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Autore: ballerina 89    22/12/2020    2 recensioni
Un nuovo Natale è giunto finalmente alle porte e con tutto questo caos che stiamo vivendo per via del covid poteva mancare la mia tradizionale storiella natalizia dedicata ai miei amati Capitan Swan? Certo che no! Vi auguro una
buona lettura e spero che questa piccola creazione vi tenga compagnia in questi quattro giorni che ci separano dal tanto atteso Natale. Un abbraccio e buona lettura a tutti voi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emma Swan, Hope Jones, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il mio salvatore
Fanfiction Natalizia 2020
Capitolo 1

Vivere a Storybrooke può essere complicato, tra sortilegi e cattivi di ogni genere non sembra mai esserci un minuto pace, ma c’è un periodo dell’anno in cui tutto questo sembra svanire e improvvisamente la città caotica e sfrenata che siamo abituati a conoscere, si trasforma in un posto magico, surreale, in grado di lasciare tutti a bocca aperta: gradi e piccini. Sto parlando del Natale. Il natale a Storybrooke è molto sentito e può essere paragonato un po’ ai Natali che di solito siamo abituati a vedere nei film: case addobbate con ogni genere di decorazione, strade illuminate da lucine colorate, canti e mercatini natalizi in ogni dove. Puoi trovare di tutto in città in questo periodo dell’anno ma la cosa che più sembra strana è che tutti i cittadini collaborano tra di loro affinché tutto sia perfetto. Sono i negozianti quelli che contribuiscono maggiormente a rendere perfette queste settimane di festa, ognuno di loro prepara uno stand e per ben un mese si impegna ad offrire un servizio extra rispetto a quello a cui siamo abituati tutto l’anno. C’è chi si occupa di prendere donazioni per i più bisognosi, chi allestisce posti di ristoro, chi si occupa di far giocare i bambini con piste di pattinaggio sul ghiaccio e chi più ne ha ne metta. Non è una gara a chi fa di più ma di sicuro c’è una classifica e in questo Natale la persona che più si è prestata a rendere tutto impeccabile è stata la cara e dolce Granny che insieme all’aiuto della sua Ruby, tornata appositamente per l’occasione, hanno messo su un vero e proprio mini villaggio di Babbo Natale, con tanto di fabbrica di Giocattoli con elfi a lavoro, finti elfi naturalmente, i nani si sono prestati a questo duro compito, per allietare tutti i bambini della città, bisognosi e non.
Come facilmente intuibile questa iniziativa fu molto apprezzata dai piccoli di Storybrooke i quali iniziarono a tartassare i propri genitori, i meno felici di ciò, affinché li accompagnassero a visitare la famosa fabbrica di giocattoli di Babbo Natale nella speranza di incontrarlo e avere un dialogo con lui. Tra tutti questi bambini naturalmente non poteva mancare di certo la piccola Hope Jones, figlia della tanto amata salvatrice e del suo irresistibile pirata.
La piccola, cinque anni compiuti da qualche mese, non appena appresa la notizia che nella sua città sarebbe approdato il tanto amato babbo Natale non fece altro che assillare i suoi due poveri genitori e suo fratello Henry affinché l’accompagnassero.
Nessuno avrebbe mai detto no alla piccola Hope, era una bambina dolcissima ed educata anche se molto scatenata come il suo papà, ma quello che proprio non volevano Emma e Killian era crescerla con il pensiero di poter ottenere tutto e subito con un semplice schioccare delle dita per cui le dissero che prima della fine delle festività, lavoro permettendo, se avesse continuato a comportarsi come una brava bambina, l’avrebbero sicuramente accompagnata ma non le dissero effettivamente quando così la piccina, non potendo aspettare, chi alla sua età sarebbe stata in grado di farlo, corse a chiedere aiuto a colui che mai e poi mai le avrebbe detto di no, nonno David e come facilmente intuibile, non appena la sua adorata nipotina aprì bocca eccolo infilarsi la giacca per accompagnarla nell’immediato da Babbo Natale.
  • Nonnino possiamo passare alla Jolly Rogers prima di andare da Babbo Natale? Ho fatto un disegnino bellissimo l’altro giorno quando ero sulla nave con papà e vorrei regalarglielo. – chiese con quegli irresistibili enormi occhi azzurri e David senza neanche pensarci annuì accompagnandola.
Sembrava la bambina più felice del mondo durante il tragitto verso il porto, non che ci volesse poi molto in realtà per rendere felice quella piccolina, ma quando tornarono in macchina per raggiungere il tanto atteso villaggio di babbo natale l’entusiasmo della piccola sembrava già essere svanito.
