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Autore: Vanessa1995    20/01/2021    1 recensioni
Sasuke e Akiko Uchiha sono gli unici sopravvissuti allo sterminio del Clan Uchiha. Quella terribile notte gli ha segnati per sempre...
Cosa sarebbe successo se Sasuke non fosse stato l'unico bambino sopravvissuto allo sterminio del suo clan? Sarebbe cambiato qualcosa? Si sarebbe lo stesso unito ad Orochimaru e avrebbe lo stesso desiderato di distruggere Konoha una volta saputa la verità? E Akiko cosa si nasconde dietro al viso inespressivo di quella bambina che possiede un'abilità che non sembra aver nessun'altro ninja? Anche lei tradirà il suo villaggio? Beh, per conoscere le risposte a queste domande dovrete leggere.
Genere: Angst, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sarada Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Quella sera Sasuke aveva dovuto prepararsi da mangiare da solo, cosa al quale era abituato. Aveva dovuto imparare presto a farlo siccome Akiko andava spesso in missione lasciandolo a casa da solo. Veramente all'inizio gli preparavano da mangiare, ma poi crescendo aveva imparato a fare da solo e ad essere più indipendente. Lui e Akiko non erano particolarmente bravi in cucina, non avevano il talento e nemmeno la passione di Mikoto, ma se la cavavano bene e sicuramente non sarebbero morti di fame.
Quando arrivò l'ora di andare a dormire, Sasuke si cambiò e, dopo essere uscito dal piccolo bagno che si trovava tra la sua stanza e quella di Akiko, si soffermò a fissare la porta. Se era rientrata non l'aveva sentita. Le aveva lasciato qualcosa da mangiare per quando sarebbe tornata perché non sapeva se sarebbe rientrata per cena.
« Akiko! » provò a chiamarla. Silenzio. Nessuna risposta. Si diresse allora nella propria stanza pensando di essere solo. Era strano che non fosse ancora rientrata, era tardi non era da lei stare fuori così tanto e, quando accadeva, solitamente lo avvertiva.
"Possibile che sia successo qualcosa? C’è stata un'emergenza e non ha potuto avvertirmi?" si chiese tra sé e sé. La sua camera era simile a quella di Akiko: entrambe avevano una finestra sulla parete a sinistra del letto e c'era una porta a vetro che conduceva ad un balcone. Veramente quella della quindicenne era un po' più grande essendo la camera patronale. A lui non importava se la sua fosse più piccola, non aveva bisogno di chissà quanto spazio e poi riteneva di non potersi lamentare.
Si era appena sistemato sotto le coperte quando sentì un rumore: qualcuno stava aprendo la porta di
ingresso. Pensando che si trattasse di Akiko non ci fece caso, spense la luce e poggiò la testa sul cuscino.
« Sasuke. »
Aprì gli occhi e si sedette voltandosi verso la soglia, dove era comparsa Akiko. Lei gli sorrise ed entrò nella stanza senza chiudere la porta.
« Spero di non averti svegliato. Non era mia intenzione. Volevo solo ringraziarti per avermi preparato la cena. » disse intrecciando le dita delle mani in grembo. « Ora vado. Domani ti diplomerai e incontrerai il tuo nuovo maestro. Hai bisogno di riposare. » aggiunse e fece per uscire, ma si bloccò. Sasuke fissò la soglia confuso e una grande rabbia lo invase quando vide la persona che era apparsa.
« Buonasera. » disse Itachi, sembrava calmissimo, come se il fatto di trovarsi lì fosse stata la cosa più normale del mondo. Accecato dal rancore che provava per lui, il bambino saltò giù dal letto.
« Cosa sei venuto a fare qui? » chiese arrabbiato. Itachi estrasse la spada e infilò la lama nello stomaco di Akiko. Il sangue schizzo sul pavimento e addosso ad Itachi. La ragazza tossi, dalla sua bocca fuoriuscì del sangue e cadde in ginocchio.
