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Autore: littlegiulyy    05/01/2021    0 recensioni
Bra Brief. Da sempre poco avvezza alla lotta, alle battaglie ed alle avventure della squadra Z, con il passare del tempo si renderà conto di quanto le stia stretta la sua vita sulla Terra. Proprio quando quando capirà di aver bisogno di dare un cambio di direzione alla strada che le è sempre stata disegnata davanti, finirà per un caso fortuito nell'avventura che le cambierà la vita. Conoscerà lo spazio, lo stesso in cui suo padre ha vissuto per trent'anni, comprendendo finalmente l'altro lato della medaglia, un altro lato di sé.
Dal Capitolo 1:
"Quando sei l’erede di una delle multinazionali più importanti del pianeta che altra scelta potresti avere?
Nessuna, se non fare quello che tutti si aspettano che tu faccia.
...
Era la figlia della donna più geniale dell’Universo e di uno dei guerrieri più forte di tutte le galassie, i suoi amici erano tutti straordinari con poteri fuori dal comune… e lei? Quella sensazione che ormai aveva appiccicata addosso, la sensazione di essere ordinaria non accennava a staccarsi da lei da qualche giorno.
Insoddisfazione. Questo era quello che provava."
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Nuovo personaggio, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Pan/Trunks
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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CAPITOLO 9 "On the path to escape"

Correvano svelti senza indugiare verso l’uscita, lasciandosi alle spalle quel salone infernale in cui erano piombati qualche ora prima e da cui erano riusciti ad uscire quasi per miracolo.
Il sovrano di Kapthos sembrava aver allertato l’intero esercito del pianeta, mettendoli in serie difficoltà nel loro piano di fuga.
Non era nelle corde del generale Bardack la fuga, ne tanto meno in quelle del suo fedele cugino Yoshi, ma il momento non aveva permesso altra via d'uscita, costringendoli quindi ad una fuga per salvarsi e per salvare con loro anche la neoprincipessa dei Saiyan. 
Per quanto i loro poteri li rendessero forti, gli abitanti di Kapthos erano in grado di manipolare gli stati emotivi delle persone ed avevano una buona padronanza tecnologica. Questo gli aveva permesso di costruirsi delle armi in grado di ledere anche la dura pelle Saiyan, causandogli ferite profonde e potenzialmente letali. Per la prima volta, Bardack si ritrovava in una guerra che non era certo di poter vincere; senza considerare il fatto che Kale era ancora nelle loro mani.
Se non se ne fossero andati da lì alla svelta, non era certo sarebbe andato tutto bene questa volta.
Si trovarono improvvisamente ad un bivio e si fermarono di colpo indecisi sul da farsi.
Quale dei due corridoi avrebbero dovuto imboccare per non finire dritti tra le braccia dei soldati kapthosiani?
“Dove andiamo?” chiese Bra ancora con il fiatone per la corsa, voltandosi a guardare il generale.
Bardack fissava meditabondo quelle due gallerie che si dirmavano davanti ai loro occhi, visibilmente incerto sul da farsi. 
“Non lo so… ma voglio andarmene da questo posto del cazzo” sbottò Yoshi guardando esasperato a sua volta davanti a loro.
Bra sospirò esausta, non era abituata a tutta quell’attività fisica e si ripromise di iniziare ad allenarsi davvero.
Le sarebbe sicuramente tornato utile, adesso ne era certa…
Sulla base di quale idea logica e razionale si poteva prendere una decisione che aveva il cinquanta percento di possibilità in ogni caso? 
“Andiamo a destra” disse improvvisamente Bardack.
Yoshi e Bra lo guardarono incerti.
“Ne sei sicuro?” chiese la ragazza guardandolo attentamente ed analizzando il suo profilo tirato.
Il ragazzo annuì “si, fidatevi… sento lo stesso odore di quando siamo arrivati… odore di aria aperta, dell’atmosfera di Kapthos”
Bra lo guardò stranita e decisamente poco convinta.
Se avessero preso la via sbagliata, solo Dende sapeva dove li avrebbe condotti.