  • Cucciolina tutto ok? – Chiese David accorgendosi immediatamente di quel suo cambio d’umore. Non era da lei perdere il sorriso così. – Sei diventata improvvisamente silenziosa… non hai trovato il disegno? – fu la prima cosa che gli venne in mente.
  • Eccolo! – glielo mostrò non rispondendo alla sua prima domanda – Ti piace nonno? Sono io con il vestitino da principessa nel castello tuo e di nonna. – spiegò. A differenza di sua madre lei non aveva problemi ad ammettere la sua natura, era una principessina e le piaceva molto esserlo. Da quando poi i regni erano stati riuniti non mancava di certo occasione di passare delle serate a palazzo e la bambina aveva sempre dimostrato di amare quella vita. David adorava vederla piroettare su se stessa con quei vestitini e ridere quando perdeva l’equilibrio e cadeva a terra, ogni volta che l’ammirava pensava alla sua Emma, a come sarebbe stata la sua vita se solo Regina non avesse lanciato il sortilegio. Da quando è nata Hope ci pensa spesso in realtà, a parte il carattere e il colore degli occhi quella piccolina è la fotocopia della sua mamma, è impossibile non avere quei pensieri, ma a Natale però il pensiero si intensifica maggiormente fino a fargli male. Come sarebbe stata la loro vita se il sortilegio non fosse mai stato lanciato? Ad Emma sarebbe piaciuto essere una principessa? Come sarebbe stato il natale a palazzo con la loro piccola bambina? Quei pensieri oltre che a molta sofferenza gli portano rabbia nel cuore e questo sentimento lo porta a credere che in fondo, per quanto lui si sia sforzato di accettare e perdonare, non ha mai realmente perdonato Regina per avergli portato via la sua bambina. – Nonno?!? Perché non rispondi? Non ti piace? – si preoccupò subito Hope non vedendolo rispondere.
  • Non mi piace? Scherzi? E’ meraviglioso questo disegno amore! Sei sicura di volerlo regalare a Babbo Natale? Non so, magari possiamo metterlo sulla bacheca del mio ufficio alla stazione. – David è pieno di disegni della sua piccolina, Emma lo prende sempre in giro dicendogli che in quell’ufficio ci sono più disegni di Hope che foto segnaletiche. Non è poi una bugia in realtà, Hope adora disegnare, ogni scusa è buona per farlo e anche sua mamma come nonno David vanta di una svariata collezione di capolavori solo che a differenza sua non li espone tutti o il suo ufficio sembrerebbe più un asilo piuttosto che un commissariato.
  • Mi dispiace nonno ma questo è per Babbo Natale! Non posso non portargli nulla capisci? Non è bello… - si atteggia da grande.
  • D’accordo nipotina ma voglio un bel disegno per domani… domani è Natale e il voglio questo regalo da te. – gli scompigliò i capelli. La piccola annui regalandogli un piccolo sorriso. – Dai ora andiamo, Babbo Natale ci aspetta.
  • Nonno aspetta… pensi che babbo Natale, oltre ai regali della letterina che ho scritto mi porterà un altro regalino se glielo chiedo oggi?
  • Io penso proprio di si cucciola, dillo a nonno: cosa vuoi chiedergli? – domandò in modo da poter correre a comprarglielo quanto prima.
  • Non posso dirtelo nonno: è un segreto tra me e lui. – avrebbe dovuto aspettarsi una riposta simile da lei ma non era un problema… avrebbe chiesto all’uomo vestito in rosso cosa desiderasse la sua dolce piccolina.
Li attese una fila di un’ora e mezza abbondante ma alla fine ecco che Hope riuscì a visitare la fabbrica degli elfi, incontrare le renne di babbo Natale, dargli da mangiare e sedersi sulle ginocchia del buon vecchio. Come poco prima non rivelò il suo segreto ai quattro venti, confabulò nell’orecchio dell’uomo il quale una volta allontanata la bambina, Granny l’aveva portata con se per regalarle un souvenir, gli fece capire che pur volendo David non sarebbe stato in grado di realizzare il suo desiderio in una notte, non era una cosa materiale quella che aveva chiesto…
Riaccompagnata a casa la piccola corse subito dalla sua mamma per raccontarle dove l’avesse portata nonno David quel pomeriggio dopodichè andò in salotto per guardare il cartone animato a tema natalizio che Granny le aveva regalato proprio prima. Lo estrasse dalla bustina ma non fece in tempo a metterlo che il suo papà la raggiunse per darle un bacio e l’aiutò con quel marchingegno.