« Akiko! » urlò Sasuke sconvolto. La stanza era immersa nella semi oscurità e gli occorsero alcuni
secondi per rendersi conto che si era trattato di un sogno e che fosse da solo. Non c'era nessuna traccia della presenza di Akiko o di Itachi. Il suo respiro era affannoso, era in un mare di sudore e il suo cuore batteva all'impazzata.
« Sasuke, che succede, tutto bene? » si voltò verso la porta e si calmò alla vista di Akiko perfettamente illesa. Indossava una canottiera e dei pantaloncini corti. I suoi capelli erano un po' in disordine e stranamente non c'era Sniky con lei.
« Ho avuto un incubo. Mi dispiace, non volevo svegliarti. » disse. Non era da lui chiedere scusa. Akiko si passò una mano tra i capelli scuri e lisci che le arrivavano fino a metà schiena. Sapeva che li teneva lunghi per via di una sua particolarità: era in grado di allungarli ed usarli come arma, ma per poter usare quell'abilità era importante che non fossero troppo corti.
« Non importa. Cerca di non pensarci più, va bene? » il tono della sua voce era dolce.
« Si, notte Akiko. » augurò posando la testa sul cuscino e dandole le spalle.
« Notte. » rispose l'altra per poi uscire e chiudere la porta dietro di sé. Il ragazzino tirò un sospiro, si rigirò sotto le coperte e si mise a fissare il soffitto. Aveva come l'impressione che sarebbe stato difficile dimenticare quello che aveva sognato. Quanti incubi aveva fatto come quello? Troppi per poterli contare.
Si svegliò relativamente presto dopo aver dormito solo poche ore a causa dell'incubo. Alla fine aveva capito che doveva essere stato il suo stesso urlo a rompergli il sonno.
Quando entrò in cucina, Akiko era seduta a tavola a sorseggiare il contenuto della sua tazza, probabilmente latte. Questa volta Sniky era sulle sue spalle. A Sasuke il serpente non dispiaceva. La maggior parte delle persone avevano un cane o un gatto, loro invece avevano un serpente come animale domestico e quel pizzico di originalità gli piaceva, sebbene Sniky non fosse quel genere di animale.
« Sei riuscito a dormire dopo esserti svegliato? » domandò non appena si sedette. Posò la tazza sul tavolo e appoggiò i gomiti intrecciando le dita delle mani. Lo fissò attentamente: conosceva quello sguardo, era quello che faceva quando era determinata a scoprire quello che combinava o pensava. Non si sarebbe arresa facilmente, doveva dirle la verità o raccontarle una bugia convincente altrimenti chissà quando lo avrebbe "mollato".
« Ho dormito solo due o tre ore. » confessò versando del latte nella tazza che aveva di fronte. Akiko aveva preparato la tavola per entrambi.
« Cosa hai sognato stavolta? » chiese, l'espressione impassibile non aveva abbandonato il suo viso e continuava a fissarlo con il suo sguardo penetrante decisa a carpirgli ogni segreto.
« Ho sognato Itachi che ti uccideva. » rispose. Non aveva nessun motivo per nasconderle la verità. Lo sguardo di Akiko si addolcì e tolse i gomiti dal tavolo.
« È stato solo un incubo. Una cosa del genere non accadrà mai. L'incubo ha solo portato in superficie una tua paura che non si concretizzerà. » disse con calma, prese la tazza e si alzò.
« Ha sterminato il nostro clan! Potrebbe benissimo uccidere anche noi! » esclamò infastidito dal fatto che lei sottovalutasse in quel modo la questione. Akiko era in piedi davanti al lavandino e gli dava le spalle intenta a lavare la tazza.
« Credo che se avesse voluto ucciderci lo avrebbe già fatto. Sarebbe stato più facile farlo cinque anni fa, quando eravamo solo dei bambini. » rispose asciugando la tazza e riponendola al suo posto. Aveva ragione: sarebbe stato più facile, ma Itachi non ragionava come le altre persone.
