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Autore: heikebeilschmidt    09/01/2021    0 recensioni
[Hetalia]
raccolte di one-shots riguardanti le mie personificazioni delle città tedesche, essi sono legati all'universo di hetalia.
Genere: Fluff, Generale, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: AU, Lemon, Raccolta | Avvertimenti: Bondage, Gender Bender, Tematiche delicate
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Sul volto di Friedrich era callata la procupazione, la figura al suo fianco non smetteva di vomitare e piangere, ormai da giorni.

<< perché? perchè? >> urlava

<< cosa perchè?>>

<< PERCHE' NON POSSO MORIRE? COSA HO FATTO PER MERITARMI TUTTO QUESTO? COSA? PERCHE' A ME? PERCHE' NON SONO MORTO IN QUELL'INCENDIO INVECE DI SOPRAVIVVERE E USCIRNE CON QUESTA CICATRICE?! PERCHE' SE MI BUTTO IN MEZZO AGLI ALLEATI E MI FACCIO FUCILARE, NON MUOIO. 
DIMMI P.E.R.C.H.E'.>>

<< ehy, è tardissimo. che c'è? non urlare. spiegami con calma >>

<< vi odio! vi odio quando dite quel nome maledetto...>>

<< quale nome? >>

<< quando volete che io faccia qualcosa. no?! >>

<< il tuo nom->>

<< NON OSARE! non è il mio nome, non sono io! che cazzo ne sapete voi? CHE CAZZO NE SAPETE VOI DI CHI SONO. NON LO DIRE. NON MI CHIAMARE. LO ODIO. VI ODIO. M-I ODIO. >>

il viso della persona che continuava ad urlare, era straccolmo di lacrime.

<< non lo userò, ma vorrei aiutarti...>>

<< a t-te fa schifo quello che... i-ndossi...>> disse, riferendosi alle divise che erano costretti ad indossare << ma a m-me... a me fa schifo la mia pelle. non è mia.
tu riesci ad avere rapporti con una donna. ti fai schifo per quello che rappresenti MA CI RIESCI. IO NO. IO NON MI VOGLIO SPOGLIARE. IO NON MI VOGLIO GUARDARE. IO NON LO VOGLIO USARE.
VORREI TAGLIARLO VIA, MI FA SCHIFO. NON MI RAPPRESENTA. NON E' MIO. OK? NON. E'. MIO.>> ripeteva battendo i pugni così forte al muro, che le sue nocche iniziarono a sanguinare. eppure la città continuò a ripetere quel gesto.

Monaco di Baviera provò ad avvicinarsi, ma venne spinto via 

<< NON MI SFIORARE >>

<< stai sanguinando! >>

<< non è niente... non sento niente. >>

<< sono seriamente preoccupato... >>

la persoma più bassa prese un profondo respiro

<< se devi chiamarmi... usa solo il mio nome di città. per favore. >>

<< va bene >>

<< non so come dirtelo... >>

<< come meglio ti viene >>

<< io sono... una donna. capisci? lo sono dentro. questo corpo è sbagliato, io sono sbagliata. lo sento dentro, lo vorrei distruggere... a volte parlo da sola e mi do del femminile... ma non mi basta, odio ogni singolo aggettivo maschile che mi agganciano.
sono strana? sono malata? sono maledetta? forse... ma non è colpa mia. >>

<< no, desdra. non sei nessuna di queste cose, tranquilla. sei umana, provi emozioni, non sei una fredda costruzione di cemente. hai un cuore che batte e un'anima che và benoltre la nostra comprensione. >>

<< mi stai dicendo che non ti faccio... schifo? >>

<< gli unici umani che mi fanno schifo sono quelli che uccidono innocenti, non quelli intrappolati in qualcosa che non hanno potuto decidere.>>

<< è... una doppia  guerra, Friedrich. >>

la ragazza cominciò nuovamente a piangere e si buttò tra le braccia del ragazzo.

<< non posso dirti "Lo so", perché sono stato infinitamente fortunato a trovarmi bene in ciò che mi è stato dato... ma posso dirti che entrambe le guerre finiranno e io sarò con te entrambe le volte e anche oltre.>>

il Tedesco, non aveva tutti i torti: il giorno in cui la seconda guerra mondiale finì... i due vennerro illuminati dalla luce del sole. una luce che sapeva di speranza, una luce che... porse fine ad una dei due inferni della ragazza. almeno adesso non doveva sopportarsi nessun nazista che cotinuava 
a chiamarla nel modo sbagliato e davanti al quale doveva stare molto attenta a non farsi scoprire.



anni 50

Dana, questo era il nome che rappresentava Desdra già da un paio di anni, entrò ridendo sotto al naso e nascondendo qualcosa dietro la schiena

<< che mi nascondi? >> chiese divertito  München

<< sai truccare? >>

<< cosa >>

scoppiarono entrambi a ridere

<< ssshh, ho rubato un vestito e dei trucchi a lipsia. >>

<< vieni qua, proviamoci >>

iniziò indossando il vestitino a pois
un po' di eyeliner con dell'ombretto bianco, del rosetto rosso... e il gioco fu' fatto.
Friedrich le alzò il mento e la guardò attentamente

<< che c'è? >> chiese lei arricciando le sopracciglia

<< sei bellissima >>

gli occhi viola della ragazza brillarono

<< grazie mille >>

<< lo sai che sono sempre stato franco, Dana. >>

<< sì... >>

<< mi verrebbe voglia di baciarti. >>

i suoi occhi azzurri erano sinceri, mentre quelli della biondina... si restrinsero

<< non dire schiocchiezze, Monaco di Baviera. a te piacciono le donne... ed io non... cioè non ancora >>

<< e tu sei una donna meravigliosa. è l'unica cosa che vedo ogni volta che ti guardo >>

Dresda cominciò a commuoversi...

<< fallo, se vuoi... io vorrei farlo da tanto tempo, ma non mi sembrava giusto. >>

Friedrich le strinse lievemente il collo e le morse il labbro, prima di baciarla con passione.

<< voglio chiederti una cosa... >> disse lei, quando il ragazzo si staccò

<< ti ascolto. >> ogni volta che assumeva dei toni così dominanti, a lei venivano i brividi di piacere.

<< quando finirò le operazioni... posso avere con te il mio primo rapporto intimo? >> le scesero due lacrime che egli le asciugò accarezzandole il viso

<< assolutamente >> gli sorrise con la sua solita espressione rassicurante << ma adesso non rovinare il trucco. ti và di danzare sulle note di un giradischi? o preferisci andare a mangiare qualcosa in qualche posto carino? >>

<< usciresti... con me? >>

<< non l'ho sempre fatto?! >>

<< sì... ma... così? non ti metterebbe in imbarazzo? >>

<< non c'è assolutamente niente di te che potrebbe mai mettermi in imbarazzo, Dana. >>
   
 
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