“I Saiyan hanno i sensi più sviluppati” le ricordò allora il ragazzo, intuendo la sua incertezza nello sguardo “non mi possono fregare con questi giochetti” aggiunse serio.
“Allora sbrighiamoci, non voglio passare un attimo di più in questo posto” commentò Yoshi incamminandosi svelto nel corridoio di destra. Bardack e Bra si scambiarono uno sguardo rapido, poi seguirono il ragazzo già a qualche metro da loro. Quando si ritrovarono fianco a fianco, Bardack di fece in parte indicando l'ingresso del corriodio alla ragazza per farla passare prima di lui.
Bra lo guardò, sorpresa per un attimo dal suo gesto quasi imputabile ad un'inaspettata galanteria, affrettandosi subito dopo a seguire il suo invito e si incammino davanti a lui, dietro a Yoshi.
Camminarono veloci, cercando di fare meno rumore possibile e di non attirare l’attenzione.
“Prima… quando quel soldato ha manipolato la tua mente… cos’hai visto?” indagò curiosa la turchina guardando Yoshi.
Aveva visto molto bene l’istante in cui il soldato aveva preso di mira il ragazzo; per qualche istante era rimasto pietrificato, rischiando anche di essere colpito. Non aveva idea di cosa il kapthosiano gli avesse mostrato, ma di sicuro non era stato niente di piacevole.
Yoshi non si fermò e continuò a camminare in silenzio, rispondendole solo dopo qualche attimo di troppo.
“Niente…”
“Oh andiamo… da quando ti ha fatto il lavaggio del cervello sembri fuori di te” sbottò permettendosi una libertà di parola che mai aveva osato da quando era stata rapita. Si rese conto subito dopo aver pronunciato quelle parole di aver forse esagerato, ma non arrivò alcuna minaccia alle sue orecchie. 
Decisamente inaspettato. 
“Non tutti hanno un passato roseo come il tuo, Principessa” si intromise Bardack, sottolineando la nota ironica nell’appellativo regale con cui l’aveva chiamata.
“Perché, pensi che la mia vita sia perfetta?” gli chiese di rimando scettica.
“Non è così?” le rispose con un ghigno il Saiyan.
La turchina sbuffò restando in silenzio.
Non conosceva il passato dei due alieni con cui stava cercando di scappare da Kapthos, ma era certa che non fossero effettivamente sereni e rosei come il suo.
Tendenzialmente non faceva altro che lamentarsi della sua vita e di tutto ciò che la sua geniale madre le aveva permesso di avere con la sua reputazione, ma in fin dei conti adesso si era resa conto di non aver mai apprezzato abbastanza tutta la fortuna che aveva avuto forse. In vent'anni si era concentrata su frivolezze prive di importanza; non aveva mai concentrato la sua attenzione su qualcosa di diverso, qualcosa di più profondo. Non le sembrava di aver mai fatto niente di sua spontanea volontà; ma non perchè le fosse stato imposto, semplicemente perchè non era mai stata abbastanza decisa da capire cosa volesse nella sua vita.
Aveva studiato ingegneria perchè era ciò che sembrava più sensato fare nella sua posizione.
Si concentrava su vestiti, uscite e ragazzi perchè era quello che sembrava più appropriato per l'immagine di una giovane erditiera.
Non aveva mai combattuto ne aveva mai deciso di allenarsi, perchè era ciò che nessuno si sarebbe mai aspettato da lei.
L'unico passo fuori da quadro già predisignato per lei era stato innamorarsi di Goten Son, il migliore amico di suo fratello e figlio del rivale numero uno di suo padre, e poi baciarlo, poco prima che venisse rapita dai due alieni venuti dallo spazio.
Alieni... proprio come lei in parte. 
Per un istante, per la prima volta nella sua vita, una domanda le rimbombò in testa come un fastidioso boomerang.
Chi era Bra Brief realmente?
Tutto ciò che sembrava appartenerle adesso sembrava stesse scivolando dalle sue mani come sottili granelli di sabbia. 
Non sentiva di appartenere ad un posto preciso nel mondo; o meglio, nel cosmo.
