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Autore: Starfallen    23/12/2020    2 recensioni
Parigi 1780
Marinette è un esponente della nuova nobiltà -noblesse de robe - e come tale, lei e la sua famiglia sono trattati dagli esponenti dell'alta società parigina come gente di poco conto. Dovrà imparare a farsi strada tra gli intrighi e le maldicenze di quella che è si la corte più bella d'Europa ma allo stesso tempo un pericoloso covo di vipere.
Adrien Agreste, au contraire, ricco rampollo di una delle famiglie più in vista della corte, nato e cresciuto alla reggia di Versailles, mal sopporta gli obblighi che il suo titolo gli impone, pur sapendo di far parte di un mondo crudele, cerca in tutti i modi di evadere da quella scomoda realtà che pare idilliaca dall'esterno, ma è dura e spietata all'interno.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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“Ahia! Fai attenzione razza d’incompetente!” – “Mi… mi perdoni mademoiselle…” – “Datti una mossa, tra non molto dovrò presenziare alla colazione con mia madre, e devo essere impeccabile!”la domestica acconciò l’ultima ciocca bionda della ragazza, che nel frattempo ammirava il suo riflesso nello specchio, intenta a truccarsi con rossetto e blush.
Doveva essere perfetta, doveva dimostrare a sua madre di essere una degna Bourgeois. La figliaperfetta di André e Audrey Bourgeois. 
 
La sua vita era perfetta! La sua era una delle famiglie più ricche e potenti di Francia, da generazioni, poteva vantare antenati fin dai tempi di Francesco I, erano poche ormai le famiglie di Francia che presentavano sulla carta un’ascendenza così antica. 
E non solo, ogni fanciulla nel regno avrebbe dato tutta se stessa per avere anche solo un decimo di quanto aveva lei, ne era perfettamente cosciente. Non solo a livello materiale, infatti non era solo estremamente ricca, ma era anche imparentata – se pur alla lontana – con il re, per questo ci si aspettava da lei tutta una serie di obblighi sociali e precisi doveri morali, divrsamente dagli altri lei doveva essere d’esempio.
 
Mademoiselle, ho finito con i capelli, le serve altro?” – “Si! Prendimi la parure di perle e opale, su, forza!”  
Mentre lanciava un’occhiataccia a quell’incompetente della sua domestica continuava a ripensare a quanto fosse bello essere lei. Suo padre duca di Borgogna e sua madre un tempo duchessa di Aquitania era ora una delle dame che facevano parte dell’enturage della regina.
 
E come se questo non fosse abbastanza era fidanzata – o meglio ancora promessa – al più bel rampollo dell’alta società, e suo grande amico, Adrien Agreste! 
Fortunatamente era suo coetaneo, non sarebbe finita come quella smorfiosa di sua cugina Clodine, con un sudicio vecchio di quarant’anni più vecchio di lei.
Quella ridicola smorfiosa la prendeva continuamente in giro quando era più piccola. Ma il Karma l’aveva punita, il padre, suo zio Marc Antoine le aveva imposto un vecchio barone puzzolente della Contea di Porhoët. E quel vecchio che aveva il vizio del’’alcool aveva sperperato il suo patrimonio lasciandola sul lastrico, trascinandola sul fondo con lui.
Se lo meritava. Dopo anni di prese in giro quella era la giusta punizione! Lei invece avrebbe sposato un bel giovane, esponente di una delle famiglie più ricche e potenti di Francia.
Qualcuno bussò alla porta : Prego, entrate pure. La domestica andò ad aprire: Mademoiselle, leho portato la colazione”. Chloè guardò stranita il  maggiordomo: “C’è un errore Jean Michel, devo fare colazione con mia madre…” – “Mademoiselle, sua madre ha preso una carrozza per andare al Trianon da sua maestà”. Cholè  lo guardò inebetita.
Sentì improvvisamente gli occhi pizzicarle : “Sabrina!” – disse imperativa alla domestica – “Portami immediatamente il cappotto, cappello e manicotto!” – “Mamademoiselle mademoiselle…” –“Ubbidisci!” La ragazza si affrettò ad esegure gli ordini, mise in tutta fretta il cappotto alla sua signora che si affrettò ad uscire.

****

“Oooh Marinette, che emozione, ancora non posso credere che andremo a quella festa! Mi sembra ancora impossibile!”- “Ho capito, ma abbassa la voce Alya, non ho detto niente ai miei, quindi cerca di non rovinare tutto gridando per casa!” le due ragazze si stavano incamminando verso la sala da pranzo. Le insistenze di Alya sulla festa di quella sera cominciavano a seccarla.
“E poi un ballo in maschera, nessuno ci riconoscerà!” – “Lo so bene, e intendo cogliere l’occasione per divertirmi come una volta.” La ragazza esultò, era felice di sentir parlare così la sua amica, Marinette era una ragazza molto dolce e timida e era stata sempre molto rigida nei suoi comportamenti, cosa che si era accentuata ancora di più negli ultimi tempi, visti tutti i cambiamenti che c’erano stati nella sua vita. Ora toccava a lei, la sua migliore amica scioglierla un po’.

