La tua ultima notte è stata diversa dalle altre.

Le rare volte in cui dormi, e in cui la tua mente non è avvolta dalla pura oscurità, tutto ciò che sogni sono caverne umide e fredde, e il bagliore accecante dell'oro. Ma non stavolta. Tutto ciò che hai sognato era il canto dolce di un ruscello, e il rumore del vento sui campi.

Ma erano solo un'illusione fugace. Ora, mentre precipiti, non senti che il calore del fuoco. Si avvicina sempre di più, e tra poco avrà il tuo corpo straziato. Non puoi cercare di evitarlo come hai fatto per tutti questi anni. Ti distruggerà, e tutto ciò che puoi fare è aggrapparti al tesoro per i tuoi ultimi istanti.

Non piangi. Hai dimenticato come farlo, come hai dimenticato la bellezza della terra e il rumore del vento. 

È stata vana la tua vita, così come vano è stato il tuo dolore. Il tuo tesoro, l'oggetto per cui hai vissuto così a lungo, per cui hai lottato, ingannato, ucciso, morirà, e tu con lui.

Niente ha avuto senso.

Da quanto non senti più il rumore del vento?

Non vivi da così tanto tempo. Non vale la pena di lottare contro la morte. Solo di pregare che la tua fame sarà placata.

Eppure, c'è stato un tempo in cui eri qualcosa di diverso. In cui eri felice. I ricordi ti inghiottono ancora prima del fuoco.

Ovunque tu vada, speri che queste memorie non ti abbandonino più.

Senti il rumore del vento.

Soffia leggero, rinfrescando l'aria, scuotendo i vasti prati verdi, punteggiati di fiori.

Il cielo è azzurro, luminoso, striato di nubi che non fanno che mettere ulteriormente in risalto la sua bellezza. Da qualche, lontano, senti il suono cristallino di un fiume. Il sole ti riscalda, senza ferirti, e il canto delle cicale, forte e insistente, riecheggia nel tuo cuore, facendolo battere sempre più forte.

Il vento continua a cantare, sussurrando amorevolmente agli alberi - e a te. Ti sfiora delicato e gentile il viso, scompigliandoti i capelli.

E allora sei felice, perché sai che sarai qui per sempre.