  • Il magico mondo di babbo Natale… - esclamò Killian leggendo la copertina del dvd – Wow… deve essere interessante, ti va di guardarlo insieme? – Ad Hope brillarono gli occhi a quella proposta ma poi le venne in mente un piccolo pensiero e il sorriso sfoggiato fino ad un secondo prima svanì di colpo lasciando posto ad uno sguardo del tutto contrariato.
  • Voglio vederlo da sola con mamma! -disse senza mezzi termini.
  • Ah si? E papà? Non lo vuoi? – chiese confuso. Sua figlia stravedeva per lui, come è possibile che non lo volesse con loro?
  • No! – rispose decisa
  • E come mai?
  • Perché sei cattivo!
  • Hope ma cosa dici è? Sono cattivo? Papà è cattivo? – chiese ancora una volta per cercare di capire quale fosse il problema.
  • Si! Sei cattivo!
  • Perché sono cattivo amore? – la bambina corse a prendere il suo zainetto e quando tornò estrapolò da esso un foglio ripiegato in quattro parti che consegnò a suo padre. All’interno vi era un disegno.
  • Perché hai sulla nave un disegno di un altro bambino! – spiegò il problema Hope - Solo io posso fare i disegni a te papà, no gli altri bambini. – Dire che Hope fosse gelosa di Killian era dire il nulla, tutti sapevano quanto fosse morbosa la piccola nei confronti del suo papà ma mai e poi mai Killian avrebbe pensato che sua figlia sarebbe stata gelosa di un semplicissimo pezzo di carta. Aveva ragione la bambina, quello che Killian stringeva tra le mani non era un suo disegno, non era stata la piccola Hope a disegnare quella piccola graziosa barca che era rappresentata sul foglio ma nonostante ciò Killian non ebbe mai il coraggio di sbarazzarsi di quello schizzo. Non era un semplice disegno quello che ora capeggiava davanti ai suoi occhi e a quelli della sua bambina, era più che altro un ricordo, un piacevole ricordo che forse era giunto il momento di condividere con qualcuno e perché non con sua figlia. La piccola Hope poi in quel periodo all’asilo stava affrontando il tema della gentilezza e di quanto sia importante aiutare il prossimo, aveva anche un piccolo compito di natale proprio su quest’ultimo argomento, doveva fare un’opera buona, quindi Killian pensò di farle capire meglio il concetto raccontandole la storia di quel disegno.
  • Vieni a sederti sul divano tesoro, devo raccontarti una storia. – gli disse afferrandole la manina
  • Non voglio ascoltare una storia, sono arrabbiata con te papà! Tu vuoi bene agli altri bimbi…
  • Amore ma cosa dici è? Papà vuole bene a te tesoro… ascolta, hai ragione su questo disegno, non è tuo ma c’è una storia molto bella dietro e io vorrei che l’ascoltassi. – oltre al suo papà, alla sua mamma e ai suoi disegni, Hope amava molto le storie, Henry gli trasmise questa passione già in tenera età raccontandogliele prima di andare a letto per cui non fu difficile, nonostante fosse ancora un po’ arrabbiata, accettare la proposta del suo papà. Con aria ancora un po’ sostenuta, per rimarcare il fatto che fosse arrabbiata, andò a sedersi sul divano e attese che suo papà iniziasse a raccontare. – vedi amore mio, tanti anni fa mentre ero in mare con il mio equipaggio mi capitò di approdare su Neverland, un posto a prima vista davvero carino e piacevole ma che nasconde in realtà molti pericoli… ero li per lavoro – evitò di raccontarle le vere motivazioni che lo spinsero ad andare li. – quando improvvisamente apparve davanti a me una bambina poco più grande di te, tutta infreddolita e spaventata. Era stata rapita da Peter pan sai? – Hope conosceva la vera indole di Peter pan, ha sempre saputo che fosse un cattivo e proprio per questo non ha mai voluto vedere il cartone animato. “In quel cartone papà è cattivo ma papà non è cattivo” ha sempre detto per cui nessuno l’ha mai spinta a guardarlo contro la sua volontà.
  • E tu l’hai salvata papà? – chiese già totalmente rapita dal racconto.
  • Non potevo lasciarla li, sono stato un tantino cattivo in passato è vero ma mai e poi mai avrei negato aiuto ad un bambino in difficoltà così L’ho portata sulla mia nave e si… l’ho salvata! Sono riuscito a riportarla ai suoi genitori che l’attendevano con ansia e lei per ringraziarmi mi ha voluto fare questo disegno. E’ per questo motivo che conservo questo disegno tesoro, per ricordarmi di questa bambina… anche se in realtà non è che ricordi poi molto… è passato molto tempo… - mentre parla con la sua bambina sente di essere osservato e voltandosi trova sua moglie sullo stipite della porta intenta ad ascoltare anche lei quel racconto. Sembra molto toccata dalle parole di suo marito e prontamente lui le fa cenno di raggiungerli.