Le sue fondamenta della realtà e le sue convizioni, se prima di quell'assurdo viaggio scricchiolavano rumorosamente, adesso erano state ufficialmente abbattute e demolite.
“Ho visto il mio paese d’origine…” disse improvvisamente Yoshi, attirando la loro attenzione e distogliendola dai suoi pensieri.
La turchina tornò a guardare il ragazzo. 
“E?” lo incalzò Bra, sempre più curiosa e guadagnandosi un’occhiataccia da parte del Saiyan.
“Alyne” disse l’alieno continuando a camminare al fianco di Bardack.
Bra fissò la sua schiena confusa “Alyne?”
“Io e Alyne veniamo dallo stesso pianeta… ci conosciamo da quando siamo piccoli” le spiegò “il nostro popolo è stato ridotto in schiavitù da Freezer per molti anni, poi quando finalmente è stato eliminato su Nameck siamo riusciti a liberarci…”
Bra rimase in silenzio, mentre la sua mente iniziò ad elaborare le informazioni appena ricevute, ed il ragazzo proseguì.
“Per un sacco di anni abbiamo dovuto sottostare alle angherie degli uomini dell’Imperatore del gelo, abbiamo cercato di ribellarci ma non è andata a buon fine…  i miei genitori sono morti nella ribellione appena dopo due settimane dalla mia nascita”
A Bra si mosse qualcosa nello stomaco e per un attimo una sensazione di nausea la investì in pieno all’idea che quel ragazzo, fosse rimasto solo così presto.
“Poi un giorno, uno dei soldati al servizio di Freezer è atterrato sul nostro pianeta in fin di vita. Inizialmente avevamo paura di lui… ma mia zia, che mi aveva preso con sé dopo la morte dei miei genitori, lo curò ed una volta guarito si misero insieme. Appena un anno dopo l’arrivo di quel Saiyan è nato un bambino…” disse con tono malizioso accennando un sorriso e voltandosi leggermente verso Bardack, ma riportò lo sguardo dritto davanti a sé immediatamente.
A Bra non ci volle molto per capire e la sua mente collegò il tutto in un attimo.
“Eri tu!” esclamò sorpresa indicando il Saiyan e fermandosi di colpo nel corridoio.
“Eri tu quel bambino ed il soldato Saiyan era Radish…” affermò incredula guardandolo.
“Sbrigati… non ti fermare” disse Bardack afferrandola malamente per il braccio per spingerla avanti, senza rispondere a nessuna delle sue affermazioni. Il ragazzo non le sembrò particolarmente volenteroso di affrontare quel discorso, per niente.
“Ma com’è possibile? Radish è morto sulla Terra…” disse incredula riportando lo sguardo su Yoshi.
“E’ riuscito a decollare dalla Terra per miracolo” le spiegò l’alieno, che invece sembrava intenzionato a darle tutte le risposte che voleva e di cui aveva bisogno.
“Si è stabilito sul nostro pianeta… con mia zia, Bardack e me, continuando a lavorare per Freezer per racimolare un po’ di soldi e non essere presi di mira dai soldati del suo esercito… i Saiyan incutevano da sempre molto timore all’interno delle forze di Freezer e Cold, e lavorare al diretto servizio del Principe distruttore Vegeta aveva sicuramente accresciuto il suo nome”
Bra sorvolò volontariamente sull'ultima frase, cercando di non dare attenzione a quella sensazione strana alla bocca dello stomaco che le aveva provocato sentendo suo padre essere nominato come Principe distruttore.
“Quindi siete cugini” disse improvvisamente la ragazza.
“Si… ma è come se fossimo fratelli” affermò Yoshi con un sorriso, provocando un grunito da parte del ragazzo al suo fianco.
Bra rimase in silenzio, riflettendo su ancora su tutto ciò che aveva appena scoperto.
“Tsk…” sbuffò Bardack.
“Oh andiamo… perché sei così scontroso?” gli chiese d’istinto al turchina “stiamo solo parlando…” aggiunse scocciata mettendo le mani sui fianchi.
