Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Signorina Granger    13/01/2021    7 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
In un mondo dove il Ministro della Magia detiene un potere quasi assoluto e la sua carica è ereditaria, i Cavendish e i Saint-Clair, La Rosa Bianca e La Rosa Rossa, rappresentano le famiglie più potenti della società magica e per questo sono in competizione e conflitto quasi perenne. La faida durata secoli raggiunge uno stallo solo quando, nel 1865, George Cavendish, futuro Ministro, sposa una Saint-Clair, ma i conflitti si riaccendono pochi decenni dopo, quando nel 1900 egli disereda il suo unico figlio per motivi sconosciuti e nomina suo erede Rodulphus Saint-Clair, scatenando le ire della famiglia.
Dieci anni dopo Rodulphus viene rinvenuto morto per un apparente - ma inscenato - suicidio. La sua famiglia punta il dito contro i Cavendish: la guerra delle due rose è aperta.
Genere: Introspettivo, Noir, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Wars of the Roses 



Epilogo
 

Epilogue



3 anni dopo, 20 giugno 1915
 
Derbyshire

 
“Io mi domando, ci sarà mai una volta, UNA, in cui la nostra famiglia non arriverà in ritardo ad un evento?!”
“Amiee, avresti dovuto arrenderti quando hai partorito la terza femmina, secondo il mio umile parere…”
 
John, in piedi vicino alla porta e pronto per uscire, stava giocherellando con i suoi gemelli d’oro mentre la moglie, in piedi davanti alle scale e con addosso un vestito da cerimonia verde chiaro abbinato ai guanti lunghi fin sopra i gomiti, si torturava la lunga collana di perle mentre.
“Ragazze, sbrigatevi, dobbiamo andare! ADESSO!”
“Ma mamma, Lady Ophelia è scappata e non riusciamo a trovarla!”
 
Il viso pallido e delicatamente truccato di Colleen fece capolino in cima alle scale sfoggiando un’espressione sinceramente preoccupata che non impressionò la madre: anzi, Amethyst sbuffò e, ricordando alle figlie di essere delle streghe adulte e capaci, ordinò loro di Appellarla, se necessario.
 
“Chi ha lasciato la sua gabbietta aperta?! E se Klaus se la mangia? Irresponsabili!”
“Ma se Klaus un altro po’ è più piccolo di lei! E comunque è stata Cherry.”
Non è affatto vero! Ecco, mettiamola dentro.”
Colleen, dopo aver appellato la coniglietta, ordinò a Clara di tenere la gabbietta aperta prima di infilarcela con estrema soddisfazione. La giovane si diede una sistemata ai guanti rosa pallido e poi, sorridendo entusiasta, asserì di non veder l’ora di assistere alla cerimonia.
 
“Non ci sarà nessuna cerimonia a cui assistere se non vi muovete! … E dove diavolo è finito Ambrose?!”
 
 
*
 
Londra
 
 
“Qualcuno ha visto la mia cravatta?”
Non si poteva dire che la sua famiglia fosse propriamente normale, ma quel giorno l’assurdità dei Cavendish stava toccando vette che mai si sarebbe sognato di poter contemplare.
Edward, uscito in corridoio per chiedere ad un elfo di cercargli la cravatta, venne quasi investito dalla sua stessa figlia quando Clio lo superò di corsa e tenendo un appendiabiti tra le braccia.
 
“MAMMA, è arrivato il vestito dalla lavanderia!”
“Portamelo, sbrigati! E qualcuno trovi la cravatta di papà! Egan, dove pensi di andare, vai subito a pettinarti! Dove diavolo è zia Penny quando ho bisogno di lei?!”
 
 
 
“Mamma, ma non hai detto che venivi a dare una mano?”
Ezra, in piedi accanto al camino insieme al padre e con un calice di champagne in mano approfittando di essere praticamente l’unico pronto per uscire, lanciò un’occhiata di sbieco alla madre, che se ne stava comodamente seduta sul divano sorseggiando un bicchiere di tè freddo mentre un Elfo le faceva aria con un ventaglio bianco e rosa.
 