  • Deve essersi spaventata molto… - commenta Emma andandosi a sedere -  se non fossi intervenuto per salvarla probabilmente la vita di questa bambina sarebbe stata un disastro… al mondo dovrebbero esistere molte più persone come te! – Killian sapeva bene cosa volesse dire la sua Emma, anche lei in passato è stata allontanata dalla sua famiglia, non si trattava di rapitori nel suo caso ma forse è anche peggio… vivere sapendo che i tuoi stessi genitori non ti hanno voluto con se deve essere orribile e nonostante adesso Emma conosca tutta la storia e sa che dietro al suo allontanamento dalla famiglia di origine c’è un valido motivo lei si sente ancora a tratti orfana e non poterla aiutare distrugge dentro il suo uomo. – Bel disegno comunque… - continua Emma osservandolo attentamente – mi sembra di averlo già visto sai? Forse rassettando il tuo disordine… non so… comunque, cambiando argomento: sai che anche io da bambina disegnavo navi?
  • Ah si? – commenta Killian sorridendo
  • Navi pirata per la precisione… per un periodo sono stata proprio fissata credimi…
  • Non mi dire… avevi una passione per i pirati già in tenera età? I miei complimenti Swan… - stava decisamente flirtando… peccato ci fosse la loro bambina li…
  • Amore, non mi sembra il caso… - gli fece notare Emma prima che se ne uscisse con qualche battutina non proprio adatta a delle giovani orecchie così tornarono a guardare il disegno nella speranza fosse stato almeno filmato. Tentativo inutile…
  • Peccato… mi sarebbe davvero piaciuto ricordarmi il suo nome… avrei potuto provare a rintracciarla, non mi dispiacerebbe vedere come se la passa, chiederle se si ricorda ancora di me… ne dubito però….
  • Fidati, si ricorda ancora di te! – lo rincuora Emma abbracciandolo.
  • Come lo sai mamma? – chiede curiosa Hope andando a mettersi nel mezzo tra i due, ormai non è più arrabbiata.
  • Perché da piccola, quando ero in orfanotrofio, spesse volte ho pregato di essere salvata e un giorno, anche se solo in sogno, è successo e io non ho mai dimenticato questa cosa. – tornò a guardare suo marito. – Sono più che sicura che quella “bambina” si ricorda ancora di te! Sei stato il suo salvatore dopotutto, non potrà mai dimenticarti, solo che magari, come è successo a te, anche lei non ricorda il tuo nome.
  • Lo spero… comunque, basta parlare di questa storia, è la vigilia di Natale, non possiamo rattristarci così!
  • Allora andiamo al negozio dei giocattoli papà? – propose Hope.
  • Al negozio di giocattoli? Che c’è.. hai paura che Babbo Natale non ti porti nulla? – intervenne Emma immaginando che sua figlia volesse comprare un nuovo giocattolo, non è la prima volta che azzarda richieste di questo genere.
  • No, non per me! Per la scuola, il mio compito… ricordi mamma? – Emma ricordava bene, eccome se non ricordava, quando sua figlia le disse che per compiere la sua opera buone aveva intenzione di comprare una nuova bambola per portarla in un orfanotrofio e rendere una bambina meno fortunata felice per poco non le scoppiò a piangere in faccia.
  • Ah è vero… la Bambola nuova. Ora è un po’ difficile amore andarla a comprare però: è quasi ora di cena, i nonni, Henry e gli zii stanno arrivando per festeggiare con noi la vigilia e noi non siamo ancora minimamente pronti ad accoglierli…
  • Ma natale è domani… e domai i negozi sono chiusi! – si rattristì
  • La compriamo questa sera va bene? Tanto dobbiamo andare in piazza a vedere la cerimonia dell’accensione dell’albero grande, ricordi che lo abbiamo fatto anche lo scorso anno? – era diventata ormai una tradizione assistere all’accensione del gigantesco albero di Storybrooke, tutta la popolazione dopo il cenone di natale si riuniva in piazza per festeggiare l’evento. – I negozi saranno tutti aperti tesoro e potrai scegliere la bambola che più ti piacerà.
  • Davvero? Allora va bene mamma! – esclamò tutta felice saltellando per la stanza.
  • D’accordo signorina, frena l’entusiasmo però adesso, devi andare a fare il bagno!
  • No… il bagno noooo!!!! – protestò la bambina. Hope non ama farsi il bagno, preferisce di gran lunga giocare… lavarsi è solo una perdita di tempo preziosa per lei.
