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Autore: Starfallen    05/01/2021    2 recensioni
Parigi 1780
Marinette è un esponente della nuova nobiltà -noblesse de robe - e come tale, lei e la sua famiglia sono trattati dagli esponenti dell'alta società parigina come gente di poco conto. Dovrà imparare a farsi strada tra gli intrighi e le maldicenze di quella che è si la corte più bella d'Europa ma allo stesso tempo un pericoloso covo di vipere.
Adrien Agreste, au contraire, ricco rampollo di una delle famiglie più in vista della corte, nato e cresciuto alla reggia di Versailles, mal sopporta gli obblighi che il suo titolo gli impone, pur sapendo di far parte di un mondo crudele, cerca in tutti i modi di evadere da quella scomoda realtà che pare idilliaca dall'esterno, ma è dura e spietata all'interno.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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“Allora? Sei pronta mon amie?”- Disse la ragazza mentre sistemandosi la maschera sul viso.
Marinette che si trovava davanti a lei era elettrizzata, non poteva crederci di essere davvero riuscita a convincere sua madre.
 
****
 
“Bambina mia, ti ringrazio per la tua sincerità, ma sai come la penso su queste cose!” - “Dai mamma ti prego, solo questa volta, ti prometto che non tarderemo.” – “Sei troppo piccola Nettie, e la sera è troppo pericoloso!”
Marinette però cercò di non darsi per vinta: “Ti prometto che saremo a casa prima di papà, quindi massimo per l’una!” – “Mezzanotte e mezza!” – “L’una meno dieci…”
Sabine la guardò di traverso, sospirò poi però diede il suo consenso.
 
****
Era felice di quella piccola vittoria, anche durante tutto il tragitto si era sentita un po’ in colpa nei riguardi di sua madre. 
Ma ora che erano finalmente arrivate i sensi di colpa avevano lasciato il posto all’euforia. In più doveva ammettere con se stessa che gli abiti che aveva cucito erano davvero favolosi.
 
Quasi sperava di essere notata quella sera: “Ehii, Marinette, sveglia!!” Alya le schioccò le dita davanti agli occhi un paio di volte: “Sono qui Alya, è che sono troppo emozionata!!” – “Allora andiamo?” la ragazza emise un gridolino eccitato: “Assolutamente!” così dicendo aprì di scatto la porta della carrozza e si precipitò fuori.
Non poteva credere di essere davvero li, ad una festa al Palais Royal, ammirava il teatro in tutto il suo splendore, abbellito dalle luci e decorazioni della festa.
 
“Marineeette!!” la voce squillante dela sua amica la riportò alla realtà: “Sei sempre la solita, stavi lasciando la maschera nella carrozza!”disse la mora agitando l’oggetto fuori dall’abitaccolo. Con un balzo scese anche lei, chiudendosi la porta alle spalle: “Merci Mourice, va pure, ci vediamo qui davanti per l’una meno venti.” – “L’una  e mezza!!” – “No Alya.” Ringraziò il conducente che la salutò alzandosi il cappello.
 
“Vieni qui ragazzina.”Alya le si avvicinò alla sua amica con la maschera e gliela sistemò sul viso: “Grazie Alya, allora? Come sto?” disse facendosi ammirare dall’amica.
“Sei divina, anzi, lo siamo entrambe, ora sbrighiamoci, stasera mi voglio divertire!”risero entrambe e si affrettarono ad entrare.
 

 
****
 
Si portò una mano alla bocca per coprire lo sbadiglio che gli era uscito inavvertitamente. Quella soirée si stava rivelando ancora più tediosa di quello che si aspettava. Quel ricevimento era semplice, forse il più semplice a cui avesse mai partecipato, non vi erano più di una cinquantina di persone, proprio come gli aveva detto sua madre. 
Per fortuna non vi era ancora traccia di suo padre, probabilmente era stato trattenuto dai suoi affari, e lo sarebbe stato ancora a lungo, in genere quando si tratteneva oltre una certa ora c’erano buone probabilità che sarebbe rimasto sulle sue scatrofie per tutta la notte. 
 