“Ebbene sì caro, ma poi mi sono resa conto che c’era già abbastanza trambusto senza che ci mettessi il naso anche io… Dunque sono giunta alla conclusione che standomene qui in panciolle farò un favore a tutti.”
“Questo è esattamente il tipo di ragionamento che solo tua madre può fare, Ezra.”
 
Penelope lanciò un’occhiata torva al marito da sopra il bicchiere prima di prendere un altro sorso di tè, ed Ezra si ritrovò a sospirare piano mentre alzava gli occhi al cielo:
“Cercate di comportarvi normalmente oggi, per favore… E’ un matrimonio di un certo livello, e sarà pieno zeppo di giornalisti.”
“Ezra, non ho certo bisogno che tu mi dica queste baggianate. Chi pensi che abbia insegnato a TE e a Carol a comportarvi impeccabilmente? A proposito, ma quando arriva il mio dolce tesoro?”
 
 
 
Caroline, in piedi accanto a Neit, osservò la facciata bianca dell’enorme casa dove il cugino era cresciuto prima di voltarsi verso di lui con un debole sorriso, proponendo al marito di entrare.
“Non sono sicuro di voler sapere cosa troverò quando aprirò la porta… sai, siamo ancora in tempo per andare direttamente al matrimonio senza passare per questo manicomio…”
“Non dire così, abbiamo promesso che saremmo passati, ricordi? Facciamolo per loro.”
 
Il sorriso della strega si allargò mentre stringeva delicatamente il braccio di Neit, che sospirò piano e annuì prima di superare il cancello di ferro battuto – che si aprì da solo per farli passare – e borbottare qualcosa a mezza voce:
 
“Va bene… Ma non dire che non ti avevo avvisata.”
 
*
 
 
Gwendoline Cavendish attraversò il lungo viale camminando con calma sotto ad un limpido cielo azzurro, aiutandosi col bastone da passeggio che mai avrebbe ammesso di usare solo per scopo estetico e per, come asseriva sempre il più sfacciato dei suoi nipoti – nonché il suo prediletto – “fare scena”.
L’anziana strega osservò brevemente la facciata del maniero fatto di pietra che conosceva molto bene senza trovare alcuna differenza rispetto al solito. Fu quando volse lo sguardo sul parco a circondarla che sorrise, osservando l’enorme tendone bianco, l’infinita serie di tavolini circolari disposti sotto di esso e l’enorme quantità di fiori, di rose per l’esattezza, che occupava ogni tavolo e ogni lanterna appesa al soffitto della tenda candida.
Era una splendida giornata, si disse la strega mentre raggiungeva quasi l’ingresso della villa, e lo sarebbe stata ancora di più visto l’evento che avrebbe avuto inizio di lì a breve.
 
 
“Buongiorno Signora Cavendish!”
Entrata in casa, Gwendoline salutò con un sorriso l’Elfo che la accolse, prese ben volentieri una coppa di champagne dal vassoio d’argento che la creatura le porgeva e infine volse lo sguardo su Amethyst quando la nipote la raggiunse con un largo sorriso ad illuminarle il volto:
“Buongiorno zia, come stai?”
“Come potrei stare tesoro? Magnificamente. Sarà una giornata meravigliosa.”
“Una giornata che aspetti da tempo, ho idea.”
Dopo averle dato un bacio su una guancia Amethyst rivolse alla zia uno sguardo divertito e carico d’affetto al tempo stesso, guardando la donna prendere con nonchalance un sorso di champagne per celare il suo consueto sorrisetto beffardo.
 
“Da cosa lo deduci, tesoro?”
“Zia, la messa in scena di anziana innocente non inganna più nessuno da anni, lo sanno tutti che ne sai una più del diavolo.”
“Fingerò di non aver sentito la parte in cui mi definisci “anziana”, o potrei prenderti per un orecchio come quando avevi sei anni, tesoro. Credi che possa andare di sopra?”
 
