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Autore: inzaghina    24/12/2020    3 recensioni
È la vigilia di Natale e Lucas si trova a migliaia di chilometri da casa; farà del suo meglio per tornare in tempo per Natale, sfidando aeroporti chiusi, tempeste di neve e traffico...
È convinto che il regalo più bello sarà riabbracciare Sophie, ma non sa che anche lei ha in serbo una sorpresa per lui.
[Questa storia partecipa alla challenge "Secret Santa Challenge" indetta da Lita_EFP sul forum.]
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Brooklyn Tales'
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Il regalo più bello

 
 
Los Angeles, 24 dicembre 2019
 
 
Avanzando lentamente nel traffico della metropoli californiana, Lucas sospira e tamburella nervosamente con le dita sul volante dell’auto a noleggio. Fortunatamente, come da sua abitudine, è partito dal suo hotel in largo anticipo, perché il fiume di macchine che lo precede non sembra avere alcuna intenzione di dissolversi. Questo viaggio di lavoro dall’altra parte del paese a ridosso del Natale non ci sarebbe proprio voluto, ma il cliente che l’ha organizzato e uno dei più importanti per la sua azienda e ovviamente Lucas non ha potuto dire di no, soprattutto visto il contratto che è riuscito a far firmare loro il giorno precedente.
Osserva distrattamente il cielo sgombro, il sole che sorge inondando di tenue sfumature viola e rosa la striscia d’asfalto affollata e il caos che lo circonda; nonostante non possa negare che il clima del sud della California sia paragonabile a un sogno, non sembra nemmeno che sia la vigilia di Natale. Sarà che lui è cresciuto sulla costa est ed è abituato a inverni rigidi e nevosi, oppure potrebbe essere colpa del fatto che odia stare fermo e non poter far nulla per smuovere la situazione, ma percepisce un mal di testa terribile aumentare di minuto in minuto — non il compagno di viaggio ideale per un volo di cinque ore sicuramente affollato.

Quando finalmente raggiunge l’aeroporto internazionale LAX e riesce a restituire l’auto, Lucas è convinto che da questo momento in avanti la giornata procederà liscia come l’olio: il suo volo per New York partirà alle 9:10, dandogli tutto il tempo di essere a casa prima della tradizionale cena della Vigilia. I suoi piani di dirigersi con calma agli imbarchi e prendere un caffè per cercare di liberarsi dell’emicrania senza medicine si rivelano presto un’illusione, quando si rende conto che la gran parte dei voli diretti a New York, Boston e Chicago sono in allarmante ritardo.
Tenta di mantenere la sua proverbiale calma, ma è innegabile che il suo cuore abbia accelerato i battiti all’idea di non riuscire a essere a casa per Natale. Si mette in coda al banco della compagnia aerea per cui ha acquistato il biglietto, pur non avendo un bagaglio da imbarcare ed essendo già in possesso della propria carta d’imbarco, sperando di ricevere buone notizie.
Quando arriva il suo turno respira profondamente e ricambia il sorriso cordiale dell’impiegata che lo accoglie.
“Buongiorno, mi chiedevo se potesse darmi notizie riguardo al vostro volo per New York delle 9:10…”
“Buongiorno a lei, purtroppo gli aeroporti di New York sono tutti chiusi a causa di una tempesta di neve che ha coinvolto il nord-est del paese, da Chicago a Detroit, a New York e Boston.”
“E si sa se gli aeroporti saranno riaperti a breve?”
“Purtroppo non abbiamo ancora conferme, ma temo che non accadrà prima di qualche ora.”
“E ci sono possibilità di essere di ritorno entro sera?”
La donna gli sorride comprensiva, controllando alcuni dati sullo schermo posizionato davanti a lei, “stiamo facendo del nostro meglio, signore…”
“Senta, io devo essere a New York entro stasera e, mi creda, sono disposto davvero a tutto…”
“Mi creda anche lei quando le dico che praticamente tutti i suoi compagni di viaggio mi hanno ripetuto le stesse cose, ci stiamo organizzando con delle alternative da proporre…”
“Quali, ad esempio?” chiede l’uomo, aggrappandosi a quella fievole speranza.
“Per ora l’aeroporto di Washington è ancora aperto e stiamo valutando l’idea di dirottare il volo lì, con i passeggeri che sono interessati.”
Lucas fa mente locale: la capitale dista tre ore e mezza di macchina da casa sua, ma è sicuramente un’opzione migliore che rimanere bloccato in California. “A me interessa sicuramente,” risponde, ritrovando il sorriso.
“Ottimo, allora la metto in lista e non appena avremo avuto la conferma da tutti gli altri passeggeri potremo comunicarvi i nuovi dettagli del volo.”
 