“Adrien, mon cher sei stanco?”La voce di Chloè lo distolse dai suoi pensieri, si girò verso la ragazza che gli sorrideva, conosceva Chloé e sapeva che aveva ancora voglia di ballare, ma lui voleva evitare considerando che era già alla ricerca di una scusa per defilarsi. 
“Perdonami Chloé, stamani mi sono alzato presto e domattina dovrò fare altrettanto per…” – “Ma che peccato! La festa è appena cominciata e monsiur già si congeda.” 
 
Un brivido percorse la schiena del ragazzo, non poteva essere, non adesso, e soprattutto non lui.
 
 
****  
 
Era tutto magnifico, ogni cosa intorno a lei le sembrava uscita da uno di quei romanzi che tanto le piaceva leggere nel tempo libero. 
Lo scalone dell’Operà era adornato ad hoc per il ballo di quella sera, scesero lungo lo scalone in direzione della pista da ballo, Marinette percorse con lo sguardo la ringhiera, ricolma di vegetazione.
 
Somigliava ad un rigoglioso cespugio, come quelli presenti nel parco della reggia, svettavano anche diversi animali tra le fronde, da un’elegante pavone che troneggiava in cima alla scalinata, alle piccole e deliziose farfalle adagiate sui fiori.
 
“Andiamo! La sala è da quella parte, voglio ballare fino allo sfinimento questa sera! Ma prima…”– la voce di Alya la distolse dai suoi pensieri, vide la sua amica acciuffare al volo due calici di champagne  – “Salut mon amie!” – gliene porse uno, e lei senza indugio lo prese -“Salut!”
Mandarono giù la bevanda tutta d’un fiato: “Mmmh..” – “Che c’è ragazzina? Due anni nell’alta società non ti hanno abituata allo champagne?”
 
Marinette si coprì la bocca con la mano: “No, se consideri che è la prima volta che lo bevo!”  
Si guardarono intorno, ammirando le maschere e i vestiti delle persone che affollavano il teatro, non vedevano l’ora di cominciare la loro serata 
“E dunque arrivato il momento?” – “Decisamente, Andiamo!”abbandonarono le coppe su un ennesimo vassoio di passaggio e si diressero convinte più che mai verso la sala. 
 
****
 
Adrien si precipitò lungo la scalinata che conduceva alle scuderie.
Era vergognosamente in ritardo, ma era sicuro che Nino avrebbe compreso una volta spiegato.

Non era ceramente sua la colpa se quel rognoso damerino di monsieur Couffaine lo aveva sorpreso proprio all’ultimo. Era di soli due anni più grande di lui, ma si era sempre sentito trattato da quel finto aristocratico con una sufficienza che riteneva intollerabile. Decisamente non lo sopportava, e, inultie dire che il sentimento era reciproco.  

 
Già da qualche tempo i due erano in apera competizione tra loro, da fuori poteva sembrare un’amichevole tra due ragazzi dotati entrambi di uno straordinario talento per la musica, ma Adrien l’aveva presa sul personale da quando Luka l’aveva apertamente definito “mediocre”, quando egli stesso si trovava a corte per i meriti del padre, non per il proprio talento – e sicuramente non per rango - che Adrien stesso riconosceva esserci, ma a suo parere non era nulla di eccezionale.  
 
“Amico, alla buon ora!” – Nino lo accolse all’ingresso delle scuderie – “Cominciavo a pensare che non saresti venuto.” – “Hai ragione amico, purtoppo sono stato trattenuto da un… imprevisto…”Disse mentre si accingevano ad entrare per prendere i rispettivi cavalli.
Nino alzò un sopracciglio: “Perché ho l’impressione che ‘Imprevisto’ non sia la parola che volevi usare?” – “Perché mi conosci.” 
 
