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Autore: Ghostclimber    03/01/2021    3 recensioni
Mitsui ha una marea di problemi e non sembra riuscire a venirne a capo.
Kogure lo aiuterà a capirsi un po' meglio e a capire che a volte basta davvero poco.
Otanjoubi Omedetou, Ste_exLagu!
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hisashi Mitsui, Kiminobu Kogure
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mitsui lanciò un altro sasso nello stagno.

Una papera si sollevò, sbatté le ali per mostrare la propria indignazione e si allontanò imbronciata.

-Non fare tanto la drama queen. Non sei l'unica che ha le palle girate.- le disse Mitsui.

-Il drama king, casomai.- disse una voce alle sue spalle, -Guarda il piumaggio, è un germano reale maschio.- Mitsui si voltò, e il bel viso sorridente di Kogure apparve di fronte ai suoi occhi.

Poi, il Quattrocchi fece il giro della panchina e si sedette di fianco a lui: -Mi vuoi dire che cos'hai?

-Non ho niente.

-...disse quello che aveva passato l'ultima mezz'ora a gelarsi il sedere su una panchina e tirare sassi nello stagno.- Mitsui raccolse un altro sasso e lo lanciò.

-Che ti devo dire, Kogure? Sono solo un po' stressato.- disse infine, guardando i cerchi che si allargavano in acqua. La papera di prima lo guardò male di nuovo, come se sapesse che Mitsui aveva appena usato l'eufemismo del secolo.

In effetti, rifletté Mitsui, non stava facendo la vittima. Lo studio andava peggio del previsto, e ora che era passato il capodanno gli esami sembravano molto più vicini. Tutte le università a cui aveva mandato richiesta di borsa di studio per il basket gli avevano risposto con delle variazioni sul tema del “grazie ma no grazie”. Aveva tentato di fare dei provini per delle squadre indipendenti e tutti gli avevano detto che era troppo bravo per la lega giovanile e non abbastanza bravo per la professionistica. A casa, i suoi genitori sembravano aver optato per una linea costante di pallalcazzaggine intensa e gli avevano vietato categoricamente di pensare al basket prima di fine marzo: volevano che si concentrasse sugli esami incombenti, e in effetti non avevano neanche tutti i torti vista la media deprimente degli ultimi test.

Insomma, il mondo intero sembrava volerlo uccidere.

-Beh.- disse Kogure, spingendosi gli occhiali sul naso, -Credo di avere una soluzione temporanea.-Mitsui lo fissò stralunato. Era così stanco che ci mise un attimo per capire di aver parlato ad alta voce, e per cinque minuti buoni si chiese se per caso Kogure non fosse in grado di leggere nel pensiero. Ricordò una stupidaggine dal film Zoolander, dove una tipa ammette che per somigliare alle modelle dei giornali era diventata bulimica e il protagonista le aveva quindi chiesto: “Quindi sai leggere nel pensiero?”. Scoppiò a ridere.

-Ehi, non ho detto che ho la lampada di Aladino, ho detto solo che conosco un modo per farti stare meglio!- protestò Kogure.

-Scusa, non ce l'ho con te! Mi è venuta in mente una cazzata!

-Mitsui, stai affogando nello stress, lo sai?- chiese Kogure, facendosi serio.

-Lo so, Quattrocchi. Ma me la cavo, davvero.

-Hai bisogno di una mano con lo studio?

-Nah, lascia stare. Non ne vale la pena e non voglio rallentarti.- rispose Mitsui. Si ficcò le mani nelle tasche del giaccone e si incassò la testa tra le spalle.

-Ah, ma piantala, scemo! Potrei fare l'esame domani, aiutarti a studiare sarebbe solo un ripasso.- disse Kogure; Mitsui non rispose, e dopo un po' l'amico aggiunse: -Scusa, suonava arrogante, non volevo offenderti.

-Non mi hai offeso, lo so che sei secchione. Stavo ragionando sulla tua offerta.

-Beh, ragionaci mentre camminiamo, che ne dici?- il sorriso era tornato sul viso di Kogure.

-Non so dove vuoi andare, ma sappi che non ho un centesimo, quindi se vuoi portarmi a bere un tè ti tocca pagare anche la mia parte.- disse Mitsui, simulando una sfrontatezza che non provava.

-Il tè ce l'ho nel thermos, non credere che io navigo nell'oro... dai, andiamo.

-Dove?- chiese Mitsui, lasciandosi tirare per il gomito. Si alzò di malavoglia dalla panchina e seguì Kogure, che rispose: -Spoiler! Fidati di me.

-Per fidarmi mi fido, non sei mica Sakuragi.

-Perché, Sakuragi dove ti porterebbe?- chiese Kogure.

-Ah, non lo so, in qualche posto stupido. Tipo magari al konbini per rubare un giornaletto porno e scappare, sembra la sua idea di divertimento.- Kogure ridacchiò e accelerò il passo.

-Dai, Quattrocchi, avanti, sputa il rospo, dove mi stai portando?

-Hai presente Fujima, dello Shoyo?

-Seh.

-Ecco, è un amico di famiglia. Diciamo che mi doveva un favore, e diciamo che me l'ha restituito con gli interessi.- Kogure svoltò rapidamente in un vicoletto buio e Mitsui disse: -Ok, adesso comincio ad essere un po' nervoso, sai?

-Ah, ma piantala.- Kogure prese un mazzo di chiavi dalla tasca del giaccone e si avvicinò ad una porticina di metallo, quasi invisibile in mezzo ad un intricato e coloratissimo graffito.