"Mi ha detto di diventare più forte e di affrontarlo quando avrei avuto il suo stesso potere." pensò
consapevole che per ottenere lo stesso potere del fratello avrebbe dovuto uccidere il suo migliore amico. Lanciò un'occhiata ad Akiko: stava rimettendo il latte nel frigorifero. "Uccidere il proprio migliore amico" ripeté mentalmente.
« Sasuke, a cosa stai pensando? » chiese la ragazza distogliendolo dai suoi pensieri. Adesso anche Sniky lo stava fissando con i suoi piccoli occhi.
« Penso alla mia squadra: mi chiedo chi saranno i miei compagni e il mio maestro... » mentì alzandosi dalla sedia. I suoi occhi caddero sull'orologio appeso ad un muro della stanza: era quadrato e c'erano scritti solo quattro numeri: il tre, il sei, il nove e il dodici, mentre gli altri erano sostituiti da dei punti.
« Potresti avere la mia stessa maestra: Ayame. Mi sono trovata molto bene con lei, anche se sfortunatamente non possedeva lo Sharingan e non ha potuto aiutarmi su quel fronte però posso aiutarti io a perfezionare la nostra abilità innata. » disse. Le sue labbra si curvarono in un piccolo sorriso e gli posò le mani sulle spalle guardandolo negli occhi.
« Devo andare. Noi diplomati dobbiamo arrivare in anticipo. » disse dandole le spalle ed uscendo dalla cucina. Sarebbe stato lui a leggere il discorso del diploma e non poteva assolutamente arrivare in ritardo.
Durante il tragitto verso l'Accademia, Sasuke ripensò a quanto aveva desiderato che quel giorno arrivasse: era deciso a diventare un grande ninja e un giorno avrebbe ucciso suo fratello per vendicare lo sterminio del suo clan.
"Akiko pensa solo al villaggio, alle missioni. Non condivide il mio desiderio di vendetta." Pensò e non riusciva a capire com'era possibile. Eppure anche lei odiava Itachi per quello che aveva fatto, ma evidentemente non quanto lui perché altrimenti avrebbe solo pensato a come vendicarsi.
Arrivato all'Accademia, si soffermò a guardare per un istante lo striscione che era stato appeso sulla porta d'ingresso: congratulazioni ai nuovi diplomati. Abbassò lo sguardo e sentì delle voci alle sue spalle.
« Non riesco ancora a crederci che ce l'abbiamo fatta. Mi chiedo chi sarà il nostro maestro... » disse un ragazzino eccitato. Gli sembrava che si chiamasse Kiba e appartenesse al clan Inuzuka. I membri di quel clan usavano i cani in combattimento. Quello di Kiba aveva la pelliccia bianca ed era abbastanza piccolo da poter essere tenuto in braccio o addosso dal padrone. Il loro stretto legame gli ricordava un po' quello che Akiko aveva maturato con il suo serpente.
« Si, nemmeno io, hai sentito di Naruto? » chiese un altro a Kiba. « A quanto pare ieri sera ha rubato un rotolo proibito e invece di punirlo lo hanno promosso. Incredibile! » esclamò suscitando l'interesse di Sasuke che però fece finta di nulla ed entrò nell'edificio.
"Se è vero quello che ha detto, allora è possibile che Naruto diventi un mio compagno di squadra."
Pensò. La cosa non gli piaceva per niente. Non gli importava quello che aveva detto Akiko sull'aiutare i compagni affinché migliorassero, Naruto era un idiota e l'ultima cosa che voleva era finire in squadra con lui.
« Sasuke, sei pronto per il discorso di diploma? » a fargli quella domanda era stato il suo maestro Iruka.
Assorto nei suoi pensieri non si era accorto di non essere più solo nell'atrio della scuola. Iruka sorrideva, aveva una specie di tatuaggio sotto agli occhi o forse era una cicatrice? Non era del tutto sicuro e nemmeno gli importava.
« Si, sono pronto. » rispose con voce fiera, era orgoglioso del fatto che avrebbe letto lui il discorso e del fatto che era diventato un Genin. Adesso doveva solo diventare più forte e un giorno avrebbe ucciso Itachi.
