Storie originali > Commedia
Ricorda la storia  |       
Autore: cassiana    20/12/2020    9 recensioni
Natale 1990: Malcom, Brenda e Lucine si preparano per festeggiare il Natale. Una raccolta di piccole scene natalizie incentrate sulle diverse tradizioni che accompagnano le festività di stagione.
Attenzione: fa parte della serie Londoners 80s!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Kidfic | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'La famiglia Jones ovvero Londoners '80'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Disclaimer: Trama, personaggi, luoghi e tutti gli elementi che questa storia contiene, sono una mia creazione e appartengono solo a me.
Nota: “Questa storia partecipa a Prompt nevosi e natalizi indetta da Emy Milicchio nel Giardino di Efp”
1) A non sa pattinare e B prova a insegnarglielo
23) Anche da adulto, A non crede di essere troppo grande per un pupazzo di neve, specialmente ora che B è entrato nella sua vita
35) Decorare l'albero è sempre divertente, specie se in coppia, o in gruppo
42) La mattina di Natale con gli occhi di un bambino
PS: Arriverà il momento in cui smetterò di scrivere su questi personaggi...ma non è questo il giorno! 




20201226-130456




Prima Domenica dell’Avvento




La bambina si appoggiava a lui col corpicino magro mentre Malcom finiva di stringerle la stringa del pattino. Lucine lo guardò con il visetto trepidante: era la prima volta che pattinava e l’emozione si mescolava alla paura. Il piumino rosso col cappuccio bordato di peluche bianco e il cappellino di lana abbinato la facevano sembrare un’elfetta e s’intonavano alla perfezione al clima natalizio. Erano andati a Regent’s Park perchè Lucine voleva vedere i pinguini e gli orsi polari allo zoo e con l’occasione Malcom le aveva proposto un giro sui pattini. La pista da pattinaggio quella domenica era gremita di persone che volteggiavano con sicurezza o si aggrappavano incerte ai bordi. Un enorme albero decorato con una profusione di fiocchi e palline attirava l’attenzione dei bambini per il trenino che percorreva le rotaie che giravano intorno alla sua chioma, sbuffando vero vapore. Gli altoparlanti spandevano a tutto volume le note delle canzoni natalizie e le voci di Mariah Carey, Bing Crosby, George Michael e Frank Sinatra si mescolavano col tintinnio delle campanelle e il vociare dei bambini e degli adulti che pattinavano. Nell’aria c’era odore di zucchero, mele caramellate, cioccolata e vino caldo. Malcom si tirò su e sporse le labbra in avanti:
 
- Va bene, ora: tieni il baricentro un po’ basso e prova a tenerti in equilibrio.

Lucine strinse le labbra, ma non lasciò andare la mano del padre.
 
- Non ti preoccupare, ci sono io che ti tengo. Prova!

La bambina si staccò lentamente e il visetto si aprì in un’espressione di gioia quando capì che poteva stare in piedi sulle lame senza cadere. Mosse con titubanza qualche passo. Il petto di Malcom si riempì di orgoglio nel vedere i progressi seppur minuscoli della figlia. Da quando era arrivata la notizia della sua esistenza, otto mesi prima, la sua vita era stata sconvolta del tutto: non immaginava nemmeno quanti e quali cambiamenti poteva portare un bambino, soprattutto uno già grande come Lucine. Aveva avuto la fortuna di trovare un alloggio un poco più grande proprio nella stessa via dove abitava a Clapham e aveva permesso a Lucine di arredare la sua micro cameretta come meglio credeva e questo aveva mandato la bambina fuori di testa dalla contentezza, abituata com’era all’austera camerata dell’orfanotrofio o alle stanze già arredate delle case famiglia a cui era stata affidata. Durante quel periodo avevano avuto numerosi colloqui con il giudice e gli assistenti sociali e stavano seguendo un ciclo di terapia familiare. La bambina era estroversa e tutto sommato di buon carattere. Aveva accolto la notizia di avere un padre con una calma preoccupante, come se sapesse in fondo che prima o poi Malcom sarebbe arrivato. A distanza di quasi un anno padre e figlia si stavano ancora studiando. La psicologa gli aveva spiegato che la bambina avrebbe cercato di metterlo alla prova e testare fin dove poteva arrivare, ma per il momento stavano prevalendo la curiosità e la gioia di un legame ritrovato. Lucine lo chiamò  e Malcom pattinò fino a lei che si teneva ancora ai bordi della pista. 
 
- Brava Luce! Che dici facciamo qualche giro e poi ci prendiamo una cioccolata calda? Tieni un po’ più basse le ginocchia. 

Gli angoli della bocca le si alzarono lentamente per aprirsi in un sorriso estasiato e la bimba annuì entusiasta. Fecero qualche giro intorno alla pista, cercando di non scontrarsi con gli altri pattinatori. Lucine all’inizio era titubante e in un momento di distrazione piombò col sedere per terra. Malcom allargò gli occhi allarmato, ma la sua esperienza con i bambini gli aveva insegnato come comportarsi, così aiutò la piccola a rialzarsi spronandola e complimentandosi con lei.  Dopo parecchi giri, infatti Lucine si tranquillizzò e iniziò a prendere confidenza con i pattini: ormai andava da sola, senza più reggersi alla mano di Malcom. Tanto che a un certo punto approfittando di una distrazione dell’uomo sfrecciò spericolata ed esplose in una risata di pura gioia quando il padre sorpreso le corse dietro. In quel momento gli ricordò Myra e gli si strinse per un attimo il cuore. A volte si chiedeva come sarebbe stata la sua vita se lui e la compagna si fossero disintossicati e fossero diventati una famiglia.
 
- La prossima volta può venire anche Brenda?
- Certo! Ti piace lei?
- E' buona con me e ti vuole bene. 

Malcom abbracciò la bambina ridendo. Le rubò il cappello e lei lo inseguì  metà indispettita e metà divertita. Quando arrivarono a bordo pista Malcom si appoggiò alla balaustra:
 
- Sono distrutto. Che ne dici di quella cioccolata calda ora? 
- Siiii! 

 
Uno scampanellìo sottolineò lo strillo della bambina mentre entrambi si mettevano in fila. 





 

§Angolino Autrice§


Visto che quest’anno è andata così mi sono sfogata scrivendo questa storia in cui ho inserito tutti i clichè natalizi che potevo! Ho attinto a profusione dai miei ricordi di bambina degli anni ‘80 in cui si riuniva la famiglia in queste tavolate infinite, con nonni, zii, cugini, il cibo, i giochi, la nonna che vinceva sempre e lo zio che rosicava, il cibo, la tombolata, le luci, i regali, un fantomatico quanto educato Babbo Natale che suonava sempre il campanello (ma noi non lo beccavamo mai), le luci, l’ho già detto il cibo? XD Insomma volevo ricreare l’atmosfera di quei momenti felici. Questo è il mio regalo per voi e vi auguro di cuore un Natale sereno. 

 
   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: cassiana