Come aria e acqua

I

Il vento è qualcosa che a Akaashi non è mai piaciuto. È potente e impetuoso, giunge portando scompiglio, fa quello che vuole: ti sospinge in avanti oppure ti costringe a indietreggiare dispettoso – e Keiji non ha mai sopportato perdere il controllo.

Eppure... Eppure colui che in quel momento stringe a sé, di cui anela perdutamente le labbra, glielo ricorda disperatamente.

[Parole: 61]

II

Bokuto è aria: travolgente, inquieto, impulsivo. Mentre lo abbraccia, Akaashi percepisce come lo schiacciatore sia ovunque attorno a sé, lo avvolge e lo trascina in un vortice di passione e calore, in cui sente di non poter più aggrapparsi al raziocinio, gli manca la terra sotto i piedi; è Bokuto l'unica cosa a cui può aggrapparsi e mai sensazione gli è stata più dolce e distruttiva.

[Parole: 66]

III

Kōtaro è calore. Intenso, incontrollabile a tratti asfissiante. Sospira Keiji mentre dita irrequiete lo sfiorano bruciandolo, il tocco del suo capitano scioglie la sua pelle scoprendo il magma confuso e pulsante di sensazioni che solo lui gli provoca. L'ardore che accende gli occhi di limpido oro, mentre scrutano impietosi e sinceri ogni tratto – ogni luce ombra – del suo volto, lo costringono a socchiudere le palpebre di pergamena, si ritira dolcemente, Keiji, portando dentro di sé quella luce.

[Parole: 79]

IV

Bokuto ha sempre preferito elevarsi, opporsi alla forza di gravità, ricercando instancabilmente la vista oltre la rete; eppure in quelle iridi quiete e trasparenti come specchi d'acqua – gli occhi di Akaashi –, lui ci annegherebbe volentieri.

Akaashi è acqua: pacato, conciliante a tratti freddo. Per lo schiacciatore immergersi in lui è come venir cullato dal movimento armonioso e placido dei flutti; lo calma e lo chiama a sé.

Lecca amorevole un stilla salata che scivola dagli occhi offuscati dal piacere del suo kohai, disegnando delicata l'ovale del suo viso.

[Parole: 90]

V

Keiji è terra: solido, controllato, silenzioso. Lui accetta e accoglie l'irruenza nervosa e umorale di Kōtaro; resta quando per tutti è troppo.

Bokuto lo morde – perché baciarlo e basta, a lui non sembra abbastanza –, avverte fra le labbra il muscolo sodo e allenato del suo alzatore, e ogni cosa perde senso; l'unica cosa reale sono i loro corpi.

Kōtaro sarebbe costantemente alla deriva, alla ricerca di una quiete fittizia, se non fosse per Keiji, che lo prende per mano e fa in modo che non si perda.

[Parole: 89]

~