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Autore: Starfallen    29/12/2020    2 recensioni
Parigi 1780
Marinette è un esponente della nuova nobiltà -noblesse de robe - e come tale, lei e la sua famiglia sono trattati dagli esponenti dell'alta società parigina come gente di poco conto. Dovrà imparare a farsi strada tra gli intrighi e le maldicenze di quella che è si la corte più bella d'Europa ma allo stesso tempo un pericoloso covo di vipere.
Adrien Agreste, au contraire, ricco rampollo di una delle famiglie più in vista della corte, nato e cresciuto alla reggia di Versailles, mal sopporta gli obblighi che il suo titolo gli impone, pur sapendo di far parte di un mondo crudele, cerca in tutti i modi di evadere da quella scomoda realtà che pare idilliaca dall'esterno, ma è dura e spietata all'interno.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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“Andiamo amico, devi farlo per forza?” – “Purtroppo si, non ho altra scelta.” Nino roteò gli occhi visibilmente frustrato all’idea: “È un’ingiustizia! Stasera ci sarà un ballo in maschera in città, sai qunato li adoro, e andarci senza di te sarà una noia.” 
Adrien era frustrato quanto lui all’idea di non poter partecipare, ma aveva dei doveri da svolgere se pur di mala lena.
 
“Ti supplico cerca di non rendere le cose più persanti di quanto già non siano.” Disse quella frase con tono leggermente più alto di quanto avesse voltuo, e sfortunatamente la sua voce rimbombò per tutto il corridoio, grazie al cielo era semi deserto.
 
Si stavano dirigendo verso gli appartamenti dei Bourgeois, Adrien aveva chiesto al suo amico di accompagnarlo, come sostegno morale.
Mentre camminavano, dal senso opposto videro giungere due dame, che, se pur di appena qualche anno più grandi non mancarono di rivolgere loro sguardi lascivi, che prontamente Nino ricambiò.
 
Quando furono abbastanza lontani il ragazzo guardò complice l’amico: “Adrien, ma hai visto quelle due? Ce n’è abbastanza per entrambi.” – “Smettila Nino, sei osceno!” – “Perché? Amico devi credermi quando ti dico che è tutto divertimento. Dovresti provare.”
Adrien roteò gli occhi quasi infastidito dalle continue insinuazioni del suo amico. 
 
Nino sorrise furbescamente all’amico: “Credimi amico, è una di quelle cose bisogna provare per comprenderle.”Adrien scosse la testa divertito, da quando il suo amico era stato con quella cameriera l’estate passta sembrava non essere più in se.
Da quando era successo non sembrava più in grado di pensare ad altro.
 
Lui dal canto suo faticava a comprendere il suo modo d’intendere l’amore, ma infondo l’attesa per lui non era un problema, infondo, il dsuo destino era già segnato dal matrimonio con mademoiselle Bourgeois, quidi secondo la sua logica sarebbe stata lei la sua prima ed unica donna.
Non gli piaceva l’idea di essere infedele, secondo lui era un oltraggio che nessuna donna meritava di subire.
 
“Adrien? Adrien mi stai ascoltando?” – la voce di Ninoriscosse Adrien dai suoi pensieri – “In verità no amico, potresti ripetermi quanto hai appena detto?”. Nino rise di gusto all’onestà sfrontata del suo amico: “In verità volevo proporti un piano, per stasera, così da permetterti di venire con me al ballo in maschera.” 
 
I verdi occhi di Adrien guizzarono vivaci verso il suo amico: “Allora dimmi. Sono tutto orecchi.”
 
****
 
Quando teminò la colazione Marinette si diresse in camera sua, per raccogliere l’eserciziario di latino e letteratura, considerando che la sua istitutrice sarebbe arrivata a momenti.
 
Si prospettava un’intensa mattinata di studio, e se da una parte le piaceva aver accesso a quella forma privilegiata d’istruzione a cui non avrebbe avuto accesso, dall’altra sapeva di non avere molta testa per la morfologia o le desineze dei verbi, ed era un male perché queste cose richiedevano un’applicazione rigorosa.
 
