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Autore: Carme93    24/12/2020    4 recensioni
James Potter vuol fare il regalo perfetto a Lily Evans.
I Malandrini dovranno aiutarlo.
[Questa storia partecipa alla challenge "Secret Santa Challenge" indetta da Lita_EFP sul forum di EFP e all'iniziativa "Prompt nevosi e natalizi" indetta da Emy Milicchio su Il giardino di Efp]
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Filius Vitious, I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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[Prompt 41: “Dopo giorni passati a cercarlo, finalmente X (James) trova il regalo perfetto per Y (Lily), ma…].

Questa storia è stata scritta per Lady Ashla.
Buon Natale a tutti!!!!!!

 
 
 
 

 
Il sesto regalo
 
 


 
«Vediamo quel negozio» propose un ragazzo dai folti capelli neri, raddrizzando gli occhiali con un gesto secco della mano.
«Basta, James, per le mutande di Merlino! Sto gelando!» sbottò un ragazzo dai capelli lunghi e neri, che gli incorniciavano il viso.
James, però, procedette con sicurezza nonostante i suoi stivali affondassero nella neve e soffiasse un vento gelido.
«Lascia stare, Sirius» borbottò un altro ragazzo dai capelli color del miele. «Lo sai che quando si fissa non lo ferma nessuno».
«Ma i-io t-t-trem-mo» biascicò un ragazzo, che chiudeva il gruppetto intento ad avanzare in un vicolo lasciandosi alle spalle la strada principale affollata e chiassosa.
«Allacciati meglio il mantello e alza il cappuccio, Peter» lo redarguì il ragazzo biondo con premura materna.
«Senti, Remus» disse Sirius affiancandolo. «Fai qualcosa o giuro che lo schianto e lo trascino nella neve fino al castello».
Remus si sistemò meglio il cappuccio sulle orecchie e rifletté: Sirius l’avrebbe fatto, ma poi avrebbero dovuto spiegare alla McGranitt il perché di quella che lei avrebbe definito buffonata. No, meglio evitare. «Forse dovremmo aiutarlo» buttò lì.
Sirius lo fissò con gli occhi di fuori. «Aiutarlo! Sono mesi che lo seguiamo per tutta Hogsmeade alla ricerca di questo benedetto regalo perfetto! Mesi! Non mi ricordo l’ultima volta che ci siamo goduti un’uscita!».
«Io v-v-vorrei una burrobirra» borbottò Peter.
«Anch’io!» rincarò Sirius.
Remus sospirò. «Non esagerare» replicò superandoli. «Questa è solo la terza gita a Hogsmeade dell’anno».
«È da Halloween che cerca quel regalo» osò intromettersi Peter.
«Ecco, bravo, Peter».
Remus scosse la testa e raggiunse James che, nel frattempo, si era incantato davanti alla vetrina di quel negozietto, decorato da tante lucine colorate. Perché doveva essere sempre lui quello responsabile? Sirius e Peter non avevano torto, ma tutto sommato non era un male che James si dedicasse alla ricerca di un regalo per Lily Evans e non a combinare guai come di consueto. Certo, era vero anche che quel giorno faceva particolarmente freddo, loro avevano già comprato tutti i regali e James nulla per Lily. Da mesi.

Lily Evans era una loro compagna di Casa e di classe e James ne era invaghito da anni, sebbene non fosse in grado di dimostrarglielo in modo adeguato. Ogni anno, per esempio, provava a farle un regalo. Le sue intenzioni erano sempre state buone, ma i risultati non erano mai stati molto soddisfacenti: al primo anno le aveva regalato una caccabomba ˗ lei non l’aveva dimenticato ˗; al secondo anno degli scarafaggi a grappolo; al terzo anno era stata la volta dello snaso, regalo oltremodo dolce, per carità, ma il dormitorio femminile di Grifondoro era stato distrutto e la McGranitt si era infuriata; al quarto anno Remus, memore della punizione ricevuta il Natale precedente, ˗ perché la McGranitt aveva pensato a uno scherzo dei Malandrini ˗, aveva provato a consigliare l’amico in modo che scegliesse qualcosa di non distruttivo e nemmeno schifoso: ahimè, James aveva deciso di ritrarre Lily, ma il risultato era stato molto simili una banshee e Lily non aveva gradito; l’anno precedente, per fortuna, James era leggermente maturato – solo leggermente ˗ e le aveva regalato un fiore raro, raccolto appositamente nella Foresta Proibita. Il fiore però era risultato velenoso e Lily aveva avuto una forte reazione allergica. Quest’anno, invece, si era messo in testa di trovare il regalo perfetto. Avevano provato ad aiutarlo e avevano percorso in lungo e in largo Hogsmeade. Senza successo.