“Perché non abbiamo ancora scoperto dove si trovi Kale ed io non intendo andarmene finché non avrò saputo le esatte coordinate della sua posizione” affermò secco il ragazzo, con un tono che non ammetteva repliche.
I sensi di colpa investirono in pieno Bra all'istante.
Presa dalla concitazione del momento e distratta dalle nuove scoperte fatte, si era dimenticata della ragazza che avrebbero dovuto riportare a casa.
“Mi… mi dispiace hai ragione…”
“Muoviamo il culo e troviamola”
Bra camminò in silenzio, riflettendo ancora una voltà sulla lealtà dimostrata dal generale nei confronti di quella che doveva essere la sua donna. Pochi uomini avrebbero attraversato lo spazio rischiando la loro vita per una donna, e lui era uno di questi.
Questo poteva dire solo una cosa... per quanto il cuore del Saiyan sembrasse essere fatto di puro ghiaccio, era in grado di provare un sentimento così grande e pericoloso come l'amore.
Quando il silenzio iniziò a rimbombarle nelle orecchie, cercò di spezzare l’aria tagliente che si era creata.
“Quindi… Radish è ancora vivo?” chiese sotto voce, fissando le spalle dei ragazzi davanti a lei.
Improvvisamente, il Saiyan si fermò di colpo, facendola andare a sbattere contro la sua schiena d’acciaio.
“Ahi…” si lamentò massaggiandosi la fronte “stai più attento!” lo ammonì guardandolo storta, ma si rese conto subito del suo sguardo estremamente più cupo e serio del solito.
La sua mente volò rapida alla domanda che aveva fatto poco prima, rendendosi subito conto di aver commesso un errore.
Perché non stava mai zitta? La parlantina l’aveva sicuramente ereditata da sua madre, suo padre glielo diceva sempre.
“No, mio padre è morto” disse il ragazzo a denti stretti, poi si voltò e riprese a camminare “muoviamoci se vogliamo uscire vivi da qui, ci stiamo mettendo troppo tempo” aggiunse aumentando il ritmo del passo.
Bra non se lo fece ripetere due volte, riprese a camminare in silenzio meditabonda.
Avrebbe voluto sapere di più, ma non era il caso di indagare in quel momento.
Camminarono veloci per interminabili minuti, finché una porta lasciata socchiusa attirò la sua attenzione. Senza che i suoi compagni se ne accorgessero, si fermò buttando un occhio dentro e quello che vide fu sensazionale.
Un brivido percorse la sua schiena nel momento in cui si rese conto di essere probabilmente nel posto giusto.
Quella, aveva tutta l’aria di essere il centro da cui controllavano ogni partenza dal pianeta.
“Ragazzi…” li chiamò facendoli fermare “qui” disse facendo un cenno con la testa alla porta.
Entrò senza farselo ripetere due volte; la stanza era vuota e non sembrava esserci alcun meccanismo di allarme azionato per eventuali intrusi.
Via libera.
Si avvicinò ad una fila di computer perfettamente allineati e si guardò intorno.
Quello doveva essere anche una sorta di centro di raccolta dati.
Numerosi computer in funzione avevano attivo un sistema di localizzazione delle navicelle decollate dal pianeta ed un radar sembrava segnalare ogni persona che il sovrano a quanto pare voleva tenere sotto controllo.
Sembrava quasi fatto apposta ma… erano dannatamente finiti nel posto giusto.
“Cos’è questo posto?” chiese Yoshi guardandosi intorno spaesato.
“La nostra carta per scoprire dove si trova Kale” rispose la ragazza avvicinandosi sicura ad uno dei computer.
I due alieni la guardarono curiosi, avvicinandosi a loro volta e fermandosi alle sue spalle.
“Come pensi di fare? Nessuno di noi se ne intende molto di tecnologia… non siamo scienziati, noi siamo guerrieri” disse Yoshi fissando poco convinto il computer davanti a lei.
Bra si voltò guardandoli per un istante, poi si mordicchiò il pollice nervosa.
“Beh… voi siete guerrieri…” disse incerta “io credo di essere entrambi, o per lo meno, lo sarò tra poco” disse accennando un sorriso imbarazzato. Si voltò nuovamente verso il computer e prese posto sulla sedia della postazione.
