Fumetti/Cartoni americani > Voltron: Legendary Defender
Segui la storia  |       
Autore: A_Liebert    18/12/2020    0 recensioni
Lance è un elfo natalizio, ma solo per lavoro, sia chiaro, in un centro commerciale con luci fin troppo accecanti e musica natalizia a ripetizione.
Keith lavora alla caffetteria vicino il villaggio di Babbo Natale e non sopporta assolutamente il cubano rumoroso con un'insana abitudine a combinare disastri che, poi, tocca a lui ripulire.
Una AU natalizia sulle note di Michael Bublé e due idioti in slow burn, cosa chiedere di più?
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Kogane Keith, McClain Lance
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Lance pensava che essere un elfo natalizio fosse già abbastanza umiliante di per sè.

Ma questo perchè ancora non era venuto a conoscenza di quali compiti avesse Coran in mente per loro, in occasione del famigerato Christmas party. E questi compiti comprendevano il ballare e cantare in playback con coreografie imparate in un giorno scarso, sul palchetto appositamente creato per l'occasione. 

Lance, facendo finta che la voce di Michael Bublè fosse la propria mentre saltellava a caso con Pidge e Hunk, stava contemplando seriamente un suicidio, oppure un omicidio di massa in pieno stile Carrie. La musica natalizia risuonava dalle casse appositamente posizionate al centro del mall; le luci, grazie a Dio, erano state abbassate di tono e tavoli sparsi posizionati, un buffet a lato e i camerieri che facevano avanti e indietro da questo. Il suo sguardo, leggermente appannato per il sudore, lo stesso che gli appiccicava i capelli in fronte, continuava a puntarsi su un particolare cameriere. Sperava solo di non sembrare troppo ridicolo ai suoi occhi. Speranza che era, probabilmente, vana a giudicare da come ogni tanto Keith si girasse verso di loro e le sue spalle sussultassero per qualche risata.

"Bene, bene!" il balletto più ridicolo di questo dannato mondo giunse infine alla sua conclusione e Coran salì sul palco, tutto tirato in tiro e coi capelli tenuti indietro col gel "Adesso è il turno della band più natalizia del momento! I One Christmas!".

Un applauso si diffuse tra le famiglie che erano sedute ai tavoli e i tre elfi psicologicamente devastati scesero la scaletta del palco mentre cinque ragazzi vestiti da Babbo Natale invece salivano. Lance non si fece domande.

Mentre la band accordava gli strumenti, Lance si fermò ad aspettare Coran, sbottonandosi la giacca verde madida di sudore e rimanendo solo con la t-shirt bianca che aveva da sotto, ormai incollata alla pelle.

"Ehi, Coran" gli si avvicinò e il proprietario del mall si girò con curiosità.

"Mi licenzio" e gli lanciò la giacca verde. Coran la prese, sorpreso e scioccato.

"M-ma perchè?! Il tuo lavoro è magnifico! Non capisco!" balbettò. Lance sbuffò e si girò.

"Le umiliazioni sono finite, per me. Addio. E' stato bello finchè è durato. Anzi, no,  rettifico. E' stato orribile. Non sarò più lo stesso dopo tutto questo".

E lo lasciò lì, passandosi una mano tra i capelli sudati per rendersi un po' più presentabile mentre individuava Keith che metteva a posto dei piatti vicino il buffet. Si morse il labbro e poi saltellò fin da lui, un sorriso furbo e le braccia incrociate.

"Sono un uomo libero" sentenziò e Keith si voltò di scatto, sorridendo subito nel vederlo. Ah. Una freccia dritta al petto.

"Questa frase può significare molte cose oppure nessuna" alzò un sopracciglio, voltandosi verso di lui, e con quelle luci soffuse che lo mettevano un po' in ombra, le lampadine natalizie colorate appese ai muri come unica fonte di luce, era ancora più bello e il cuore di Lance iniziò a battere più veloce.

"Ho deciso di prendere in mano la mia vita" sorrise con soddisfazione "Niente più lavori che non mi merito. Ho rispetto per me stesso, io. E poi mi ha dato ieri lo stipendio".

Keith scosse la testa, incredulo ed esasperato.

"Credo sia illegale licenziarsi senza preavviso".

"E' illegale anche schiavizzare impiegati dieci ore di fila e pretendere straordinari il giorno di Natale basandosi solo sulla simpatia. Se vuole portarmi giù, lo porto giù con me" e assottigliò gli occhi per fulminare Coran che vagava scioccato per la sala.

Poi tornò a guardare Keith, perchè era dannatamente carino quella sera. Per l'occasione indossava un gilè rosso con disegnati alberelli e un Babbo Natale sulla slitta. Da sotto, spuntava una camicia bianca a maniche lunghe. Aveva le guance un po' rosse mentre restituiva lo sguardo, forse per colpa dei riscaldamenti che erano stati sparati a palla in occasione del Christmas Party.