  • Fila con papà a prepararti per la cena, non vorrai farti vedere da tuo fratello tutta sporca? – Emma sapeva quanto tenesse Hope a presentarsi in modo impeccabile per suo fratello.
  • Non sono sporca!
  • Ma se hai tutto il vestito macchiato di cioccolata calda. Nonna ti ha preparato la cioccolata per merenda vero? – annuì non sapendo di fare danno, Emma si era raccomandata di farle fare una merenda salutare visto il grande cenone della sera. – si vede cucciola! Vai dai, senza capricci, fila in bagno.
  • Ma viene anche Lucy stasera mammina? – chiese sperando che suo fratello portasse con se tutta la sua famiglia.
  • E certo! Ma a Lucy non piacciono le ziette piccole e sporche lo sai si?
  • E va bene vado a fare il bagnetto, ma uno veloce però!
Mentre la piccolina con il suo papà andarono di sopra a cambiarsi per la grande rimpatriata di famiglia Emma tornò in cucina a terminare il menù per la serata, aveva cucinato un’infinità di roba e quasi sicuramente ci sarebbero stati avanzi da consumare per almeno una settimana.
Quando gli ospiti iniziarono ad arrivare Hope corse ad accoglierli con entusiasmo e per tutta la cena non fece altro che attirare l’attenzione su di se raccontando tutto ciò che aveva fatto durante la giornata. Non tralasciò nulla al caso e raccontò con entusiasmo anche la piccola storiella che suo padre le aveva raccontato poche ore prima.
  • Voi pensate che quella bambina si ricordi ancora del mio papà? Lui pensa di no…
  • Mmh… sulla bambina non posso metterci le mani sul fuoco, quando si è piccoli si dimenticano molte cose purtroppo, ma una cosa è certa Hope: i suoi genitori si ricorderanno sempre di colui che ha riportato a casa la loro bambina e gli saranno per sempre riconoscenti credimi.- ad eccezione della piccola tutti in quella stanza riuscirono a percepire cosa ci fosse dietro le parole di David, ancora una volta stava ripensando al passato… - Fosse successa a noi una cosa del genere…
  • Mi avresti concessa in sposa al mio salvatore – disse Emma buttandola sul ridere e cercando di smorzare sul nascere un discorso che avrebbe potuto prendere una piega decisamente sbagliata. Lo sguardo di Regina parlava chiaro, si sentiva presa in causa e se David avesse continuato ad infierire probabilmente sarebbero finiti a litigare rovinando il Natale a tutti i presenti.  Chi più, chi meno, quella storia del loro passato purtroppo aveva profondamente segnato le vite di ciascuno di loro ma non si poteva continuare di certo a rivangare il passato all’infinito: tutto alla fine si era concluso nel migliore dei modi, Emma era tornata a casa e il sortilegio è stato spezzato. Contava solo questo.
  • Il nonno ne sarebbe stato capace – continuò Henry ridendo dando manforte a sua madre, anche lui aveva capito a cosa sarebbero potuti andare in contro se nessuno fosse intervenuto e come lui anche Snow lo aveva capito.
  • Non ci giurerei Henry… - disse proprio quest’ultima che nonostante la pensasse come suo marito non voleva più tornare sull’argomento - dubito che tuo nonno avrebbe promesso in sposa tua madre… geloso come è poi… avrebbe preferito rinchiuderla in una torre inespugnabile sorvegliata da eserciti di cavalieri, credimi.
  • Come Rapunzel nonna? – esclamò Hope citando uno dei suoi cartoni animati preferiti.
  • Proprio come Rapunzel amore… - concluse Snow e fu proprio Hope con la sua parlantina, iniziando a fantasticare su sua mamma con i capelli lunghi come quelli della sua beniamina, con il vestito viola e un geco come migliore amico, che fece tornare il sorriso a tutti i presenti.
Dimenticato il piccolo screzio e terminata la cena, come da tradizione l’intera famiglia, con indosso i loro cappotti, raggiunse la piazza principale di Storybrooke per assistere alla famosa cerimonia di accensione dell’albero. Hope li trascinò tutti in prima fila e saltellando qua e la, impaziente di vedere le lucine sull’albero, cercò di ingannare il tempo. Oltre al ricevere i regali quello era senza dubbio il momento che più preferiva della festa, sapeva che una volta accese le luci dell’albero bisognava esprimere un desiderio e questo le piaceva da impazzire. Quest’anno poi aveva un particolare desiderio da chiedere per cui non stava più nella pelle e tenerla ferma era pressoché impossibile. Corse a stringersi ai suoi genitori non appena le luci della piazza si spensero e pochi secondi dopo ecco la magia: il gigantesco albero si accese lasciando a bocca aperta tutti i presenti.
