorò la nuca, il ricordo delle dita di Ben durante il loro primo e unico bacio la fece sussultare. Allontanò le dita di scatto, come se si fosse bruciata.

Rey ricordava distintamente ogni singolo istante di quel momento, ogni impalpabile carezza e ogni sua lacrima appesa sulle ciglia. Era stato un attimo così delicato ed etereo, probabilmente il migliore della sua vita. Solo che era durato troppo poco, e aveva tralasciato troppe cose. Un solo bacio non bastava. Rey aveva le mani piene di carezze, la bocca piena d’amore. Non gli aveva neanche mai detto che lo amava, e probabilmente nemmeno Leia c’era riuscita, nemmeno Luke aveva avuto l’occasione di riappacificarsi con lui.

Era come se Ben Solo non si fosse mai redento, non fosse mai esistito. La gente ricordava con disprezzo solo Kylo Ren e, per quanto Rey avesse cercato di trasmettere a quante più persone possibili la sua vera storia, l’universo e le sue galassie erano troppo remote da raggiungere. Forse, da qualche parte c’erano delle persone che stavano ancora brindando alla morte del Leader Supremo Kylo Ren.

E questo la faceva stare male, male da morire.

Ben aveva diritto di essere amato e non solo da lei.

La gente doveva sapere quello che aveva fatto e quante volte le aveva salvato la vita. Forse, tra cinquant'anni la verità sarebbe venuta a galla, esattamente come era successo in passato con l’inaspettata redenzione di Darth Vader, però Rey non poteva aspettare tutto questo tempo.

Inoltre l’idea del trascorrere degli anni le metteva una grande ansia.

Come avrebbe fatto tra dieci anni? E se si fosse dimenticata il suo viso? La sua voce? E se avesse smesso di sognarlo? 

Quanta angoscia aveva in corpo, si sentiva soffocare.

-Siate con me- sussurrò addolorata, con la nausea nella bocca dello stomaco -Vi prego, vi prego, siate con me. È troppo doloroso, non ce la faccio-

Come rimpiangeva di non avergli preso la mano, quella volta nella nave di Snoke.

-Dove siete, vi prego?- sussurrò al nulla con la voce rotta, in quella casa rudimentale nel deserto -Siate con me-

I sensi di colpa, poi, erano i peggiori. Lo aveva chiamato “mostro” ben due volte. Lo aveva ferito, ignorato, calpestato con quella porta del Falcon sbattuta contro il suo viso. Era stata crudele, vendicativa.

-Siate con me, siate con me, siate con me…- continuò a pregare, tremante in quel letto gelido -Siate con me, vi prego, siate con me-

Rey rimase in silenzio, con le orecchie tese, senza versare nemmeno una lacrima. Non aveva mai pianto dopo che Ben era morto. Non ci era riuscita, lo shock era stato talmente potente e totalizzante che il suo cuore si era come congelato, le sue emozioni del tutto svuotate. Era come un droide, Rey. Ogni giorno portava a termine i suoi compiti meccanicamente, mangiava, sforzando lo stomaco, e alla sera andava a dormire, forzando il sonno.

Si era del tutto chiusa alla Forza e stava lontana da tutti, perfino dai droidi.

Solo di notte cedeva e invocava gli Jedi.

Solo di notte, le poche ore in cui dormiva, vedeva Ben ed era felice. A volte lo aveva sognato nel futuro, altre sul pianeta Exegol, altre ancora perfino con le vesti da Jedi, o da Sith, come in quest’ultimo caso. Ma era lui, e lei avrebbe dato qualunque cosa pur di tornare indietro e cambiare il passato. Lo avrebbe amato in qualunque modo, in qualunque forma, in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia, nella luce e nell’oscurità.

Ma il passato non si poteva cambiare. Ben era morto, il suo sorriso così tenero e impacciato non sarebbe più tornato.

A Rey venne un conato di vomito. Si lanciò fuori dal letto per non sporcare le coperte e riversò tutto per terra.

“Smettila di piangerti addosso! Reagisci!”

-Sto male, maestro Skywalker- sussurrò Rey alla voce dello Jedi.

"E allora combatti per stare meglio! Devi affrontare questo dolore, non lasciarti consumare da esso!"

Ma Rey non era del tutto sicura di volerlo affrontare. Probabilmente sarebbe morta, se l’avesse affrontato. E morire no, era fuori discussione. Per quanto desiderasse farla finita, sapeva che uccidersi avrebbe vanificato il sacrificio di Ben, che era morto per darle la vita.

E poi lui in sogno le chiedeva sempre di vivere, il minimo che potesse fare era obbedirgli e onorare la sua morte.

