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Autore: Maggiechan_75    10/01/2021    7 recensioni
Ciao a tutti ^_^
Questa one-shot, è stata scritta per la challenge FLUFFINESS EXPLOSION! - H/C WEEKEND CHALLENGE! Sul gruppo facebook "Hurt/Comfort Italia - Fanart and Fanfiction". https://www.facebook.com/groups/337102974212033
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Ciao a tutti ^_^

Questa one-shot è stata scritta per la challenge FLUFFINESS EXPLOSION! -. H/C WEEKEND CHALLENGE! Sul gruppo facebook "Hurt/Comfort Italia - Fanart and Fanfiction". https://www.facebook.com/groups/337102974212033

Sapete come mi piaccia mettermi alla prova cercando e sperimentando nuovi modi di scrivere e di raccontare. Il prompt di questa challenge: "Personaggio A e Personaggio B fanno a palle di neve sino a quando uno dei due non si fa davvero male " è stato davvero particolare. Personalmente non riuscivo proprio a immaginarmi Ryo che giocava a palle di neve con Kaori.
Ma qualcosa sono riuscita a scrivere. Spero che questa storia un po' particolare vi possa piacere.
 

Essere City Hunter non significava solamente proteggere e “ripulire” il quartiere di Shinjuku. Dare un sorriso alle clienti che chiedevano aiuto scrivendo “XYZ” nella lavagna della stazione, poteva essere un lavoro facile. Ma come poteva un uomo, che il sorriso l’aveva perso solo a 3 anni rimanendo orfano a seguito di un gravissimo incidente aereo, riuscire a farlo?

Essere City Hunter non era solo quello. Ryo Saeba lo aveva imparato negli anni, si era reso conto che spesso dietro al “vorrei ingaggiare City Hunter per uccidere un uomo”, si nascondeva molto di più. La richiesta era sempre dettata dalla sofferenza, dalla delusione e dal rancore che le clienti avevano verso la persona che volevano morta. Quell’uomo aveva imparato negli anni a farsi guidare da quel tipo di emozioni, ma non ci sarebbe mai riuscito se dietro a tutto ciò non ci fosse stata una donna, fu proprio lei a instillare in lui questo tipo di visione.

Per questo motivo quando si parlava di City Hunter si dava per scontato che si ingaggiasse la coppia Ryo e Kaori.

L’incarico appena concluso era stato uno dei più delicati. Una bambina voleva ingaggiare City Hunter per ritrovare la madre. La donna, testimone chiave di un processo di rapina mano armata, era da anni protetta dalla polizia sotto copertura.
L’incarico era andato a buon fine. Sakura era così contenta che chiese al duo di realizzare un suo secondo desiderio. “Portatemi a pattinare. Sono sicura che la mia mamma mi guarda dalla finestra. Vorrei farle vedere quanto brava sono diventata.” disse indicando un pozza di acqua ghiacciata in mezzo ad un prato innevato. La coppia si guardò perplessa, si sorrisero rendendosi conto che non sarebbero mai riusciti a dire di no ad una richiesta del genere!

Ryo non sapeva pattinare, d’altra parte chi glielo avrebbe potuto insegnare? E onestamente nemmeno era interessato a imparare, ma non voleva deludere le aspettative della bambina. Cercò di perdere tempo “voi andate pure avanti devo fare una telefonata”.

Kaori, al contrario del suo partner amava pattinare e non se lo fece ripetere due volte, prese per mano Sakura e iniziò a scivolare sulla lastra di ghiaccio sotto di loro.

“Sakura che ne dici di fare uno scherzo a Ryo” le disse appena allontanatasi da lui.

Si avvicinò a della neve fresca, ne prese un po’ e preparò una palla di neve.
Prese la rincorsa verso di lui con il sorriso e il braccio alzato pronto a lanciare la palla di neve.

Lo sweeper la vide avvicinarsi e, sebbene si era reso perfettamente conto quali fossero le sue intenzioni, non riuscì a muovere un muscolo. La osservava era così bella e sorridente in quel momento. Quello che lo aveva rapito era il suo sorriso. Quello di una donna tornata per qualche secondo bambino. Quel che lui non sarebbe mai riuscito ad avere perché bambino non lo era mai stato.

Kaori lanciò la palla che colpì l’occhio spalancato di Ryo.