  • Vorrei che la bambina che ha salvato il mio papà si ricordasse ancora di lui! – esclamò la piccola a voce alta esprimendo il suo desiderio. Emma e Killian rimasero stupiti nel sentire quelle parole, non era da tutti, a cinque anni poi, esprimere un desiderio che non riguardasse se stessi e loro non potevano che essere orgogliosi della loro piccolina. – Vorrei che papà e questa bambina si incontrassero ancora in modo che lei possa ringraziarlo. – concluse poi.
  • Beh… questo non è che mi piaccia molto in realtà! – commentò Emma nell’orecchio di Killian.
  • Gelosa Swan? – ammiccò lui come al suo solito ma Emma non fece in tempo a rispondere nulla che qualcosa catturò la loro attenzione: in una nuvola di fumo Rosa apparse dal nulla Blue la quale, sorridendo, si avvicinò alla loro bambina.
  • Blue! Cosa… - provò a chiedere Emma, non era da lei apparire magicamente in quel modo, non da quando erano a Storybrooke almeno.
  • Ero nella mia stanza quando la polvere fatata ha iniziato ad illuminarsi e… eccomi qui! – spiegò per poi portarsi all’altezza della piccola e concentrarsi su di lei.
  • Hai espresso un desiderio bellissimo tesoro e sono qui per realizzarlo! – le sorrise dolcemente.
  • Ma io ho chiesto a Babbo Natale, non a te! – rispose Hope schietta come al suo solito mettendo le cose in chiaro.
  •  Hope ma che modi sono! – intervenne Emma – Chiedi subito scusa.
  • Ma mamma io…
  • Chiedi scusa avanti… - la incitò
  • Scusami, non volevo rispondere male. – disse abbassando il capo. – però è la verità che io ho chiesto a Babbo Natale…
  • Non scusarti tranquilla – le rispose Blue accarezzandole il viso – Ma ti svelo un segreto: Babbo Natale non è potente quanto me, non sa esaudire desideri così grandi.
  • E tu si? – chiese con gli occhi a cuoricino
  • Si, o non sarei qui adesso. - le spiegò -  Allora, vuoi veramente ciò che hai desiderato?
  • Si si siiiiiiii!!!!!!!
  • Ok, allora lasciami fare. – si alzò in piedi, prese tra le mani la sua polvere fatata e chiudendo gli occhi la lanciò in aria creando una piccola tempesta di brillantini. Hope che ama tutto ciò che brilla rimase incantata a guardare lo spettacolo ma il suo entusiasmò svanì non appena si rese conto che dopo quel piccolo atto di magia nulla era cambiato.
  • Ecco fatto piccolina! Buon Natale! – disse Blue sorridendole.
  • Mah non è successo nulla? – protestò.
  • Abbi pazienza tesoro, il tuo desiderio si avvererà presto!
  • Non è vero, sei bugiarda! Lo sapevo che dovevo chiedere a Babbo Natale. Tu non le sai fare le magie…
  • Hope mah… - provò ad intervenire ancora una volta Emma per nulla contenta del modo in cui si stesse comportando la sua bambina ma prima che potesse dire altro Blue la interruppe tornando a parlare con Hope.
  • Io forse non sarò magica ma Babbo Natale non è poi tanto meglio di me non trovi? Pensaci… lo scorso anno ti ha portato il fratellino che tanto volevi?
  • E tu come lo sai? – chiese Hope incuriosita mentre ad Emma e Killian per poco non prese un colpo. La loro bambina aveva desiderato un fratellino?
  • Io so tutto dei bambini bravi come te ma non mi hai ancora risposto… il fratellino che hai chiesto a babbo natale è arrivato?
  • No… - rispose rattristandosi.
  • Visto? Non è così potente… per portare i giocattoli è imbattibile ma per altro… - lasciò cadere la frase. - prova a fidarti di me Hope ok? Farò in modo che il tuo desiderio di questa sera si realizzi quanto prima.
  • Va bene…
  • Ora vai a farti scattare una bella foto vicino l’albero. È indubbiamente l’albero più bello mai fatto fin ora. – La bambina annui e dopo aver salutato Blue con un bacino insieme alla sua famiglia tornò a girovagare per la città. Il sorriso tornò a rallegrarle il viso ma lo stesso non fu per Killian e Emma i quali non fecero altro che pensare alle parole di Blue e a ciò che in passato aveva desiderato la loro bambina.