“Ma certo, le ragazze ti hanno già preceduta. Theseus… beh, credo proprio che dovrò andare a consolarlo con del vino.”
 
*
 
 
“Come sei bella!”
“Sì, sei bellissima! Anche io vorrei un vestito come il tuo!”
 
Un sospiro carico di ammirazione lasciò le labbra di Colleen mentre la giovane strega sfiorava con le dita le maniche ricamate pizzo del vestito della cugina, che sorrise divertita e le promise che ne avrebbe avuto uno ancora più bello prima di abbracciala.
“E speriamo di vederlo presto, vero?”
Colleen annuì con un sorriso, gli occhi color cioccolato carichi di emozione mentre Clara, seduta sulla poltroncina posta accanto al camino della stanza della cugina, teneva Deimos tra le braccia per impedirgli di andare a riempire di peli la padrona.
 
“Sì, la mamma ha detto che avremmo iniziato ad organizzare dopo che ti fossi sposata tu… sai, per lasciarti il tuo gran giorno.”
“Per quanto mi riguarda tu e Tommy potete convolare a nozze quando volete, non m’importa. So solo che non vedo l’ora.”
Elizabeth guardò la cugina con un sorriso, gli occhi azzurri luccicanti mentre Phobos, acciambellato sul letto, guardava la padrona con leggera confusione, come chiedendosi cosa stesse succedendo, perché tutti le stessero attorno e, soprattutto, perché non avesse tempo per coccolarlo.
 
Quando la porta si aprì piano tutte e quattro le cugine si voltarono verso la soglia, e due sorrisi identici incurvarono le labbra di Elizabeth e di Colleen alla vista di Thomas, che si fermò sulla soglia con il completo nero addosso – per una volta completamente privo di piume o peli grazie all’intervento di Astrid – e i capelli scuri straordinariamente in ordine:
 
“So che gli uomini non sono graditi in questa stanza, ma mi chiedevo se al fratello della sposa è concesso darle un saluto prima che sia troppo impegnata a trovarsi al centro dell’attenzione.”
“All’adorato fratello della sposa tutto è concesso, Tommy. A proposito di fratelli… dove diavolo è Ambrose?!”


“Andava a prendere Riocard, ma direi che sono inequivocabilmente in ritardo, a questo punto.”
 
*
 
 
“Porco Merlino… Ric, ci sono già i Cavendish, mia madre ci ucciderà!”
“Conviene muoversi allora, se pensi di poter smettere di fare la lumaca.”
 
Riocard scoccò un’occhiata beffarda al cugino prima di puntellare il collo di Andromeda col frustino, facendola galoppare più velocemente mentre Ambrose, in sella a sua volta ad uno stallone grigio pomellato, alzava gli occhi al cielo:
 
“Sai, non è sempre tutta una gara, Ric. Su certe cose sei proprio rimasto un marmocchio.”
“Se si è in sella è sempre una gara cuginetto… Chi arriva ultimo paga da bere la prossima volta.”
“Peccato che tu abbia un cavallo da corsa e io no, ipocrita!”


L’ex Grifondoro ridacchiò e, superando il cugino, diresse Andromeda attraverso il parco della tenuta dello zio, verso il patio dove parte dei Cavendish si stava attardando prima di entrare in casa e raggiungere il giardino sul retro dove avebbe avvuto luogo la cerimonia.
 
“C’è Riocard!”
Alla vista del giovane il volto di Clio si illuminò, sfoderando un largo sorriso mentre si allontanava di qualche passo dalla madre per andare incontro al fidanzato, che rallentò progressivamente al trotto fino a costringere l’alta cavalla nera al passo mentre si avvicinava, seguito dal cugino a soli pochi metri di distanza.
 
