Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Captain Jane Claude    18/01/2021    0 recensioni
[⚠️On Indefinite Hiatus⚠️]
♫ ♪ It’s not unusual to find out that I’m in love with you while you brew tea for me ♪ ♫
I ragazzi del 104° passano tutto il tempo alla Liberté Patisserie a studiare per gli esami universitari, ma Eren non è interessato soltanto ai pasticcini e ai bignè...
[Ereri (Levi Ackerman x Eren Jaeger) ♥ Pasticceria AU ~ Hurt/Comfort, Pining, Slow Burn, Romance, sort of UST]
[Warnings: Age difference (15 anni), Linguaggio scurrile]
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eren Jaeger, Erwin Smith, Grisha Jaeger, Hanji Zoe, Levi Ackerman
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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“Lo mangi quel mini-babà?”
“...? Cosa?” Eren fu colto alla sprovvista dalla richiesta di Sasha. Completamente immerso nei suoi pensieri, non era riuscito a sentire cosa gli avesse detto la ragazza, che stava fissando il piattino davanti a lui con aria famelica.
“Lo mangi quel mini-babà o posso prenderlo?”
Eren sospirò: “No, no, prendilo pure.”

Guardò Sasha mangiarsi il piccolo babà in un sol boccone e socchiudere gli occhi beata, mentre si gustava quella delizia e faceva piccoli versi di gioia. 

Poi tornò a fissare Levi, che dietro al bancone puliva e lucidava delle tazzine con aria più scocciata del solito: “QUATTROCCHI! TI SEMBRAVANO PULITE QUESTE CAZZO DI TAZZINE?!”
“Andiamo, Levi, ci sarà rimasto un quark di sporco, non essere sempre così puntiglioso” gli rispose Hanji, sfoggiando un gran sorriso e dandogli una pacca sulla schiena.
“Non. Mi. Toccare.” ringhiò Levi, mentre continuava a strofinare le tazzine con ferocia. 

Eren sospirò di nuovo.

Dall’altra parte del tavolo, Jean alzò la testa dal manuale di analisi e lo guardò divertito: “Ehi Jaeger! Forse, se ti travesti da piumino acchiappapolvere, ti noterà.”
Eren si girò di scatto: “Fottiti, faccia da cavallo!” E gli lanciò in testa un temperamatite.
“Ehi!” Jean lo guardò offeso.

Marco, seduto accanto a Jean, sotto al tavolo gli dette una strizzatina sulla coscia e gli lanciò uno sguardo eloquente e incoraggiante. Jean alzò gli occhi al cielo. 
“Va bene, va bene...Dai, Eren. Sicuramente Levi presto si accorgerà delle tue occhiate languide e tu potrai dichiararti. Fatti coraggio, amico.” 

Marco non sapeva se considerarsi soddisfatto, ma dette una pacchetta di incoraggiamento sulla spalla a Jean e poi si girò per restituire gli appunti di anatomia veterinaria a Christa.

Christa e Marco si scambiarono uno sguardo desolato e poi il piccolo angelo biondo cercò di attirare l’attenzione di Eren, porgendogli un vassoietto pieno di leccornie: “Dai, Eren, prova uno di questi bignè che ci ha consigliato il signor Erwin! Sono buonissimi, vedrai che ti sentirai meglio!” 

Eren prese uno dei pasticcini con aria sconsolata e abbozzò un sorriso verso l’amica: “Grazie, Christa.” 

Assaggiò il bignè...Christa non aveva tutti i torti.

Prima di tornare ai suoi appunti, si girò ancora una volta verso Levi. Probabilmente stava preparando uno dei suoi deliziosi tè. Lo vide muoversi con grazia e precisione mentre riempiva con acqua calda alcune tazze per riscaldarle. Eren faceva fatica a staccare gli occhi dai suoi movimenti, capaci di trasformare ogni gesto in un rituale. Lo vide poi spostare la sua attenzione verso una teiera kyusu e si chiese quale delicato infuso ne sarebbe zampillato fuori dopo poche decine di secondi. Si riscosse e cercò di concentrarsi sui suoi libri. Gli esami non potevano aspettare.