«James, dai, andiamo a bere qualcosa di caldo e riflettiamo con calma» gli disse Remus rassicurante.
«No».
«James, Sirius ti sta per schiantare» lo avvertì allora con un leggero fastidio nella voce. Perché i suoi amici dovevano essere sempre così problematici?
«No, Remus, l’ho trovato».
«Cosa?».
«Il regalo perfetto! L’ho trovato!» trillò il ragazzo voltandosi.
«Sia benedetto Merlino» borbottò Sirius.
«Eccolo, non è bellissimo?».
Gli altri tre Malandrini si accalcarono intorno a lui e fissarono il libro aperto che James indicava.
«Sono Le fiabe di Beda il Bardo» disse Peter sporgendosi di più per leggere.
«Sai che roba» disse Sirius. «Tutto questo tempo al gelo per un libro di fiabe».
«Ma è geniale» approvò invece Remus. «Lily è Nata Babbana, non le conosce!».
«Sì, e poi vedete che bellissime illustrazioni?» rincarò James entusiasta.
In quel momento una signora lo prese e lo tolse dalla vetrina.
«No!» strillò James in modo poco virile. «Quello è il regalo della Evans!».
«Forse è meglio entrare» suggerì Peter.
«Sì, facciamola finita» disse Sirius, mentre James si lanciava dentro il negozio. Remus lo seguì sperando che l’amico non combinasse guai.

Era un piccolo negozio che vendeva oggetti di tutti i tipi, un po’ come Mondomago ma più piccolo e tranquillo. James si era fermato a qualche metro dalla cassa e fissava inespressivo il loro professore d’Incantesimi, che stava acquistando niente meno che il libro visto in vetrina. Vitious prese il suo pacchetto, si voltò sorridendo e, dopo averli salutati, si allontanò.
Rimasti soli, James chiese un’altra copia del libro alla commessa.
«Mi dispiace, avevamo solo quella».
James emise un gemito sconfortato e gli altri Malandrini dovettero trascinarlo fuori quasi di peso.
«Non puoi provare al Ghirigoro?» propose Peter.
«No, era una copia illustrata a mano. Sono pezzi unici» borbottò affranto James.
«Non puoi prenderne una copia qualsiasi?» chiese annoiato Sirius.
«No, non posso regalare una cosa qualsiasi alla Evans! Lo sai quanto è esigente».
Remus sospirò al ricordo dei regali passati.
«Allora non abbiamo risolto nulla» sbottò Sirius mettendosi le mani tra i capelli.
«Ricominciamo la ricerca» disse Peter rassegnato.
«No».
Remus guardò male James.
«Voglio quello».
«Non puoi averlo» tentò di farlo ragionare Remus.
«Sì, invece. Entriamo nell’ufficio del professore e ce lo prendiamo».
«No» affermò molto severamente Remus. «Sei impazzito? È un furto!».
«No, gli lasciamo i soldi sulla scrivania» insisté James convinto.
«Va bene» assentì Sirius. «Ma ora andiamo ai Tre Manici di Scopa».

