La sua mano si mosse stanca verso una matita
gialla. I suoi
polpastrelli sfiorarono un lato della mina appuntita e una scarica
elettrica
scese ad intrecciarle le vene dei polsi con le ossa del dorso. Troppi
suoni
vorticavano nella sua mente e ognuno era impossibile da ovattare. Lo
sciabordio
delle gocce d’acqua continuava a punzecchiare i vetri delle
finestre mentre il
vento scivolava attraverso le fessure scricchiolanti del legno. Tutto
il mondo
pianse lacrime di sangue quando le sue dita accarezzarono un foglio di
carta.
Con dolcezza. Con una punta di venerazione.
Come se fosse la
sua pelle e come se fosse il suo viso.
Strinse la matita e smise di respirare. Gli anelli di
metallo si conficcarono nella sua carne e le sue unghie marchiarono la
sua
pelle con marchi di mezzelune viola. Il suo potere fluì a
spirale tra le asole
delle sue dita e il volto sorridente che aveva disegnato - ma il suo cuore
rimaneva aggrovigliato tra le sue costole e alcune spine.
Tra la vita e la
morte.
Fiamme scure gocciolarono dai suoi palmi e dalle vene dei
suoi avambracci. Fiori rossastri spezzarono la grafite della matita e
si
insinuarono nelle venature dei mobili. Il mondo crollò ai
suoi piedi - e cade e
cade giù - e si ricompose in chiazze nebulose
di disegni e di incubi e di
ricordi annidati nel suo cranio e dispersi tra i suoi capelli. Il
dolore era
avvolto nella sua treccia e la disperazione era conficcata al centro
del suo
cuore.
Non esisteva un angolo
di cielo sotto cui avrebbe potuto
riposarsi.
I suoi piedi vagarono nel vuoto e i suoi occhi si schiusero
ad osservare un ritratto che era un coccio di specchio spezzato.
L’immenso universo celeste era costellato da conche blu e da
dei coriandoli bianchi.
La terra scoperchiata e ricolma di petali variopinti. Ogni
cosa in bilico e intermittente. Un momento esisteva. Il momento dopo
era senza
fili.
Eppur non cado
giù.
Il suo intento era imperfetto nello stesso modo in cui lo
era la sua persona e la sua anima e la sua mente. Una ragazzina piegata
-
sconfitta e calpestata - che continuava a smarrirsi
dentro se stessa.
Vide tante immagini di alberi senza radici e distese di
sabbia e sale senza alcun rigurgito di mare. Accarezzò
stelle senza un cuore e
terreni squarciati in miliardi di punti. Si tese verso dei pianeti
legati a
corde consumate dall’usura del tempo.
Ogni cosa era sbagliata, ma
ogni cosa era sua. Tanto bastava
e tanto sarebbe bastato.
Perché non avrebbe dovuto? Perché non tentare? Perché
non
creare una vita diversa? Perché non disegnare una
realtà in cui vivere -
per
sempre - insieme a lui?
A lui che amava e che adorava e che era ogni cosa bella. Lui
che era stato tutto e che ora non aveva lasciato nulla oltre il suo
corpo
ingrigito. Gettato ai suoi piedi come se fosse il trofeo inutile di un
divoratore di mondi. Come
una bambola che non si desidera più.
Le era rimasta soltanto una collana di vibranio. Il resto
era stato strappato via dai suoi polpastrelli.
Ho perso il disegno.
Hanno distrutto il carillon. Vis.
Perché ci siamo tanto amati?
Eppure lo aveva sempre saputo e mai lo aveva dimenticato:
non era nata per essere
felice.
La felicità non esisteva nel suo corpo, neanche una
briciola. Il suo destino era contemplare da lontano la
serenità degli altri e
non poterne mai essere partecipe. Chi aveva terrore di un sorriso? Chi
temeva
una vita di pace? Chi viveva costantemente in guerra?
Muscoli tesi e volto imbronciato. Così aveva sempre vissuto.
Mai un giorno diverso.
Poi ho incontrato te.
Stese le braccia e Visione comparve davanti a lei. Le sue
dita gli sfiorarono la fronte e la gemma comparve. Vis.
Nella sua nuova realtà lui esisteva. L’amore della
sua vita
era vivo e sorrideva e diceva di amarla. Lo sentiva. Sentiva la sua
essenza e
la carezza delle sue parole.
Bentornata a casa, Wanda.
