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Autore: Maggiechan_75    26/12/2020    5 recensioni
Ciao a tutte:)
Ho deciso anche io di scrivere qualcosa a tema Natalizio. Se penso a Ryo e a Kaori il primo pensiero è legato al Natale a quello dell'orfanotrofio e al ricordo di Hideyuki.
Questa one-shot è nata così.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hideyuki Makimura, Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Stava nevicando quella sera. I soffici fiocchi di neve, che sembravano danzare trasportati dall’aria, si appoggiavano delicatamente sul prato e sul piccolo parco giochi, interamente in legno, costruito per rallegrare e far giocare i piccoli ospiti che vivevano in quel luogo.
“Randoseru” era un piccolo orfanotrofio che si trovava nella regione montuosa di Okutama, a circa 2 ore da Tokyo.

La mini-cooper rossa di City Hunter percorreva quella strada tortuosa solo due volte all’anno ed entrambe le occasioni erano molto speciali.
La vigilia di Natale le strade erano spesso innevate, mentre 31 marzo le strade venivano ricoperte di rosa grazie agli splendidi viali di ciliegi che si trovavano lungo il percorso.

Durante questi viaggi spesso i due sweeper, pensierosi, rimanevano in silenzio, mentre le note del pianoforte di Bruce Hornsby, il musicista preferito di Hideyuki, risuonavano nell’abitacolo. Per entrambi gli sweeper il momento più commovente arrivava quando veniva trasmessa la melodia “Thats just the way it is” .

Di tutt’altra atmosfera era animato lo stanzone dove i bambini si erano riuniti in attesa dell’arrivo di Babbo Natale. Nei giorni precedenti Mamoru (1), il direttore dell’orfanotrofio, era riuscito a trovare il tempo di andare nel bosco con i bambini e tagliare un bellissimo abete. Questo era l’unico modo per poter dare ai bambini la possibilità di avere il loro albero di Natale, le finanze purtroppo scarseggiavano e le poche donazioni, spesso in forma anonima, riuscivano a stento a coprire le spese necessario per il loro fabbisogno.

Kaori aveva scoperto solo da qualche anno cosa il suo meraviglioso fratello faceva per quei bambini e aveva preso l’abitudine insieme a Ryo di continuare la tradizione facendo trovare in forma anonima del denaro, generalmente sottratto a qualche trafficante di droga, in primavera. Alla vigilia invece costringeva ogni anno Ryo a travestirsi da Babbo natale e, come era solito fare suo fratello, partire al tramonto per presentarsi all’orfanotrofio poco prima dell’arrivo della mezzanotte.

I bambini erano elettrizzati. Mancava poco al loro arrivo. I loro nasetti stavano appannando i grandi finestroni situati nell’ala ovest dell’edificio dove si trovava l’ingresso principale. I più attenti avevano già percepito il rumore dell’automobile, addirittura i bambini più grandi ormai riuscivano anche a riconoscerla.

“Sta arrivando! Sta arrivando Babbo Natale!” avevano iniziato a gridare e saltellare intorno all’albero riuscendo addirittura a dare risposte sensate a chi scetticamente insinuava che non poteva essere, perché generalmente il simpatico pancione arrivava con la slitta dal cielo.
I tentativi di calmarli da parte di Mamoru erano vani, ogni anno Babbo Natale e la sua aiutante venivano accolti dai vivaci bambini ancora prima che riuscissero a parcheggiare.

“Siete arrivati finalmente era ora”.

Cercando di nascondere il sorriso che i piccoli erano riusciti a trasmetterli, si stavano guardando stupiti dalla schietta affermazione, erano decisamente più rilassati rispetto al viaggio.

“Oh oh oh!!” ogni anno, il vocione camuffato di Ryo, riusciva sempre ad ammutolire per qualche istante l’allegra troupe.

“Bambini vi prego rientrate nevica e nessuno di voi ha messo la giacca”.

Il gruppetto non se lo era fatto ripetere due volte iniziarono a correre trascinando con loro i due ospiti, chi prendendoli la mano, chi spingendoli da dietro.
I due sweeper si erano ritrovati nel grande salone adibito a festa senza accorgersene.

“Complimenti direttore quell’albero è magnifico” esclamò Kaori mentre osservava il maestoso albero decorato con palline colorate accuratamente selezionate dai bambini. 

