Serie TV > Doctor Who
Ricorda la storia  |      
Autore: Anonimadelirante    21/12/2020    1 recensioni
“In seguito, sul proprio diario, River scriverà di quel giorno come il giorno del loro primo appuntamento. Non è sicura che sia esattamente così, ma se c’è una cosa che ha imparato, viaggiando nel tempo e sbatacchiando di qua e di là, barcamenandosi fra tesori sepolti, antiche scritture e favole assurde con un unico eroe dai mille volti, è che non avrà mai un primo appuntamento col Dottore, se non lo decide lei.”
(Doc/River)
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Doctor - 11, Doctor - 12, Doctor - Altro, River Song
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Write and rewrite our time 
in a blue journal like a stupid teenager 
with a crush

 

 

#first date

 

In seguito, sul proprio diario, River scriverà di quel giorno come il giorno del loro primo appuntamento. Non è sicura che sia esattamente così, ma se c’è una cosa che ha imparato, viaggiando nel tempo e sbatacchiando di qua e di là, barcamenandosi fra tesori sepolti, antiche scritture e favole assurde con un unico eroe dai mille volti, è che non avrà mai un primo appuntamento col Dottore, se non lo decide lei.
Così. Il loro primo appuntamento.
Coincide, decide, con la prima volta che la va a trovare in prigione. Se con andarla a trovare si intende che fa saltare il pavimento della cella vicino alla sua, tramortendo il Prigioniero 41 e poi si ferma a chiacchierare per quattro minuti e trentasei secondi con quello di fronte – Oh, Skagra, vecchio mio! Davvero-davvero vecchio, scusa, ma quanto tempo è passato? Ehilà? Skagra? Ci sei..? Ah, che brutta cosa, la demenza senile. Fa sembrare un genio eugenista, astroingeniere, teologo morale e neurostrutturalista un nonnetto adorabile. Sono passati i tempi in cercavi di conquistare l’universo, eh, amico mio? Sempre che per chiacchierare si intenda un delirate monologo autocelebrativo intervallato da divagazioni superflue e un sacco di parole inventate al momento.
«Dottore» sbotta, quando ha deciso di averne avuto abbastanza (quattro minuti e trentasei secondi dopo, appunto). «Per l’amor del cielo: Dottore
E finalmente – finalmente – il Dottore si volta a guardarla, inclinando il viso con l’aria di uno che si era completamente dimenticato della sua presenza.
«Gli allarmi» alza gli occhi al cielo lei per trattenersi dal chiedergli se almeno sapesse che era rinchiusa lì o se sia tutto un caso. Non vuole davvero saperlo, decide.
Oggi dovrà prendere un sacco di decisioni, sembra.
Questo sembra svegliarlo: «Oh!» saltella sul posto, sfregandosi le mani. «Giusto! Gli allarmi! Dottoressa River Song! Che bella giornata per fare una passeggiata, vero?» le sorride, agitandosi come uno strano manichino con troppe articolazioni tutte nei punti sbagliati. Poi, scava nelle tasche per recuperare il cacciavite sonico e puntarlo verso il quadro elettrico dall’altra parte del corridoio, e spegne la sirena.
«Avresti potuto farlo dieci minuti fa, quando ancora c’era almeno una guardia che dormiva» sbuffa lei, ma in realtà sta sorridendo e non riesce – è così frustante – a smettere di farlo.
«Oh – oh, le guardie!» esclama il Dottore volteggiando su sé stesso. «Le guardie, ecco cosa mi ero dimenticato, le guardie!» poi scoppia a ridere, perché a quanto pare è quello che il Dottore fa, generalmente. Far saltare muri e ridere in faccia alle persone. Lo detesta, ma. Non esiste neanche al mondo una persona a cui vorrebbe assomigliare di più. È complicato, suppone.
«Dottoressa River Song, le guardie dormono della grossa» le lancia uno sguardo che può voler dire solamente Ovviamente, credi che sia stupido?, tutto occhi sgranati e labbra strette in una linea saputa e adesso – adesso River deve uscire e tirargli una sberla. È un bisogno fisico, nulla di più nulla di meno. «Sbaccafulli viola. Non ancora estinti, sulla cintura di Orione nel trentesimo secolo. Una fortuna, che ne avessi un paio in tasca dall’ultima volta che sono stato lì, non è vero? Perché sai qual è la proprietà più buffa degli sbaccafulli viola, Dottoressa? Gli sbaccafulli viola secchi, al contrario di quelli rossi, se schiacciati e dispersi nell’impianto di areazione, sono soporiferi. Gran cosa, eh? Ti consiglio di stare lontano da quelli gialli, però – e ti prego lontanissima da quelli striati, perché sono-»
«Non ancora» lo interrompe lei, sorridendogli. Le gira un po’ la testa, ma immagina possa essere l’effetto che fa averlo così vicino e non arrivare neanche a sfiorarlo.
«Cosa?» sbatte le palpebre lui.
«Non sono ancora una laureata. Spoiler. Sai, qui è un po’ noioso, e ho molto tempo libero, per cui sto dando un sacco di esami in questo periodo, ma comunque: non ancora. Ma grazie per l’incoraggiamento» gli fa un’occhiolino e si appoggia pesantemente alle sbarre. La testa le gira parecchio, in realtà. «Ora, pasticcino» mormora a fior di labbra. «Se permetti, ho una domanda.»
Il Dottore sbatte ancora le palpebre e si aggiusta il cravattino deglutendo a vuoto. River spera che lo faccia spesso, perché, francamente, è adorabile: «Dimmi» la incita, senza distogliere lo sguardo.
«Se hai sparso polvere di sbacafulli viola secchi nell’impianto di areazione, hai anche pensato ad un modo per stare svegli?» si sente domandare, ma da lontano, come da un tunnel profondissimo.
E così. Il loro primo appuntamento. Se per appuntamento si intende quando il Dottore l’ha drogata per rapirla. Ci sono cose, nell’universo, che meritano una definizione specifica solo per loro due.
In effetti, tutto l’universo dovrebbe riscriversi seguendo le loro regole, ma. Non è ancora laureata. Tempo al tempo, come si dice.

 

 

 




N/A: il titolo della raccolta è-- be’, mio, come mi pare evidente dalla stupidità, ed ovviamente si rifà ad una delle loro battute ricorrenti che amo di più (“Time can be rewritten!” – “Not those times. Not one line. Don't you dare.” ; “Time can be rewrtten!” – “Don't you dare.”). Il Prigioniero accanto a lei sarebbe Skagra (villan del Classic Who @Douglas Adam) (va da sé che nel mio headcanon totalmente randomico la prigione in cui è rinchiusa – per le giornate, non per le notti *blik blink* – Melody Williams sia quella di Shada) ed è il numero quarantuno solo perché River possa essere la quarantadue – la risposta alla domanda fondamentale dell’universo (che potrebbe essere Who?, anche se purepure ne dubito, #Moffatstacce).
In teroria, questa storia è stata scritta per la challenge 10 PASSI DELLA TUA OPT sul cosmic ocean, col prompt #first date, ma aspetto eventuali conferme. Nel frattempo, enjoy!

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: Anonimadelirante