Caroline alzò lo sguardo su Neit quando udì il marito emettere una specie di basso grugnito, assestandogli un colpetto di rimprovero affettuoso sul braccio senza però riuscire a non sorridergli dolcemente:
“Sii gentile tesoro, Clio è felice e quindi noi siamo di conseguenza felici per lei, ricordi?”
“Sì, sì, va bene…”
 
Neit non si scompose, continuando a tenere gli occhi fissi sui due mentre Riocard smontava agilmente da cavallo e, rassettandosi la giacca del vestito, sorrideva a Clio che nel mentre l’aveva raggiunto.
“Ciao. Sei bellissima. Emozionata?”
Il volto di Riocard, di solito piuttosto serio, si addolcì in un sorriso mentre prendeva delicatamente le mani della bionda, che annuì con i lunghi capelli biondi elegantemente acconciati sulla nuca e gli occhi chiari luccicanti:
“Da morire! Spero solo di non inciampare e fare brutte figure, non voglio sfigurare al matrimonio di Egan, già a quello di Neit e Caroline sono quasi finita sulla torta e non me lo perdonerò mai… Sei molto elegante! Ma perché siete venuti a cavallo?”
“Oh, beh, ci andava di fare una cavalcata, e visto che casa mia non è molto lontana… Temo solo che qualcuno possa non prenderla troppo bene.”
Il ragazzo sfoderò un sorrisetto colpevole proprio mentre Ambrose smontava da cavallo e, lasciandolo alle cure di uno stalliere, stava per accusare il cugino di essere sleale quando una voce a lui molto nota e poco benevola giunse alle sue orecchie, facendolo raggelare.
 
“VOI DUE!”
“Cavolo… Tu e le tue pessime idee!”
Ambrose scoccò un’occhiata torva al cugino, che sorrise colpevole mentre Amethyst, uscita di casa, superava i Cavendish a passo di marcia per piazzarsi davanti ai due con gli occhi scuri di solito gentili fiammeggianti:
“Vostra cugina si sposa e voi pensate bene di farvi una passeggiatina a cavallo? E’ il primo matrimonio dei Saint-Clair della vostra generazione e ci fate fare queste figure?! E’ pieno di ospiti che stanno chiedendo di voi due babbei!”
 
“Uh-uh, questa non me la perdo!”
Ezra sghignazzò di gusto, pronto a godersi la scena. Purtroppo per lui però Caroline, dopo aver rivolto anche al fratellino un buffetto di rimprovero, intimò a lui e a Neit di seguirla dentro per raggiungere Edward e Robert, che poco prima avevano affermato di aver bisogno di bere per superare quella giornata.
Ambrose e Riocard, intanto, si erano fatti piccoli piccoli di fronte al tono estremamente scocciato di Amethyst, affrettandosi a sfoggiare adorabili sorrisi angelici nella speranza di non essere bacchettati come quando erano piccoli e venivano sorpresi a saccheggiare le scorte di dolci delle cucine.
“S-scusa mamma, ci siamo attardati a bere qualcosa e poi abbiamo pensato di venire a cavallo…”
“Sì zia Amiee, scusaci tanto…”
 
“Quelle belle facce non vi salveranno in eterno, lo sapete? Ora andate, su, o dovrete affrontare l’ira di vostra cugina, e sapete bene che sarà molto peggio della mia. Buongiorno Miss Cavendish.”
Il consueto sorriso della donna tornò ad illuminarle il volto quando si rivolse brevemnete a Clio, che ricambiò prima di prendere il braccio che Riocard le porgeva e, insieme a lui e ad Ambrose, si affrettava a seguirla fin dentro casa.
 
Penelope ed Estelle, invece, erano già sul retro, passeggiando a braccetto lungo la navata per prendere posto in prima fila nella colonna di sedie bianche adibite alla famiglia dello sposo.
 
“Siamo fortunati, è proprio una bella giornata.”
“Già. Dove ti eri cacciata prima, quando in casa regnava il caos assoluto? Merlino, sono felice che questo giorno sia arrivato, l’organizzazione è stata folle.”
“Beh, con oggi sei a quota due figli sposati tesoro, ora manca solo la nostra dolce Clio. Edward dovrà fare i conti con un altro matrimonio Cavendish-Saint-Clair, ho idea. Comunque, stavo risolvendo una questione di massima importanza, è ovvio, altrimenti sarei venuta ad aiutarti!”
“E io dovrei crederci, dopo 40 anni di amicizia?”
 