La scelta era tuttavia limitata, le decorazioni erano arrivate tramite qualche donazione o fatte direttamente dai bambini.
Gli occhi della ragazza si fermarono alla punta dell’albero, l’aveva riconosciuta, quello era l’angelo della sua infanzia. Il ricordo e l’emozione del momento in cui suo fratello la prendeva per metterla sulle spalle la commosse, solo in quel momento si accorse che ai piedi dell’albero c’era un bambino. Se ne stava seduto dando le spalle alla festa in corso. Nemmeno l’arrivo di Babbo Natale gli aveva tolto quello sguardo serio, anche lui stava osservando quella bellissima decorazione. Era affascinato dalla lucentezza dei glitter dorati che lo ricoprivano.
Quello sguardo lo conosceva bene, era triste. Perplessa si rivolse al direttore con gli occhi interrogativi. “Lui è Keisuke. E’ con noi da pochi mesi. Credo non si sia ancora ambientato.”
Lo sguardo era ritornato al piccolo, e nella sua mente apparve un ricordo.

Aveva più o meno la sua età, era il loro primo Natale senza suo padre, o meglio quello che credeva fosse suo padre. Quell’anno a casa Makimura c’era tanto silenzio. Hideyuki aveva cercato in tutti i modi di rimanere a casa quella sera ma stava seguendo un caso importante.

Mentre Babbo Natale stava distribuendo i regali a tutti i bambini, lei si avvicinò a Keisuke “Ciao piccolo! Buon Natale” si sforzò di sorridere anche se all’interno il ricordo l’aveva riempita di tristezza. Non ottenne risposta se non un veloce e distrattissimo sguardo durato solo 2 secondi.

Kaori non si era però fatta intimorire, gli tese la mano “dai vieni non rimanere qui da solo. Babbo Natale ha un regalo anche per te”. La reazione di Keisuke fu molto brusca “Quello non è Babbo Natale “urlò facendo ammutolire la festa. Kaori fu travolta dalla sua furia, perse l’equilibrio ritrovandosi tra le braccia di Mamoru. “Sta bene? Adesso mi sente” il direttore assicuratosi che non si fosse fatta nulla, stava per dirigersi verso i dormitori.

Quanto era familiare quella scena. Quanti anni erano passati? Ryo se lo ricordava bene quel tono arrabbiato che lui stesso aveva sentito da una bambina che aveva in viso lo stesso colore dei capelli. La rossiccia era la sorella del suo amico e partner nel lavoro. Quella vigilia il suo collega era pieno di sensi di colpa. Si erano dati appuntamento al parco giochi per parlare di un caso, Hideyuki aveva accompagnato Kaori al parco giochi quel pomeriggio.

“Non so ancora come dirglielo. Con che faccia gli spiego che questa sera non rimarrò a casa” gli disse sistemandosi gli occhiali mentre la guardava dondolarsi sull’altalena.

Ryo non riusciva a dimenticare lo sguardo di quell’uomo che lo guardava dritto nelle pupille. “Quest’anno non posso proprio tirarmi indietro il caso è delicato e…”.

“Che cosa????? Devi lavorare proprio questa notte!!!!” la piccola Kaori era proprio a due passi da loro. Era alta poco più di un soldo di cacio. Era questa l’impressione di Ryo in piedi davanti a lei.

Rimase stupito da quanta rabbia c’erano in quelle parole. Hideyuki quando parlava di lei aveva sempre dato l’impressione che fosse una piccola principessa in attesa del suo principe azzurro.

“E con chi mi lascerai questa volta!? Con una di quelle??? vero?? Sei uno stupido!!!”. In due secondi si ritrovò il collega tra le braccia in preda al dolore. Kaori gli aveva mollato un calcio sullo stinco destro facendogli perdere l’equilibrio e se ne era scappata chissà dove.

“Alla faccia della principessa!”

“Quest’anno è furibonda e non le darei tutti i torti” .

Era troppo buono, stava giustificando sua sorella per quel gesto! Aveva un animo gentile il suo collega lo aveva sempre saputo. Non aveva nemmeno bisogno di chiedere spiegazioni, ormai sapeva che il socio non era in grado di tenere i suoi sentimenti per sè, al contrario di lui.

“Lei credeva con tutta se stessa a Babbo Natale, ed io come un fesso lo scorso anno mi sono fatto scoprire.”