Ma com’era difficile vivere in quelle condizioni, tra i sensi di colpa per il passato e la paura per il futuro. Erano stati così poco tempo insieme, e quel poco lo avevano sfruttato facendosi del male a vicenda. E chi aveva scagliato i colpi più profondi e crudeli? Lei, ovviamente. Lo aveva ferito così tante volte, in così tante maniere, che al pensiero le veniva da piangere. Anzi no, non piangere, perché non ci riusciva. Le sue lacrime erano evaporate, proprio come la sua felicità.

-Siate con me- sussurrò ai maestri Jedi, in uno stato di profonda prostrazione -Siate con me, mi sento così sola-

Ma nessuno di loro le rispose più.

-Ben- cedette infine, chiudendo gli occhi -Ben, mi sento così sola-

Avrebbero potuto sposarsi, costruire una famiglia ed essere felici.

-Ti prego- aggiunse, supplice -Dimmi qualcosa-

Il suo cuore batteva velocemente dall’aspettativa, Rey tese le orecchie e i suoi occhi tremarono sotto le palpebre. Era raro che invocasse direttamente lui, proprio perchè temeva il suo silenzio più di qualsiasi altra cosa, solo che quella volta non poté farne a meno. Rimase lì in attesa, ma la risposta agognata non ci fu.

Rey aprì gli occhi, con lo stomaco contorto dal dispiacere. Guardò il muro di fronte a sé, pallida e mesta.

Non le aveva risposto neanche questa volta. 

Rey si alzò dal letto, svuotata, e andò a prendere una pezza per pulire il pavimento.

Anzi no, il pavimento era già pulito, notò con sorpresa. Si vede che era passato BB-8 e lei non lo aveva nemmeno notato.

Si sdraiò nuovamente sul letto e cercò di riaddormentarsi, di tornare da lui almeno in sogno.

Rey non sapeva se i sogni che faceva ogni notte fossero reali oppure frutto della sua illusoria immaginazione, della speranza irrealizzabile di avere ancora un contatto con lui. Perché, per quanto Rey lo avesse chiamato e cercato, lo spirito Ben non si era mai mostrato a lei. Non le aveva mai nemmeno parlato, non si era nemmeno avvicinato per permetterle di avvertirlo con la Forza. 

In altri termini, era come se lui non fosse mai esistito. 

O mai morto.

L’unico ponte che la collegava a lui era appunto la dimensione onirica, che era tanto meravigliosa quanto sfuggente e inaffidabile. Rey era consapevole che quegli incontri notturni con Ben potevano essere frutto solo del suo inconscio, però erano comunque preziosi come una boccata d’aria dopo un’intera giornata passata in apnea. Solo che lui continuava a rassicurarla su tutto, meno che sulla sua morte. Non ne parlavano mai, era come se la tragedia non si fosse mai consumata. Forse perché il suo inconscio si era rifiutato di metabolizzarla, o forse perché Ben non era morto sul serio.

Oh, Rey ci pensava. Si lasciava rinvigorire e cullare da questa dolce illusione. Sarebbe stato il motivo per cui il suo spirito non era mai venuto a farle visita, il motivo per cui lei non sentiva la sua voce nemmeno utilizzando la Forza. Sentiva la voce di Luke, ma non quella della sua Diade… Come poteva essere possibile?

No, lui non era morto.

Lui non è morto, non è morto, non è morto. 

 

 

-Lui non è morto, è qui. Lo vedo molto chiaramente-

A Rey mancò il fiato, il battito del suo cuore diventò irregolare -Dove? Dov’è?-

Maz Kanata le sorrise -Sei sicura di non saperlo già?-

Per la prima volta da quando Ben era morto, Rey sentì le lacrime pizzicarle occhi. Scosse vigorosamente il capo, rifiutandosi di ammetterlo.

-No, non lo so- mentì, ostinata -Ti prego, dimmelo tu-

La guerriera afferrò la mano di Rey con le sue tre dita e la condusse di fronte a uno specchio.

-Eccolo- le disse, indicando il suo riflesso -Lo vedi? È qui-

E Rey, finalmente, scoppiò a piangere.

 

 

 

 

 


Note

Ho scritto questa storia esattamente un anno fa, il 18 dicembre 2019, la sera stessa che avevo visto episodio IX. 

L’ho riletto una settimana e ho pianto di nuovo, e raramente mi capita, visto che le mie fanfiction sono per lo più allegre. Però devo affrontare quel trauma di episodio IX e credo che scrivere sia la cosa migliore. Se vi ho rattristito, vi chiedo scusa.
Comunque, anche io come Rey coltivo l'illusione che lui sia davvero vivo dentro di lei. Non chiedetemi come, ma il fatto che loro due siano una Diade nella Forza e che lui le abbia letteralmente dato la vita, credo abbia delle conseguenze. Non può non averne.
Se non l'aveste riconosciuto, il titolo è un richiamo alle prime parole di titoli iniziali di Episodio IX "I morti parlano!..."
Grazie se avete letto e a presto,
Ecate

   
 
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