 
“Edward.”
“Theseus.”
 
Theseus, sprofondato su una poltrona davanti al camino spento in attesa che la figlia scendesse e con un bicchiere in mano, lanciò un’occhiata cupa al cugino mentre Edward lo imitava, una mano in tasca e l’altra stretta su un calice di cristallo.
 
“Spero che Egan sia pronto, perché Elizabeth scenderà a momenti… ah, tesoro, eccoti qui.”
Gwendoline scelse quell’esatto momento per entrare in soggiorno, e rivolse un sorriso allegro al figlio – che le diede un bacio su una guancia quando la madre l’ebbe raggiunto – prima di rivolgersi al nipote e alzare gli occhi al cielo con un sospiro:
 
“Per l’amor del cielo, fatela finita con queste scenate. Ed, Theseus è tuo cugino tanto quanto lo è Robert, non scordarlo. E da oggi fino alla fine dei vostri giorni sarete anche consuoceri, quindi vi sarà impossibile non avere a che fare l’uno con l’altro. Perciò, e sono certa che se fossero qui sia George, sia Rod mi darebbero ragione, smettetela di fare i bambini.”
 
Gwendoline finì di parlare con un sorriso estremamente soddisfatto, fiera del suo discorso mentre figlio e nipote borbottavano qualcosa di indistinto, entrambi a capo chino.
“Bene. E ora Edward vedi di muoverti a prendere posto in giardino, a breve iniziamo. E sorridi, oggi tuo figlio si sposa, per l’amor del cielo! Già che ci sei controlla anche Egan, che non faccia stupidaggini proprio oggi.”
“Mamma, ha 28 anni, non è più un bambino!”
Lo so bene, ma dobbiamo farlo per l’ultima volta, da oggi in poi ci penserà sua moglie.”
 
 
 
“Ah, ecco le mie damigelle. Siete proprio carine!”
Egan, in piedi davanti ad un enorme arco coperto da rose di tutte le sfumature del rose, rivolse un sorrisino ad Ezra e Neit, che con due rose appuntate al petto ricambiarono con due occhiatacce identiche mentre Clio, seduta in prima fila accanto tra la madre e Caroline, iniziava a tirare fuori una gran quantità di fazzolettini dalla sua borsetta magicamente ampliata.
“Ecco perché stamani non ne trovavo nessuno… Clio, hai saccheggiato casa nostra?!”
“Mamma, al matrimonio di Neit ero impreparata e ho fatto un disastro con il trucco, ma questa volta ho abbastanza fazzolettini per tutto il Ministero della Magia, quindi nulla mi spaventa.”
In effetti credo che tra gli invitati ci sia pressoché tutto il Ministero…”
 
Caroline, accigliata, guardò l’enorme quantità di persone che continuava ad arrivare e a sedersi sulle sedie sistemate sul prato, divise da un tappeto bianco coperto ai lati da alcuni petali.
 
 
“Pf, vi sorprende? E’ il matrimonio dell’anno, questo. Un Cavendish e una Saint-Clair non si sposavano da quando ci siamo sposati io e George.”
“Ciao nonna!”
Clio sorrise a Gwendoline quando la nonna le raggiunse, ma prima di sedersi la strega, dopo aver sorriso a lei e a Caroline, si diresse brevemente verso lo sposo.
“Buongiorno tesoro, volevo farti un rapido saluto prima che tu sia troppo preso dal resto per badare alla tua anziana nonna.”
“Non sarò mai troppo preso da qualcosa per non badare a te, nonna. Sbaglio o ti sei appena definita “anziana”?”
 