Circa mezz’ora dopo, Lucas è seduto a un tavolino di Starbucks nell’area partenze con un enorme caffè nero tra le mani e un toast con avocado e uova, la carta d’imbarco del suo volo per Washington al sicuro nella tasca interna della sua giacca. Visto che il mal di testa non accenna a passare, si è deciso a prendere un analgesico, augurandosi che abbinato alla caffeina riuscirà ad alleviare la pressione che sente alle tempie.
Recupera il cellulare e fa partire la chiamata che sperava davvero di non dover fare.
“Pronto?” Sophie risponde al secondo squillo e riesce a immaginarsela intenta a impastare biscotti nella loro cucina luminosa.
“Ciao Soph, sono io…”
“Hey, come va? Hai una voce strana.”
“Solo un po’ di mal di testa, nulla di allarmante.”
“Mi dispiace, Luke. Hai preso qualcosa?”
“Sì, non preoccuparti… piuttosto, c’è un piccolo problema.”
“Che succede?”
“Gli aeroporti di New York sono chiusi per via della tempesta di neve…”
“Ah sì, ti avevo detto ieri che aveva nevicato tutto il giorno, no? Beh, ha continuato anche di notte.”
“E tu ne sei felice perché adori la neve, giusto?” sorride, sentendo la risata argentina della moglie risuonargli nelle orecchie e desiderando più di ogni altra cosa di poter essere lì ad abbracciarla.
“Sì, lo sai che la neve mi fa regredire all’infanzia… ma se per colpa sua avrai difficoltà a tornare a casa, non so se sarò così contenta di questo bianco Natal!” dichiara lei, non riuscendo a nascondere la delusione.
“Sarà uno splendido Natale che ci godremo alla grande, non appena sarò a casa.”
“Come farai a tornare con gli aeroporti chiusi?”
“Mi hanno cambiato il biglietto con uno per Washington, visto che lì l’aeroporto è ancora aperto…”
“Vuoi che ti venga a prendere?”
“No, ho già prenotato un’auto a noleggio…”
“Vorrei tanto che fossimo insieme…”
“Ti prometto che sarò a casa per Natale, Soph.”
“C’è la possibilità che tu non ce la faccia?” ribatte lei.
“No, farò l’impossibile per esserci, magari avrò un po’ di ritardo, ma non potrei mai perdere il nostro primo Natale nella nuova casa…”
“Okay,” risponde la moglie, “non vorrei suonare lamentosa, ma ci tengo davvero tanto che questo Natale sia speciale.”
“Sarà solo il primo di un’infinità, ma sai bene che ci tengo anche io...”
“Grazie di comprendere tutte le mie follie, Luke.”
“Ho promesso di amarti in salute e in malattia, ricordi?”
“Scemo!” esclama lei, ritrovando il sorriso.
“Ti mando un messaggio quando stiamo per decollare.”
“Va bene. Fai buon viaggio e cerca di riposare se hai mal di testa…”
“Sai già che non ce la farò, ma ci proverò.”
“Ti amo.”
“Ti amo anch’io, Soph.”

 
*
 
Volo Los Angeles-Washington, 24 dicembre 2019
 
Nonostante il suo metro e novanta abbondante, si ritrova seduto nel centrale, visto che l’adolescente al suo fianco gli ha chiesto cos' gentilmente di far cambio e non ha saputo dirle di no; il mal di testa è diminuito, senza mai davvero sparire, e nonostante abbia cercato di dormire il caldo soffocante dell’aereo non ha aiutato. Verso la metà del viaggio si alza per sgranchirsi e, mentre passa accanto a una giovane donna con un bambino di circa due anni, il piccolo gli rovescia addosso tutto il suo succo di frutta.
“Sono così spiacente!” esclama la madre, porgendogli un fazzolettino.
“Non si preoccupi, sono cose che succedono…”
“Avrei dovuto stare più attenta,” si scusa ancora la donna, mentre una hostess li raggiunge.
“Ci vogliono mille occhi, vero?” risponde Lucas, pensando alle capacità di sua nipote Charlotte di svicolare dalle braccia dei genitori nei momenti più impensabili.
“Ha figli anche lei?”
“Ancora no, ma ho una nipotina e un altro in arrivo…”
“Grazie di essere stato così comprensivo.”
“Ma si figuri! E buon Natale.”
“Buon Natale anche a lei,” sorride la donna, mentre il suo bambino fa ciao con la mano a Lucas.