Remus si lamentò per tutto il cammino, alla fine, rassegnato, cercò di pianificare le prossime mosse in modo che non finissero nei guai per l’ennesima volta.
Il pub era affollato, probabilmente la maggior parte degli studenti di Hogwarts, dal terzo anno in su, che aveva finito di comprare regali, si era radunata lì per sfuggire al freddo. Era l’ideale per piani da malandrini: nessuno avrebbe fatto caso a loro.
In realtà ci volle un po’ per lavorare a un piano perché Sirius impiegò un’infinità per prendere le burrobirre troppo preoccupato di mettersi in mostra con Madama Rosmerta.
Alla fine decisero molto semplicemente di aspettare l’ora di cena quando il professore non sarebbe stato nel suo ufficio: avrebbero avuto il tempo di entrare e prendere il regalo.
«Quando lo facciamo?» chiese Peter, per nulla contento.
«Stasera, naturalmente» disse James.
Remus non ne fu sorpreso; gli altri non ribatterono.
«È un regalo, quindi farà in modo di consegnarlo al destinatario» rifletté Sirius.
«E se glielo dovesse dare prima?» ipotizzò Peter.
«Mancano un paio di giorni a Natale, non è detto» disse ragionevole Remus.
«Allora dobbiamo seguirlo» decise James. «Così siamo sicuri di quello che fa». Gli altri furono tutti d’accordo. «Andiamo allora».
«Ma non ho finito la burrobirra» si lamentò Sirius.
«Vitious è lì» si affrettò a dire Remus, indicando un tavolo dall’altra parte del locale.
«Oh, bene» tornò a sedersi James.
Sirius gli gettò un’occhiataccia.
Riuscirono a finire con calma la burrobirra, prima che il professore si dirigesse all’uscita e James si pilotasse al suo inseguimento.
Il ragazzo si nascose nel vicolo più vicino e sbirciò fuori.
«Ma che stai facendo?» chiese Remus la cui pazienza si stava esaurendo.
«È un inseguimento, Lunastorta» rispose James.
«Ha ragione» disse Sirius raggiungendolo e facendo cenno agli altri di fare altrettanto. Dopo qualche secondo i due si spostarono con passo incerto nella neve e si rifugiarono nel vicolo successivo. Peter e Remus erano rimasti a fissarli.
«Lunastorta, Codaliscia, ma insomma! Così vi vedrà e manderete a monte la missione!».
Remus roteò gli occhi. «Abbiamo il permesso di stare a Hogsmeade. Non vedo che cosa ci sarebbe di male se ci vedesse qui, Ramoso».
Sirius e James si voltarono a guardarlo e strillarono all’unisono: «Sei un genio, Lunastorta!».
Peter ridacchiò, ma Remus si sbattè la mano sul volto.
Fortunatamente i due tornarono a comportarsi in modo normale per quanto fosse possibile per loro, almeno finché James non decise di raggiungere Vitious e conversare con lui. Per Remus non ci sarebbero stati problemi, in quanto Vitious era un insegnante molto affabile, ma James aveva sicuramente dei secondi fini: era maledettamente imprudente e aveva la tendenza a improvvisare. Come Auror avrebbe dato filo da torcere ai suoi superiori.
«Professore, ha fatto un bellissimo acquisto. Lo stavamo guardando in vetrina, vero, ragazzi?».
Sirius rispose con un borbottio. Quello di Peter sembrò più un piagnucolio, ma evidentemente stava pensando che James non gli avrebbe permesso di rintanarsi nella loro Sala Comune finché non si fosse risolto il problema.
«Oh, sì. Proprio una bella edizione» concordò il professore. «Spero che alla professoressa Sprite piaccia… Sapete a lei piacciono molto i fiori, specialmente quelli rari… Ultimamente si è fissata con una strano fiore che cresce solo in luoghi poco frequentati dagli uomini e umidi… Alquanto velenoso tra l’altro… Ma, capirete, che è ben difficile procurarsi simili rarità…».
James gli diede parola con scioltezza e faccia tosta, finché non raggiunsero l’ingresso del castello dove si separarono ˗ almeno apparentemente perché loro continuarono a seguirlo di nascosto e si assicurarono che uscisse dal suo ufficio per recarsi a cena senza il pacchetto.
«Bene, non glielo darà oggi. Probabilmente aspetterà la Vigilia. D’altronde sarebbe troppo presto, no? Mancano ancora due giorni» sospirò sollevato Remus.
«Ora possiamo andare a cenare?» chiese timidamente Peter.
«Direi di sì» assentì Sirius.