« Akiko verrà alla cerimonia? Ho sentito dire che è diventata Jonin. Sai, anche lei è stata una mia allieva. » rivelò. Si, in effetti ricordava che glielo aveva detto. Pareva che la sua fosse stata una delle prime classi ad averlo come maestro, gli aveva parlato molto bene di lui dopo aver saputo che era diventato pure il suo insegnante. All'epoca lei aveva da poco finito l'Accademia e lui l’aveva appena iniziata. Le cose erano molto diverse allora.
« Si, due mesi fa. » rispose, ricordando di essere stato un po' invidioso. Si era ripromesso più volte che non sarebbe stato da meno rispetto a lei o ad Itachi, ma per quanto si impegnasse aveva perennemente l'impressione di essere centinaia di passi dietro di loro.
« E tu adesso ti sei diplomato... sembra ieri che ero stato assegnato alle vostre classi... » disse con una punta di malinconia nella voce. « Vai nella sala principale, è lì che si terrà la cerimonia e alcuni dei tuoi compagni sono già arrivati. » continuò.
« Maestro, è vero quello che dicono? Che Naruto ha rubato un rotolo proibito e hanno deciso di promuoverlo? » domandò subito prima che l'uomo uscisse nel giardino.
« Si, è vero. Naruto ha sbagliato, ma è stato in grado di padroneggiare la Tecnica della Moltiplicazione Suprema del Corpo. Perciò abbiamo deciso di promuoverlo. » spiegò e per Sasuke fu alquanto difficile nascondere il proprio stupore. Non riusciva a credere che il suo compagno di classe, che non era nemmeno in grado di eseguire una tecnica basilare come quella della Trasformazione, avesse fatto una cosa del genere.
« Immagino che meritasse la promozione allora. » disse, anche se poco convinto. Continuò a camminare nel corridoio diretto alla stanza che gli aveva indicato il suo ormai ex-maestro.
Quattro suoi compagni di classe erano già arrivati: due erano in piedi a chiacchierare felici mentre due ragazzine erano sedute. Riconobbe immediatamente i capelli rosa di Sakura e quelli biondi di Ino, facevano parte del suo gruppo di ammiratrici. A lui le ragazze non interessavano: era troppo preso dal suo desiderio di diventare più forte e di vendicarsi per pensare a loro.
Mentre si sedeva su una sedia in fondo alla sala, si augurò che nessuna delle due si sarebbe accorta di lui. Non aveva nessuna voglia di ritrovarsele appiccicate e vederle litigare su chi dovesse sedersi vicino a lui o anche solo per rivolgergli la parola. Sperava che la cerimonia iniziasse presto e che la sala si riempisse prima che avessero il tempo di accorgersi di lui.
Ben presto incominciarono ad arrivare le persone. Nessuno, a parte le ragazze, sembrava realmente accorgersi della sua presenza. La cosa non gli dava fastidio, non aveva nessuna voglia di mettersi a chiacchierare con qualcuno.
« Sasuke. » sentì la voce di Akiko. Gli aveva posato una mano su una spalla. « Sei emozionato? » chiese. Stranamente indossava quella specie di giubbotto verde che si mettevano tutti quelli che avevano il grado di Chunin o Jonin e che, da quello che aveva potuto vedere, era munito di tasche che permettevano di contenere rotoli o altre cose utili a un ninja.
« No, desidero solo prendere il copri fronte, pronunciare il discorso e andarmene. » rispose augurandosi che i suoi ex-compagni di classe non l’avrebbero importunato. Prima di poter tornare a casa o andare da qualunque altra parte sospettava che avrebbe dovuto conoscere il suo maestro e i suoi compagni di squadra, in verità.