 
Washington, 24 dicembre 2019
 
Quando finalmente l’aereo atterra a Washington sono quasi le cinque e Lucas immagina già la confusione che ci sarà ai banchi del noleggio auto; se tutto andrà bene dovrebbe essere a casa verso le nove, ma dopo la giornata che ha avuto non si aspetta più che nulla vada come dovrebbe.
“Hey Soph, sono atterrato a Washington.”
“Meno male! Com’è andato il viaggio?”
“Abbastanza normale, ti racconterò quando sarò a casa… come va la neve?”
“Continua imperterrita,” gli risponde la moglie, “e lì?”
“Qui sembra stia nevicando abbastanza poco per ora.”
“Meglio così… stai attento in strada, mi raccomando.”
“Le autostrade saranno sicuramente sgombre, Soph.”
“Lo so, ma gli autisti saranno distratti come sempre e io non posso non preoccuparmi.”
“Ti prometto che starò attentissimo e che sarò a casa prima che la Vigilia sia finita.”
“Ci conto, Luke. Non sarebbe Natale senza di te,” ammette la ragazza, non riuscendo a nascondere le emozioni.
“Dai, ormai sono distante solo qualche centinaio di chilometri, non sarà un po’ di neve a fermarmi.”
“Ti aspetteremo a casa.”
“Corro a ritirare l’auto.”
“A più tardi.”
“A dopo.”

Gli ci vuole quasi mezz’ora per riuscire ad arrivare al banco e, una volta lì, un uomo leggermente scorbutico gli comunica che la categoria di auto che ha prenotato è terminata.
“Cosa possiamo fare quindi?” chiede, evitando di polemizzare.
“Se accetta una categoria superiore le posso dare quella, in alternativa dovrà cambiare autonoleggio, ma non è detto che trovi qualcosa lì…”
Lucas sbuffa, tentando invano di nascondere la propria irritazione, ma annuisce. “E va bene, mi dia la categoria superiore.”
L’impiegato compila alcuni documenti, per poi stamparglieli e consegnarglieli, indicandogli come raggiungere il parcheggio per ritirare l’auto.
“Buon Natale e grazie di averci scelto,” lo saluta, prima di esclamare: “il prossimo!”
“Buon Natale anche a lei,” risponde Lucas, iniziando a correre per raggiungere l’ascensore che conduce al parcheggio.

 
*
 
Tragitto Washington-New York, 24 dicembre 2019
 
Il viaggio solitario procede piuttosto bene, grazie alla tempesta che imperversa infatti i veicoli sono relativamente pochi, fino a che Lucas non raggiunge l’area metropolitana di Philadelphia. L’auto è pervasa dalle canzoni natalizie passate da ogni radio e l’uomo è certo che le stesse canzoni staranno sicuramente suonando a tutto volume anche a casa sua, con la moglie che canta a squarciagola. Sono stati separati solamente per cinque giorni, ma ne ha sentito la mancanza in maniera che non credeva possibile — forse perché ormai non sono più abituati alle distanze, come quando studiavano all’università. Una vibrazione del cellulare gli segnala l’arrivo di un messaggio e, approfittando di un rallentamento lo apre, sorridendo alla vista di numerosi vassoi di biscotti: Sophie deve aver passato la giornata tra burro e farina.
“Che fame!” le risponde velocemente, prima di tornare a concentrarsi sulla strada.
I fiocchi di neve continuano a cadere copiosi e, anzi, aumentano quando arriva prima in New Jersey e poi finalmente a New York. Lucas non può che considerare che è proprio così che deve essere il Natale: freddo e nevoso, bianco e ovattato — nulla a che vedere con i colori chiassosi e le palme californiane.