Dopo poco, fu interrotto da Hanji che con un gran sorriso si era avvicinata al loro tavolo con un vassoio e aveva cominciato ad appoggiare davanti a loro delle tazze invitanti: “Ragazzi, Levi vi ha preparato un buon tè verde Fukamushi per aiutarvi a concentrarvi mentre studiate. Vi manterrà vigili e attenti!”
“Awww!” Sasha, Marco e Christa potevano abbagliare con i loro sorrisi. 
Sasha si sbracciò verso il bancone: “GRAZIE, signor Levi!” E anche gli altri si girarono verso di lui, pronunciando dei ringraziamenti meno rumorosi. Levi rispose con un piccolo cenno della mano, senza abbandonare la sua aria crucciata, e poi si avvicinò a Erwin che stava servendo e chiacchierando con Mike e Nanaba, due dei clienti più affezionati della Liberté Patisserie.

Connie bevve il tè quasi d’un fiato. 
Eren lo guardò malissimo: “Dovevi gustartelo, scemo.”
“Me lo sono gustato! Ma dobbiamo bere anche questo rimasuglio in fondo?”
“Certo che devi berlo, moccioso!” gli urlò da dietro il bancone Levi, seccato, per poi tornare a chiacchierare con Erwin e gli altri.

Armin guardò Hanji che era ancora accanto a loro e chiese timidamente: “Siete sicuri che non vi dà fastidio che passiamo tutto questo tempo qua a studiare, anche ora che siamo all’università?”
“Nooo, ragazzi, ci fa piacere avervi qui! Svecchiate un po’ l’ambiente” sorrise Hanji.

I ragazzi sorrisero e tornarono ai loro tè e alle loro pile di libri, tutti diversi.

~~~

Erwin e Levi erano ancora a chiacchierare al bancone con i loro amici, quando Mike cominciò ad annusare l’aria, perplesso: “C’è puzza di guai.” 
Si girò di scatto verso l’entrata e urlò: “Tutti giù!”

Alcuni si buttarono a terra, i ragazzi si acquattarono sotto al tavolo in fretta e furia. Pochi istanti dopo, qualcosa volò attraverso una delle vetrine, spaccandola, senza che nessuno venisse coinvolto grazie alla prontezza di Mike.

Si sentì qualcuno urlare da fuori: “Allora, piccolo roditore, quando vi deciderete a lasciare questo posto?”
“KEEENNYYY!” urlò Levi, una voce quasi disumana. Come un cavallo che salta l’ostacolo, balzò oltre il bancone. In un attimo fu fuori dalla pasticceria.

Erwin si apprestò a corrergli dietro. Prima di uscire, si girò verso Hanji: “Tranquillizza i clienti.” Si girò verso il gruppo di ragazzi e poi si rivolse nuovamente a Hanji: “Tieni tutti al sicuro. Mike, Nanaba, aiutatela voi.”
Mike e Nanaba annuirono mentre Hanji piagnucolò imbronciata: “Ma io volevo vedere Levi che faceva il culo al vecchio Ackerman!”

Ma Erwin era già fuori.

~~~

I ragazzi volevano uscire a tutti i costi per vedere cosa stesse succedendo e chi avesse avuto il coraggio di danneggiare un locale presidiato da due tipi come Erwin e Levi. Si sentirono urla e schiamazzi. Mike e Hanji si frapposero fra loro e l’uscita senza muoversi di un millimetro, mentre Nanaba tranquillizzava i pochi altri clienti, che invece se ne stavano in disparte con aria impaurita. 

I ragazzi erano agitatissimi, erano preoccupati per Erwin e Levi e cominciarono a fare domande a raffica. Hanji sentiva di dover dare delle spiegazioni, dato che ormai i ragazzi erano diventati parte di quella famiglia che era la Liberté Patisserie.

“Ragazzi, cerchiamo di non andare fuori di testa. Abbiamo ricevuto delle offerte per vendere il locale, ma noi non vogliamo cederlo in nessun modo. Abbiamo motivo di credere che chi lo vuole sia qualcuno dei piani alti con attività... non proprio legali. Stiamo già cercando di muoverci per non rimanere fregati ma a quanto pare lo zio di Levi adesso lavora per questi tizi e ha pensato di venire a convincerci così.”
“Cosa?!” 
“Ma quindi il signor Levi e il signor Erwin sono in pericolo?”

I poveri studenti erano frastornati.

“Ragazzi, ragazzi, calmatevi, vi assicuro che Erwin e Levi non sono tipi che si spaventano facilmente” cercò di tranquillizzarli Hanji.

“Chissà se sanno che Erwin ha informazioni compromettenti su di loro” bisbigliò Mike all’orecchio di Hanji.
“Di certo non sanno che un’ora fa le ha consegnate all’ufficiale Pixis del Settore investigativo. In pochi giorni saremo fuori da questa merda” rispose lзi.