“Bada bene, che questa volta non intendo riportarti a casa di peso!” – “Certo che no! Questa volta avremo la carrozza!”Marinette scosse la testa: “Non vedo l’ora di mostrarti cosa indosserai questa sera, ho tenuto i modelli nascosti a tutti, un po’ per sicurezza un po’ perché so quanto ti piacciono le sorprese!”- “Waa! Spero sia qualcosa di seducente, questa sera voglio fare conquiste!” – “Sei senza ritegno!” Le due ragazze risero nuovamente di gusto.
Una volta arrivate davanti alla porta della sala da pranzo Alya aprì le porte e lasciò che la sua amica la precedette nel salone.                                      
La sala della colazione era ovale, non molto grande, i decori erano sfarzosi ma non pacchiani in stile neoclassico, il colore predominante infatti era il bianco, con i decori in oro opaco, non la sfumatura sfavillante e ai limiti del pacchiano che era tipica dello stile roccocò.

Erano, più delicati, uno stile quello, che si stava lentamnte affermando anche alla corte di Versailles.
Alle pareti non vi erano ritratti di avi illustri, inquanto non ne poteva vantare, al loro posto sua madre, la dolce Sabine aveva fatto riempire gli spazzi con splendidi e delicati quadri floreali, o raffiguranti nature morte.
I suoi genitori erano entrambi seduti al tavolo quando le ragazze arrivarono nella sala :“Buongiorno madre, buongiorno padre”Marinette eseguì come meglio potè una riverenza davanti ai suoi genitori : “Buongiorno anche a te Marlene!” – “Buongiorno a lei mademoiselle”.

“Marinette tesoro, siedi”suo padre la invitò a prendere posto con loro. Marinette si sedette e prese posto tavola riccamente imbandita, si servì dal vassoio con due croissant e delle confetture:“Allora tesoro”– esordì sua madre–“Trascorso bene la notte? Come stanno andando le lezioni di cucito?” Gli occhi della ragazza s’illuminarono: “Oh mamma! È meraviglioso, mademoiselle Bustier mi sta insegnando un sacco di cose!” 

L’entusiasmo con cui la ragazza rispose fece sorridere entrambi i genitori: “Sono contento figlia mia, ah, a proposito, è pronto il mio farsetto per stasera?” – Marinette restò attonita per qualche istante, doveva ricucire la rouche sul farsetto di suo padre, ma se n’era completamente dimenticata 
“Presto lo sarà papà… ho solo avuto qualche problema… con l’attacatura del girocollo.” suo padre alzò un sopracciglio confuso: “Com’è possibile? Io ti avevo solo chiesto di rammendarmi il polsino sinistro.” Marinette stropicciò nervosamente la tovaglia sotto il tavolo per non farsi accorgere dal padre.
“Si, ma io ho colto l’occasione per rifinire anche quela parte li…”Sorrise cercando di essere convincente, non voleva di certo deludere suo padre, e nemmeno rivelare involontariamente ai suoi genitori che quela sera avrebbe preso parte con Alya al ballo in maschera.
 
“D’accordo tesoro, però sappi che entro questa sera mi servirà.” - “Non tarderò molto… lo prometto”.
Tom inarcò un sopracciglio perplesso da quell’affermazione:“In che senso non tarderai tesoro?” – Marinette si maledisse mentalmente per quella defaiance – “Volevo dire… non tarderò a ultimare il lavoro papà.”Sorrise cercando di nascondere il suo disagio, lanciò uno sguardo complice alla sua amica, in piedi in un angolo in attesa di un cenno di uno di loro.

 
****

Il suo comportamento nei confronti suoi e di suo figlio era stato totalmente inaccettabile! Poco le importavano le motivazioni, che non erano comunque delle attenuanti ! Le doveva inannzi tutto rispetto, lei se lo meritava e lo esigeva, specie da suo marito, nel corso del loro matrimonio lei aveva imparato non solo ad esigerlo ma anche a prenderselo, quando sentiva che lui non gliene portava abbastanza.
Sapeva che Gabriel non lo faceva apposta, era fatto così, era sempre stato un pò spigoloso di carattere, ma era riuscita ad abbattere i muri che un tempo li dividevano inesorabilmente, solo la pazienza e la buona volontà li aveva fatti inaspetatamente avvicinare.

