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Itachi Uchiha & Fuji Ishido

Konoha così grande e piena di verde, affascinante tanto quanto lo era Suna seppur per motivi del tutto differenti. Fuji Ishido, la più piccola figlia del Daimyo del Paese del Vento, ha appena otto anni, i capelli scombinati nonostante i fiori intrecciati fra le ciocche castane, ed un sorrisetto divertito mentre si allontana tenendo sollevata la gonna del kimono rosso finemente ricamato.
Una piccola principessa che scappa dalle incombenze reali che poco le interessano.
Non esattamente il genere di vestiti che avrebbe voluto indossare ma per i viaggi diplomatici insieme al padre è pronta a fare questo ed altro.
E’ riuscita a sfuggire alla sorveglianza dei propri alloggi, lasciando che i propri fratelli maggiori si allenassero mentre lei preferiva di gran lunga visitare quel posto nuovo. Qualsiasi città era incantevole agli occhi di chi, come lei, era costretta a vivere costantemente a palazzo, lontana da tutto e da tutti, relegata unicamente alle cure del padre e della propria nutrice.
Un fiore protetto da una cupola di vetro, purtroppo per lei che invece sente il bisogno di esplorare e di libertà.
La delegazione di Suna era giunta in città e sarebbe rimasta fino a quando non si sarebbe tenuto il torneo conclusivo per gli esami dei chunin e suo padre le aveva detto che, prima o poi, se fosse stata all’altezza anche lei si sarebbe ritrovata ad affrontare quel genere d’incontri dunque, a conti fatti, avrebbe dovuto fare parecchia attenzione.
Ma il profumo dei dolci lungo la strada è decisamente più invitante delle questioni da shinobi, dunque, senza perdere troppo tempo riesce addirittura a comprare dei deliziosi dango, il tutto mentre si allontana fra le strade sconosciute in mezzo a tutta quella gente.
E’ questione di un attimo, la distrazione dovuta a delle voci che da lontano sembrano chiamare il suo nome “Fuji!!!! Fuji-sama!!! Principessina!!!” ed allora inizia a scappare per evitare di essere presa.
Il suo momento di libertà non poteva durare solo una manciata di minuti, doveva provare a resistere quanto più tempo possibile, anche perché probabilmente le sarebbe toccata qualche punizione per essersi allontanata senza avvertire nessuno e senza protezione.
Non fa in tempo a muovere un paio di passi mentre con una mano tiene l’orlo del kimono sollevato e con l’altra il bastoncino dei dango che va a sbattere contro una figura che riesce, in qualche maniera, ad evitarle una rovinosa caduta in mezzo a tutti quanti.
Gli occhi, sorpresi, si levano ad incontrare la figura di un ragazzino poco più grande di lei, dai vestiti scuri e dal sorriso quasi imbarazzato, visto che la sta tenendo fra le braccia. I suoi capelli sono così lunghi e gli occhi ricordano la notte più profonda, mentre sulla fronte spicca un coprifronte della foglia.
Sicuramente uno shinobi.
Ma Fuji ha buona memoria, ha visto i manifesti sparsi ovunque con le facce dei partecipanti al torneo dei chunin e lui è esattamente uno di loro.
« Io ti conosco!!! Sei uno dei ragazzi che domani parteciperà all’incontro. » suggerisce la bambina con troppa enfasi, tanto da rischiare una seconda caduta.
E lui, invece, sembra imbarazzarsi sul serio per tutta quell’attenzione non richiesta.
« Già—… tu invece non mi sembri di Konoha. »azzarda con discrezione mentre la osserva attentamente.
« Hai ragione, anzi, scusa se non mi sono presentata—…» ed ecco la piccola Fuji fare una graziosa riverenza mentre dal capo le cascano i fiorellini bianchi che le erano stati messi con tanta fatica.  « Sono Fuji Ishido e vengo da Suna—… più o meno. »
Il ragazzino, confuso sia dalla riverenza tanto buffa che da quel “più o meno” finale, non esattamente nella norma.
« Piacere mio. Io invece sono Itachi Uchiha e credo che qualcuno ti stia cercando—… »
A quanto pareva  doveva aver sentito anche lui le voci, maledizione.
« Sì, sono solo le—…» prova a borbottare lei.
« Guardie del Daimyo ed immagino tu sia la principessa che stanno cercando. »
Fuji gonfia le guance e sbuffa sonoramente perché era stato fin troppo facile scoprirla, e poi cosa voleva lui? Era di Konoha.
« Facciamo così, Itachi Uchiha, ti regalo un dango se fingi di non avermi vista. » e nel volerlo corrompere allunga il bastoncino con le palline colorate in direzione del ragazzino che, dal canto suo, sembra davvero tentato di accettare quella proposta tanto inaspettata.
« Io non credo di pot—…»
Ma le parole di Itachi vengono interrotte da un urlo ben più forte degli altri. Si stavano chiaramente avvicinando e Fuji aveva i secondi contati per allontanarsi da li.
Dunque, senza pensarci troppo, ecco che lascia l’intero stecchino al ragazzino mostrando un sorrisetto in parte sgangherato per poi iniziare a correre nella direzione opposta alle voci.
« Tienili. Domani farò il tifo anche per te, Itachi. »
Sono le ultime parole di Fuji che con un sorrisetto sulle labbra, certa di essersi appena guadagnata altri cinque minuti di libertà, inizia a correre verso uno dei vicoli che l’avrebbero condotta più lontana possibile dalle guardie del padre, certa che Itachi, con quei dango in cambio, avrebbe mantenuto la parola.
Anche se tecnicamente non le aveva detto niente.
Ma quello sguardo le aveva ispirato fiducia.
Itachi le aveva ispirato fiducia fin dal primo sguardo ed il sorrisetto imbarazzato mentre gli regalava i dango era valso la fuga dalle guardie.
Sì, Fuji si divertiva con poco.