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Autore: Marti Lestrange    09/01/2021    8 recensioni
Raccolta più o meno omogenea di racconti che nasce in occasione di una drabble night, e che prosegue in una challenge mensile, entrambe organizzate da Gaia Bessie su rispettivi gruppi Facebook, ma che rimane aperta a nuove aggiunte, nuovi tasselli e nuovi stralci.
T. e J. ne sono i protagonisti, ma nemmeno io che li ho scritti (che li scrivo) li conosco, non fino in fondo — so solo che rimarranno con me ancora per un po’, almeno finché non riuscirò a lasciarli andare. Il titolo è ispirato agli omonimi “Notturni” di Fryderyk Chopin.
[ dal testo: Anche io ricorderò tutto, ricorderò ciò che è accaduto dietro le porte chiuse, in letti sfatti, sotto luci accecanti; ricorderò ciò che è accaduto mentre nessuno guardava, quando mi parlavi sottovoce e arricciavi il naso; ricorderò le tue mani grandi su di me, quando mi chiedevi di tenerti stretto. ]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Premessa: “notturni” è una raccolta (più o meno omogenea) di racconti che nasce in occasione di una drabble night organizzata da Gaia Bessie (per chi volesse partecipare, qui trovate il gruppo Facebook dedicato), ma che rimane aperta a nuove aggiunte, nuovi tasselli e nuovi stralci. T. e J. ne sono i protagonisti, ma nemmeno io che li ho scritti (che li scrivo) li conosco, non fino in fondo — so solo che rimarranno con me ancora per un po’, almeno finché non riuscirò a lasciarli andare. Il titolo è ispirato agli omonimi “Notturni” di Fryderyk Chopin, dei quali consiglio vivamente l’ascolto.
Grazie per l’attenzione. 


 


 

 

 

 

notturni.
parte prima

 

 

I.

Prompt (proposto da me): 

“Eppure resta che qualcosa è accaduto,
forse un niente
che è tutto.”
— Eugenio Montale

 

[ T. ]

 

Ti guardo andare via, mi hai voltato la schiena e ora cammini verso la macchina. Ti guardo andare via e spero che tu decida di voltarti, almeno un’ultima volta, almeno per farmi capire che no, non dimenticherai niente, che sì, ricorderai tutto. Ti guardo andare via e non so se ci rivedremo mai. Anche io ricorderò tutto, ricorderò ciò che è accaduto dietro le porte chiuse, in letti sfatti, sotto luci accecanti; ricorderò ciò che è accaduto mentre nessuno guardava, quando mi parlavi sottovoce e arricciavi il naso; ricorderò le tue mani grandi su di me, quando mi chiedevi di tenerti stretto. Eppure resta che qualcosa è accaduto, forse un niente che è tutto.

 

[114 parole]

 

 

 

 

II.

Prompt (proposto da Severa Crouch): 

“La mia testa è un sabba e tu ne sei tutte le streghe.” 
— Jean-Paul Sartre

 

[ J. ]

 

È dalla prima volta in cui ho posato gli occhi su di te che so. So l’effetto che mi fai: mi sconvolgi, mi squarci, mi annichilisci; mi finisci, il respiro mi abbandona, il cuore palpita; mi fai tremare quando mi sfiori la pelle, anche se per caso, e le mie labbra tremano mentre ti guardo parlare. Ti seguo con gli occhi, non ti abbandono mai. La mia testa è affollata di te, proprio te, piccolo demonio dal sorriso sghembo e i capelli folti, e gli occhi più neri dell’inchiostro; proprio te, ché forse hai un potere che mi annienta, mi si insinua addosso, striscia dentro le ossa e scava. 

 

[109 parole]

 

 

 

 

III.

Prompt (proposto da LadyPalma): 

il numero quattro. 

 

[ J. ]

 

Quattro volte ti ho baciato, quattro volte ho toccato le tue labbra — e quattro volte sono morto. Non è vero che si nasce una volta sola, e non è vero che si viene al mondo urlando. Io sono nato di nuovo, la volta in cui ti ho baciato — in cui tu hai risposto al bacio, forse per curiosità, forse per dispetto. E sono nato altre tre volte, tante quante le volte in cui ti ho baciato, quel giorno, seduti su quel divano troppo largo ma noi ci stavamo appiccicati — e quattro volte sono morto, prima di tornare a vivere ancora, e ancora, e ancora. Ogni volta, la vita e la morte avevano il tuo volto.

 

[118 parole]

 

 

 

 

IV.

Prompt (proposto da Milla):

“È doloroso tenere gli occhi aperti, 
ma dove andrò se li chiudi?”
— R. Klein, I diari della falena

 

[ T. ]

 

Non riesco a respirare — come sempre, quando non ci sei. Non riesco a dormire — tutti i giorni, quando ci separa un muro fatto non solo di mattoni, ma anche di pensieri, e parole mozze, e incomprensioni. Non riesco a tenere gli occhi aperti — ogni sera, quando non mi respiri accanto. Un vortice blu e spesso mi avvolge le membra e sento di scivolare via, e per quanto fortemente io cerchi di restare a galla, quella corrente mi tira a sé. Solo tra le tue braccia sento che non affonderò, solo il tuo corpo riesce ad ancorarmi al mondo, solo le tue labbra possono salvarmi da me stesso. Non lasciarmi andare. Non lasciarmi andare mai.

 

[117 parole]

 


 

Come scrivevo nella premessa, tutto questo è nato qualche sera fa, grazie alla drabble night organizzata da Gaia, che ringrazio perché mi ha fatto tornare giovane, e indietro nel tempo di quasi otto anni (sigh). Non so quando — e se — questa raccolta avrà un aggiornamento, intanto ringrazio chiunque sia arrivato sin qui senza dare forfait. 


Marti

   
 
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