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Autore: LuceBre    18/12/2020    0 recensioni
Luce aveva preso potere. Perché lei era diventata Luce. O forse aveva scoperto di esserlo sempre stata.
[...]
E per Luce questo fu un cambiamento. Un cambiamento che ebbe sulla sua vita un impatto imprevisto, non calcolato. Sicuramente non cercato. Un cambiamento nella sua semplicità potentissimo. Un cambiamento che era riuscita a farla stare bene. Un cambiamento che l’aveva resa felice.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Luce

 
"Non fosse che io ho paura di crescere
E tu quella di nuotare
[…]
Tienimi le mani
Non annegherai
Potrà capitarti di bere
Ma non annegherai"
Lo stato sociale – Niente di speciale
 
Luce camminava. Non era il suo vero nome. Ma le piaceva farsi chiamare così. Lo sentiva suo. Molto più suo del suo vero nome. Un nome banale. Un nome così usato. Così privo di significato, nonostante il significato fosse chiaro a tutti. Tutti sapevano cosa volesse dire il suo nome. Ma non era il suo. Non si era mai identificata davvero in quelle lettere. Finché non aveva trovato quello giusto. Il nome giusto. Quello in cui si rispecchiava. Per la prima volta le sembrava che qualcosa le calzasse a pennello. Che fosse fatto su misura per lei. E questo le aveva tolto un peso che non si era neppure resa conto di avere dal petto, dalla schiena e dal cuore. Un profondo senso di leggerezza. Un nome con cui non si era mai davvero presentata. Le persone però avevano iniziato ad usarlo. Avevano iniziato ad identificarla con Luce. E Luce di questa cosa era felice. Luce era riuscito ad entrare nella sua vita con forza. Diverse persone oramai non usavano altro che questo nome. Che questa parola. E il suo nome vero per alcuni era stato come dimenticato, messo da parte.
Luce aveva preso potere. Perché lei era diventata Luce. O forse aveva scoperto di esserlo sempre stata. Ma quel passaggio aveva cambiato qualcosa dentro di lei. E la parola Luce, il nome Luce sulla bocca di alcune persone, era diventata come ambrosia. Era una necessità. Era ciò a cui lei rispondeva. Era lei.
Alcune persone avevano provato a prendere questo potere, a farlo proprio. Avevano provato a gestire il potere di questo Luce. Avevano fallito, erano stati schiacciati. Luce di questa cosa non si era neppure resa conto, non si era resa conto che ci fossero persone che stavano provando a controllare quel potere. Luce non si era resa conto che lei stessa permetteva ad altri di provare ad imbrigliare questo potere. Non se ne era resa conto, forse perché nessuno era riuscito finora a farlo. Nessuno era riuscito a tenere a bada quel potere. Se ne rese conto quando qualcuno ci riuscì. Quando qualcuno riuscì a controllarlo. Quando riuscì ad usare quel potere. Usare quel potere su di lei. Potere con il quale si legò indissolubilmente. O forse si legò indissolubilmente con la persona che era riuscita dove altri avevano fallito. Un legame nato delicatamente. Un legame nato senza alcuna pretesa. Un legame nato da una conoscenza. Un legame nato da parole. Un legame nato dalla semplicità non solo per Luce, ma anche per questa persona. E in questo ambiente, in questo clima, il potere di Luce si era fatto imbrigliare. Non che la persona lo avesse fatto con consapevolezza. Non che lo avesse fatto con malizia. Ma lo aveva fatto. Era successo. E forse era successo proprio perché non lo aveva cercato, non lo aveva forzato. Era successo.
E per Luce questo fu un cambiamento. Un cambiamento che ebbe sulla sua vita un impatto imprevisto, non calcolato. Sicuramente non cercato. Un cambiamento nella sua semplicità potentissimo. Un cambiamento che era riuscita a farla stare bene. Un cambiamento che l’aveva resa felice.
 
   
 
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