Il loro rapporto non era sempre stato così. Il loro inizio era stato tutto fuorchè idilliaco. Si erano sposati ad appena tredici anni lei e diciannove lui, un matrimonio combinato, come di consueto per gente del loro rango, inizialmente non programmato, soprattutto perchè inizialmente le inclinazioni di Gabriel sembravano protendere verso la sorella  Amèlie. 
Poi però la scelta era ricaduta su di lei.
Lei non aveva dovuto fare altro che acconsentire, come doveva fare una brava ragazza di buona famiglia. In cuor suo però avrebbe voluto urlare. E dopo la loro prima notte di nozze i rapporti si erano letteralmente congelati. Per un lungo periodo quasi totalmente interrotti.


Gabriel si era buttato sull’amministrazione delle sue proprietà e del commercio di cotone, mentre lei si dedicava alle sue passioni, come l’equitazione o il tiro con l’arco e con la scusa dei fioretti religiosi aveva opportunamente tenuto lontano il marito dal suo letto.
Fortunatamente avevano trovato un punto d’incontro Emilie lo ricordava come se fosse trascorso solo un giorno, invece erano già quindici anni. 
Subentrò nel corridoio che portava all’anticamera della stanza da lavoro di Gabriel, e una volta alla porta bussò: “Avanti” – “Gabriel, tesoro, disurbo?”La donna sbirciò appena dalla porta e vide che non era solo: “No amore mio vieni pure, abbiamo finito monsieur Sancoeur, se dovessero esserci problemi e in ogni caso non esiti a tenermi aggiornato.

“Tres bien mosieur, aurevoire” –“Aurevoire.” Monsieur Sancoeur si congedò da entrambi i coniugi. 
Rimasti soli, Gabriel si lasciò sprofondare sulla sedia dietro la sua scrivania, Emilie che fino a quel momento era rimasta in disparte gli si avvicinò e circondò il collo con le braccia.
“Tesoro? È successo qualcosa? Ti vedo preoccupato.” Gabriel rispose all’abbraccio della moglie, era il caso di metterla al corrente, da anni ormai era sua stretta collaboratrice oltre che compagna di vita, da quando aveva cominciato a coinvolgere anche lei nei suoi affari, questi erano triplicati, almeno fino a quel momento. Tanto valeva giocare a carte scoperte e sipegarle la situazione, non l’avrebbe risolta, ma sicuramente avrebbe trovato un’escamotage: “Emilie ma belle monsieur Sancoeur era qui per informarmi che le vendite del cotone hanno nuovamente avuto un calo.
 
La donna inarcò un sopracciglio perplessa, aveva sentito che la regina aveva intenzione di limitare l’utilizzo del cotone, ma da quando si era trasferita al Trianon aveva poche occasioni di incontrarla tanto spesso.
Dovevano trovare una soluzione immediatamente.
“Ti prometto che troverò una soluzione, mon cher.” – Gabriel si alzò raggiungendo la moglie: “Non sarà facile e  potrebbe ritenersi necessario che tu scenda a compromessi mio caro, sappilo!”
 
Gabriel inarcò un sopracciglio: “E cioè?” – Emilie sorrise furbescamente, aggirò la scrivania e comincò a rovistare tra le sue carte, analizzandone i contenuti.
“Gabriel, mio caro, dai bilanci deduco che abbiamo avuto un significativo calo delle vendite!” – “Già, non ho detto niente per non farti preoccupare.” 
 
Emilie alzò gli occhi dalle carte e guardò negli occhi il marito addolcendo lo sguardo: “Per questo stamattina eri tanto agitato.” – “A proposito” – Gabriel si avvicinò a sua moglie cingendole la vita – “Volevo scusarmi con te per il mio comportamento.” – “Non ti devi scusare solo con me, ma anche con nostro figlio.” Le mani di Gabriel cominciavano a muoversi audaci: “Gabriel! Sono seria.” – disse la donna ridendo – “Va bene, ma adesso voglio godermi un po’ mia moglie!”

 
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Ed eccoco di nuovo qui con un nuovo capitolo. 
Finalmente riesco a pubblicare il capitolo con due giorni di ritardo sulla tabella di marcia causa problemi con la tecnpologia. So che non ci siamo mossi molto nè nel tempo nè tanto meno nello spazio, putroppo i primi capitoli saranno un pò statici ma prometto che quando verrà il momento saprò farmi perdonare!
Ringrazio di vero cuore chi mi ha recensita, ma anche tutti voi che mi leggete in silezio. un abbraccio e al prossimo capitolo.



                      
 
 
 
 
 
 
 
 
     
   
 
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