"Perchè non fate un giro?" sussultarono all'unisono a una nuova voce. Allura sorrideva con l'aria di qualcuno che la sapeva lunga e posò una mano su ognuna delle loro spalle.

"Forza, forza! Ci penso io a coprirti, Keith" e gli fece l'occhiolino. Un atteggiamento mistico e indecifrabile per Lance, che quasi cadde alla lieve spinta che diede loro per incitarli a muoversi. Lui e Keith si guardarono sorpresi, poi iniziarono a camminare. Lance teneva le mani nelle tasche larghe del costume, stringendo qualcosa spasmodicamente e lanciando occhiate in tralice verso Keith.

"Ma fare un giro dove...?" ridacchiò il moro, un sopracciglio alzato, girandosi per guardarsi intorno e Lance fece lo stesso. La maggior parte dei negozi erano chiusi ma svariate decorazioni natalizie erano state sparse in giro, più di prima. C'erano luci appese, c'erano pupazzetti inquietanti di Babbo Natale inchiodati ai muri e c'erano anche carillon mascherati da piccole e innocue scatole che, quando ci passavi accanto, iniziavano a far risuonare qualche motivetto natalizio all'improvviso facendoti perdere dieci anni di vita.

Coran era giusto un po' ossessionato dal Natale.

Keith era immobile a osservare qualcosa, Lance era immobile a osservare Keith e alla fine tossicchiò.

"Ecco, sì. Adesso farò una cosa molto imbarazzante di cui probabilmente mi pentirò. Ad ogni modo, beccati questo regalo di Natale e non dire niente, per favore" e gli lanciò il pacchetto, gli occhi chiusi e le sopracciglia aggrottate, la faccia che andava a fuoco.

"Cosa...?".

Aprì un occhio nel sentire la carta regalo che veniva scartata e poi si trovò davanti la faccia sorpresa di Keith nell'osservare il suo regalo: un paio di guanti neri da motociclista.

"Sì, beh, ho visto che hai una moto, quindi, sì. Ho pensato a... Insomma" balbettò, ogni capacità di parola persa sotto quello sguardo puntato nel suo, le labbra del moro strette e le guance che si coloravano di rosso, il cuore di Lance che volava a far compagnia a Babbo Natale al Polo Nord.

Keith strinse i guanti e poi li infilò nelle tasche del gilè.

"Anche io ho un regalo per te" se ne uscì d'un tratto e Lance sussultò.

"Cosa? Davvero?!" esclamò, sconvolto. Gli occhi di Keith erano scuri e liquidi, tanto intensi da rapirgli il respiro, e il moro annuì piano.

"Vieni con me" si voltò e iniziò a percorrere il corridoio del mall, lo sguardo puntato fisso in un punto poco distante, Lance che lo seguiva senza sapere cosa pensare. Davvero Keith gli aveva fatto un regalo? Perchè? Cosa significava? Forse niente, forse era solo una gentilezza perchè ultimamente si erano un po' avvicinati.

Poi Keith si fermò d'un tratto e Lance rimase immobile col piede a mezz'aria nell'atto di avanzare. Si voltò verso di lui, confuso.

"Ma siamo in mezzo al corridoio...?" alzò un sopracciglio e si girò a fronteggiarlo. Keith strinse le spalle e annuì, il petto che si alzava e abbassava veloce. Cos'ha?

"Guarda su" mormorò. Lance era ancora più confuso, se possibile, e fece come ordinato.

"Cosa, hai appeso il mio regalo al soffitto?" ridacchiò, scrutando il suddetto soffitto, che però non presentava nulla del genere, solo palline natalizie e vischio. Fece per abbassare la testa.

"Non capisco, cosa-"

E Keith premette le labbra contro le sue.

Lance sgranò gli occhi. C'erano le labbra morbide di Keith, c'era il calore del suo viso che sfiorava il proprio, c'era il respiro di Keith che si abbatteva contro la sua guancia. Le ciglia scure di Keith erano abbassate, tanto vicine.

L'esitazione lentamente sparì e una sensazione avvolgente si espanse nel suo petto mentre chiudeva anche lui le palpebre e portava la mano sulla guancia in fiamme di Keith. Mosse piano le labbra e quelle di Keith si socchiusero, i loro respiri, caldi, che si mescolavano.

Si baciarono lì, sotto il vischio, cuori che battevano veloci e sentimenti scoppiettanti che si incontravano e fondevano, la notte della Vigilia di Natale.
 

☃️The End☃️

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Voltron: Legendary Defender / Vai alla pagina dell'autore: A_Liebert