AVVERTIMENTO:
non
è saggio girare nel cimitero di notte,
io vi avverto,
è una pessima sorte.
La notte, di
una notte imprecisa, Billy vien
sfidato dagli amici a camminar
rumoreggiando nel cimitero
sul limitar del bosco. Fatto un passo
oltre il cancello, il ragazzo
osservò: di
primo acchito non mi par
che ci sia nessuno. Il cimitero, di
fatto, pareva deserto, ma
scostatesi le nubi dal volto
lunare, ecco apparirgli da lontano una
figura assai raccapricciante.
Una flebile
nebbiolina, come un velo di
sposina, si alzò tra le
lapidi ammaccate e lo sguardo di
Billy andò, indugiando, sull'enorme
mostro che gli si palesò davanti. Alto tredici
piedi, o poco più, il mostro era
magro ed allungato, ogni osso sotto
pelle si vedeva!
Costole, sterno e bacino.
Le sue braccia erano assai lunghe,
le mani grandi e le dita pure,
erano enormi!, come dimenticarle?
Billy, immobile lo osservava,
tremando tutto, il poverino, e
quando il mostro lo guardò,
quasi svenne su una bara.
Del volto era privo,
niente occhi, naso o bocca,
solo un varco,
più nero della notte ed il
tutto racchiuso in una grande
cigolante gabbia arrugginita.
Il cancello della gabbia,
ondeggiando pigolava ed
il mostro guardava Billy
in un tempo fermo nel terror più cupo. Ti
stai chiedendo chi io sia, invero?
Sono il signore del cimitero,
colui che prende e porta via
le anime perse di questa città.
Non erro mai nel mio giudizio,
poiché so tutto: virtù e vizio.
Perciò, Billy, è il tuo turno,
adesso vieni. Il ragazzo si sorprese: non son morto, è palese! Sogna, giovanotto, ripeti lo
stesso gioco da cinquanta lune oramai,
sei morto quel giorno stesso e mai
più hai fatto ritorno.
Per la tua superbia ti punisco
e nell'inferno ti spedisco. Detto ciò il mostro lo afferrò,
spalancò le fauci e che paura!,
chiostre di denti acuminati,
con ossa e teschi incastonati,
dal fondo della gola grida ed urla di dolore,
le fiamme infernali divampavano,
faceva caldo, questo è chiaro!
Tenendo il cancello con l'altra mano,
lasciò cadere Billy giù giù per la gola
e la richiuse con un botto sordo ed
un cigolio sinistro.
Addio per sempre, bambino mio,
l'inferno ormai è il tuo destino.
Così com'era giunto,
il gigantesco guardiano delle tombe
si dissolse e la luna illuminò la notte,
come se nulla avesse cambiato la sua sorte.