La porta si aprì con un cigolio e Kogure si voltò a guardare Mitsui: -Entro prima io, così sai che non c'è nessuno che ti aspetta con una mazza da baseball.

-Lo dici ad alta voce perché così il tizio appostato con una mazza da baseball sa che deve colpire la seconda persona che entra e non la prima?- chiese Mitsui; tuttavia, seguì Kogure all'interno. Sentì il fruscio della sua mano che cercava l'interruttore, e pochi secondi dopo le luci al neon del soffitto si accesero, con il classico tremolio intermittente e un vago ronzio che scemò poco a poco mentre le lampade si stabilizzavano.

-Scherzi?- chiese Mitsui.

-Non scherzo.- rispose Kogure, facendo un passo avanti. Faceva un gran freddo, il pavimento era di cemento e c'era muffa ai bordi delle finestre, ma era indubitabilmente un campo da basket privato.

-Kenji mi ha detto che posso usarlo quando voglio, tranne i giorni in cui c'è lui.

-Wow.- commentò Mitsui, guardandosi intorno. La sua mente pratica pensò al vecchio covo di Tetsuo e ai lavori che ci avevano fatto insieme, praticamente a costo zero.

-Sai, questo posto potrebbe diventare davvero figo se ci lavorassimo un pochino.

-Ci ha pensato anche Kenji, sta mettendo da parte qualche soldo, ma per ora non bastano nemmeno per sistemare la muffa.- disse Kogure, entrando come se fosse casa sua. Prese un pallone, palleggiò un paio di volte e disse: -Per ora, l'unica cosa che può permettersi è di tenere i palloni belli gonfi.

-Eh, grazie al cavolo, è gratis.- ribatté Mitsui, poi aggiunse: -La muffa si può togliere con la candeggina. Ingiallisce un po' il muro, ma direi che è il minore dei problemi. Poi se diamo una mano di calce si risolve anche quello, ma va fatto d'estate, se no non asciuga e siamo punto e a capo. Però per la muffa si può fare anche in inverno, anzi, sarebbe meglio, per evitare che si allarghi e vada ad intaccare... che c'è?- Kogure stava sorridendo.

-Dovresti fare quattro chiacchiere con Kenji, lui è molto più disfattista. Si è fatto fare un preventivo ed è andato in depressione per due giorni.- Kogure lanciò la palla a Mitsui, che cominciò a giocherellarci mentre pensava.

-Ah, lascia perdere i preventivi, ci fanno sempre una cresta pazzesca. Abbiamo sistemato casa a Tetsuo con diecimila yen e un paio di birre offerte. A sbilanciarmi, direi che qui con trentamila possiamo già fare un lavoro decente. Cosa vorrebbe farne?- Mitsui lanciò la palla a canestro, insaccando un NBN da manuale.

-Vorrebbe aprirla al pubblico. Vuoi giocare, prenoti il campo per un tot di tempo, paghi qualcosina, niente di folle, e poi avanti il prossimo.- rispose Kogure, correndo a recuperare la palla.

-Beh, allora si può mettere un po' in sesto, giusto per cominciare, e poi se più avanti comincia a fare qualche soldo un po' alla volta si mette tutto a posto.- Kogure interruppe il palleggio e si avvicinò a Mitsui, che chiese: -Che c'è?

-Sai, è questo che adoro di te. Non importa quale sia il problema, ogni tanto la tua mente prende, trova la soluzione, la dice ad alta voce e tutto sembra più facile. Fai sembrare tutto facile, al punto che lo fai diventare facile.- Kogure sorrise.

-Ah, ma piantala, ma se mi sto facendo le pippe mentali su qualunque cosa. Sei tu quello che fa sembrare le cose facili, non io. Io mi ingarbuglio e basta.

-Allora facciamo un accordo: tu sgarbugli me e io sgarbuglio te. Va bene?- Kogure tese la mano e Mitsui la schiaffeggiò e la strinse.

-Va bene, Quattrocchi, mi hai convinto. E dì a Capelli a Scodella che possiamo parlare delle ristrutturazioni in questo bel posticino.

-Sarà fatto. Adesso giochiamo.- Kogure scattò sulla sinistra e Mitsui lo inseguì; il Quattrocchi lo dribblò con una finta.

Una mossa dopo l'altra, un furto di palla dopo l'altro, i problemi sembravano distanti, non già svaniti ma piuttosto più chiari. A Mitsui sembrò di aver guardato un quadro troppo da vicino troppo a lungo e di averne così perso la corretta prospettiva fino a farlo diventare un mucchio di linee e macchie di colore prive di senso; ora che guardava tutto da lontano, invece, tutto sembrava riacquistare senso ed armonia. Si rese conto di essersi fatto una marea di problemi per delle questioni che si potevano risolvere con uno schiocco di dita e un piccolo aiuto.

Una frazione di secondo fu sufficiente a Kogure per scartare Mitsui: saltò ed eseguì un tiro in sospensione.

Mentre il pallone discendeva in una parabola quasi perfetta, Mitsui pensò che a volte giocare a basket con un amico è tutto quello che serve per rimettere a posto tutti i tasselli del mondo.







...cioè, voglio dire, non so se questa fic ha senso.
Ma ci tenevo a fare un piccolo pensierino per un amico che sembra sempre riuscire a farmi vedere le cose dalla prospettiva giusta per cominciare a sbrogliarle.
Buon compleanno e buon tutto, Ste_exLagu.
XOXO

 
   
 
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