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Autore: Sia_    19/12/2020    13 recensioni
“Ginny ti sta cercando.” Hermione si chiude la porta della cucina alle spalle ed esce nel giardino della Tana a passi veloci per raggiungere l’amico.
“E sei venuta tu?” Harry le sorride, alzando l’angolo delle labbra con un po’ di sfida.
“Sono venuta io.” conferma la strega, allungandogli la mano ancora calda: si unisce a quella ormai congelata del Prescelto, mescolando temperature e troppi sentimenti.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Traccia, "A scatola chiusa" del gruppo Caffè e calderotti: Il personaggio protagonista del racconto per qualche ragione non ha nessuna intenzione di godere dell'atmosfera natalizia né di festeggiare, è anzi di cattivo umore, sminuisce e sbeffeggia tutto ciò che ruota attorno a questa festa eccetera – a voi se renderlo burbero, malinconico o altro. Se alla fine cederà al clima natalizio o meno è una vostra scelta. Di pari passo, a scelta è anche il genere del racconto: può essere una commedia allegra, un viaggio introspettivo, uno spaccato drammatico, una commedia romantica, può avere persino toni caricaturali, l'importante è rispettare la traccia e addossare al protagonista questo atteggiamento “Grinch”.

In caso di coppia protagonista, è a vostra scelta se a essere Grinch siano entrambi o solo uno.

 
Buon non Natale 
 

Harry si stringe nella mantella, respirando l’aria fredda della notte. Per l’esattezza, ci si perde in quella notte che gli imporpora le guance e gli congela il naso. Scuote il capo divertito, mentre alza gli occhi verso la distesa di stelle: si specchia nell’infinito dell’universo e ci mette poco a sentirsi di nuovo così piccolo, minuscolo, inutileIl ricordo della guerra sembra tornare d’improvviso, appesantendogli il cuore: diventa quasi difficile respirare, con la voce di chi ha perso che rimbomba nella testa, con il colore dei loro occhi che brilla nel cielo. Forse è che fa troppo freddo, è per quello che ha il fiato contratto: lo penserebbero tutti. È il freddo, che altro può essere? 

“Ginny ti sta cercando.” Hermione si chiude la porta della cucina alle spalle ed esce nel giardino della Tana a passi veloci per raggiungere l’amico. 

“E sei venuta tu?” Harry le sorride, alzando l’angolo delle labbra con un po’ di sfida. 

“Sono venuta io.” conferma la strega, allungandogli la mano ancora calda: si unisce a quella ormai congelata del Prescelto, mescolando temperature e troppi sentimenti – anche il fiato di Hermione è tirato, corto e non è il freddo, no. 

Harry sembra ringraziarla, stringendo le dita contro la sua pelle come per aggrapparsi e rimanere in piedi, ha così paura di cadere e risvegliarsi in un tempo in cui tutto non è già finito: il passato lo insegue e lui non riesce ad avanzare abbastanza velocemente per buttarlo via. 

“Finirà che Ron si metterà a cercare te.” le fa notare, tirando su con il naso.

“È un rischio che sono disposta a correre.” Hermione taglia corto, appoggiando il capo alla spalla dell’amico: con lei, per Merlino, è sempre così semplice. Non serve dirle grazie, lo sa già. Non serve chiedere aiuto, arriva ancora prima che si accorga di averlo, un problema. L’amica lo legge alla perfezione, come se fosse un libro di testo: non c’è mai stato un momento in cui non si sono capiti, basta uno sguardo per accordarsi, uno sguardo per dirsi un mondo. In tutto quel silenzio, che d’un tratto s’è fatto meno intenso e pesante, si ricordano insieme la stessa sera dell’anno prima. 

Nevicava, sembrano sussurrare le labbra di Hermione, ma in realtà se ne sta zitta e Harry la sente lo stesso. Nevicava ed erano in un cimitero, bacchette alla mano e un aspetto diverso a palesare sempre la stessa anima, in modo da riconoscersi anche sotto la maschera. Nevicava dentro e fuori, un mare di tristezza a rattrappirgli il cuore proprio come adesso, un mare di tristezza per dirgli che è solo – forse non poi così solo, se Hermione gli stringe la mano da sempre e cammina con lui. 