  • Dobbiamo parlarle… - fu Killian il primo a prendere il discordo rallentando il passo per non farsi sentire dagli altri. – Dobbiamo chiederle come mai non ci ha detto nulla. – Emma si limitò ad annuire ma come Killian aveva tutta l’intenzione di andare fino in fondo alla questione. Hope non ha mai avuto problemi a parlare con i suoi genitori, ha sempre saputo di poter contare su di loro per qualsiasi cosa, sapere quindi che la loro bimba non si sia confidata su una cosa così importante li fece riflettere e rattristare un po’.
Per tutto il tempo che girovagarono per la città lasciarono cadere l’argomento ma lo ripresero, insieme alla diretta interessata non appena tornarono a casa. L’aiutarono a vestirsi per la notte e una volta messa sotto le coperte, prima della favola e del bacino della buonanotte, provarono a parlarle.
  • Amore, ma è vero che hai chiesto a Babbo Natale un fratellino lo scorso anno? – Fu sempre Killian a prendere la parola per primo. – annuì – e come mai non era scritto sulla letterina che mi hai fatto vedere?
  • Perché sulla letterina vanno scritti solo i giocattoli… le cose quelle importanti non vanno scritte li, le possono leggere tutti poi…
  • Mmh… in effetti… - Killian amava quel suo modo da maestrina per spiegare le cose. Aveva fantasia da vendere e a lui faceva enormemente piacere ascoltarla. – E quindi hai chiesto un fratellino a Babbo Natale…
  • Si… in realtà gliel’ho chiesto anche oggi pomeriggio quando sono andata a trovarlo con il nonno ma non credo mi accontenterà. Lui non è così potente. – usò le stesse parole di Blue.
  •  Non è che non è potente amore, è solo che per avere un fratellino non devi chiederlo a Babbo Natale…
  • Ah no? E a chi devo chiederlo: a Blue?
  • Ma no sciocchina…
  • E allora a chi devo chiederlo?
  •  a chi pensi tu debba chiedere è? Ne abbiamo parlato proprio qualche mese fa, ricordi come “arrivano” i bambini si?
  • Si, da una mamma e un papà che si amano tanto! – rispose.
  • Brava, quindi la risposta alla tua domanda è semplice no? Avresti dovuto chiederlo a me e alla mamma.
  • Se lo chiedo adesso non arriverà per Natale però… vero? Ci vuole tempo prima che un bambino nasca… deve crescere nella pancia della mamma e poi… poi… beh… non sempre arrivano… delle volte non arrivano mai. – In passato chiese a Regina come mai lei, rispetto ai suoi compagni di classe, non aveva un cuginetto con cui giocare e di conseguenza dovettero spiegarle che delle volte, anche se lo si desiderano con tutto il cuore, i bambini non arrivano. Hanno sempre voluto essere sinceri con la loro bambina, inventarsi storielle per deviare le risposte più scomode non è proprio nei loro metodi di insegnamento anche perché a lungo andare, prima o poi, le cose andranno comunque spiegate e più un bambino cresce e più è difficile farlo.
  • Amore di mamma ma tu non devi pensare a questa cosa, perché non dovrebbe arrivare un fratellino?
  • La zia…
  • Quello della zia è un caso raro amore mio… non succede spesso. – cercò Emma di tranquillizzarla andando a sedersi accanto al lei sul suo lettino.
  • Quindi potrò averlo un fratellino un giorno? – domandò speranzosa
  • Lo desideri davvero tanto?
  • Tantissimo. Ho già un fratello ma Henry non vive più con noi… non gioca più con me tutti i giorni e io mi sento sola quando sono a casa… voglio giocare con un bambino… - Emma si commosse per quelle parole.
  • Amore se lo desideri così tanto allora ti dico una cosa: la mamma è..
  • La mamma è sana come un pesce piccolina e non avrà problemi un domani a regalarti un fratellino. – spiegò Killian prendendo nuovamente la parola e terminando il discorso di sua moglie.
  • Allora lo chiederò per il prossimo Natale! – esclamò contenta – Almeno un desiderio si avvererà. Quello di Blue non si avvererà mai mi sa… - ripensò al desiderio di poco prima.
  • Non possiamo saperlo questo ma una cosa è certa: non c’è bisogno che tu aspetti il prossimo Natale, puoi chiedere un fratellino in qualsiasi momento.
  • Va bene papà allora voglio un fratellino quanto prima! Forse in questo modo arriverà per il mio prossimo compleanno no?
  • Faremo del nostro meglio per esaudire il tuo desiderio ok? Ora però chiudi gli occhi, è tardi e se non ti sbrighi ad addormentarti babbo natale non può passare a portarti i regali. Buonanotte amore, mamma e papà ti voglio bene, non dimenticarlo mai.