Che poi perché ho bisogno di avere dei compagni di squadra? Posso benissimo farcela da solo.” il pensiero di avere dei compagni lo infastidiva, si augurava solo che non avrebbero avuto la brillante idea di metterlo in squadra con Naruto, probabilmente ci sarebbe stata almeno una ragazza nel loro gruppo. La maggior parte delle squadre sembrava averne una. “Spero che si tratti di Hinata, è debole, ma era l’unica a non avere una cotta per me e non rischierò che mi stia appiccicata tutto il tempo.” Sembrava che l’Erede del Clan Hyuga fosse la sola ragazzina della loro classe ad essere immune al fascino che invece, per sua sfortuna, conquistava tutte le altre o forse la verità era che fosse troppo timida per farsi avanti? Era possibile, dal momento che arrossiva per ogni minima cosa, però aveva il dubbio che avesse una cotta per Naruto e cosa mai poteva vederci in quel biondo era un vero mistero.
« La cerimonia sta per iniziare, credo sia meglio che tu raggiunga i tuoi compagni e che io mi sieda al mio posto. » disse allontanandosi. La guardò dirigersi verso le file di sedie davanti. I parenti degli allievi avevano dei posti riservati, compresa Akiko anche se lei non era realmente una sua parente. Era solo un’altra persona del loro clan che era sopravvissuta al massacro. Alzandosi, la vide fermarsi per parlare con il maestro Iruka e anche che le sue compagne di classe la guardavano... male. Sospettava che fossero gelose di lei e non ne capiva bene il motivo, ma non gli importava.
Raggiunse il resto dei diplomati e, nemmeno due secondi dopo il suo arrivo, Ino e Sakura incominciarono a bisticciare su quale delle due dovesse mettersi in fila vicino a lui. La discussione andò avanti per cinque minuti, senza che le due se ne accorgessero qualcun altro aveva preso il loro posto e, alla fine, si ritrovarono in fondo.
Uno alla volta vennero chiamati per ricevere un copri fronte. Quando lo ebbero tutti, Sasuke pronunciò il discorso dicendo quanto era fiero di essere diventato un Genin del Villaggio della Foglia e parlando dell’Accademia. Il discorso durò circa cinque minuti e alla fine tutti i presenti applaudirono mentre lui, dopo aver ringraziato per l’attenzione, si riunì ai compagni.
« Sei stato grandioso! » esclamò Akiko sorridendo. Si era avvicinata a lui subito dopo la fine della
cerimonia. Sniky, come al solito, sembrava indifferente con la sua testa poggiata sul petto della sua
padrona... no, compagna quello era il termine più adatto perché lui non era un normale animale
domestico.
« Akiko! » esclamò la sua ex-maestra avvicinandosi. « Ciao, Sasuke, mi dispiace che non sarai uno dei miei allievi. Ho sentito parlare molto bene di te. » aggiunse sorridendo al ragazzino. Seguì un breve silenzio, poi continuò. « Voi due sembrate parecchio simili: entrambi così riservati e pensierosi. »
« Da quello che ricordo molti membri del nostro clan erano così... sembra che sia una caratteristica che ci accomuna tutti, oltre allo Sharingan. » affermò la quindicenne.
« Scusate, ma devo raggiungere gli altri. » disse per poi allontanarsi. Non era interessato a passare del tempo con gli altri ragazzini che erano appena diventati Genin, voleva solo allontanarsi da quelle due. Non gli piaceva parlare o sentire dei discorsi a proposito del suo clan. Gli provocava una gran tristezza.
« Quella non è Akiko Uchiha? » sentì qualcuno chiedere, a parlare non era stato uno dei nuovi ninja bensì uno shinobi che doveva avere più o meno la stessa età di Akiko insieme ad un compagno.
« È molto bella e ho sentito dire che è pure molto forte. Due o tre giorni fa è rientrata da una missione di Livello A. Una missione in solitaria. Gira voce che preferisce fare tutto da sola. » disse l'altro.
« Bella quanto arrogante. » commentò il primo.
« La verità è che ti secca perché tu vorresti andare in missione con lei solo per avere l’opportunità di dormirci insieme e per farti bello ai suoi occhi. » ridacchiò il secondo. Entrambi scoppiarono a ridere e Sasuke preferì allontanarsi perché aveva come la sensazione che se avesse continuato ad ascoltare i discorsi di quegli stupidi avrebbe finito per arrabbiarsi.