“Kaoriiiiiiiiiiiiiii mi hai fatto maleee”

Bruciava! Bruciava maledettamente quel pezzo di ghiaccio che, sebbene era fatto con neve fresca, era stato ben compattato per permettere che si formasse quella palla di neve.
Si coprì il viso con entrambe le mani, vergognandosi di non essere riuscito ad evitarlo, tanto distratto da quel volto così sereno che aveva visto nella sua collega.

“Ryooooo” il tono di lei era preoccupato e gli si avvicinò accucciandosi davanti a lui.

L’occhio pulsava dal dolore, tanto che all’angolo dello stesso si era formata una lacrima. Era calda e aveva inumidito l’indice della sua mano destra. L’uomo si sorprese ad avvertire quella sensazione, quel dito in genere avvertiva solamente il freddo metallo del grilletto della sua Magnum.

“Sei ferito? Dai fammi vedere l’occhio”

Tra tutti i toni con cui l’aveva sentita rivolgersi a lui, quello che preferiva era proprio questo. La preoccupazione e il calore per l’affetto che lei provava per lui, gli arrivavano dritto al cuore riscaldandolo.

Avvertì le sue due mani afferrargli i polsi, tremavano leggermente per la preoccupazione. Il calore che emanavano, nonostante avessero tenuto fino a pochi secondi prima, la palla in mano, lo emozionò.
Non l’aveva mai sentita così preoccupata per lui. Questo era dovuto probabilmente dal fatto che la causa della ferita fosse lei.

“Per favore Ryo non fare il bambino”

Lo intimò cercando con forza di aprirgli le mani.

Bambino… Era questo quello che una mamma faceva quando il proprio figlio stava male o si feriva? Questo tipo di sensazione non l’aveva mai provato. Ma che gli stava succedendo? Seppur era consapevole del profondo sentimento che provava per lei, si stava rendendo conto che quello era uno di quei momenti in cui quel legame lo stava arricchendo.

Per la prima volta, forse in tutta la sua vita, sentiva la necessità di tutto questo. Era una desiderio più forte di quello che lui stesso avrebbe potuto immaginare. Lui abituato ad essere indipendente, anche troppo. Addestrato addirittura a farsi le punture da solo e a cucirsi da solo in caso di ferite, in quel momento si trovava completamente disorientato davanti a quel banale incidente.

L’occhio gli pulsava, sentiva qualcosa incastrato tra la pupilla e la palpebra. Probabilmente aveva all’interno ancora qualche frammento di neve fresca che non riusciva a sciogliersi. Lo fece riflettere. Era davvero così freddo il suo corpo? Tanto che nemmeno un semplice pezzo di neve al suo contatto non riusciva a scioglierlo?

Istintivamente si irrigidì vergognandosi di quella scoperta.

“Ti prego Ryo fammi vedere. Non volevo io … scusami”

Non voleva farla sentire in colpa. Si arrese lasciandosi aprire le mani, ma non l’occhio, perché ancora quello non lo riusciva ad aprire.

Piano piano quel pezzo di ghiaccio si stava sciogliendo e così anche il bruciore che stava provando si stava affievolendo. Non li voleva aprire gli occhi non è che non ci riusciva.

Avvertiva quel suo profumo di vaniglia, che troppo spesso si era scoperto ad odorare in bagno dopo che lei si era appena fatta una doccia.

Avrebbe voluto rimanere così per sempre!
Si era però reso conto che ciò non era possibile.
Da molti anni era intrappolato in un limbo, da cui non riusciva ad uscire o a trovare la strada per farlo.

Aprì gli occhi! Si ritrovò quelli di lei a pochi centimetri che lo osservavano dritto nelle pupille. Erano leggermente inumiditi tanto da trasformarli in uno specchio. Lo sweeper aveva davanti a sé sia lo sguardo di lei, ma anche lo sguardo di lui completamente diverso dal solito.

Le sue labbra erano lì proprio sotto i suoi occhi semi aperte e leggermente tremanti. Erano così invitanti che…

“Ryo, Kaori tutto ok?”

Sakura intervenne con un tempismo pazzesco! Kaori arrossì lievemente e distolse lo sguardo da Ryo per l’imbarazzo. Lo sweeper le sorrise ricercandolo nuovamente gli occhi della collega

“si tutto ok!”

   
 
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