A quel ricordo sorrise amaramente, era proprio da lui.
Nel sacco era rimasto solamente un regalo, quello per Keisuke.

Il dormitorio era in penombra, la luce che lo illuminava arrivava solo dallo stanzone dove gli altri bambini stavano allegramente festeggiando giocando con i loro nuovi giocattoli.

“Davvero lo hai visto?” il piccolo aveva lo stupore negli occhi. Era rimasto stupito dal magico racconto di Kaori che gli aveva appena raccontato che, quando aveva la sua età, anche lei aveva creduto che Babbo Natale non esistesse.

Ryo sorrise pensando a quale fatto la sweeper gli aveva raccontato precedentemente. Era tipico da Hideyuki solo lui poteva inciampare sul sacco dei regali, cadere ai piedi della piccola perdendo cappello e barba finta durante il volo.

“Si te lo assicuro” gli sorrise dolcemente “ricordo perfettamente quegli occhi che di sicuro non potevano essere di mio fratello”. Alzò lo sguardo verso la fonte di luce “Guarda Keisuke” gli sorrise “è arrivato Babbo Natale”.

Ryo si avvicinò a lui “Buon Natale piccolo” e gli consegnò il regalo! Gli sorrise dolcemente.
Kaori fece un salto nel passato riconoscendo quegli occhi.

Solo in macchina, durante il ritorno ebbe il coraggio di tornare nell’argomento “Eri tu! quella notte eri tu? vero?” .

“Tuo fratello è stato molto convincente” Ryo stava sorridendo imbarazzato.

Sulle note di “Thats just the way it is” i ricordi riemersero nelle loro menti.

Era passata da poco la mezzanotte quando Hideyuki ritornò a casa accompagnato da Babbo Natale.

“Ma non capisco perché se dorme devo comunque farlo”

“Shhh! La sveglierai. Ti prego fallo per me. Ecco vedi quella porta semi socchiusa è la sua stanza per favore fai piano.”

Ryo entrò cercando di fare meno rumore possibile, la piccola decenne stava dormendo, o meglio era quello che voleva far credere al fratello. Appena lo percepii vicino al comodino aprì gli occhi con un viso imbronciato. Lo voleva cogliere sul fatto e dirgli che ormai aveva capito che Babbo Natale non esisteva e che poteva finirla con la farsa!

Si ritrovò davanti due occhi diversi, due occhi stupiti e sorpresi, due occhi che non erano affatto quelli di suo fratello.

“B...Babbo.. Natale!!” pietrificata riuscì solo a pronunciare sottovoce

Babbo Natale sorrise tra i baffi bianchi e i suoi occhi con lui. La guardò per qualche istante leggendo negli occhi della piccola la speranza, la magia di chi crede anche all’impossibile.
Quella magia che lui non aveva mai conosciuto.
Un velo di tristezza apparve nei suoi occhi, che cercò di nascondere dandole in mano il suo regalo.

“Buon Natale piccina!”

Quella notte la piccola Kaori ricevette un angelo. Lo stesso angelo che proprio quella notte abbelliva l’albero dell’orfanotrofio.

 

Mamoru = protettore

Curiosità:
Ho scelto il nome Randoseru (zainetto) come nome dell’orfanotrofio in seguito ad una notizia che ho letto qualche giorno fa. Dal 2015 un benefattore che ha assunto il nome Tiger Mask o Naoto Date (dall’ononimo manga/anime Uomo tigre) si era impegnato a donare per cincque anni 10 zainetti ad alcuni orfanotrofi giapponesi. La notizia era arrivata in forma anonima alla filiale di Okayama. La lettera era appunto firmata Tiger Mask.

Gli Randoseru non sono semplici zainetti ma una borsa pregevole fattura che è stata pensata per durare 6 anni ovvero il primi ciclo scolastico di ogni bambino. Per darvi un’idea il loro valore va dai 160 € ai 400 €.

Per i bambini in oltre è un motivo di vanto.

Nell’articolo in cui ho appreso questa notizia ho scoperto che lo pseudonimo Tiger Mask o Naoto Date viene usato spesso per fare delle donazioni anonime (di denaro e non). E questo fenomeno dura da un decennio.

Questo fatto mi ha fatto pensare a Hideyuki.

   
 
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