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Autore: channy_the_loner    25/12/2020    0 recensioni
Immergiti tra l'incanto delle luci colorate e dei nastri di seta, tra i rami di una grande casa e i sorrisi dei suoi abitanti. Lasciati abbracciare dal calore di un amico, annusa il profumo delle candele accese. Respira la felicità che ti tiene in piedi. Va tutto bene, no? Ogni cosa è come dovrebbe essere.
Ma è quando non te lo aspetti, che il dolore prende il sopravvento sul tuo corpo e sulla tua mente.
Immergiti tra l'orrore dell'ignoto e del profondo buio, tra il freddo invernale e le urla di chi ti circonda. Lascia che le tue lacrime cadano, annusa la paura che è nell'aria.
E adesso, respira l'agonia attorno a te.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Porcellana.

 

 

L’escursione termica appannava i vetri della portafinestra del salotto, la quale permetteva l’accesso ad un ampio balcone, una terrazza che si affacciava sullo strabiliante panorama londinese; l’inverno era la stagione preferita di Lilith, e dicembre era il suo mese prediletto. Amava il freddo, la neve, il gelo, le piste di pattinaggio e la musica classica, lei che danzava seguendo il ritmo del suo battito cardiaco nel suo tutù di seta rosa e merletto bianco, così candido e soffice come la sua personalità muta. Danzava tra i rami di quell’albero scuro e fitto, in compagnia del burattino, delle stelle e dei fiocchi rossi, sotto le illuminazioni dorate che accendevano ogni angolo della loro casa in affitto, la loro casa delle vacanze, nella quale trascorrevano il loro tempo solo per un mese o poco più. Quelle belle luci splendevano unicamente durante le ore notturne e brillavano di più, catturavano l’attenzione, incantavano gli spettatori.

Ma la notte non portava con sé solo magia.

Un predatore silenzioso dagli occhi ambrati, somiglianti a due fari nel buio, s’avvicinava piatto piatto, attraversava le numerose ombre e si nascondeva per non farsi notare, tuttavia tutti gli abitanti natalizi sapevano che era lì, quella cosa, e che era pronta ad attaccarli. Il colpo sarebbe potuto arrivare in qualsiasi momento e difatti ecco il balzo del demonio, scattante come una molla, un elastico letale; il grande albero, da sempre simbolo di pace e stabilità, s’inclinò pericolosamente di lato e al secondo attacco all’indietro, fino ad accarezzare il pavimento con le sue foglie. I cittadini urlarono in preda al terrore del momento di morte, o almeno avrebbero voluto; l’assenza di corde vocali si rivelò essere, per loro, un punto di non ritorno, di nessuna salvezza, di nessun soccorso, di nessuna rianimazione. Non possedevano neanche una bocca, degli occhi, nasi e orecchie, erano già senza vita, non erano mai nati, eppure erano consapevoli che la loro semplice esistenza sarebbe terminata lì – tirarono un sollievo i più fortunati, le palline di plastica colorate e gli orsetti di pezza, quelli tanto amati dai bambini.

E Lilith? Se avesse potuto muoversi liberamente, avrebbe già iniziato a strisciare via utilizzando le sue gracili braccia; e perché non le gambe? Quelle si erano spaccate all’impatto, trasformandosi in decine di piccoli pezzi e portandosi via anche una parte del suo busto delicato, mentre il suo capo aveva riportato unicamente delle crepe. Avrebbe voluto scappare via dalla scena del crimine e continuare a vivere, magari a modo suo, magari trasformarsi in un cimelio troppo prezioso per essere rimpiazzato o gettato in una vecchia scatola in un umido scantinato – ciononostante, non era minimamente in grado di muoversi. I suoi occhi vitrei osservarono la luce artificiale illuminare la stanza, mentre le sue orecchie disegnate udirono dei passi familiari avvicinarsi a lei, accompagnati da urla, rimproveri e borbottii; una grossa mano afferrò ciò che rimaneva del suo corpo e strinse, facendole perdere i sensi.

Quando le ritornarono i sensi si rese conto di essere stata adagiata su qualcosa di duro e spigoloso, e il buio era tornato a prevalere su ogni altra cosa. Se avesse potuto piangere dalla disperazione l’avrebbe fatto, tuttavia rimase impassibile come suo solito, circondata dalla maleodorante fragranza di ciò che non sarebbe più stato usato.

 

 

 

 

Angoletto dell'Autrice!!

Ciao a tutti! È la prima volta che pubblico nella parte "originali" di EFP, perciò mi sento un pochino impacciata (ma mi auguro di riuscire a tornare da queste parti più spesso). Questa storia è nata per caso un po' di tempo fa, ma ho deciso di pubblicarla oggi dato che siamo in tema! Spero che vi sia piaciuta, anzi, perché non me lo fate sapere? *occhiolino ammiccante*

Grazie mille per aver letto la mia storia. Auguro a tutti voi un buon Natale, anche in questo periodo così difficile!

–Channy

 

 

Post Scriptum: ah, e se tu che mi stai leggendo mi segui nelle categorie "fanfiction", TI SUPPLICO NON UCCIDERMI SO CHE FACCIO SCHIFO MA TU MI VUOI BENE LO STESSO, NO? :(((((

  
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