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Autore: Tenar80    27/12/2020    2 recensioni
Jude odia essere quello che è, ma non può farci niente. Odia essere basso, avere una voce ancora infantile e un viso da ragazzina. Odia essere un uccisore d'angeli, ma non può farci niente. E il mondo non può fare a meno di lui.
Questa fic è autoconclusiva e autonoma, ma fa parte della raccolta "L'assedio degli angeli - Preludi"
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'assedio degli angeli – preludi'
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La testa esplosa dovrebbe far male un istante soltanto. Giusto? Una morte pulita e facile. Definitiva.

    Questo pulsare continuo, con la sensazione di qualcuno che stia rigirando un coltello nell’occhio destro sa più di dannazione eterna.

    Jude avrebbe preferito il nulla. Cazzo. Arriverà mica qualche santo a giudicarlo?

    Si agita. Pessima scelta, il pugnale immaginario penetra un pochino di più.

    Però sente un cuscino sotto la sua testa. Lenzuola a coprirlo. Un vago odore di sudore.

    Si azzarda a provare ad aprire gli occhi. Risponde solo il sinistro.

    È nella sua stanza, al Quartier Generale. Quella vaga macchia d’umidità sul soffitto la rende inconfondibile. Fa per toccarsi l’occhio destro, ma qualcuno lo ferma.

    – Ce l’hai ancora, tranquillo.

    Al lato del letto c’è Vic.

    No, non Vic, non più.

    La Capitale è quel luogo in cui l’abito conta così tanto che per anni nessuno si è accorto che un colonnello delle Ali Nere era una donna.

    Victoria gli sorride nel suo lezioso abito da noiosissima fidanzata di un noiosissimo professore. Ha persino un gioiello al collo e i capelli acconciati in boccoli.

    – Che ci fai qui? – chiede.

    Odia la propria voce, ora la odia di più, flebile, da malato.

    – Mi assicuro che tu stia bene – dice lei.

    Per essere una donna ha una voce roca, come se le avessero grattugiato la gola.

    – Sto bene? – chiede Jude, provocatorio.

    – Starai bene – precisa la donna. – Ti ha preso alla tempia, abbiamo dovuto rasarti un po’ i capelli per medicarti. L’occhio è stato danneggiato dalla luce, ma guarirà. Non avrai neppure una cicatrice da esibire.

    Quindi non si è schiantato al suolo. In effetti, si rende conto Jude, il dolore è tutto concentrato alla testa.

    – Chi mi ha recuperato, tu?

    Non vorrebbe, ma spera, in qualche modo, di essere così importante da aver riportato Vic alle Ali Nere. Lei, però, scuote il capo.

    – Chris. Quando ha capito che la situazione era irrecuperabile ha lasciato il pannello e ha messo la tuta anche lui. Ti ha preso, prima che tu ti schiantassi al suolo. Hai dovuto comunque dormire tre giorni per riprendere conoscenza.

    Tre giorni… Gli sembra assurdo di aver perso per così tanto tempo il contatto con se stesso. Poi ripensa alle parole usate da Vic…Quando ha capito che la situazione era irrecuperabile…

    – Cosa è accaduto? – chiede.

    – La tua intuizione era ottima – sospira Vic. Quando inizia con un complimento non è mai un buon segno. – Ma non hai ucciso il loro capo sul colpo. Sono entrati nell’atmosfera  sopra il centro della Capitale prima che arrivassero i rinforzi dei distaccamenti periferici. Dopo pochi minuti se ne sono andati, come sempre, ma dove hanno colpito neppure i rifugi hanno retto…

    Non il nonno, è tutto quello che pensa Jude. Non si vergogna del suo egoismo e lei gli legge in faccia la domanda.

    – No, hanno preso degli uffici, case eleganti e una scuola… Ma non è questo il punto.

    – No? – chiede Jude, mentre sente l’inquietudine che inizia a serpeggiargli nelle viscere.

    Perché c’è Victoria, Vic, lì con lui? Si è congedata in Nevoso per correre dietro al suo professorino e alla sua stupida normalità. Dove sono gli altri? Chris, George? Il Generale Morozov?

    – George è rimasto ferito – inizia Victoria, con una cautela pericolosa. – Si rimetterà, ma intende congedarsi. Si sente responsabile, credo, ma ha superato i dieci anni di servizio, non possiamo obbligarlo a restare, in presenza di un sostituto…

    In presenza di un sostituto…

    Fino al giorno del proprio congedo, Vic ha addestrato Jude per portare le Grandi Ali…

    Da fuori, portare le Grandi Ali è la cosa migliore a cui un soldato delle Ali Nere possa aspirare. Comporta un grado militare impensabile in relazione all’età e uno stipendio che in pochi anni permette di acquistare una tenuta grande come mezza provincia. Se si arriva vivi al congedo, dieci anni dopo, un titolo nobiliare è quasi garantito. Vic ha creato non pochi imbarazzi, rifiutandolo.

    Jude, però, ha frequentato abbastanza Vic per capirne il prezzo. Fino a che non si addestra un sostituto non si possono chiedere permessi. Per otto anni, prima che George fosse in grado di sostituirla, Vic ha vissuto entro un chilometro dal quartier generale. Un chilometro confortevole, che comprende un ristorante di lusso, un buon pub, uno stabilimento termale e perfino un rinomato bordello, ma pur sempre un chilometro. Per otto anni Vic non ha dovuto ammalarsi, ogni ferita diventava anche un limite per la difesa della Capitale. E poi ci sono le Grandi Ali. Strappate, si dice, a un Generale Angelico centinaia di anni prima. Eppure, il materiale organico di cui sono composte è ancora vivo. E ricorda. A livello meccanico la tuta con le Grandi Ali non è diversa dalle altre, ma ogni volta che Jude ha provato la connessione la sua mente è stata invasa da allucinazioni e il suo corpo lacerato da dolori fantasma che non hanno un motivo organico per esistere. Le Grandi Ali sanno di essere schiave e fanno di tutto per sopraffare chi tenta di dominarle ed è per questo che trovare dei candidati idonei è così difficile.