Gli lanciò un’occhiata eloquente mentre montavano: “Luka?” – “Già…”
Disse il ragazzo atono.
“Forza, muoviamoci.” Adrien diede di speroni e il cavallo partì al galoppo, seguito subito da Nino.
 
Dopo circa una mezz’ora arrivarono finalmente all’Operà. 
Come promesso, il duca di Chartres aveva messo a loro disposizione le sue stranze, adiacenti al padiglione dove si svolgeva la festa: “Allora amico, sei pronto a fare strage di fanciulle?” – “A me basta passare una sera in anonimato, lontano dalla corte e da chi mi conosce.” – “E sedurre qualche bella e intrigante femmina!” Adrien alzò gli occhi al cielo mentre indossava la maschera nera che ne risaltava ancora di più il verde brillante degli occhi, si scrollò i capelli e si fece una coda e come tocco finale aggiunse un cappello anch’esso nero in velluto con una piuma grigia.
 
“Allora? Come sto?” – “Wow, fortuna che è tua intenzione passare inosservato!” – disse Nino di rimando, mentre si allacciava la maschera a mezzo viso.
“Ed io?” Si lasciò ammirare, nel suo farsetto verde ricamato in oro.
“Sei un figurino! Ora andiamo, ci siamo persi anche troppo di questa festa!” Adrien era impaziente di lasciare gli appartamenti del duca per scendere a ballare.
 
Spinse letteralmente il suo amico fuori, dirigendosi alla balconata per scrutare l’abiente sottostante. La sala ampiamente illuminata era gremita di persone il cui vociare riempiva completamente gli spazi di tutta l’Operà, assieme al soave suono degli archi.
“Wow che spettacolo!” – “Puoi ben dirlo amico! Guarda che fauna!”
Il biondo rise, ma non poteva dagli torto, anche se avevano il volto coperto da delle maschere la maggior parte delle fanciulle presenti sembravano essere davvero carine.
   
****
 
Dopo la quinta pirouette consecutiva si rese conto che la testa cominciava a girarle.
Ormai aveva perso il conto di quanti balli consecutivi aveva già sostenuto, ma a ricordarglielo c’erano i suoi piedi doloranti, decise che era arrivato il momento di prendersi una pausa e di cercare Alya.
Sperando di trovarla in fretta.
 
Finalmente la musica finì, decise che era il momento migliore per prendere congedo dal suo cavaliere: “Mi scusi monsieur, ma ho bisogno d’aria. Ma non sparite, tenetevi pronto per quando tornerò!” – “A vostra disposizione mademoiselle!” s’inchinò galantemente e lei gli sorrise.
Si mise subito alla ricerca di Alya, per quanto glielo concedesse il dolore ai piedi per il troppo danzare. La cercò per altri dieci minuti buoni, quando d’mprovviso la vide in cima allo scalone da cui erano arrivate.
“Eccola! Ma con chi sta parlando? Oh stelle che completo orrendo!”
 
Pensò, appena entrambio entrarono nel suo campo visivo, Alya stava parlando con un giovane in marsina verde e oro, sembrava una conversazione particolarmente intrigante, considerato che sentiva la sua amica ridere giuliva dal fondo delle scale.
 
Decise di raggiungerla quanto meno per avvisarla che di li a una mezz’ora Mourice sarbbe arrivato con la carrozza per portarle a casa.
Era a pochi metri da lei, quando un forte crampo al piede che aveva appena appogiato a terra la fece sbilanciare e sarebbe sicuamente rotolata giù per le scale se non l’avessero prontamente afferrata.
 
Sentì una mano tirarla con decisione in direzione opposta a quella del fondo della scalinata, subito dopo finì letteralmente addosso al giovane che per un soffio l’aveva salvata. 
Maledì mentalmente la sua goffaggine.
“Vi ringrazio monsieur, davvero graz…” – così dicendo si tirò su e non appena alzò gli occhi sul giovane che l’aveva presa al volo ne rimase imbambolata e ancora aggrappata alle braccia del suo salvatore.
 