Egan la guardò strabuzzando gli occhi azzurri, e la donna rise prima di costringerlo a chinarsi per abbracciarla.
“Solo per oggi, perché un giorno speciale. Molto speciale. Sono felice per te caro… e anche per Lizzy, ovviamente. Sono sicura che sarete molto felici insieme.”
Egan annuì con un lieve cenno e ricambiò il sorriso della nonna, guardandola con affetto e con gli occhi chiari che da lei aveva ereditato carichi di gioia.
“Anche io. Quanto te e il nonno?”
“Tesoro, anche di più. Stanne certo.”


 
 
“Ragazze, dobbiamo cercare di NON piangere. Altrimenti poi saremo orribili. Intesi?”
“Cassy, rassegnati, Colleen si sta per commuovere da quando Elizabeth si è messa il velo.”
 
Clara, in piedi vicino all’enorme porta a vetri che dava sul retro – pronta insieme alle sorelle a precedere Elizabeth lungo la navata – alzò gli occhi al cielo e accennò alla minore che, in effetti, teneva gli occhi spalancati e si faceva aria per cacciare indietro le lacrime.
Cherry, ti prego, aspetta almeno le promesse!”
“Ma è tutto troppo bello, come si fa a non piangere ai matrimoni…”
“Oh Merlino, per quando si sposerà lei dobbiamo farle un incantesimo, o non riuscirà nemmeno a dire “Lo voglio”.”
 
*
 
Theseus aspettava nell’ingresso, ai piedi delle scale, e nonostante tutto non potè trattenere un enorme sorriso quando vide Lizzy scendere le scale accompagnata da Thomas, che le teneva una mano per farle avere più stabilità.
“Sei meravigliosa, tesoro.”
 
Astrid, in piedi accanto a lui, rivolse un raro sorriso tenero alla figlia, che ricambiò quasi arrossendo, imbarazzata, mentre Deimos e Phobos scendevano di corsa i gradini accanto a lei.
“Grazie mamma.”
 
“Sì Lizzy, sei bellissima.”   Theseus annuì, imitandosi il sorriso della moglie mentre guardava la figlia con affetto smisurato. Thomas, dopo un’ultima occhiata quasi orgogliosa alla sorellina, le fece gli auguri e le diede un ultimo bacio su una guancia, asserendo che per lui era arrivato il momento di andare a sedersi.
“Vieni mamma?”
Il mago porse il braccio alla madre, che dopo un’ultima occhiata alla figlia – e alla sua amata e splendida famiglia, che da quel giorno non sarebbe più stata riunita sotto lo stesso tetto – annuì e lo strinse, seguendolo fuori per prendere posto insieme agli altri ospiti.
 
“Sei pronta piccola mia?”
Theseus le sistemò il sottile velo di tulle davanti al viso con delicatezza e la guardò annuire, il bouquet stretto tra le mani e gli occhi azzurri dei Saint-Clair carichi d’emozione.
“Penso di sì. Grazie per non esserti opposto, comunque.”
“Ammetto che non mi riempie di entusiasmo, ma sei la mia unica figlia e voglio che tu sia felice, prima di ogni altra cosa. Se non altro, sposando Egan avremo sicuramente dei piccoli Cavendish rossi di capelli, e la cosa mi riempie di soddisfazione.”
 
Elizabeth rise mentre prendeva il braccio del padre, asserendo che almeno, in questo modo, avrebbe sopperito alla sua grave mancanza di essere una Saint-Clair priva di capelli ramati.
“Io e Thomas eravamo ossessionati da questa cosa da piccoli, ci sentivamo meno parte della famiglia. Era stupido?”
“Tesoro, tu e Thomas siete e sarete sempre parte della famiglia. Anche se da oggi diventi una Cavendish, sarai sempre una di noi.”
 
*
 
Quando Gwendoline Saint-Clair attraversò la navata, era piena di emozioni contrastanti. Era felice, impaziente di iniziare quel nuovo capitolo della sua vita. Eppure era anche triste di lasciare la casa dov’era cresciuta, e un po’ intimorita dalla prospettiva di quel matrimonio “atipico”, dalla prospettiva di entrare a far parte della famiglia che da sempre odiava la sua e viceversa.
Stretta al braccio di suo padre, la giovane strega dai lunghi capelli rossi guardò George che l’attendeva davanti all’altare, alto ed elegante come sempre, i capelli biondi pettinati con cura e gli occhi azzurri fissi su di lei.
Un giorno sarebbe diventata la moglie del Ministro della Magia. Talvolta si era chiesta se sarebbe stata in grado di reggere quella vita, ma Riocard le diceva sempre era destinata a grandi cose. E che se lo stesso George l’aveva scelta, un motivo doveva esserci.
 
