04/01/2021
5 recensioniStelle avverse
Quando lei lo minaccia di morte, ma lui muore guardandola
La prima volta che ha messo piede nella stanza è rimasto quasi pietrificato.
Lei è seduta nel suo angolino, ricoperta di mappe astrali e qualche pergamena accartocciata; sul volto Quirinus nota che ha una piccola macchia d’inchiostro.
«Che c’è, hai intenzione di guardarmi per tutto il giorno?» gracchia.
La sua voce ha un suono quasi metallico che lo trafigge dall’interno; il profumo che gli ricorda la cannella che tanto ama e i suoi occhi blu, come il mare gli fanno mancare la saliva nella bocca.
«Sono Quirinus Raptor, l’insegnante di Difesa contro le Arti Oscure» tenta lui.
La vede ridere, mentre mulina i suoi lunghi capelli color della pece e punta i suoi grandi occhi sul suo viso.
«Mmh fammi leggere» dice meditabonda.
La vede arraffare un pensante volume e frenetica fare qualche calcolo.
«Non avrai vita lunga, ma ti consiglio di viverla con dignità quella che ti rimane» afferma.
Lui non la sta nemmeno ascoltando, ormai è perso in un mondo di stelle.
Quando decide di perdersi in un mondo stellato
Quirinus si abbandona nei suoi occhi.
Lo riconosce che non ha più potere su sé stesso e quindi per attimo, mentre le sue labbra ripiene si spalancano, decide di lasciarsi andare a briglia sciolta.
Il cielo quella notte è un trionfo di stelle, come un manto oscuro trapuntato di cristalli che li cinge, li avvolge in un caldo abbraccio.
«Dovresti venire con me» le dice, quasi balbetta.
Lei inarca un sopracciglio e sospira perdendosi in quella vista immensa.
«Venire con te? Così un mostro di quelli che ti piacciono tanto alla fine mi sbrana» borbotta di risposta.
Lo riconosce che non ha più potere su sé stesso e quindi per attimo, mentre le sue labbra ripiene si spalancano, decide di lasciarsi andare a briglia sciolta.
Il cielo quella notte è un trionfo di stelle, come un manto oscuro trapuntato di cristalli che li cinge, li avvolge in un caldo abbraccio.
«Dovresti venire con me» le dice, quasi balbetta.
Lei inarca un sopracciglio e sospira perdendosi in quella vista immensa.
«Venire con te? Così un mostro di quelli che ti piacciono tanto alla fine mi sbrana» borbotta di risposta.
Quando capisce di aver fatto un errore
«Così sei tornato» dice Aurora.
Lo sguardo che lei gli rivolge è palese, in quel corridoio deserto il gelo non è solo intorno.
Quirinus non emette un suono, anzi si guarda intorno alla ricerca di un appiglio per scomparire da quella situazione spinosa.
Ma lei è implacabile, si avvicina col suo fare sinuoso e sorride colma di qualche strano trionfo che nemmeno lui riesce a comprendere fino in fondo.
«S-si» balbetta lui per tenere in piedi la messa in scena.
«Hai catturato qualche mostro davvero spaventoso se ti ha ridotto così» sussurra lasciandolo lì, inebetito.
Quando ormai è troppo tardi
La brezza della notte è una dolce carezza sulla sua pelle, lei è persa in quel mondo così immenso ed estraneo che non si accorge che Quirinus la sta osservando.
«Non ti hanno insegnato a bussare?» dice ironica.
Lo vede strano, tremante e pallido in volto; si avvicina deglutendo.
«I-io d-devi a-aiutarmi» balbetta ansante.
Aurora ride sprezzante, conscia che quello strano atteggiamento sia solo frutto della sua poca autostima.
«Quirinus, lo sai che io non sono brava con i mostri» gli dice voltandosi verso le sue amate stelle.
Note.
Come si dice? Chi fa una cosa il primo giorno dell’anno la fa per tutto l’anno proprio come mi ha scritto la cara Lady Palma; quindi oggi si parlava del povero giovane Raptor che da ieri è entrato nelle mie simpatie e abbiamo pensato bene di accoppiarlo, quindi questo è il risultato. Scusatemi se sono folle, ma questa cosa mi piace troppo quindi non linciatemi. Ringrazio davvero Lady Palma che mi sprona sempre; un abbraccio.