«Assolutamente no» li fermò James. «Non avete sentito Vitious?».
«Ramoso, Vitious è andato a mangiare» replicò minacciosamente Sirius.
«Al caldo» squittì Peter.
«Vitious ha detto che voleva un fiore per la Sprite. Avete capite che fiore è?».
«No, James» lo bloccò subito Remus. «Fa freddo. Ha nevicato molto. Non ci muoveremo dal castello».
«Remus io devo avere quel libro!».
«Facciamo come stabilito. Entriamo, prendiamo il libro e lasciamo i soldi» sbottò Remus. «Anche adesso».
«Ma Vitious non avrà più un regalo per la Sprite».
«Lo comprerà domani» disse Sirius.
«No, deve avere un regalo all’altezza e se gli lasciamo i soldi, lui sarà di nuovo nell’incertezza».
«Questa poi» sbottò Sirius.
«E dai Felpato, non puoi lasciarmi solo… Lunastorta… Codaliscia… Per me è molto importante» li supplicò James.
E così corsero alla Torre di Grifondoro per recuperare il mantello dell’invisibilità di James e poi si diressero nella Foresta Proibita. Nessuno di loro aveva dimenticato il fiore regalato l’anno prima a Lily ed erano sicuri di trovarne altri nello stesso posto. Orientarsi nella neve fu molto più difficile, ma James non si sarebbe dato pace finché non avesse avuto il regalo perfetto per Lily!
«E se ci perdiamo?» piagnucolò Peter.
«Il solito fifone» lo zittì Sirius. «Ramoso, questa me la paghi».
«Zitto, sacco di pulci. Questa missione è importante».
«Perché vi assecondo sempre?» chiese Remus scivolando nella neve.
Dopodiché rimasero in silenzio finché Peter non cadde con la faccia nella neve in un punto in cui era più morbida. Risero e lo aiutarono ad alzarsi. Poco dopo Sirius urtò un ramo e gli cadde la neve sulla testa, suscitando nuove risate. Per tutta risposta il ragazzo tentò d’inseguire James, finendo per cadere.
«Basta» sibilò Remus mezzo congelato. «Sbrighiamoci».
Da quel momento procedettero con maggiore serietà e non impiegarono molto a trovare il fiore in una radura così fitta che vi era anche poca neve.
«Aspetta, James». Il ragazzo aveva raccolto il fiore e lo stava riponendo nella tasca del mantello. «In quel modo si rovina» disse Remus, poi estrasse la bacchetta e pronunciò qualche parola. «Ok, ora va bene. La Sprite saprà toglierlo. Ora puoi riporlo».
Tornarono al castello lentamente e un po’ mogi a causa della stanchezza e del freddo.
«Controlliamo se Vitious è ancora in Sala Grande» disse James con voce leggermente roca appena furono nella calda Sala d’Ingresso.
La Sala Grande era quasi vuota. Le luci dei dodici abeti luccicavano piacevolmente lungo le pareti, così come le candele galleggianti sul soffitto.
«Niente».
«E ora?» domandò Peter.
«Andiamo a mangiare qualcosa» disse James. «Poi aspettiamo che Vitious vada a letto».
Così si diressero nelle cucine dove gli elfi li riempirono di cibo. Solo molto più tardi tornarono nell’ufficio di Vitious.
«A quest’ora dormirà» sospirò Remus.
Sirius cascava dal sonno e non aveva nemmeno voglia di lamentarsi.
«Alohomora» pronunciò James e aprì la porta. Come sperava il libro era proprio sulla scrivania insieme ad altri pacchetti. Compì lo scambio in pochi secondi. E poi si ritirano finalmente nella loro Sala Comune.
 




La mattina dopo James raggiunse di corsa Lily Evans, era la sua occasione poi avrebbero preso il treno per tornare a casa.
«No, Potter. Stai lontano da me!» sbottò la ragazza appena lo vide avvicinarsi.
«Ma ho un regalo per te» disse James sorridente.
«Li conosco i tuoi regali».
«Lily, dagli una possibilità. James si è impegnato veramente stavolta».
Lily lo fissò scettica, ma di Remus si fidava, così prese il pacchetto. «Siamo sicuri che non esploda?».
«Sì, tranquilla» rispose Remus.
Lily lo scartò e rimase piacevolmente sorpresa.
«Guarda le illustrazioni» la sollecitò James.
«Belle» commentò la ragazza.
«Appeno l’ho visto ho pensato a te».
Lily arrossì e lo fissò sorpresa. «G-grazie» balbettò.
James sorrise contento: finalmente era riuscito a regalarle qualcosa che le piaceva! «Buona Natale, Lily» le disse quasi con dolcezza.
«Buon Natale a te, James».
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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