In quel momento rientrò Erwin, che sorreggeva da sotto la spalla un Levi insanguinato: “A questo giro dovrebbe aver capito che non sono più il moccioso di un tempo e che non mi faccio fregare da lui.”
"Di certo quei denti che gli hai fatto saltare non gli ricresceranno, Levi.” 
"No, direi di no.” 

Tutti si apprestarono intorno a loro, mentre Nanaba si accertava che fosse sicuro per gli altri clienti lasciare il locale e tornare a casa.

“Signor Levi, come sta?” chiesero Christa e Marco preoccupati.
“Sì, sì, sto bene, tranquilli. Non è niente.” Levi si sedette sulla sedia che Erwin gli aveva avvicinato, prese un fazzoletto e cercò di tamponare via il sangue come meglio poteva.  “Che lerciume” commentò, mentre si guardava i vestiti sporchi di sangue e terra.
"Forse dovresti farti visitare” osservò Hanji.

In ansia, Eren fissava Levi  e osservava da lontano i suoi movimenti e le sue ferite, per capire il reale stato delle cose.

“Non posso andare in ospedale. Dubito che potrei giustificare tutto questo come ‘legittima difesa’ ” rispose Levi, con nonchalance.
Erwin gli appoggiò una mano sulla spalla e lo guardò negli occhi: “Levi, non va bene così. Devi farti vedere da qualcuno.”
Levi lo fissò. La carica stava scendendo e pian piano iniziava a sentire più forti il dolore e la confusione. Le orecchie gli fischiavano e non riusciva a controllare esattamente tutti i movimenti.

Eren li interruppe: “Può...può farsi visitare da mio padre.”

Tutti si girarono verso di lui, Levi lo guardò dubbioso.

“Il dottor Jaeger è un ottimo medico! Nella sua clinica assiste tutti quelli dei quartieri poveri che non possono permettersi le cure!” intervenne Armin, incoraggiante.
Eren annuì.

Levi ebbe un flash: ma non era il dottore che aveva curato la gamba di Yan quando erano solo dei disperati e nessuno di loro aveva i soldi per pagargli le cure?

Eren incalzò: “La prego, venga a farsi visitare da mio padre. Può fidarsi, non ci saranno guai. Deve davvero farsi visitare da un medico, urgentemente.” 

Levi era ancora un po’ incerto e iniziava a far fatica a restare lucido.
Erwin lo incoraggiò: "Levi, lascia che Eren ti porti da suo padre.” 

Tutti convennero che dovesse andare, Christa gonfiò le guance: “Ha bisogno di un dottore, guardi quella mano, deve farsela controllare! E anche quelle ferite!”
E Marco: “E mi sembra abbia difficoltà a camminare. Se aspetta qualche giorno sarà peggio! E le ferite potrebbero infettarsi.”
“E il nostro Levi non vuole avere delle ferite piene di pus, giusto?” commentò Hanji.
“Oddio, che schifo, no.” rispose Levi, con il barlume di chiarezza che gli era rimasto.

Eren ruppe gli indugi e fece alzare Levi dalla sedia, passandogli un braccio sotto la spalla e aiutandolo a dirigersi verso l’uscita: “Andiamo, andiamo, la porto io.” 
“Ok, moccioso. Ma siamo sicuri che posso fidarmi di te al volante?”
“Sì, sì, andiamo però.” rispose Eren, trafelato, mentre già varcavano la soglia della pasticceria.

Dietro di sé riuscì però a sentire distintamente Jean che commentava: “Ohhh, di questi tempi i principi salvano le principesse con la Giulietta rossa invece che con il cavallo bianco.” E sentì il suo viso andare a fuoco. Sperò solo che Levi fosse sufficientemente frastornato da non aver sentito.


Note: 

Il primo capitolo di questa storia è stato scritto per l’Elsewhere Challenge del gruppo Facebook Hurt/Comfort Italia (Venite a trovarci! https://bit.ly/3bLrOEU). Mentre lo scrivevo, avevo capito che mi piacevano troppo Levi ed Eren in questo AU, adoro l'idea di Levi che prepara dolci e sopratutto tè (anche considerando che Isayama stesso ha detto che Levi vorrebbe aprire una sala da tè), e ho pensato che una One Shot per la challenge non fosse abbastanza così ho preferito proseguire ^^ Buona lettura a tutti e grazie! ♥

   
 
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