“Dovremmo entrare, Molly voleva aprire i regali.” dice lei, ma non è poi tanto convinta: per una volta non ha voglia di fare la cosa che dovrebbe essere fatta. Non ha voglia di festeggiare il Natale quell’anno, gli sta stretto tutto quel processo: i sorrisi, gli abbracci, gli addobbi, i canti, i dolci, i regali. Che si regala ad una persona che ha perso tutto nella guerra? Non c’è niente che possa riempire quel vuoto ed è così insensato fingere che vada tutto bene, non se è passato solo un anno da quando lei e Harry se ne stavano sulla tomba dei suoi genitori, con il destino del mondo schiacciato in mezzo ai loro palmi. 

Il mago sembra sentirla di nuovo, o forse pensa esattamente la stessa cosa e non si muove di un millimetro, “Ancora un po’.” la prega, come se stesse cercando qualcosa di preciso nel cielo costellato di stelle: magari aspetta un segnale, aspetta di avere abbastanza coraggio per entrare in casa e mascherare l’oblio con un sorriso. 

“Non ho fretta.” acconsente Hermione, strusciando la fronte contro la spalla di Harry, “Possiamo stare qui tutto il tempo che vuoi.” 

“Finché non ci trovano.” 

“Non per molto, quindi.”

Harry sbuffa, formando una nuvola di vapore davanti alla bocca. “Potremmo andare via.” offre, ma non ci crede davvero, non mentre scorge una stella e ci ritrova il volto di Ginny, “E non tornare per un po’, solo per evitare di… ”

“Festeggiare?” 

“Festeggiare.” conferma, appoggiandosi al capo dell’amica con la guancia, “Il problema è che i Weasley sono bravi a cercare, ci troverebbero comunque, non abbiamo scampo.” 

Hermione ride, mentre il petto le si scalda all’idea di una famiglia, una vera, tangibile famiglia che la ama, “Ti basterà guardare me, allora.” gli suggerisce.

“Lo so.” Harry l’abbraccia, fermando la mano sul suo fianco, “Ti cercherò un sacco di volte stanotte, abbi pietà.” 

“Sono stata la prima a cercarti.” gli fa notare dolcemente, “A volte penso che non sia vero, tutto questo.”

È vero.” è vero, ma quest'amore non è ancora in grado di cancellare la ferita di aver perso i genitori e tanto altro, quindi cercami stanotte. Basta uno sguardo, affinché siano in grado di capirsi, basta uno sguardo per continuare a fingere ancora un po’. 

Non fa in tempo ad aggiungere altro che l’orologio del salotto comincia a suonare e il rumore li raggiunge appena, copiando timidamente quello della campana della chiesa dell’anno precedente. “Harry.” lo richiama con un sussurro, “Buon non Natale.”

“Buon non Natale anche a te, Hermione.” 

 
 
Torno a parlare di Harry ed Hermione dopo tantissimo tempo: la loro amicizia mi scalda le vene ed è così preziosa che faccio fatica a delinearne i confini e a dargli nome. Mi ci rivedo tanto, in questi due ed è forse anche per questo motivo che è così facile aggrapparmi a loro nella vita reale, ma difficile scriverci. 
Questo ritratto, è un ritratto un po' dolce-amaro: ricordano alla perfezione la sera del Natale prima, da soli nel cimitero, un momento solo loro che li fa sentire meno soli. E a me viene da piangere solo così. Mi piaceva l'idea che Hermione e Harry, con quello alle spalle, non volessero festeggiare quest'anno, un po' per rispetto, un po' per tristezza. Non è un vero Natale se non si sente che è Natale davvero, nonostante la famiglia Weasley sia meravigliosa.
Ok, la smetto: spero di essere riuscita a lasciare qualcosa! Ringrazio chi è rimasto qui a leggere un pochino, 
Sia 
   
 
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