 
Seduta in prima fila, accanto al figlio, Gwendoline Cavendish guardava, come tutti i presenti, la sposa avanzare verso suo nipote, stretta al braccio di Theseus.
Sorridendo appena percettibilmente, la donna guardò il nipote toglierle il velo dal viso e darle un bacio sulla fronte prima di affidarla ad Egan, che le prese la mano con un sorriso sul bel volto.
Elizabeth lasciò il bouquet nelle mani di Cassiopea e alzò lo sguardo sul – a breve – marito ricambiando il sorriso prima di voltarsi quasi senza volerlo verso Thomas, seduto in prima fila accanto ad Astrid. Astrid che mosse una mano per stringere quella del marito non appena Theseus si sedette: l’uomo abbassò lo sguardo sulla propria mano, poggiata sulla coscia, dove brillava la fede d’oro e ora coperta da quella più piccola della moglie. Alzato lo sguardo sulla donna ricambiò il sorriso che Astrid gli rivolgeva, e lasciò la mano esattamente dov’era.
 
Thomas, dal canto suo, rivolse un  largo sorriso incoraggiante alla sorellina, guardandola con occhi pieni d’affetto mentre, dietro di loro, Riocard e Ambrose seguivano la scena seduti accanto ai genitori di quest’ultimo.
 
 
Raggiunto George, Gwendoline si voltò quasi senza volerlo verso Riocard, seduto in prima fila accanto ai loro genitori. Riocard che la guardava di rimando con attenzione, le braccia strette al petto e serio in volto. Si limitò a rivolgerle un cenno, annuendo proprio come fece suo padre quando Gwen posò lo sguardo anche su di lui.
Infine, alla strega non restò che rivolgersi all’imminente marito, carica di emozioni che non era certa di saper gestire.
 
 
 
Osservandosi attorno, Gwendoline non poté che fare a meno di pensare all’ultima volta in cui le sue due famiglie si erano trovate tutte assieme nello stesso luogo: il funerale di George.  Non poté fare a meno di dispiacersi per la sua assenza, per l’impossibilità del marito di vedere i nipoti sposarsi. E di chiedersi che cosa ne avrebbe pensato.
Sorridendo debolmente e conscia che non avrebbe mai potuto saperlo con certezza, la donna osservò l’enorme quantità di rose rosa che la circondavano e che adornavano praticamente ogni cosa.
Ricordando il suo matrimonio, la prima cosa che le venivano in mente erano le rose bianche che avevano riempito ogni angolo, ogni dettaglio delle sue nozze. Come a voler rimarcare, da parte dei Cavendish, che sarebbe diventata una di loro, che di fatto l’avevano comprata.
 
Guardando Egan ed Elizabeth-Rose, le loro mani strette delicatamente mentre si guardavano sorridendo, Gwendoline sorrise e sentì un moto di gioia pervaderla. le sue due magnifiche, seppur non perfette famiglie, finalmente si univano di nuovo. E per quanto avrebbe sempre ricordato George e il loro matrimonio con affetto e malinconia, era sicura che quell’unione sarebbe stata molto diversa fin dal principio.
 
 
 
 
“Nonna?”
“Sì tesoro?”

“C’è una cosa che non ti ho mai chiesto… hai mai scoperto chi le aveva bruciate, poi, le tue rose?”