Prima che uno dei due ragazzi potesse dire qualcosa, iniziò a digitare velocemente dei tasti sotto il loro sguardo sorpreso ed incuriosito.
“Ma cosa…” farfugliò Yoshi, ma venne interrotto immediatamente.
“Aspetta… zitto” disse la turchina totalmente immersa nel suo lavoro; non voleva distrazioni.
Continuò a digitare tasti senza sosta, mentre leggeva e traduceva codici che nessuno di loro aveva mai visto.
Sembrava essere terribilmente sicura di ciò che stava facendo, si ritrovò a pensare il Saiyan alle sue spalle, guardando attentamente quelle dita sottili e magre muoversi veloci sulla tastiera del computer.
Poi, improvvisamente, con un bip apparve una zona spaziale sullo schermo, ed un puntino luminoso al centro segnalava una posizione. A Bra bastò cliccare su quel pallino giallo per far comparire due serie di numeri davanti ai loro occhi.
Rimasero in silenzio per qualche istante, finchè Bra sorrise soddisfatta.
“Cosa… cosa sono quei numeri?” chiese Bardack incerto, conoscendo già la risposta.
Bra si voltò sulla sedia guardandoli felice “le coordinate che cercavate…” disse “è l’esatta posizione di Kale”
I due ragazzi spalancarono gli occhi fissando lo schermo sconvolti, non poteva essere vero.
“Ne sei sicura?” le chiese Bardack.
La turchina annuì, prendendo un foglio ed una penna per annotarsi le coordinate. Scrisse frettolosa i numeri di cui avevano bisogno e poi richiuse la schermata sul computer alzandosi in piedi.
“Si, ne sono sicura… io non conosco queste coordinate spaziali, conosco ben poche galassie rispetto a voi, quindi adesso tocca a voi due…” disse porgendogli il foglietto.
Bardack lo prese dalle sue mani guardandola negli occhi confuso.
Come aveva fatto ad usare quella tecnologia aliena avanzata senza conoscerla e soprattutto trovando proprio ciò di cui avevano bisogno?
“Come… come hai fatto?” chiese Yoshi dando voce ai pensieri del Saiyan.
“Mi sto per laureare in ingegneria… sulla Terra… non so come si chiami per voi o come possa essere definita”
“Sei una scienziata?” chiese sorpreso.
“Non ancora…” disse frettolosa la ragazza alzandosi in piedi “adesso andiamo prima che ci scoprano, dobbiamo uscire da qui senza farci uccidere”
Yoshi annuì e si incamminò svelto verso l’uscita della stanza.
Bra incrociò lo sguardo di Bardack, rimasto in silenzio fino a quel momento e per un istante accennò un sorriso al ragazzo, che subito abbassò lo sguardo quasi imbarazzato. Bra lo guardò più attentamente, cercando di seppellire quel sorrisetto che minacciava di sorgere spontaneo sul suo viso alla vista del ragazzo, per la prima volta visibilmente impacciato.
Da quando si erano conosciuti era stato un perfetto stronzo con lei, ma adesso aveva capito.
Non era realmente cattivo, era mosso dalla voglia di trovare Kale e nel suo animo c’era qualcosa di buono ne era convinta.
La dimostrazione era che l’avrebbe portata via da lì, lontana da Kapthos.
Quando furono da soli nella stanza, Bardack alzò lo sguardo su di lei nuovamente.
“Suppongo di doverti ringraziare” disse atono alzando il foglietto in aria.
Bra trattenne un sorriso “non serve, so che per te sarebbe troppo…”
“Non sei così inutile come pensavo ragazzina…”
“Ah no? Quale onore…” commentò sarcastica alzando gli occhi al cielo “la prossima volta che ti faccio un favore… sai, potresti essere più carino o evitare di parlarmi se questo è il tuo ringraziamento” aggiunse secca incrociando le braccia al petto.
