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Autore: Musical    12/01/2021    2 recensioni
A Natale, Peter preferisce stare da solo e bere quanto più alcol possibile... Questo Natale però sarà diverso, perché un certo vampiro farà visita al suo amato cacciatore!
Crossover Fright NightxTwilight
(Aro Volturi/Peter Vincent)
(storia scritta inizialmente in inglese come regalo di Natale)
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Peter Vincent
Note: Cross-over, Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Come sempre il Natale era una gran rottura di palle, soprattutto per lui che inorridiva ogni volta che sentiva la parola "Natale", dato che l'associava a un'altra odiosa parola, "famiglia". Sia chiaro, lui non odiava le feste natalizie, anzi, si potrebbe benissimo dire che Peter Vincent era considerato da tutti l'anima della festa, se erano presenti tre cose: alcol, a fiumi; musica, quella che spaccava i timpani; e tante, tantissime, persone sexy che potevano essere etichettate tranquillamente come "scopabili". Tuttavia, se uno di questi fosse venuto a mancare, l'alcol in particolar modo, Peter Vincent diventava semplicemente Peter, un quarantenne che trangugiava bicchieri pieni di qualsiasi bevanda alcolica, nel suo deserto e lussuoso appartamento, indossando solo il suo accappatoio di raso nero, con l'eyeliner e lo smalto sfatti. Il Natale era una di quelle feste in cui l'illusionista diventava uno Scrooge 2.0.
Ogni mattina del 25 dicembre, Peter dormiva fino a tardi, oppure continuava a rigirarsi nel letto per ritardare l'ora in cui doveva alzarsi; prendeva qualcosa da mangiare e poi iniziava la sua personalissima sbornia natalizia. Patetico, avrebbero detto se l'avessero visto in quello stato; penoso, si sarebbe detto se avesse mantenuto un minimo di sobrietà. Il suo psicologo l'aveva rimproverato, il suo modo di fare era deleterio e gli consigliava invece delle nuove e più sane alternative, tuttavia l'illusionista non poteva fare nulla senza la sua dose extra di alcol... Vabbè, meglio morire con un fegato spappolato che col collo martoriato dal morso di vampiro.
Molte volte Peter aveva parlato con psicologi di quelle fottute creature, di come i suoi genitori erano stati uccisi da Jerry, di come evitava di far entrare le persone in casa se non si fidava abbastanza di loro, di come frequentava sempre luoghi affollati o totalmente deserti, di come si faceva impalare dal cazzo di uno sconosciuto, o viceversa, alcune volte anche con delle belle ragazze, in un bagno con il brio di essere beccato, ma anche con la certezza di non cadere nella trappola di qualche vampiro. Tutti i medici, una volta terminata la seduta e dopo averlo ascoltato, gli dicevano sempre le stesse cose: "I vampiri non esistono. Sono solo una distorsione della realtà, creata dalla tua mente, per affrontare la perdita dei tuoi genitori. Non puoi dire di ricordarlo bene, perché sarà sempre un ricordo annebbiato dall'immaginazione tipica dei bambini. Invece, devi capire cosa rappresentano per te questi vampiri, sono fantasmi del tuo subconscio, e piano piano devi affrontarli, altrimenti non sarai mai in grado di guarire."
Di tutti i consigli che quegli stronzi gli avevano dato, l'ultimo si era rivelato il più utile, anche se quel dottore probabilmente non pensava che Peter avrebbe seguito letteralmente il suo consiglio; affrontare tutti quei vampiri, Jerry in particolare, trent'anni dopo era stata un'idea folle, ma liberatoria, aiutare Charlie era stata la scelta migliore che avesse fatto nella sua vita, sia perché aveva evitato che un altro ragazzo crescesse con le stesse paure con cui Peter aveva convissuto, sia perché era davvero ora di affrontare i suoi demoni. Aveva festeggiato con una bella sbornia, quella notte, la migliore in assoluto -- perché, si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Tuttavia, anche se erano trascorsi un paio d'anni da quell'evento, durante le vacanze di Natale quella malinconia tornava sempre, come un ospite indesiderato al quale non volevi aprire la porta per lasciarlo entrare, e l'unico modo per tenerla fuori era bere bicchiere dopo bicchiere vodka, martini, scotch, midori e qualsiasi altro alcolico. Anche questo Natale, se fosse dipeso da lui, eh, perché Peter era una persona abitudinaria, non fatevi ingannare dalle apparenze, grazie tante!, avrebbe buttato giù diverse bottiglie, tuttavia l'odore del caffè lo svegliò, e un grugnito di disapprovazione gli attraversò la gola per uscire poi dalle labbra, seguito da un rimprovero.
"Amanda! Quante volte ho detto che non voglio essere svegliato da questo fetore?!"