Finita la cerimonia Akiko aveva deciso di andare al cimitero del villaggio c'erano delle persone con il quale sentiva il bisogno di "parlare". Era perfettamente consapevole che non avrebbero potuto risponderle, ma le piaceva pensare che avrebbero potuto sentirla in qualche modo.
Aveva da poco lasciato l'Accademia quando incrociò due ANBU che parlavano sul lato della strada. Stava per attraversare per continuare il suo cammino e non rischiare di disturbarli, ma poi uno dei due pronunciò il suo nome.
« Quella ragazza sarà anche affascinante, ma non so se c'è da fidarsi di lei... » commentò il secondo che aveva i capelli biondi legati in un codino che le ricordava quello che spesso aveva Itachi. Uno dei motti della ragazza era: chi si fa i fatti suoi campa cent'anni, tuttavia era difficile a volte dare retta a quel proverbio, in particolare quando le persone parlano di te.
"Sono l'argomento della conversazione, quindi in un certo senso sono affari miei." pensò e, sentendosi la coscienza pulita, si nascose dietro ad un muro vicino e appoggiò la schiena contro la parete mentre con gli occhi scuri fissava i due shinobi.
« Akiko Uchiha è una grande kunoichi: ha già portato al termine diverse missioni di Livello A, due delle quali da sola e gode della protezione dell'Hokage e di Danzo. » rispose l'altro.
« Quella ragazza somiglia in maniera pericolosa ad Orochimaru. Va in giro per il villaggio con quel maledetto serpente. Lo sai che ha un laboratorio? » chiese. Orochimaru era un ninja traditore della Foglia che aveva fondato un villaggio dopo essere andato via da Konoha. Era stato costretto ad andarsene dopo che l'Hokage aveva scoperto che faceva pericolosi esperimenti.
« Non puoi paragonarla a quel serpente! » rispose il biondo e lei gli fu grata per averla difesa. « Akiko non è pericolosa. Lei studia le tecniche, ha inventato nuovi veleni e antidoti. Ha fatto solo cose utili per il villaggio. Non pensa solo al suo tornaconto personale e soprattutto non usa cavie umane e non tiene segrete le sue ricerche. » continuò. Vero, lei faceva tutto alla luce del sole. Il Terzo le aveva consentito di accedere al laboratorio segreto di Orochimaru e in questo modo lei aveva ampliato le sue conoscenze ed era riuscita a sfruttare alcune delle scoperte di quel ninja per il bene del villaggio.
« Bisogna tenerla d'occhio e accertarsi che si comporti bene. L' ultima cosa del quale abbiamo bisogno è una versione femminile di Orochimaru. » affermò il primo e su questo punto il secondo sembrava concordare con lui.
« Hai ragione ed è per questo che c'è sempre qualcuno che la controlla. Difficilmente potrebbe fare
qualcosa senza che l'Hokage lo venga a sapere »
Sapeva che la tenevano d'occhio e non le importava. Non faceva nulla di male: teneva al corrente Hiruzen delle sue ricerche, delle sue scoperte, dei suoi successi dei suoi fallimenti. Godeva di una discreta libertà. La differenza principale tra lei e Orochimaru era che lui aveva fatto tutto per ambizione e potere senza farsi scrupoli mentre lei lo aveva fatto per il bene del villaggio e per poter aiutare gli altri ninja. La sua mente andò indietro nel tempo a due anni prima.

Inizio Flashback

Quel pomeriggio Akiko e Sasuke si stavano allenando insieme. Lo facevano ogni volta che ne avevano occasione e di solito lo facevano nel campo di allenamento più vicino al bosco che si trovava vicino ad un piccolo ruscello.
« Para il colpo e reagisci! » esclamò la ragazzina per poi tentare di colpire Sasuke al petto. Lui lo parò con il braccio e tentò di colpirla alla pancia, ma lei schivò il suo attacco. « La velocità può aiutarti, ma rischi di stancarti più velocemente e ti conviene sconfiggere in fretta l'avversario. » lo avvertì.
