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Autore: bimbarossa    17/01/2021    0 recensioni
Se si potesse tornare indietro, vivere di nuovo per rimediare agli sbagli e ai giuramenti infranti, chi non accetterebbe?
Eppure fare la cosa giusta ha quasi sempre un prezzo, perché nel cambiare la storia si possono perdere tante cose.
Oppure trovarne altre che non ci saremmo mai aspettati.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Jaime Lannister, Sansa Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Secondo te prima di morire avrà parlato?”

Così aveva apostrofato Cersei appena lo aveva raggiunto nel Tempio di Baelor, mentre le Sorelle del Silenzio spandevano profumi e incensi attorno al cadavere di quello che fino a pochi giorni prima era il secondo uomo più potente del regno.

“Se fosse così adesso le nostre teste sarebbero sulle mura di Approdo del Re infilzate ad una picca.”

Quella scena non gli era nuova, tranne che quella frase l'aveva pronunciata lui, una volta, in un'altra vita fa.

“Non dovresti essere così serena. La Fortezza Rossa, nonostante le leggende su Maegor, non è stata costruita per tenere al sicuro i segreti.” Jamie non poté fare a meno di notare quanto Cersei fosse bella quando accantonava le preoccupazioni che sorgevano invariabilmente nella vita di corte. E Jon Arryn era di sicuro una preoccupazione accantonata. “Anzi, più questi segreti sono pericolosi, più è facile scoprirli.”

“Robert ha intenzione di andare al Nord, e proporre al suo amichetto di Grande Inverno di fargli da Mano del Re. Avrei voluto che lo avesse chiesto a te.” Sua sorella aveva scrollato le spalle all'accenno dei suoi avvertimenti. Ora aveva occupazioni più serie. “Dovrai accompagnarci, non sopporterei di stare lontana da te per così tanto tempo, lo sai.”

Si ricordava anche questo, così come il fatto che fosse stato pronto con tutto sé stesso a rassicurarla, una volta. Adesso la sola idea di tornare al Nord e rivedere quei luoghi infernali gli ribaltava lo stomaco.

Eppure sapeva che sarebbe dovuto andare, per mantenere un giuramento perso nel flusso del tempo dove il passato e il futuro non esistevano, oppure se esistevano erano intrecciati come le labbra di due amanti.

Un giuramento che riguardava una donna, la protezione delle sue figlie e la promessa di non alzare mai più la spada verso la sua casata e quella del lord suo marito.

E i Lannister pagavano sempre i loro debiti.

 

Sansa avrebbe voluto restare sotto le coperte ancora un altro po', il calore che l'avvolgeva e la coccolava sospirava persino dalle pareti piene di acqua termale per renderla languida e pigra.

Inoltre Septa Mordane per quella mattina aveva previsto una lezione di calcolo ed economia con Maestro Luwin, e lei era pessima in quel campo, al contrario di Arya.

Un raggio di sole di un giallo grigiastro afferrò il suo letto, come un invito ad alzarsi e fare il proprio dovere.

“Mi piacciono i numeri,” sua sorella era incontenibile come al solito, “se avessimo dovuto anche cavalcare oggi, sarebbe stato il mio giorno perfetto.”

“Sono felice di sentirtelo dire, piccola Arya.” Maestro Luwin cincischiò le dita con il tintinnante anello dorato della sua enorme catena. “Sai questo come l'ho ottenuto? Applicandomi e diventando un esperto proprio del loro mondo, e di quali regole seguono. Cose che anche voi due dovrete imparare.”

Sansa sbuffò, chiedendosi se anche Jonquil avesse dovuto affrontare la matematica.

“Scommetto che la bellissima Jonquil non era costretta ad imparare cose così noiose.” Jeyne aveva una strana espressione in viso mentre rispecchiava i suoi stessi pensieri, un'espressione che non si confaceva di certo ad una lady, quindi per vergogna Sansa da quel momento si impegnò come non mai a seguire la lezione. Un giorno avrebbe sposato un nobile, molto probabilmente del nord, e avrebbe dovuto amministrare il suo castello. I numeri e le loro regole si sarebbero rivelati fondamentali per un tale compito.

Improvvisamente però Maestro Luwin fu chiamato per un'urgenza -era sicuramente arrivato un corvo con notizie importanti- e tutte loro furono mandate da Septa Mordane per la lezione di ricamo finalmente.

Fu solo nel tardo pomeriggio, quando il sole era diventato grigio come il metalupo nello stemma degli Stark, che sentì rumori e chiasso provenire dal cortile.

“Sansa! Sansa! Presto corri!” La voce di Arya, che era scappata a metà della lezione, risuonò per tutti i corridoi altrettanto grigi di Grande Inverno. Pareva eccitata come non mai.

“Ti ho sempre detto che le signorine non usano questo tono. E non schiamazzano davanti al lord loro padre.”

Eddard Stark, le sue guardie, i suoi due fratelli Bran e Robb e il giovane Theon erano stranamente radunati nel cortile, in braccio degli involti sospetti che si muovevano uggiolando.

Improvvisamente a Sansa venne freddo, ma non un freddo brutale e pericoloso, più che altro un freddo famigliare, protettivo e puro.

“Hanno trovato dei meta-lupi, Sansa, uno per ciascuno dei figli del lord nostro padre.” La voce di sua sorella se poteva era divenuta ancora più squillante. “Vieni a vederli, sono bellissimi. Anche Jon ha il suo, ed è tutto bianco.”

Sansa cercò di rallentare il passo mentre si avvicinava ai cavalieri con i cuccioli di meta-lupo, eppure sentiva montare dentro di sé un'eccitazione mai provata prima, un senso di euforia che non sapeva fosse adatto o meno ad una lady.