Brooklyn 24 dicembre 2019

Quando finalmente svolta nella via di casa sua, nota un’infinità di auto nel vialetto e nei dintorni della casa che hanno acquistato l’inverno precedente e hanno sistemato tra la primavera e l’estate, trasferendosi in tempo per il giorno del ringraziamento. Sono quasi le dieci, ma per lo meno è riuscito a mantenere la sua promessa e arrivare a casa prima della fine della giornata. La gioia di essere finalmente arrivato, lo spinge a recuperare il telefono subito dopo aver parcheggiato.
“Ciao Lucas, a che punto sei?”
“Tesoro, mi dispiace, ma c’è un incidente vicino a Princeton…” le risponde, scendendo silenziosamente dall’auto e avviandosi verso la porta di casa.
“Nooo, questa proprio non ci voleva!”
“E che ti devo dire, lo sai che la sfortuna è cieca, ma la sfiga invece ci vede benissimo,” ribatte, facendo del proprio meglio per rimanere serio.
“Beh dai, ormai ci sei quasi… ti aspetteremo per il dolce.”
“Spero di farcela prima di mezzanotte…”
“L’importante è che tu arrivi sano e salvo,” ribatte lei, mordicchiandosi il labbro.
“Certo,” risponde Lucas, prima di suonare il campanello e simulare indifferenza, chiedendo: “hanno suonato alla porta?”
“Già, ma non saprei proprio chi possa essere… sono già tutti qui.”
“Se non vai a vedere non potrai saperlo,” le risponde.
Sophie raggiunge l’ingresso e spalanca la porta, lasciando cadere il telefono quando trova davanti a sé il marito con addosso una giacca troppo leggera per affrontare il clima newyorkese.
“Non riesco a credere che tu mi abbia fatto uno scherzo simile!” esclama, prima di saltargli addosso e stringerlo forte.
“Non ho saputo resistere,” ribatte lui, inalando il profumo di lavanda dei suoi capelli e lasciando che i loro corpi si modellino l’uno sull’altro.
“Sei crudele,” lo rimbecca Sophie.
“Volevo solo godermi la sorpresa nei tuoi occhi,” spiega lui, indugiando con lo sguardo sul viso imbronciato della moglie.
“Sei fortunato che sono così felice di averti qui da non potermi arrabbiare per la tua ironia,” borbotta lei, prima di schiudere le labbra su quelle del marito, rendendo vana ogni protesta di Lucas e facendogli perdere il controllo dei battiti del proprio cuore.
“Mhmm, se mi dovessi baciare così dopo ogni scherzo non potresti ti lamentare se ne organizzassi altri,” ghigna lui, prima di baciarla nuovamente con lentezza, “mi sei mancata così tanto…”
“Anche tu.”
“Ma ho mantenuto la promessa, visto?”
“E mi hai fatto il regalo più bello,” mormora lei contro il suo sorriso.
“Sei tu il mio regalo più bello,” ribatte Lucas, abbracciandola, “l’unica cosa che voglio...”
“Mhmm, in realtà spero proprio che ci sia qualcos’altro che desideri e che tu ti senta pronto a condividermi…” sussurra in tono dolce Sophie.
Lucas batte lentamente le palpebre, facendo mente locale, per poi spalancare la bocca. “Stai dicendo quello che penso tu stia dicendo?”
Sophie annuisce e le sue iridi cerulee si incrociano con quelle color del piombo del marito, illuminate dalla gioia e dalla sorpresa. “Aspettiamo un bambino,” annuncia la donna, sgusciando fuori dall’abbraccio del marito e passandogli una scatola posata sul mobile in ingresso. Lucas, decisamente sbalordito, vede le proprie mani tremare, mentre apre il pacchetto contenente le immagini di una ecografia.
“Avrei voluto che ci fossi anche tu, ma poi ho pensato che sarebbe stata una bella sorpresa di Natale e mi sono fatta fare il video…”
“Oddio, Soph! È il regalo più meraviglioso che potessi farmi,” sussurra in preda all’emozione Lucas, sfiorando il ventre ancora piatto della moglie.
“Che potessimo farci a vicenda…”
“Ti amo così tanto!”
“E io amo te,” ribatte Sophie, prima di mettersi in punta di piedi per riuscire a baciarlo ancora.

“Ah, ma allora sei finalmente arrivato!” esclama la loro amica Riley, arrivando in ingresso, tallonata da Mike, il fratello di Sophie.
“Lascialo respirare, sorellina!” ghigna Mike.
“Fatti gli affaracci tuoi!” lo rimbecca svelta Sophie.
“Zio Luke!” esclama Charlotte, raggiungendo il gruppo insieme alla madre ormai incinta al sesto mese.
“Ciao, Lottie!” sorride Lucas, prendendola in braccio e facendola volteggiare.
“Dai, sei in tempo per il secondo, Luke…” gli dice Riley.
“E Sophie ti ha conservato antipasto e primo, salvandoli dalle grinfie di Mike,” aggiunge la cognata Alice.
“Pronta al Natale più magico delle nostre vite?” sussurra Lucas all’orecchio di Sophie, con Charlotte ancora tra le braccia.
“Credo che da ora in poi saranno sempre più magici…” ribatte lei, prima di dargli un altro dolce bacio.

 
 



Nota dell’autrice:
Eccomi qui a pubblicare la storia che ho scritto per rosy03 e che partecipa alla challenge organizzata da Lita, a cui ho davvero adorato partecipare. Visto che prediligi le originali ultimamente e che non volevi troppo angsts in occasione del Natale, spero che questa mia fluffosissima storia possa piacerti. Diciamo che avrei voluto aggiungere qualche altra peripezia prima di far arrivare Lucas a destinazione, ma poi ho preferito essere clemente.
Ho colto l’occasione per scrivere dei miei personaggi originali alle prese con una grande novità nelle loro vite: una scoperta avvenuta proprio in uno dei momenti più magici dell’anno, che io adoro.
Non mi resta che augurare un buonissimo Natale a rosy03, Lita e tutti i partecipanti alla challenge — oltre che a tutti voi che leggerete.

 
 
 
   
 
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