Ma la sua vivace testolina riusciva a pensare solo al ballo di quella sera, a quanto non vedesse l’ora di andarci e a quanto fossero belli i vestiti che aveva appositamente cucito per l’occasione.
I suoi avrebbero di certo richiesto la sua testa se l’avessero scoperta.
 
Rise nervosa a quel pensiero, mentre si dirigeva nello studio, ma era intrigata all’idea di fuggire per una sera e svagarsi un po’.

Mentre era intenta a fare quelle considerazioni sentì bussare alla porta: “Avanti.” – “Mademoiselle”– Mylène entrò e s’inchinò –“L’istitutrice è qui per voi.” – “Falla entrare.” La ragazza s’inchinò: “Grazie Mylène!”

 
 
****
 
La sua intuizione si era rivelata geniale, schiarirsi le idee passeggiando nel giardino innevato della reggia aveva decisamente giovato al suo spirito.
Quella bianca e soffice coperta avvolgeva tutto ciò che si poteva ammirare perdita d’occhio, le dava un senso di pace.
 
Chloé sfilò una mano dal manicotto e accarezzò il soffiie manto di neve su una delle statue. Era così bianca e pura, bellissima, ma anche gelida e spietata. Per certi versi era come sua madre, come la sua mente formulò quel pensiero gli occhi cominciarono nuovamente a pizzicarle.
 
“Acquamarina
 
Alessandrite
 
Agata
 
Ametista…”
 
Quando era nervosa elencava sempre le pietre preziose che tanto amava per calmarsi.
Si portò la mano libera al volto toccandosi gli occhi e sforzandosi di non piangere. Cercò di non pensare né a sua madre né al fatto che stava ovviando a quella che era sua la promessa mancata di presentarla ufficialmente alla regina e sperare in un posto tutto per lei al Trianon.
 
Demantoide
 
Diamante
 
Diopside
 
Ematite…”
Respirava mentre ripeteva quell’esercizio, e quando fu totalmente calma decise che finalmente era arrivato il momento di tornare nei suoi appartamenti, doveva ancora ultimare la sua mise per la soirée di quella sera. Inizialmente aveva sperato in un invito da parte di Adrien, ma a quel punto dubitava sarebbe arrivato.
 
Con questo pensiero imboccò la scalinata che conduceva ai suoi appartamenti.
Non appena abbe imboccato la seconda rampa di scale sentì in lontananza dei frenetici ticchetii di scarpette, ben presto si rese conto che si trattava di Sabrina: “E tu che diavolo ci fai qui?” - chiese stizzita – “Dovresti essere nelle mie stanze a rassettare!” – “Mademoiselle…” disse la ragazza mentre si teneva il petto per lo sforzo.
 
Mademoiselle, sono venuta ad avvisarvi che monsieur Agreste è nei vostri appartamenti e ha chiesto di voi.– Gli occhi di Chloé si illuminarono di ritrovata gioia e un sorriso le si dipinse sul viso.
“Che stai aspettando allora? Andiamo! Non vorremo farlo di certo aspettare!” 
 
Comiciò a correre lungo la scalinata incurante dei richiami di Sabrina che arrancando le stava dietro.
 
Quando arrivarono agli appartamenti della famiglia Bourgeois Chloé si spoglio del cappotto e del manicotto, quasi lanciandoli addosso a Sabrina.
Si diede una sistemata al vestito, mentre aspettava le grazie di Sabrina: “Allora? Ti decidi?” disse stizzita.
 
Cercando di non far cadere gli indumenti della sua signora Sabrina aprì la porta lasciando entrare Chloé.
 
