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Autore: Tingens_somniorum    30/12/2020    2 recensioni
1854, regno Lombardo-Veneto, Verona.
Beatrice Aldegheri Tezza è una giovane di buona famiglia, con una scandalosa passione per le storie d'amore struggenti, i libri censurati dall'autorità, l'astronomia e la causa italiana. Per lei si avvicina a grandi passi a quell'età oltre la quale una dama di un certo rango viene fatalmente esclusa da ogni partita sentimentale e, di conseguenza, acquisisce di diritto l'appellativo di zitella, senza aver mai conosciuto un uomo adeguato... In realtà, senza aver mai conosciuto alcun uomo.
Al ricevimento per il matrimonio di sua sorella però, un nobile ospite francese di bell'aspetto e cultura pressoché illimitata la invita a ballare, aprendo una porta su un mondo verso il quale Beatrice non aveva mai potuto e osato affacciarsi.
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ouverture

Beatrice si guardò per l'ennesima volta allo specchio.

Non poté fare a meno di notare che il corpetto del vestito fosse leggermente largo e non fasciasse perfettamente la sua figura, come aveva sperato tutte le volte in cui si era persa a immaginare quel giorno. Forse aveva sbagliato a indossare una crinolina così tremendamente ingombrante, o forse l'errore era stato far confezionare l'abito in taffetà gialla; eppure la sarta le aveva assicurato che quella tonalità particolarmente intensa si sarebbe intonata perfettamente al suo incarnato; e in verità neppure l'acconciatura la entusiasmava completamente: i suoi lunghi capelli di un anonimo castano scuro erano raccolti in un elaborato chignon basso decorato con alcune roselline gialle, che richiamavano il vestito, ma l'insieme veniva rovinato da alcune ciocche che si erano arruffate a causa dell'umidità, che aveva effetti deleteri per la chioma ribelle della giovane, e quei fili fuori posto la irritavano oltre ogni misura.

Per qualche strana congiunzione astrale non le era concesso essere perfetta nemmeno nel giorno del matrimonio di sua sorella Rita. Il fatto che avesse scelto di sposarsi alla fine di Agosto non semplificava le cose: il sole che aveva scaldato le lunghe giornate estive aveva portato come sgradevole conseguenza la comparsa di una quantità esagerata di lentiggini scure su tutto il suo viso, che nemmeno un quintale di cipria avrebbe potuto nascondere, se non a prezzo di apparire pallida come un lenzuolo.

Sua sorella era totalmente diversa dalla ragazza: non aveva problemi di macchie sul viso, i vestiti le calzavano sempre alla perfezione, i suoi capelli erano perfettamente lisci e illuminati da brillanti riflessi rossi e, cosa più importante ai fini del mantenimento di una rispettabile immagine pubblica, quel giorno si sarebbe sposata. Infatti, dopo una lunga teoria di corteggiatori uno più illustre dell'altro, la figlia minore dell'Imperial Regio Delegato Provinciale della provincia di Verona Augusto Aldegheri Tezza, si era fidanzata durante la passata stagione mondana con un giovane conte Tirolese, unico erede maschio di una scandalosamente facoltosa e, altrettanto scandalosamente, filo-imperiale famiglia di antiche tradizioni che vantava illustri legami di sangue con la giovane imperatrice Elisabetta di Baviera. Nulla avrebbe potuto rallegrare di più i genitori di Beatrice, senza ombra di dubbio, i nobili più devotamente fedeli alla corona di tutto il Lombardo-Veneto.

Un pretendente di tale calibro aveva fatto infrangere la sacra tradizione per cui la figlia maggiore sarebbe dovuta convolare a nozze per prima.

Beatrice, infatti, si avvicinava a grandi passi a quell'età oltre la quale una dama di un certo rango viene fatalmente esclusa da ogni partita sentimentale e, di conseguenza, acquisisce di diritto l'appellativo viscido e avvilente di zitella, senza aver mai avuto il piacere di essere corteggiata, o almeno di diventare il temporaneo interesse, di qualche gentiluomo degno di stima, rispetto e attenzione. Nessuno l'aveva mai invitata a ballare a un ricevimento, o le aveva mai rivolto alcun tipo di attenzione, e sembrava chiaramente non ci fosse all'orizzonte alcuna speranza di cambio di rotta. L'unico buon partito, se così si può dire, che le si fosse mai presentato era stato un giovane rampollo della famiglia di feudatari milanesi degli Agnesi: un ragazzo alto, dinoccolato, senza titolo, senza stemma araldico, senza personalità, che continuava a deliziarla con interminabili e tediosi resoconti su quanto fosse andato male il raccolto e che, dopo essersi accorto che Beatrice non era assolutamente interessata alla coltivazione di gelso e riso, si era rinchiuso in seminario ed ora era parroco in una piccola parrocchia dispersa tra le nebbie della Pianura Padana.

La ragazza si allontanò dallo specchio, arrendendosi al fatto che nemmeno un miracolo avrebbe potuto farla apparire quantomeno confacente ai canoni di bellezza comunemente considerati gradevoli e, con un sospiro, si sedette su una poltroncina finemente intarsiata e rivestita di broccato rosa antico e, decisa a far passare il più velocemente possibile il tempo che la separava dall'inizio della cerimonia, prese dal tavolino il volume dalla copertina in pelle riccamente decorata da foglie d'acanto e altri fregi floreali che circondavano il titolo stampato a caratteri ricchi di grazie: Orgueils et Préjugés.

Il sole, intanto, aveva iniziato a scaldare l'aria nella stanza di Beatrice nella grande villa di campagna degli Aldegheri Tezza, incastonata tra le vigne della Valpolicella che quel giorno apparivano particolarmente rigogliose e cariche di chicchi succosi in attesa della vendemmia, nonostante l'inverno rigido che aveva vessato le coltivazioni, e la ragazza vagava liberamente con la mente tra le verdi campagne dell'Hertfordshire, i balli e l'affascinante, seppur scontroso, Mr. Darcy, che le apparivano così dannatamente esotici, solo per il fatto di essere descritti dalla penna di una scrittrice sulle pagine di un romanzo. Purtroppo il suo temporaneo idillio letterario venne interrotto da suo fratello, un giovane prodigio della musica dalla chioma riccia come un agnellino che si era già esibito più volte al cospetto dell'imperatore, il quale, senza bussare, entrò nella camera esordendo con un:

-Sbrigati! È ora di partire per andare in chiesa, la cerimonia inizierà tra poco e nostra madre è già agitatissima.

-Arrivo, sono già pronta.- rispose Beatrice alzandosi; ripose il libro sul tavolo, prese il cappello già pronto sulla toletta, chiudendosi poi la porta alle spalle pronta a immergersi nel sole brillante dell'estate.

 

 

 

 

Nota dell'autrice: 

Ciao a tutt*! Benvenut* nella mia nuova storia, spero tanto che vi possa piacere e che possa aiutarvi a 'evadere'  nei lunghi giorni  passati in casa a causa del virus, che poi è il motivo che mi spinge a scrivere.

Per ora vi introduco alla storia di Beatrice con questo prologo, spero di riuscire a mantenere  un ritmo almeno accettabile di pubblicazione, ma vi chiedo di non avere pretese di  assoluta puntualità, la sessione si avvicina drammaticamente e il libro di Analisi 2 presto mi chiamerà a sè anima e corpo.

La storia è pubblicata anche su Wattpad, mi trovate anche lì come Tingens-Somniorum.

Detto ciò spero mi facciate sapere le vostre impressioni, osservazioni, complimenti e critiche, mi aiuteranno a migliorare.

A presto!

Tingens_somniorum

 

   
 
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