Presi com'erano dal combattimento, nessuno dei due si accorse dell'arrivo di una persona che incominciò a guardarli in silenzio.
I due continuarono a combattere ignari di essere osservati. Solo dopo mezz'ora Sasuke si accorse del loro ospite.
« Terzo Hokage. » disse sorpreso. Akiko si girò verso l'uomo a pochi metri di distanza.
« Chiedo scusa se vi interrompo, però ho bisogno di parlare con Akiko » disse. Lei annuì e si voltò verso il bambino.
« Io devo andare. Tu allenati a lanciare i kunai o vai a casa. » disse per poi dirigersi verso l'Hokage. « C'è qualche problema? » domandò chiedendosi se lei Sasuke avevano combinato qualche guaio. Riteneva alquanto improbabile che Sasuke potesse aver fatto qualcosa che spingesse l'uomo a venire a parlare con lei.
« No, nessun problema. Volevo solo sapere come procedono le tue ricerche con lo Sharingan e mostrarti una cosa. » affermò incamminandosi lungo il limitare del bosco.
« A rilento. » rispose lei, pensando che quella fosse la risposta più giusta da dare. « Sto cercando di capire cosa può esattamente causare problemi alla vista, in particolare voglio evitare la cecità dovuta ad un uso prolungato dello Sharingan Ipnotico. » spiegò. Il Terzo teneva le mani dietro alla schiena mentre camminava.
« Se Tsunade fosse qui forse potrebbe aiutarti, è un grande ninja Medico. » commentò. « Madara aveva perso la vista e aveva cercato invano qualcuno che potesse dargli una mano, ma è anche vero che parliamo di un centinaio di anni fa. Nel frattempo abbiamo fatto nuove scoperte e la medicina è migliore rispetto ad allora. » aggiunse. « In ogni caso il posto che desidero mostrarti è nel bosco. » disse cambiando argomento.
Hiruzen la condusse in mezzo agli alberi. Non stavano seguendo un sentiero e la ragazzina si chiedeva se sarebbe stata in grado di tornare indietro da sola. Camminarono per circa mezz'ora.
L’aveva condotta fino ad un punto del bosco dove si trovava una buca _molto grande, qualcuno aveva sistemato la terra per formare delle pareti e c’era una scala ricavata nel terreno che conduceva ad una porta sulla quale erano disegnati due serpenti.
« Mi scusi, ma dove siamo? » chiese confusa mentre raggiungevano la porta. Senza rispondere, Sarutobi la aprì ed entrarono in una stanza sotterranea che aveva tutta l’aria di essere un laboratorio. C’erano dei grandi scaffali che ricoprivano interamente le pareti a destra e sinistra, un tavolo con tutto il necessario per fare degli esperimenti e quelli che sembravano essere quaderni e fogli.
« Questo era il nascondiglio di Orochimaru. Sono anni che nessuno mette piede qua dentro dopo che lui è scappato dal villaggio. » spiegò. Akiko aveva sentito parlare di lui: aveva tradito Konoha e aveva eseguito degli esperimenti orribili anche sulle persone.
« Continuo a non capire perché mi ha portata qui. » disse guardandosi attorno. C’era poca roba lì dentro e per essere un posto abbandonato da anni sembrava stranamente ben pulito.
« Conosco bene la tua sete di conoscenza, i tuoi studi sulle tecniche e sulle abilità, in particolare sullo Sharingan. » affermò. « Anche lui aveva incominciato in questo modo: all’inizio studiava, voleva accrescere le sue conoscenze, ma poi la sua ambizione lo ha portato a commettere delle orribili atrocità e quando me ne sono accorto non ho potuto permettergli di continuare. » raccontò avvicinandosi al tavolo.
« Non ha provato prima a parlargli? » chiese avvicinandosi a sua volta, così facendo notò una porta in fondo alla stanza che prima non aveva notato e altri scaffali più piccoli con dei cassetti.
« Ho provato a convincerlo a fermarsi. Speravo di risolvere la cosa nel modo più pacifico possibile... non volevo arrivare ad uno scontro. Uno che avrei potuto vincere, ma... » tacque e lei lo fissò perplessa.