Tuttavia quando fissò gli occhi gialli di uno dei cuccioli, una femmina che se ne stava buona buona avvolta nel mantello di Jory Cassel, qualcosa in lei si cristallizzò, si indurì, si ramificò e divenne saldo, come un castello di neve dentro il cuore.

“Ecco, mia lady, questo credo che sia adatto a voi,” Jory, il capo delle guardie del lord suo padre, si chinò verso di lei, avvicinandole quella piccola palla di pelo grigio chiaro, come se fosse fatta di neve scura.

“Posso prenderla, padre?”

Ned Stark annuì tra il rassegnato e l'orgoglioso che anche la sua figlia più introversa mostrasse così vivo interesse per le creature selvagge simbolo della loro famiglia.

Tuttavia quel giorno il sole non tramontò senza che un'altra notizia sconvolgente arrivasse a gettare la corte di Grande Inverno in uno stato di euforica agitazione.

Quasi a Sansa mancò il respiro non appena venne a sapere che il Re, la Regina, e buona parte delle loro dame e cavalieri erano in viaggio per la dimora degli Stark, e che già sua madre e tutti gli attendenti stavano preparando gli accorgimenti per accogliere un serraglio di tali proporzioni.

Finalmente anche lì, al nord del continente, sarebbero giunti bardi, poeti, belle sete e profumi, e lei avrebbe potuto ascoltare le canzoni e le ballate dai cantori della Regina stessa.

Oh, avrebbe visto la Regina!

Si diceva che fosse bellissima, e che avesse un fratello gemello bello quanto lei e un altro invece che aveva avuto la malasorte di nascere nano.

Arya infatti non parlava che del Folletto, e se era vero che anche un leone in miniatura poteva ruggire.

Per quanto riguardava lei, andò subito nelle sue stanze, seguita a ruota da una Jeyne eccitata quanto lei, e si provarono tutti i vestiti che possedevano cercando di scegliere il migliore con cui presentarsi ai sovrani.

Si, quello azzurro con il colletto impellicciato, sarebbe stato perfetto per il banchetto serale. Era il più bello che avesse, cucito con preziose sete che venivano da oltre il Mare dei Brividi, a oriente, e che starebbe stato benissimo con i capelli intrecciati come era usanza lì al nord.

“A proposito, come la chiamerai?”

Jeyne stava fissando il cucciolo accoccolato ai piedi del letto della sua nuova padroncina, che le guardava indeciso se addormentarsi o continuare ad osservare i loro lazzi e chiacchiere da adolescenti.

Sansa ci pensò bene, i meta-lupi erano creature libere, selvatiche, fiere della loro stessa natura. Eppure la sua piccola amica pareva così tranquilla, non addomesticata, questo no, bensì placida e fiduciosa di aver trovato qualcuno disposto a prendersi cura di lei, anche se in un castello fatto di mattoni e muri piuttosto che lande innevate che si perdevano oltre l'orizzonte.

Si, quel cucciolo sarebbe cresciuto tra dame beneducate e cavalieri onorevoli.

“Lady, la chiamerò Lady.”

 

Una vita prima aveva fatto quel tragitto verso il selvaggio nord in perenne frustrazione, dovendo assistere mentre Robert ogni sera si buttava su Cersei dentro quel dannato carro a due piani che trasportava la famiglia reale. Frustrazione che lo aveva condotto a quel gesto che ora, per tantissimi motivi di differente natura, odiava con tutto sé stesso.

Se lo ricordava, il piccolo Brandon Stark, gli occhi azzurri spalancati mentre si stava chiedendo se dovesse temere più lui o il vuoto, gli stessi occhi azzurri che gli avevano trapassato l'anima quando anni dopo si era presentato a Grande Inverno per combattere con i vivi e il bambino di otto anni che aveva reso storpio era diventato colui che aveva memoria di ogni evento del passato e di qualche spicchio di futuro.

Adesso, per una assurda legge del contrappasso, era lui, Jamie, ad avere la conoscenza di eventi già vissuti, un carico che lo stava distruggendo.

Ogni giorno si chiedeva il perché, il perché a lui, proprio a lui, fosse stata data una simile possibilità, o piuttosto una simile responsabilità.

E poi, chi era stato? Chi aveva avuto un tale potere di riavvolgere il nastro della vita?

Per caso i Sette, o il Dio infuocato di Essos, o persino quei rinsecchiti alberi-diga che Stark adorava tanto?

Stark.

Jamie se lo ricordava ancora, davanti al bordello di Ditocorto, accasciato dopo la sua furibonda incursione dovuta al rapimento di suo fratello, e la sua voglia di vendicarsi non solo per Tyrion ma per tutte le volte che era stato chiamato con quel soprannome detestabile -sterminatore di re- per colpa dei giudizi spocchiosi e affrettati che era stato pronto a gettargli addosso -ad un ragazzino di diciassette anni!- sporcandolo per sempre.

E ora avrebbe dovuto di nuovo vedere la sua faccia, avrebbe dovuto vedere quegli occhi grigi e freddi come quelle dannate terre dimenticate dagli dei accusarlo daccapo, e magari anche provare a difendere la sua dannata famiglia prima che si scannassero a vicenda.

 

 

 

Prima di tutto vorrei ringraziare chi ha letto e apprezzato questa storia, avere dei lettori a cui piace quello che scrivi è l'energia che serve per andare avanti, per cui avete tutta la mia gratitudine.

Ora veniamo ai disclaimer: forse lo avrete già capito, ma ho tenuto in considerazione sia gli avvenimenti dei libri che quelli della serie, senza contare che per alcune cose mi sono presa delle licenze poetiche necessarie alla trama, Spero che la cosa non vi infastidisca.

Grazie ancora

 

 

bimbarossa

 

  
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