Gwen quasi non udì la domanda del nipote, rigirandosi un magnifico bocciolo rosa tra le dita mentre guardava tutti festeggiare, da Riocard e Ambrose che brindavano a Clio che, seduta sulle ginocchia di Neit, gli arruffava ridendo i capelli.
La donna accennò un sorriso e, tornando a guardare il bocciolo, mormorò che ormai non importava più, suggerendogli di non preoccuparsi per lei.
Rammentò con un luccichio quella sera di tre anni prima, quando pur di scoprire qualcosa sul mistero della morte di Rod aveva dato fuoco alle sue stesse, amate rose rosse, chiedendosi se qualcuno avrebbe fatto un passo falso. Anche se così non era stato, era riuscita a venire a capo di quella tragedia e a mettersi l’animo in pace già da tempo, ed era quella la cosa più importante.
“Caro, penso che sia ora di tagliare la torta, e in quanto nonna dello sposo e prozia della sposa, mi aspetto una fetta enorme.”
Egan rise, ma la prese sottobraccio e acconsentì ad accompagnarla, dirigendosi insieme a lei verso la loro nuova, grande famiglia.

 
 
 
 
 
 
 
 
………………………………………………………………………………
Angolo Autrice:
 
Una piccola, ultima premessa: questo Epilogo è ambientato nel 1915, ma facciamo finta che per i maghi la Grande Guerra per il momento non esista, vi va? Di solito sono molto pignola con la storia, ma volevo davvero scrivere una conclusione allegra e spensierata.
Che dire, non è la prima storia di questo genere che concludo e non sarà nemmeno l’ultima, ma anche se passano gli anni è sempre una grande soddisfazione mista a molta malinconia, soprattutto se si riesce e portare avanti una storia senza fare stragi e tutto sommato tutto fila liscio. Cosa posso fare se non ringraziare tutte voi per aver partecipato a questa storia, per avermi mandato personaggi meravigliosi che ho adorato e che mi hanno divertita immensamente? Grazie anche per il coinvolgimento, in generale devo dire che la storia ha avuto un seguito e una partecipazione sempre piuttosto solidi, puntuali e presenti, quindi in generale sono davvero felice e soddisfatta di come sia andata.
Spero ovviamente che vi sia piaciuta, che vi siate divertite quanto mi sono divertita io e che i vostri personaggi per ora vi abbiano soddisfatto. Sì, per ora perché scriverò ancora di loro, e anche parecchio: come ho detto ad una di voi qualche giorno fa, il potenziale materiale che questa storia offre è enorme, quindi sì, ovviamente ci sarà la raccolta di OS su coppiette e non, ma penso che poi vi stupirò con altri effetti speciali. Alla fine non ne potrete più della sottoscritta <3
A questo punto, quindi, mi ritrovo con un’ultima domanda per voi: che ne facciamo dei vostri OC? Dal punto di vista lavorativo, affettivo ecc
Vi prego di pensarci e di rispondermi il prima possibile per discuterne insieme, perché senza tutto questo io le OS non le posso scrivere… per chi mi segue su Instagram ovviamente ci sentiamo lì, che è molto più comodo e veloce.
Le OS cercherò di farvele avere presto, promesso, anche se la sessione incombe e il periodo non è dei migliori per scrivere… la prima potrebbe (e sottolineo il condizionale) arrivare nel weekend, ma non prometto niente, sta anche a voi mandarmi ciò che mi serve. Quindi via con le preferenze per numero di marmocchi e nomi, dobbiamo popolare il Regno Unito di tanti piccoli Cavendish e tanti piccoli Saint-Clair.
 
Infine, so che far sposare proprio Egan e Lizzy nell’Epilogo è azzardato visto che non avevo dato loro una vera e propria “conclusione” nella storia, ma ci tenevo a rappresentare il “cerchio che si chiude” con il paragone del matrimonio tra Gwen e George, che ha dato inizio a tutto.
Senza contare che la Guerra delle Due Rose, che mi ha dato l’ispirazione, storicamente si è conclusa con il matrimonio di Elisabetta di York sposa Enrico VII discendente dei Lancaster, quindi…
 
Grazie ancora a tutte, un abbraccio e a presto spero!  <3
Signorina Granger
 
 
 
 
 
 
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Signorina Granger