La sua assistente non rispose, il che fece intuire all'illusionista che non sarebbe stata una bella giornata. Peter si coprì gli occhi con un braccio, con la speranza di riaddormentarsi, ma quando l'odore del caffè fu sostituito dalla puzza di bruciato, l'illusionista si alzò rapidamente dal letto e corse in cucina, notando con orrore il fumo denso e nero che usciva dal tostapane.
"Oh merda, Amanda!," urlò, affrettandosi a staccare la spina e ad aprire la finestra per far uscire il fumo, "Stupida ragazza," mormorò a sé stesso.
"Dovresti riflettere attentamente sulle tue decisioni, prima d'assumere una persona."
Peter sussultò e si voltò immediatamente verso la fonte della voce, portandosi una mano all'altezza del cuore per calmarne i battiti.
"Cristo santo! Vuoi che mi venga un infarto?!"
Il nuovo arrivato abbassò lo sguardo e allargò le braccia, sorridendo: "Sai che non è mia intenzione farti del male, mio ​​giovane Vincent."
"Oh, sì, certo, ovviamente. Fuori dalle palle, va a raccontare a qualcun altro le tue stronzate!"
Peter si voltò, intento a ripulire il casino che era stato fatto, quando due mani gli strinsero improvvisamente i fianchi e la sua schiena venne appoggiata alla camicia di raso che indossava il vampiro.
"Quando ero umano, non eravamo soli durante questa festa."
"Sti cazzi, ma no, prego, continua pure, come se la cosa mi interessasse."
"Quando imparerai che non sopporto quando le persone mi voltano le spalle senza il mio permesso?," sussurrò.
Peter sorrise sprezzante, girando la testa quel tanto che bastava per guardare quei raccapriccianti occhi rossi, "E quando imparerai che non sopporto quando una stronza mummia luccicante licenzia i miei assistenti, succhiasangue?"
In risposta, Aro gli prese i capelli e lo fece piegare all'indietro, provocandogli una fitta di dolore, ma al vampiro non importava, intento a poggiare il naso sull'incavo del collo dell'illusionista e respirare il suo odore.
"Per favore, non dirmi che ti sono mancato," si lamentò l'ex cacciatore.
"Saresti perfetto se parlassi di meno," il vampiro afferrò il gluteo dell'illusionista con la mano libera, "Così fragile, così delicato, eppure fastidioso come una spina nel fianco."
"Avrei detto qualcos'altro invece della spin-ARGH!"
Aro gli tirò i capelli, "Mi faresti un immenso piacere se chiudessi le labbra per i prossimi quindici minuti," baciò delicatamente la carotide dell'illusionista, avvertendo quanto veloceme gli scorreva il sangue.
Peter, da parte sua, non riuscì a trattenere una risata beffarda: "Se sei sicuro di poter usare la mia bocca come oggetto per le tue perversioni, beh... Sei fottuto!"
"Oh, ma io non ti obbligherò."
Il sussurro del vampiro creò un brivido che corse lungo la schiena di Peter, "No?"
"No... Diciamo che sarai tu a supplicarmi. Dopo che avrai imparato la lezione."
L'illusionista, nonostante gli occhi chiusi e le gambe deboli, ebbe la forza di tornare in sé per chiedere ad Aro di cosa stesse parlando; la sua espressione era fonte di gioia per il vampiro.
"Lo scoprirai, mio ​​caro ragazzo insolente. Tempo al tempo."


"Mio giovane Vincent, secondo me la conoscenza del passato può salvare il mondo dalla sua stessa follia."
Peter era sdraiato sul letto, le gambe divaricate per far respirare le zone intime, la schiena coperta di graffi e lividi, "Da qualcuno che è in vetta, primo, della catena alimentare, secondo, della sua stessa specie, direi che questo consiglio è rivolto più a te che a me, non credi?," e rivolse ad Aro un provocatorio sguardo di sfida, poi si sedette sul grembo di Aro mentre allungava una mano verso quel collo diafano, "O tutti questi millenni da immortale ti hanno succhiato il cervello, oltre al sangue?"
Il vampiro, pur trovando fastidioso il tono usato dal povero essere umano, sorrise enigmaticamente e non distolse mai gli occhi dal suo passatempo preferito. Il giovane Vincent lo irritava come pochi potevano e allo stesso tempo lo divertiva come nessuno riusciva a fare; quell'umano -- fu costretto ad ammettere a malincuore -- stava diventando un balocco prezioso, rozzo ma estremamente delicato, da custodire e maneggiare con cura.
"Preferirei dire che quello che stai facendo è estremamente pericoloso. Potresti essere ucciso in qualsiasi momento."
Le mani dell'illusionista gli strinsero il collo, mentre l'uomo rispose con un sorriso: "Avresti le palle per farlo?"