Siamo una coppia
insolita. Non credi?
Visione le toccò l'anulare e le accarezzò le
nocche insanguinate.
Sì. Ma io ti
voglio sposare.
Piangeva e non era a conoscenza del motivo del suo pianto.
Era tutto ciò che aveva sempre desiderato - ed era bellissimo viverlo.
Dovevano essere lacrime di gioia. Lacrime in grado di
scioglierle il sangue e di crearle un anello. Sì, naturalmente. Tutti
piangono
ad un matrimonio.
Piangere di
felicità è davvero così umano.
Vis strinse le loro dita guantate dalle fedi e nessuno dei
due si accorse dei colori sbagliati - erano a chiazze bianche e nere.
Ebbe la sensazione di angoli di pelle scuciti e scuoiati da
un ago arroventato. Ma
cosa stava accadendo? Dove era la pioggia? I suoi
disegni? Il mondo che aveva conosciuto?
Visione la baciò.
Lo voglio. Ti sposo.
Wanda.
Fu semplice smettere di pensare. Il suo cuore aveva da
sempre avuto delle curve strane in cui soltanto Visione aveva camminato
con
tanta determinazione da creare un avvallamento da cui non si era mai
spostato.
Lo aveva fatto in un modo assurdamente gentile. Senza allontanare
Pietro e
senza infliggerle dolore. Neanche una goccia di dolce veleno che lei
avrebbe
accolto con una calma immensa. Qualcosa che in passato aveva tanto
temuto.
C’è
qualcosa che non funziona bene.
Visione non era mai stato in grado di farle del male.
L'aveva salvata una volta e poi non aveva mai smesso di farlo. Adesso
era il
suo turno.
Wanda, riesci a sentirmi?
Chiuse la mano a pugno e smise di ascoltare le voci lontane
nella sua testa.
Era nei recessi della sua anima ed era felice e nessuno
avrebbe mai potuto raggiungerli.
Vide gli occhi di Visione e osservò oltre.
Nessuno ti ha strappato
la gemma. Era un brutto sogno, era
un incubo maledetto. Che stupida, come ho potuto crederci? Un Titano
Folle che
vuole far scomparire metà dell'universo come atto di
pietà. E poi io, solamente
io, capace di fermarlo. Uccidendo te.
Rabbrividì e non chiuse gli occhi, non cadde giù.
Costretta a guardarti
morire. Ho visto le tue gambe muoversi
nel vuoto in cerca di un sostegno e poi fermarsi, all'improvviso. Sei
caduto
giù, rotolato via. Lo spazio di un respiro e non c'eri
più. Non più.
Rise. Sottovoce, quasi in silenzio, rise.
Ora sono sveglia e ti ho
trovato. Sono viva e ti vedo. In
fondo sono sempre stata cieca prima di vedere il mondo attraverso i
tuoi sogni.
Non dovrei stupirmi dei miei incubi, non credi?
Il sole e le stelle si inchinarono al suo cospetto. La sua
pelle era cosparsa di fiori e di diamanti. Tale preziosa pelle.
Il mondo sotto ai suoi piedi era sbiadito e c’erano scariche
rosse in ogni angolo. Erano i segni della sua mente ancora stanca.
Lividi del
suo cuore ridotto a cenere e sparpagliato sotto il cielo di Sokovia.
Wanda sollevò il viso e gli chiese di baciarla ancora.
Visione sorrise e le disse per
sempre.
Vissero per sempre
felici e contenti.
Angolo autrice.
Ciao a tutti! Mancano cinque giorni alla serie tv WandaVision (come
cinque giorni al mio compleanno), quindi questo piccolo scritto
è un tributo a loro e un piccolo regalo per me. Avevo
iniziato a scrivere questa storia due anni fa, la trama doveva essere
completamente diversa - pur partendo dall'idea che Wanda avrebbe creato
una sua realtà pur di riavere Vis.
Alla fine sono usciti i trailer ed io ho unito la bozza del mio
progetto con molte frasi che saranno nella serie. Ci sono anche varie
citazioni dei film precedenti ed una frase tratta da Doctor Who. Spero
vi sia piaciuto il mio piccolo delirio. Amo Wanda come pochi personaggi
e amo questa coppia da sempre. Incrociamo le dita! Ringrazio
infinitamente Nao e Koa per aver letto la storia in anteprima, sono
state meravigliose. A presto :)