La prima cosa che vide varcando la soglia era proprio Adrien, elegantissimo e bellissimo nella sua marsina damascata, purtroppo non era venuto da solo, ma con quel suo quallido amico, ma provò comunque a mostrarsi cordiale.
“Adrien caro!!! Che piacere averti qui!” – girò lo sguardo verso Nino – “Nino.” – “Bonjour mademoiselle.” 
 
Chloé tornò a concentrarsi interamente sul biondo che le sorrideva, non le sembrava quasi vero: “Volete accomodarvi” – “Merci Chloé, ma non possiamo trattenerci a lungo, sono qui solo per chiederti se….” Adrien fece una pausa che a Chloé sembrò infinita.
 
Il ragazzo trasse un profondo respiro:“Se fosse di tuo gradimento, questa sera avrei paicere di accompagnarti alla soir…” – “SII!!”. 
Non lasciò nemmeno terminare la frase al ragazzo. Le brillavano gli occhi, a stento credeva a quanto stava succedendo! Finalmente una svolta positiva!
“Volevo dire, sarà per me un onore essere accompagnata da te cher Adrien!” Gli porse la mano destra, lui la prese delcatamete eseguendo quello che agli occhi di Chloé era uno dei suoi impeccabili baciamano.
 
A stento riuscì a trattenere un risolino: “Allora a più tardi Chloé.” – “A più tardi mon cher!” gli sorrise sgonante mentre guardava i ragazzi uscire dalle sue stanze, e quando entrambi furono usciti si abbandonò sulla chaise – long con un sorriso felice sul viso.
 
****
 
19/12 ore 16:30
 
“Dai Alya, sbrigati, vieni fuori e fammi vedere come ti sta!” Marinette era adagaiata sul divanetto della sua stanza, mentre mangiucchiava dei macarons e sorseggiava del thé al gelsomino.
“Sul serio tesoro, come hai fatto ad abituarti a questi abiti? Sfidano ogni logica!” Alya uscì da dietro il paravento con indosso un elaborabto abito.
 
Une robe à la Francaise in seta arancio e crema, sul corpetto si alternavano fiocchi di entrambe le tonalità. Le rouches che adornavano il corpetto non erano eccessive ma decorative al punto giusto.
Adornevano anche elegantemente le grandi maniche in pizzo che coprivano civettosamente i gomiti.  
Mentre la gonna color crema le ricadeva morbida fino ai piedi.
 
Alya si specchio e per poco non rimase abbagliata da quello che vide: “Marinette… è…. È bellissimo!” – “E tu lo indossi divinament!”
Marinette si alzò, e cinse le spalle della sua amica felice: “Saremo le più belle questa sera, è sicuro!” affermò felice la rossa, facendo un giro su se stessa, e mimando delle smorfie da grand dama.
 
Entrambe risero: “Oh Alya, vedrai che ci divertiremo, dobbiamo solo fare attenzione a non attirare attenzioni inopportune!” – “Parla per te fanciullina, io stasera intendo divertirmi a dovere, e se qualcuno oserà importunarmi saprò difendermi.”  Lanciò all’amica uno sguardo complice.
 
 Le due scoppiarono a ridere felici, ma proprio in quell’istante le porte della stanza di Marinette si aprirono e Sabine fece il suo ingresso.
Le ragazze sbiancarono e Alya corse a nascondersi dietro il paravento, marinette rimase ferma immobile, pietrificata, come quando veniva sorpresa nelle cucine a tarda notte a mangiare.
 
“Maman… che.. che ci fate voi qui?” Sabine sorrise e con un semplice gesto della mano invitò la figlia a sedersi, Marinette ubbidì, le gambe le tremavano dalla paura.
Quando fu seduta vide sua madre sedersi difronte a lei: “Alya, vieni qui e siedi con noi.” 
 
La ragazza ubbidì, uscì timidamente da dietro il paravento e andò a sedersi accanto alla sua amica. Entrambe tenevano il capo colpevoli: “Allora” – Esordì Sabine, nonostante tutto aveva un tono dolce  – “Chi di voi due vuole spiegarmi cosa state confabulando?”
 
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