Due meravigliosi occhi verdi incornicati da una maschera nera la stavano fissando in apprensione: “Sta bene mademoiselle?
 
****
Quella festa era decisamente migliore di quella da cui era scappato qualche ora prima, aveva danzato parecchio e sia lui che Nino avevano flirtato con diverse dame.
Ora stava sorseggiando dello champagne appoggiato in cima allo scalone mentre parlava del più e del meno con l’ennesima fanciulla. Anche Nino era impegnato ogni tanto gli lanciava un’occhiata per vedere se avesse nuovamente cambiato damigella, ma conversava con la stessa ragazza da ormai più di mezz’ora.
 
Quella ragazza doveva avere qualcosa di speciale per aver incantato così il suo amico.
Spostò nuovamente lo sguardo verso la sua interlocutrice che civettava agitando il ventaglio, Adrien le sorrise educatamente, non stava davvero prestando attenzione al discorso che stava facendo la signorina.
 
Improvvisamente dal fondo dello scalone vide spuntare una fanciulla, avvolta in uno splendido abito rosso, con maschera dello stesso colore e delle piume tra i capelli.
Non appena la vide salire lo scalone congedò la damigella per dirigersi verso quella fanciulla, saliva a fatica e zoppicava leggermente, probabilmente aveva danzato troppo.
 
Improvvisamente la vide poggiare male un piede, si affrettò per evitarle una rovinosa caduta lungo lo scalone, la prese al volo e la trasse a se con un movimento fulmineo e la mise in salvo.
“Vi ringrazio monsieur, davvero merc…” la sua voce cristallina gli risuonò nelle orecchie e quando alzò lo sguardo su di lui rimase incantato.
 
Una maschera rossa con dei leggeri decori neri incorniciavano due splendidi occhi azzurri brillanti e vivaci, due guance rosee e labbra color ciliegia. I capelli neri erano adornati da due piume una rossa e una nera erano raccolti in una pettinatura non troppo alta e lasciava ricadere tre boccoli per incorniciarle meglio il viso.
Il vestito era anch’esso rosso con deleicati ricami neri che riprendevano la tonalitò della sua maschera, e le rouche nere che percorrevano i bordi del vestito davano al tutto un tocco di classe, senza appesantire l’insieme.
 
“Sta bene mademoiselle?” Fu tutto quello che riuscì a dire, la ragazza lo fissava con la bocca semi aperta e gli occhi sgranati.
“Oui…”disse la fanciulla cercando di rimettersi in piedi e risistemarsi. 
Quando la ragazza fu finalmente in piedi Adrien non potè quasi resistere nell’ammirarla mentre si sistemava il vestito.
 
“Desolata monsieur, non era mia intenzione…” incespicò sulle sue stesse parole, Adrien lo trovò adorabile: “Non vi preoccupate mademoiselle, piuttosto, siete certa di stare bene?” – “Si, si si! Sono solo maladroit[i].”In quel momento una dama un po’ troppo ubriaca la spinse da dietro e lei gli scivolò nuovamente tra le braccia.
 
 “Précisément! Maladroit…” - disse rialzandosi –“Inoltre è il mio primo ballo qui all’Operà, non immaginavo tutta questa calca.” - “Non vi preoccupateMaladroit, se devo essere onesto anche per me è la prima volta.” Disse scendendo qualche gradino e porgendole la mano.
“Mi concedete il prossimo ballo mademoiselle?”   
 
“Desolata, purtoppo il mio tempo questa sera sta per scadere, stavo recandomi dalla mia amica, prima d’imbattermi in voi monsieur.” Disse con quella frase con fare talmente millefluo e intrigante da far risvegliare all’istante tutta la sua innata sfacciataggine che normalmente celava.
“Allora è la vostra serata fortunata mademoiselle.” – le strizzo un occhio – “Ah, e da quando un gatto nero è simbolo di fortuna?” –chiese divertita lei. 
 