    – Torna.

    Jude si odia nel momento in cui sente la propria voce pronunciare quella parola.

    È stupido e debole. E questo è un motivo sufficiente per non essere adatto alle Grandi Ali, no?

    Vic lo guarda con i suoi occhi chiarissimi.

    – Ascolta, avevo quattordici anni quando il mio predecessore è morto – dice, piano, con la sua voce roca e dolce. – Non c’era nessun altro, se non fossero stati disperati non avrebbero mai addestrato una ragazza. George aveva iniziato con me, ma allora aveva le convulsioni ogni volta che provava la connessione. Eppure sono sopravvissuta. Siamo sopravvissuti. La tua intuizione era perfetta. Con le Grandi Ali avresti coordinato l’azione e la Capitale non avrebbe avuto danni. Un ragazzino di quelli entrati quest’anno ha il potenziale, tra due o tre anni avrai un sostituto. Adesso sei il meglio che la Capitale può avere. 

    Le labbra di Jude non si aprono più, ma i suoi occhi lo tradiscono ugualmente.

    Vic gli concede un sorriso triste.

    – Sono Victoria, adesso. Insegno ai bambini a suonare il piano… Posso essere Vic, se hai bisogno di un consiglio, ma non posso tornare lassù. Se anche volessi, ho venticinque anni, non ho più l’agilità di una volta. Se ci scontrassimo, probabilmente saresti tu a vincere.

    Jude sbuffa. Per sopportare lo shock del cambio di dimensione e muoversi con agilità nell’atmosfera rarefatta della dimensione angelica servono corpi integri a scattanti. Quella che per gli altri è la maturità per loro è il declino. Tuttavia non ha mai vinto contro Vic. La sua è una stupida fuga. Il problema è che anche Jude fuggirebbe, se potesse, ma non può. 

    – La scuola che è stata colpita, qual’è? – chiede.

    Ha bisogno di sapere per cosa darà tutta la sua libertà e quasi sicuramente una parte del suo corpo, se non la vita.

    – Il liceo della Divina Sapienza.

    Jude sospira. Non riesce a trovare neppure un grammo di tristezza per i tre boriosi privilegiati con cui si è scontrato nel parco. Che siano rimasti sepolti vivi in un rifugio gli pare quasi una forma di giustizia. Poi pensa al quarto.

    – Conosco un ragazzo di quella scuola – dice. – Un nobile… Alster qualcosa.

    Vic annuisce.

    Può raccontare a tutti, anche a se stessa, di esserne fuori, ma Jude capisce che ha fatto come sempre, ha chiesto l’elenco delle vittime. Il ragazzo si chiede se sia anche messa la vecchia uniforme per andare a trovare i feriti.

    Uno dei molti problemi di George, uno dei problemi che avrà Jude, è che non si può essere Vic. Lei, per assurdo, era l’incarnazione perfetta di come si immagina debba essere un ufficiale delle Ali Nere, distante ma gentile, enigmatico ma presente. L’eroe che la Capitale amava sognare.

    – È un lontano parente di Chris – sta intanto rispondendo la donna. – Il futuro barone Neris. È vivo, ma gli hanno dovuto amputare un braccio e forse rimarrà zoppo.

 

*

 

    Più tardi, quando è solo nella stanza, Jude ripensa ad Alster.

    È ricco. Gli impianteranno un braccio meccanico. Il generale Morozov dirige da una vita le Ali Nere con una gamba meccanica. Se è la sinistra avrà una vita quasi normale. Quasi. Gli ci vorrà almeno un anno di riabilitazione e dolore prima di imparare ad usarla. Probabilmente non riuscirà comunque a tirare di scherma o a guidare un’auto, due attività che i nobili adorano. Agli occhi dei suoi compagni avrà perso quell’aura di carisma e di comando. Forse lo guarderanno con compatimento, addirittura derisione. In ogni caso Jude non lo saprà. Il liceo della Divina Sapienza e i quartieri nobiliari stanno al di fuori del chilometro quadrato in cui la sua vita verrà circoscritta. Non potrà mai dirgli che per un istante ha pensato che avrebbero potuto essere amici e che era la prima volta che lo pensava di un ragazzo più o meno della sua età. 

    Non potrà mai sapere se Alster considera il fatto di essere sopravvissuto una benedizione o una maledizione.

    Sul comodino c’è ancora quello stupido giornaletto.     

 

    «La Capitale è quel luogo in cui chiunque può diventare qualsiasi cosa abbia sognato di essere».

    Jude lo prende e lo scaglia con rabbia sul pavimento.



Ed eccoci anche alla fine di Ventoso. Una fic breve breve, giusto un assaggio del carattere di Jude.
Un enorme grazie a chi è arrivato fin qui, a chi ha messo la storia tra le preferite, le seguite o le ricordate e a chi ha voluto (o vorrà) recensire.
Se ne avrete voglia, con l'anno nuovo ci inoltreremo in Brumaio per conoscere un nuovo personaggio, l'ultimo che manca per terminare i Preludi a L'assedio degli Angeli.
Per tutti quanti un caro augurio di Buon 2021, che sia migliore del 2020 (dai, 2021, non è una grande impresa, ce la puoi fare!).

 

   
 
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