Aveva parlato troppo presto…
Sospirò rassegnata e si incamminò verso l’uscita della stanza. Non appena superò il ragazzo, una presa inaspettatamente delicata bloccò il suo polso costringendola a fermarsi. Si voltò guardando interrogativa la mano del ragazzo intorno al suo polso magro. Bardack la fissò negli occhi facendo un passo avanti e riducendo ulteriormente la distanza tra di loro, costringendola ad alzare i suoi occhi.
Il respiro caldo del Saiyan si scontrò con le sue labbra ed improvvisamente si sentì in imbarazzo, tanto da essere costretta ad abbassare lo sguardo e guardare altrove. Fissò il pavimento di marmo sotto i suoi piedi, ma la mano del ragazzo andò ad intrappolare sicura il suo mento, costringendola ad alzare lo sguardo ed incrociando i suoi occhi scuri.
Rimase in silenzio spiazzata, in attesa della sua prossima mossa.
“Grazie” disse sotto voce, e per la prima volta sentì una nota morbida nel suo tono, che non gli aveva mai sentito prima.
Avvertì distintamente le sue guance farsi sempre più calde, ma non distolse lo sguardo dal suo.
“Non c’è di che… a patto che mi riportiate sulla Terra” rispose la ragazza guardandolo negli occhi.
Le sembrò pensieroso per qualche istante, ma alla fine le rispose.
“Il pianeta su cui si trova Kale non è molto distante da qui…”
“Sei riuscito già ad individuare la posizione del pianeta che si trova a quella coordinate?” gli chiese sorpresa.
Bardack annuì, confermando il suo sospetto.
“Conosco molto bene questa galassia… se ti riportassimo sulla Terra e poi tornassimo indietro ci metteremmo minimo due settimane… non appena daranno l’allarme della nostra fuga da qui, sposteranno sicuramente Kale” le spiegò pacatamente.
Bra intuì all’istante la sua domanda implicita, apprezzando in realtà che non gliel’avesse fatta a voce alta dandole così il tempo di riflettere. Se avessero riportato a casa lei, non erano certi che avrebbero trovato Kale al loro ritorno, e sarebbero stati punto a capo.
Sospirò rassegnata… dopotutto qualche giorno non avrebbe fatto la differenza.
“E va bene… allora dopo aver trovato Kale mi porterete sulla Terra”
Il ragazzo sorrise per la prima volta da quando si erano conosciuti e Bra rimase a fissarlo imbambolata per qualche istante.
Il suo volto finalmente rilassato e privo di quell’espressione tirata che si portava sempre a presso, era decisamente bello e per un istante le ricordò tristemente Goten. Avere la copia giovane del padre del ragazzo di cui era innamorata da anni davanti a sé non era facile. Per la prima volta, da quando era stata rapita sulla Terra, ripensò a ciò che era successo qualche giorno prima che venissero a prenderla.
Goten l’aveva baciata e il giorno dopo era tornato da Valese.
Sarebbe sempre rimasta la sorellina di Trunks, niente di più.
“Tutto bene?” le chiese Bardack, notando il suo repentino cambio di espressione.
“Si…” farfugliò poco convincente “adesso andiamo, dobbiamo uscire da qui” concluse affrettandosi ad uscire dalla stanza ed accertandosi di essere seguita dal Saiyan.

Ciao a tutti!
Sono tornata dopo un bel po' di tempo in cui non ho aggiornato... dovete scusarmi, ma è stato un periodo davvero pieno. 
Bra ha iniziato a scoprire qualcosa sul passato dei due alieni ed al tempo stesso ha iniziato a mettere in dubbio sè stessa. L'aiuterà a capire cosa e soprattutto chi vorrà essere nella sua vita?
Finalmente abbiamo scoperto qualcosa sulle origini di Bardack e su come è venuto al mondo. Questo fa di lui un mezzosangue, proprio come Bra. Bardack non è così duro come si pensava, o forse ci sono ancora troppe cose che la nostra giovane Brief dovrà scoprire... a breve, pubblicherò un'altro capitolo e la storia entrerà sempre di più nel vivo!
Se vi va, lasciate una recenezione e fatemi sapere cosa ne pensate!
Buon anno a tutti :)

 
  
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