Contrariamente a quello che Peter si aspettava come reazione, Aro alzò un braccio e gli accarezzò delicatamente la guancia, nel tentativo di trasmettere la sua risposta negativa con quel gesto: no, non avrebbe avuto il coraggio, Aro era sempre stato un abile calcolatore, ma anche un perfetto codardo, forse per questo trovava affascinante quest'essere umano con cui giaceva, entrambi completamente nudi, perché era stupido a modo suo, eppure possedeva quella fiamma che lo guidava nel fare cose avventate e pericolose, come il suo vano tentativo di soffocare Aro in quel momento... Ammirevole, eppure così ingenuo e stupido.
Peter non riusciva più a mantenere il contatto visivo, abbassò la testa, chiuse gli occhi e respirò pesantemente, mentre il suo cuore batteva irregolarmente, e un nodo alla gola gli si era formato osservando quello sguardo cremisi, non voleva passare il Natale con quella fottuta sensazione smielosa.
"Non pensavo che saresti diventato sentimentale per un gesto così semplice. Che cosa bizzarra e affascinante."
"Chiudi quella cazzo di bocca una volta per tutte."
"Suppongo che sarebbe difficile anche per te trovare la forza per porre fine alla mia miserabile vita."
"Stai zitto," iniziò a mordersi il labbro inferiore per fermarne il tremito.
"Mi sbaglio, mio ​​giovane Vincent?"
L'illusionista avvolse le ginocchia intorno alla vita di Aro e si sistemò meglio sul grembo del vampiro, i denti gli ferirono il labbro, Peter si leccò velocemente il sangue, anche se la cosa lo disgustava un po', ma non si rese subito conto che quella mossa aveva suscitato un istinto diverso nel vampiro.
"Non iniziare a parlare di cazzate..." Peter si leccò di nuovo il labbro, sperando che il sangue si seccasse il prima possibile, ma quando si accorse dello sguardo di Aro sorrise, e istintivamente morse il labbro, aprendo il ferita ancora di più, e gli chiese sfacciato, "Ti piace quello che vedi?"
Lentamente, il leader dei Volturi si sedette, faccia a faccia con Peter, che spalancò gli occhi e inavvertitamente si allontanò appena, ma la mano di Aro lo trattenne.
"Non. Osare... Tentarmi, sciocco umano."
Peter iniziò a porre resistenza, i suoi occhi ardenti non si abbassarono mai, non voleva dichiararsi sconfitto. Tuttavia, non poteva fare a meno di notare, con disgustato piacere, che la situazione stava prendendo una piega inaspettata.
"Altrimenti?," chiese.
Aro, dopo pochi calcolati istanti, allentò la presa e abbassò la mano, sfiorando il collo dell'uomo, accarezzando la mascella di Peter con il pollice. Non gli importava dello sguardo che gli stava rivolgendo l'illusionista, lo fece chinare di qualche millimetro, notando con grande piacere come l'uomo si stava avvicinando per chiudere la distanza tra loro. Il vampiro sbuffò divertito, ma iniziò a parlare, deludendo l'ex cacciatore di vampiri, "Altrimenti dovrò insegnarti di nuovo le buone maniere."
Peter sorrise, sentendosi a suo agio in quell'atmosfera provocante e minacciosa, e strinse la presa intorno al collo del vampiro, "Come puoi vedere tu stesso, bastardo, resisto molto bene ai tuoi insegnamenti, forse non sei adatto per darmi la lezione che mi merito."
"Non c'è problema, vorrà dire che ricorrerò a metodi più barbari."
"Fatti avanti!"
Il sorriso dell'illusionista si allargò, incuriosito dall'idea; il sangue sul suo labbro si era seccato, ma Aro non ci fece caso quando assaggiò quel grumo, sorprendendo Peter, che si ritrovò con un suono soffocato in gola.
Il vampiro non aspettò il permesso per approfondire il bacio, troppo ansioso di avere un migliore assaggio di quell'essere inebriante.
Peter, da parte sua, si ritrovò ad accettare quel bacio, intrecciando le dita tra i lunghi capelli di Aro per vendicarsi di quello che era successo un paio d'ore prima. Diamine, era fottuto! Completamente fottuto!
Solo quando i due si separarono, l'umano osò insultare il vampiro.
"Stronzo!"
"Troppo barbaro per te?"
"Tu--" Peter gli puntò un dito contro, "Sei un fottuto bastardo traditore!"
"In realtà, sono stato fin troppo giusto e me ne pento, la mia reputazione potrebbe soffrirne."
Stava mentendo, ovviamente, ma era difficile perdere un'abitudine così lunga, soprattutto se rendeva difficile la vita del giovane Vincent.
"Un giorno ti ucciderò, sappilo."
"Ne sono convinto, ma non durante queste vostre usanze umane, ho forse ragione?"
E mentalmente Peter dovette dargli ragione, baciando rudemente Aro: un giorno avrebbe ucciso quel bastardo, ma non il giorno di Natale.

   
 
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