« Non ha avuto il coraggio di battersi contro di lui? » era stupita, non riusciva a credere che il Terzo
avesse avuto paura di combattere con colui che, a quanto aveva sentito dire, era stato un uomo orribile, disgustoso e che aveva fatto del male a chissà quante persone.
« No, Orochimaru è stato un mio allievo e io non sono riuscito a fare quello che era giusto. » c’era tristezza nella sua voce e nell’espressione del suo viso.
« Capisco. Quello che non capisco e perché mi ha condotta qui. » disse confusa. Hiruzen si voltò a guardarla e la fissò dritta negli occhi.
« Perché non voglio ripetere due volte lo stesso errore. Ho deciso che continuerai i tuoi studi e voglio anche che leggi i documenti che Orochimaru ci ha lasciato. Alcune delle sue ricerche possono tornarci utili. » spiegò. « Non ti lascerò agire indisturbata, come ho già detto non voglio ripetere due volte lo stesso errore, quindi ci sarà sempre qualcuno a controllarti e potrai chiedere aiuto se ne avrai bisogno. » aggiunse e lei annuì.
« Va bene. » rispose sforzandosi di nascondere la propria eccitazione, non vedeva l’ora di scoprire cosa aveva scoperto Orochimaru, probabilmente cose che lei ignorava.
« Voglio che mi scrivi un resoconto una volta alla settimana. » l’avvertì con tono severo Sarutobi.
« Sarà fatto. » promise. Avrebbe portato avanti gli studi di quell'uomo e avrebbe presentato regolari
resoconti. Solo che lei lo avrebbe fatto per il bene del villaggio e non solo per sé stessa.

Fine Flashback

Aveva portato avanti le ricerche di Orochimaru: era rimasta scioccata nell’apprendere la natura di una parte di esse. Aveva potuto anche scoprire delle informazioni che sarebbero potute tornare utili nel caso un giorno sarebbero stati costretti a mettersi contro il traditore.
Akiko, ti sei accorta che se ne sono andati?” chiese il suo serpente distogliendola dai suoi pensieri. In effetti i due ninja erano spariti e non aveva più senso rimanere nascosta.
Si... ehm andiamo anche noi.” disse sistemandosi una ciocca dietro all’orecchio e uscendo dal suo nascondiglio.

Più tardi Akiko era a casa seduta sul divano intenta a leggere un libro. Sniky era accanto a lei raggomitolato su sé stesso. Sentì la porta aprirsi e richiudersi e si drizzò in piedi per poi correre verso la soglia di casa e sorrise al ragazzino appena rientrato.
« Chi saranno il tuo nuovo sensei e i tuoi compagni di squadra? » domandò.
« Mi hanno messo in squadra con quell'idiota di Naruto e Sakura. » rispose. « E il mio nuovo maestro è arrivato in ritardo. Siamo stati gli ultimi a conoscerlo! » continuò. Il tono della sua voce era calmo e l’espressione sul suo viso impassibile, ma aveva come l’impressione che fosse arrabbiato. Lo guardò dirigersi verso la scala e salire velocemente al piano superiore.
Iniziamo male.” pensò. Si sedette sul divano, riprese il libro e lo aprì. “Andrà tutto bene. Cosa mai potrà accadere di brutto in fondo?” aggiunse cercando di essere positiva.
Stai tranquilla vedrai che con il tempo diventeranno grandi amici.” rispose il serpente. Non era tranquilla e non solo perché Sasuke avrebbe presto preso parte a delle missioni che si sarebbero fatte via vai più difficili, ma anche perché... beh, perché era Sasuke e lo conosceva. Temeva che non sarebbe riuscito a lavorare in squadra e che lui e Naruto non avrebbero fatto altro che litigare... E Sakura? Lei doveva sentirsi fortunata ad essere in squadra con il ragazzo che le piaceva però non avrebbe assolutamente voluto essere nei suoi panni e nemmeno in quelli del nuovo maestro di Sasuke.
   
 
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