“È questo ciò che vi ricordo?” – domandò sempre più intrigato da lei e da quella conversazione – “Oui.” Assentì la giovane: “Très bien, allora immagino di ricordarvi un Chat noir per il mio aspetto.” – vederla ridere alla sua allusione gli diede conferma delle sue parole – “ Quindi se io sono la sfortuna, voi mademoiselle siete la fortuna, quindi rifacendomi al vostro delizioso vestito che ne riprende le tonalità, mi permetto di chiamarvi Coccinelle.”
 
La vide mentre scoppiare a ridere come se il ragazzo avesse detto la cosa più divertente del mondo, non ne rimase offeso, anzi si unì a lei. 
“Non posso nemmeno darvi torto monsieur, e mi complimento con voi per il vostro spirito d’osservazione!” – “Merci mademoiselle.” 
 
“Ah, grazie al cielo, eccoti qui, finalmente! Dobbiamo andare, hai visto che ore sono?” 
Una ragazza dai capelli castano ramati comparve all’improvviso, era la stessa che qualche minuto addietro stava civettando col suo amico Nino, che neanche a dirlo si palesò subito dopo la giovane.
 
“No chérie che….”Improvvisamente sbiancò alla vista dell’orario segnato dal gtande orologio che troneggiava al di sopra dello scalone: “Merde!” quell’espressione colorita strappò ad entrambi un ghigno per quanto fu spontanea.
“Sono davvero dispiaciuta monsieur, ma è davvero molto tardi e la carrozza ci attende!” Si scusò
 
“Carrozza? Allora è una nobile.”   
 La ragazza fece per allontanarsi ma Adrien la trattenne per un solo istante: “Comprendo mademoiselle.” – s’inchinò a baciarle elegantemente la mano – “È stato un onore poter parlare con voi per qualche breve ma prezioso minuto!”
Quando rialzò il capo la vide mentre lo fissava dall’alto, completamente immobile, con gli occhi sgranati e le guance arrossate. Se non fosse stato per la sua amica che prese a trascinarla sarebbe rimasta li. Sarebbe rimasta con lui tutta la sera, di questo Adrien ne era certo.
 
 
****
Marinette era ancora intontita da quello che era appena successo, ma non aveva il tempo di pensarci perché era già tardissimo.
L’una meno cinque, davvero non poteva crederci come quello che sembrava essere un lasso di tempo incredibilmente breve nella realtà era molto di più.
 
“Dai su. Ci siamo quasi, ecco Mourice!” Le due corsero in direzione del veicolo appostato strategicamente. Quando finalmente fuono nell’abitaccolo si tolsero la maschera e si guardarono complici: “Allora, chi era il giovane con cui stavi parlando?” Chiese curiosa Marinette: “Oh nessuno, tu piuttosto! Ho visto che anche tu hai fatto conquiste!” – “Ma che vai a pensare!” disse arrossendo.
 
Guardò fuori dal finestrino, ammirando le luci dell’Operà allontanarsi nella notte.
 
 
[i] Maladroit àin francese, maldestra
 
 
Considerazioni finali
 
Buon Natale, buon anno e buon nuovo capitolo a voi.
Chiedo venia se nello scorso capitolo non ho scritto niente alla fine ma l’editing mi ha dato problemi, e siccome sono un disastro con la tecnologia me ne sono accorta solo quando ormai era troppo tardi
 
Sono tremendamente in ritardo nella pubblicazione di questo capitolo – e anche di diverse recensioni – non solo a causa delle feste, ma purtroppo anche a causa della sessione invernale e di un ultimo esame che non vuole saperne di andare in porto, a causa di ciò purtoppo non so quando potrò postare il prossimo.
 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche perché finalmente i due si sono incontrati!!!! – fuochi d’artificio in sottofondo –
Ho cercato di ricreare una situazione simile a quella del primo episodio con alcune varianti data l’ambientazione della storia e le dinamiche in generale.
 

 
 
   
 
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