  •  Vi voglio bene anche io. – e dopo averli baciati entrambi, immaginando il suo futuro fratellino andò a dormire felice dimenticando addirittura il desiderio chiesto in piazza poco prima.
Una volta rimboccate le coperte alla loro piccina Emma e Killian lasciarono la sua stanza per raggiungere la loro camera da letto. Erano entrambi stremati, tra lavoro e cenone era stata davvero una giornata intensa e di sicuro l’indomani non sarebbe stato da meno ma Killian, dentro di se, sapeva benissimo che non sarebbe riuscito a dormire se prima non avesse affrontato con sua moglie un certo discorso, per cui aspettò che uscisse dal bagno per fra luce sulla questione.
  • Ho frainteso o prima stavi per farti sfuggire qualcosa di troppo… - chiese mentre metteva il pigiama.
  • Come scusa? – disse lei non capendo o meglio… facendo finta di non capire.
  • Avanti…sai di che parlo. Stavi per dirle la verità! Ammettilo.
  • Se lo sai già perché me lo domandi? Dovrei essere io in realtà a chiederti come mai mi hai interrotta, non eravamo d’accordo di essere sempre sinceri con lei?
  • Non era il momento perfetto per dirglielo e poi… non le abbiamo detto nulla per due mesi di comune accordo, ritardare ancora qualche giorno non dovrebbe essere un problema così grave. – La verità è che Emma neanche a farlo apposta è già incinta, di due mesi e mezzo per essere precisi, ed è proprio quello che stava per confessare a sua figlia se suo marito non si fosse messo in mezzo.
  • Sai bene perché abbiamo aspettato a dirglielo! – Il motivo era semplice: la gelosia di Hope. Avevano paura che la bambina potesse prendere male la notizia di un fratellino visto il rapporto di simbiosi che ha con i suoi, quindi prima di dirglielo volevano prepararla psicologicamente in modo da farglielo accettare senza rancore. Non avrebbero mai accettato di farla soffrire. – Però visto che a quanto parte non c’è più motivo di tenerglielo nascosto perché sembra desiderarlo sul serio, pensavo che magari parlargliene subito non sarebbe stata poi una brutta cosa.
  • No che non sarebbe stata una brutta idea tesoro, ci mancherebbe altro, anche io non vedo l’ora di dirglielo credimi, soprattutto adesso che so che la notizia la renderebbe felice ma appunto perché lo desidera così tanto credo sia meglio aspettare il momento giusto.
  • E quale sarebbe il momento giusto secondo te?
  • Magari domani… pensaci, sono due Natali che chiede a babbo Natale di accontentarla, potremmo essere noi a farle questo regalo speciale in un giorno così importante non credi? -propose dandole un bacio. In effetti l’idea di Killian non era niente male, la stessa Emma se ne rese subito conto.
  • Non so come fai ma riesci sempre a stupirmi… hai ragione, domani sembra proprio il giorno perfetto! – fu lei questa volta a baciarlo. – Scusa se ho tentato di sabotare la sorpresa.
  • Non è colpa tua… è che questa gravidanza ti rende particolarmente emotiva e gli occhioni tristi di tua figlia hanno fatto il resto. Ora che è tutto risolto andiamo a dormire però, domani mattina dobbiamo alzarci prestissimo per sistemare i regali sotto l’albero.
  • Tu ti alzerai prestissimo, io non posso fare sforzi! – scherzò Emma mettendo la scusa della gravidanza.
  • Solo quando ti pare a te non puoi fare sforzi è! – l’abbracciò per poi farle il solletico. – Domani mi dai una mano signorina o niente regalo per te!
  • Mi hai preso un regalo? – domandò una volta essersi liberata dalle grinfie del suo uomo.
  • Perché, tu non me lo hai fatto? – domandò lui facendo finta di essere indignato?
  • Credo di avertene fatti abbastanza non credi? – lo prese in giro riferendosi ai loro bambini… “bambini”… al plurale ormai. – Dai che scherzo… certo che ti ho fatto un regalo idiota! - rise
  • Idiota? Idiota a me? Comincia a correre che se ti prendo… - partì una lotta di solletico che andò avanti per svariati minuti, poi passarono ad un approccio decisamente più romantico per poi cadere tra le braccia di morfeo, incuranti che da li a poco sarebbe accaduto qualcosa che avrebbe cambiato per sempre le loro vite.
Note dell'autore:
Sperando che questo capitolo vi sia piaciuto e che vi abbia suscitato un minimo di curiosità, vi do appuntamento a domani con il secondo capitolo :) Un bacio e buon proseguimento di giornata.
  
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